Le cause migratorie - Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali

COME SPIEGARE LE CAUSE
DELLE MIGRAZIONI?
Alcuni approcci teorici
Europa meta di immigrazione



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il periodo della ricostruzione, dal 1945 ai primi
anni ’50
il periodo del boom economico (dalla metà degli
anni ’50 al primo choc petrolifero del ’74)
Recessione economica e blocco ufficiale delle
frontiere (dal ‘74 in avanti).
Il nuovo contesto post-fordista (accordi di
Schengen, allargamento dell’Unione)
Migrazioni contemporanee: tendenze generali.
Migrazioni fordiste e post-fordiste (Ambrosini 2005)
Società industriale Economia postfordista
Settori di
inserimento
Politiche di
reclutamento
Industrie, miniere
Orizzonte
temporale delle
migrazioni
Offerta di lavoro
Temporaneità
(smentita)
Accordi
internazionali
Subordinata
Terziario povero,
ec. sommersa
Ingressi irregolari,
reti migranti,
sanatorie
migrazione
stabilizzata;
stagionale
Parziale
autonomia
Le cause delle migrazioni internazionali

Spiegazioni macro

Spiegazioni micro
Spiegazioni macro

Spiegazioni basate sui fattori di spinta e sui
fattori di attrazione

Teoria della dipendenza

Teoria del sistema mondo
Fattori di spinta e di attrazione
Dinamiche analoghe a quelle dei vasi comunicanti: pressione migratoria dalla
sponda sud a quella nord del mediterraneo

Push factors: fuga da condizioni di sottoviluppo e di miseria

Pull factors: fattori di attrazione economici da parte dei sistemi economici
più sviluppati
Teoria della dipendenza (Amin 1974)

Migrazioni indotte dalle relazioni coloniali e neocoloniali che riproducono lo
sfruttamento del Terzo mondo attraverso rapporti di scambio ineguali.

La fuga dei cervelli (brain drain) accresce il divario tra luoghi di origine e di
destinazione dei migranti
Teoria del sistema mondo (Wallerstein)
Globalizzazione degli scambi e delle comunicazioni
effetti:

migrazioni come conseguenza della dominazione dei
paesi del centro su quelli della periferia

colonizzazione delle culture diverse da quelle
occidentali. Creazione di condizioni culturali e
materiali che favoriscono e accrescono le migrazioni
dalle ex-colonie verso i paesi dominanti.
Le dinamiche di scambio ineguale e le forme di
sfruttamento dei paesi in via di sviluppo

Esodo rurale: abbandono delle terre e movimenti migratori verso i centri
urbani e verso le destinazioni extra-continentali;

modernizzazione dell’agricoltura e processi di destrutturazione
dell’economia e della società tradizionale basate su relazioni di reciprocità;

nuove forme di dominio dello sviluppo capitalistico: gli investimenti
produttivi delle multinazionali sfruttano la forza lavoro a basso costo del
luogo (donne e bambini) e le risorse locali.
Critiche delle teorie macro

Migranti come soggetti passivi, mossi da forze strutturali che li dominano

Soggettività e autodeterminazione dei migranti vengono offuscate

Non spiegano perché, tra quanti sono sottoposti ai medesimi vincoli e
pressioni, alcuni partono e altri no
Spiegazioni micro

New economics of migrations (nuova economia delle migrazioni) – la
migrazione risponde ad un progetto familiare
New economics of migrations

Le migrazioni rispondono ad una scelta familiare finalizzata alla
diversificazione dei rischi (investimento delle risorse della famiglia nella
partenza; turnazione nei trasferimenti; reinvestimenti nelle rimesse;
assicurazioni per le condizioni di vita dei familiari: acquisto proprietà, avvio
attività economiche; assicurazione contro la disoccupazione e la vecchiaia);

Incremento delle aspettative: dipendenza dalle migrazioni in assenza di
garanzie politiche e sociali nel contesto di partenza.
Teorie dei networks: le reti migratorie

Definizione: complessi di legami interpersonali che collegano migranti,
migranti precedenti e non migranti nelle aree di origine e di destinazione,
attraverso i vincoli di parentela, amicizia e comunanza di origine (Massey)
La funzione delle reti

Ruolo attivo dei migranti nei progetti di sviluppo dei luoghi di origine
(associazionismo tra migranti)

Reti come “ponti sociali” che attraversano le frontiere (Portes 1995)

Migrante come attore sociale dinamico in grado di mutare la realtà di
destinazione e di provenienza
I processi migratori e le dinamiche familiari (anni ‘70-’90)

I paesi del centro-nord Europa: riunificazione familiare e crescita della
popolazione straniera nelle società riceventi nonostante la chiusura delle
frontiere (anni ‘70);

Nuovi paesi di immigrazione (importatori riluttanti di manodopera): crescita
migrazione femminile; immigrazione come questione non più economica, ma
oggetto di strategie di marketing politico (ostacoli di ordine economico,
sociale e normativo ai processi di stabilizzazione dei migranti e delle loro
famiglie);

Anni ’80: le famiglie trasmigranti – fenomeni di pendolarismo tra due paesi
dovuti a legami sociali, economici e politici; le migrazioni stagionali.
La migrazione come scelta familiare

Le famiglie nei paesi di origine figurano come unità decisionali:

diversificare i rischi: turnazione nei trasferimenti tra i componenti della
famiglia;

calcoli economici ed investimenti: utilizzo delle rimesse per avviare attività
economiche in patria; acquisto di proprietà immobiliari; proseguimento degli
studi; assicurazioni per la disoccupazioni e la vecchiaia.
Un esempio di migrazione come scelta familiare riferito
alle migrazioni dall’Africa sub-sahariana (1)

L'Africa Occidentale Francese (AOF) comprendeva le colonie francesi di Costa
d'Avorio, Senegal, Guinea francese (l'attuale Guinea) e Sudan francese
(l'attuale Mali), Niger, Mauritania e Alto Volta (l'attuale Burkina Faso).

La Valle del Senegal è una regione dell'Africa occidentale che prende il nome
dal fiume Senegal che la attraversa. Questa regione è divisa tra Senegal, Mali
e Mauritania
Moyenne Vallée
HAALPULAREN
SONINKE
Haute Vallée
I caratteri di un’economia di autosufficienza alimentare
incentrata sulla famiglia nel periodo precoloniale:

La famiglia allargata costituiva un centro autonomo di produzione e di
consumo che soddisfaceva appieno i bisogni di autoconsumo locale; le
popolazioni delle aree rurali erano dedite alla coltura cerealicola pluviale e
dagli anni ‘70 soprattutto a quella irrigua

Le comunità familiari comprendono discendenti di diverse generazioni: un
anziano con o senza fratelli, le sue mogli e quelle degli eventuali fratelli, i
figli sposati e no, i nipoti, ed eventuali altri congiunti. La famiglia allargata è
nello stesso tempo unità di produzione e di consumo. L'unità di produzione
raggruppa gli individui che lavorano insieme le terre che fornisce la
produzione alimentare per i componenti della famiglia.
Il mantenimento dei legami di appartenenza familiare:
spiegazioni riferite alle migrazioni dall’Africa subsahariana
(1)

La decisione di emigrare coinvolge non solo il singolo, ma l’intero gruppo
familiare

Le turnazioni alle partenze nella necessità di salvaguardare i bisogni della
famiglia allargata: emigrano i più giovani; il controllo sulle migrazioni
femminili

Le aspettative di emancipazione del singolo vengono riportare all’interno di
un disegno familiare

Nelle comunità migranti le relazioni tra i membri ripropongono la struttura
sociale tradizionale dei luoghi di origine (rispetto dei principi gerontocratici)
Il mantenimento dei legami di appartenenza familiare:
spiegazioni riferite alle migrazioni dall’Africa subsahariana
(2)

I migranti come agenti dello sviluppo dei paesi di partenza (del villaggio di
origine). Esempio la costituzioni di associazioni di immigrati e la
realizzazione, attraverso queste, di scuole, di strutture sanitarie, di pozzi, di
moschee, perimetri irrigui.

Le reti etniche: relazioni di mutua solidarietà; relazioni di reciprocità più
allargate
Le migrazioni contemporanee
Cittadinanza e integrazione:
la governance globale delle migrazioni
contemporanee
Il Processo migratorio riassume una serie di fattori e di interazioni complesse che
ne influenzano l’andamento:

La migrazione è un processo che coinvolge l’esistenza sociale su ogni livello
e si sviluppa secondo dinamiche proprie. Anche la popolazione mondiale che
non emigra ne risulta coinvolta. Intere comunità con i suoi stili di vita
subiscono dei cambiamenti.

I migranti si trovano ad affrontare cambiamenti in ogni stadio del processo
migratorio, dalle regioni di provenienza a quelle di transito e di
destinazione (Castel e Miller 2012)
I modelli migratori contemporanei:
tendenze (Castel e Miller 2012) (1)

Globalizzazione: movimenti migratori simultanei in sempre più regioni,
eterogeneità dei paesi di provenienza. Es. anni ‘90 incremento delle
migrazioni e differenziazione della composizione della popolazione migrante
nonostante le restrizioni delle politiche migratorie. Nuovi paesi di
emigrazione: Europa dell’Est, Africa sub-sahariana

Accelerazione: le migrazioni come un processo inesorabile. Atteggiamento
securitario delle politiche governative. E’ possibile ridurle? Es. rimpatri.

Differenziazione: mutamento delle forme delle catene migratorie; migrazioni
economiche, asilo, insediamento interessano simultaneamente più paesi. E’
possibile scinderle nel quadro delle politiche migratorie?
I modelli migratori contemporanei:
tendenze (Castel e Miller 2012) (2)

femminilizzazione dei processi migratori (crescita esponenziale del numero
delle donne che emigrano da sole)

Maggiore politicizzazione: la migrazione incide sulle politiche interne,
rapporti bilaterali e regionali tra stati che riguardano le politiche di sicurezza.
Richiesta di manodopera adattabile alle mansioni di cura e di servizio (caso
italiano); Esplosione del fenomeno delle “migrazioni forzate” (rifugiati): crisi
sociali e politiche dei paesi di provenienza; nascita del fenomeno dei minori
non accompagnati; le vittime di tratta.
I modelli migratori contemporanei:
tendenze (Castel e Miller 2012) (3)

Proliferazione della transizione migratoria: regioni di emigrazione che si
trasformano in zone di migrazione transitoria o di immigrazione. Conseguenze:
nuovi confini interni all’Europa e nuove politiche di stop (Esempio Svizzera,
Ungheria); strategie di esternalizzazione dei confini attraverso accordi con
paesi di origine e di transito dei migranti; inediti percorsi di insediamento.

Una governance globale delle migrazioni: Alto Commissariato delle Nazioni
Unite (ACNUR); Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL);
Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM)

“Definire un movimento richiede tracciare una linea e convenire che essa è
stata attraversata. Dove tale linea viene tracciata geograficamente e
amministrativamente è sostanzialmente una costruzione sociale e politica.”
(D.S. Massey 2002: 47)
Le migrazioni transnazionali

“Man mano che migrare diventa più semplice e le persone raggiungono un
livello più alto di mobilità, vengono ad instaurarsi rapporti duraturi di tipo
politico, economico, sociale o culturale in due o più società
contemporaneamente, mettendo a repentaglio la lealtà indivisa, che è
fondamentale per la sovranità degli stati-nazione.” ( Castel e Miller 2012, p.
25)
Tracciare una linea…
I luoghi e le persone sono continuamente esposte al
cambiamento:
 le società di provenienza e di destinazione (le
migrazioni internazionali cambiano il volto della
società anche per la presenza di giovani nella
migrazione);
 i migranti attuali e potenziali; famiglie transnazionali;
 Il territorio (i migranti diventano una presenza visibile
nonostante le politiche di stop all’immigrazione; le
forme di radicamento al territorio definiscono nuove
forme di cittadinanza dal basso)