Il ciclo metodologico della ricerca sociale

Ciclo metodologico della ricerca sociale
• L’utilizzo di un tipo di tecnica di ricerca piuttosto che
un altro dipende dallo scopo che gli studiosi si
prefiggono.
• Tuttavia, ogni ricerca sociale può essere scomposta
lungo 4 fasi, denominate CICLO METODOLOGICO
DELLA RICERCA SOCIALE:
1. co-istituzione dell’informazione;
2. trattamento dell’informazione;
3. interpretazione
4. diffusione e spendibilità
I 3 principi che regolano il ciclo metodologico
• La logica integrata: il ciclo è una sequenza ordinata ed
integrata di passaggi obbligati; il processo di ricerca e le fasi
che lo costituiscono devono essere scientificamente rigorosi; i
vari passi che costituiscono la ricerca sociale non sono
elementi autonomi, ma sono in necessario collegamento tra
di loro.
• L’ interdipendenza delle fasi: tutti le fasi del processo di ricerca
sono strettamente legate tra loro; le scelte o gli errori
compiuti in un passaggio si ripercuotono sul successivo;
nessun passo può essere compiuto senza tenere conto degli
altri.
• L’importanza imprescindibile di ogni fase: il ciclo è una
sequenza logica e coordinata; nessuna fase può essere saltata,
pena la perdita di scientificità della ricerca.
Fase 1: co-istituzione dell’informazione elementare
1. Non possiamo vedere e osservare i nostri oggetti se prima non
abbiamo idee intorno ad essi.
LIVELLO OSSERVATIVO + LIVELLO TEORICO
I processi cognitivi sono un’autonoma elaborazione del soggetto,
che si confronta con altri soggetti dotati della stessa capacità di
elaborazione.
2. Perché CO-ISTITUZIONE? L’informazione nasce dalla
collaborazione tra soggetto che guarda (ricercatore) e oggetto
che è guardato (singolo attore, gruppo sociale, fenomeno
sociale…), oltre che dalla mediazione fra l’osservazione e il
quadro teorico attraverso il quale l’osservatore interpreta il
mondo.
3. Perché INFORMAZIONE ELEMENTARE? La nostra percezione
non ci rimanda un dato certo, ma un’informazione che deve
essere interpretata.
Fase 1: co-istituzione dell’informazione
elementare: i passaggi
• Analisi delle teorie precedenti
• Elaborazione di un quadro teorico sull’oggetto
di studio
• Formulazione di ipotesi necessarie per
individuare quali informazioni elementari sono
da rilevare.
• Scelta dello strumento di rilevazione più adatto
al fenomeno da studiare (tenendo conto anche
delle fasi successive dell’indagine).
Fase 1 co-istituzione dell’informazione elementare: gli strumenti
di rilevazione
Metodi statistici
Tipo di informazione elementare: numerica
Strumenti: questionario, griglia di rilevazione
Vantaggi:
- strumenti sintetici e semplificati, che fanno ottenere informazioni in
modo standardizzato su campioni anche molto ampi;
- Economia di tempo e di denaro;
Svantaggi:
- Meno informazioni su più persone;
- Fotografano una situazione ad un tempo definito;
- Si concentrano su ciò che è manifesto ed esplicito.
Fase 1 co-istituzione dell’informazione
elementare: gli strumenti di rilevazione
Metodi empatici
Tipo di informazione elementare: orale, letteraria o iconica (visiva e
osservativa)
Strumenti:
intervista (colloquio con un soggetto sulla base di una griglia di
argomenti)
storia di vita (racconto della propria esistenze: orale o scritta; integrale
o topica)
osservazione partecipante (presenza del ricercatore nell’ambiente
sociale studiato)
sociologia visuale (usa l’immagine come strumento di conoscenza:
videoregistrazione dell’intreazione; produzione soggettiva di
immagini; intervista con foto-stimolo)
Fase 1 co-istituzione dell’informazione
elementare: gli strumenti di rilevazione
Vantaggi:
- Informazioni più accurate su numero limitato di
soggetti
- I soggetti sono colti nella loro interezza: rilievo al
vissuto soggettivo
Svantaggi:
- Numero ridotto di casi studiati
- Risultati non generalizzabili oltre i confini storicogeografici della ricerca
- Maggiore impegno di tempo
Fase 2: Trattamento ed elaborazione dei dati
• Una volta co-istituita, l’informazione deve venire
elaborata.
• Il trattamento serve “a far dire più di quello che
appare” alle nostre informazioni.
• Le informazioni elementari raccolte devono essere
trasformate in elementi leggibili, ordinati, sintetici e
comparabili.
Fase 2: Trattamento ed elaborazione dei dati
Elaborazioni statistiche
Tipo di informazione elementare: cifre o etichette numeriche
Passaggi:
-I dati raccolti devono essere ricondotti ad una griglia di
elaborazione, dove ogni domanda o caratteristica rilevata
corrisponde ad una VARIABILE.
- costruzione di una MATRICE DATI gestita su supporto
informatico attraverso programmi di applicazioni statistiche
(SPSS)
-Analisi interna delle variabili (monovariata, bivariata, a tre
variabili, …)
Fase 2: Trattamento ed elaborazione dei dati
Elaborazioni empatiche
Tipo di informazione elementare: materiale verbale (orale o
testuale); fotografie o videoregistrazioni
Tipo di elaborazione: ANALISI TESTUALE E DEL CONTENUTO;
ANALISI DELLA GESTUALITà E DELLA PROSSEMICA;
CARTOGRAFIA POSIZIONALE
Elemento comune: EMPATIA
Capacità di “mettersi nei panni dell’altro” per cogliere il suo
vissuto soggettivo
Fase 3: L’interpretazione delle informazioni elaborate
È strettamente legata alla capacità del ricercatore di individuare le
caratteristiche e le tendenze del fenomeno sociale studiato
attraverso la sintesi ottenuta dalle informazioni elementari
Interpretare significa andare oltre l’evidenza dei dati, dotare di senso
elementi tra loro disgiunti
L’inferenza adduttiva cerca di integrare:
• deduzione (derivazione di conseguenze particolari da asserti
generali):
• induzione (generalizzazione di fatti empirici in asserti impersonali)
• La fase dell’interpretazione coincide con il confronto tra le
acquisizioni della ricerca e le ipotesi e i motivi che hanno dato il via
allo studio
Fase 4: La spendibilità e/o diffusione dei dati
3 funzioni
- controllo intersoggettivo: è la fase in cui i risultati vengono
diffusi affinché a chiunque sia possibile ripercorrere gli step
che li hanno prodotti
- Incremento conoscitivo: apporto alla conoscenza astratto o
non immediatamente traducibile in prassi
- spendibilità operativa: è la fase in cui si cerca di applicare i
risultati all’ambito della ricerca. La spendibilità
dell’informazione implica il passaggio dalla comunicazione
all’azione.