Seconda Lezione

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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MACERATA
FACOLTÀ DI SCIENZE DELLA FORMAZIONE
Didattica Speciale:
codici del linguaggio logico e
matematico
SECONDA LEZIONE 15 GENNAIO 2015
Prof. Ivan Di Pierro
Pedagogista Clinico e Giuridico
[email protected]
Quale matematica per adolescenti Down?
La sindrome di Down
La trisomia 21 o Sindrome di Down, prende il nome dal noto nome
Langdon Down, medico inglese che, nel 1866 fu il primo a dare una
descrizione ampia alla malattia.
In un normale individuo umano il un corredo genetico è di 46
cromosomi. In ogni cellula i cromosomi sono presenti in coppia, uno
derivante dalla madre e uno dal padre. In tutto quindi 23 coppie di
cromosomi omologhi. Per gli individui Down il corredo cromosomico è
pari a 47 cromosomi, uno in più rispetto al normale cariotipo umano. In
particolare il ventunesimo è presente in triplice copia in ogni cellula
somatica e germinale.
Questo materiale genetico presente, causa non
solo alterazioni a livello somatico, ma anche a
livello
dello
sviluppo
del
sistema
nervoso
condizionando tutti quegli aspetti che riguardano il
comportamento,
dell'informazione.
l'emozione
e
elaborazione
Caratteristiche fenotipiche
In generale una persona con Sindrome di Down,
indipendentemente dalla modalità di alterazione
cromosomica, presenta anomalie riconosciute sin dalla
nascita o poco dopo.
Nella SD sono state riconosciute 120 caratteristiche
diverse; molti bambini ne hanno sei o sette, altri invece
di più. Per questo la malattia si manifesta in modo
diverso. Il deficit intellettivo però ne fa eccezioni, tutti i
down presentano ritardo mentale o come meglio viene
declinato oggi, deficit intellettivo più o meno grave.
- Il viso tende ad essere arrotondato con un profilo
piatto.
- Gli occhi sono a mandorla e possono avere
macchie intorno all'iride che non interferiscono con la
qualità della visione.
- I capelli sono in genere molto morbidi sottili e lisci.
-
Il
collo
è
corto
e
largo.
- Il cavo orale è più piccolo del normale e la lingua è
più larga e grande e protusa fra le arcate.
- Le mani tendono ed essere più grandi del normale e i piedi
sono
tozzi.
- Il tono muscolare è anomalo in quanto i bambini sono
ipotonici, quindi hanno muscoli "flaccidi" non deboli; mentre la
forza
muscolare
generalmente
è
normale.
- Le dimensioni corporee sono leggermente inferiori. Anche il
peso alla nascita è inferiore rispetto alla media. Con la crescita
i bambini crescono lentamente e da adulti la loro altezza si
trova al limite inferiore rispetto alla norma.
Lo sviluppo cognitivo
I soggetti che presentano la SD non superano lo stadio del pensiero formale
e quindi non riescono a sviluppare quello che è il ragionamento ipotetico
deduttivo, mostrando difficoltà di astrazione. La mancanza di astrazione è
accompagnata da irreversibilità di pensiero ovvero non si pensa ad un'azione
e il suo opposto.
Il soggetto down segue la legge del tutto o nulla ovvero o si sofferma su un
compito in modo eccessivo oppure lo tralascia perché disinteressato.
Il pensiero è limitato proprio perché manca la pianificazione, la creatività e
l'immaginazione.
Insieme al deficit intellettivo in generale si evidenzia un ritardo
delle competenze cognitive come:
- abilità linguistiche
- calcolo matematico.
Sono compromesse:
-
l'area del calcolo;
la memoria;
la capacità di orientarsi nello spazio e nel tempo.
La memoria di lavoro è deficitaria. Questa infatti ci
permette di mantenere temporaneamente le informazioni
prima di essere processate e quindi ci consente di fare
facilmente calcoli e operazioni o leggere un testo e
comprenderlo. Essendo questa area compromessa, le
informazioni vengono perdute rapidamente.
Tipico della sindrome di Down è un precoce invecchiamento che si
manifesta con un certo declino intellettivo, soprattutto relativamente a
compiti che richiedono:
-
prontezza di riflessi;
-
buon uso della memoria di lavoro;
buon uso della memoria a breve termine;
orientamento spaziale;
minore è il declino relativamente alle capacità verbali e numeriche
già acquisite.
Tale declino è più marcato nel caso di una vita caratterizzata da scarsi
stimoli cognitivi.
La capacità di apprendimento dipende dalla
motivazione ed emozione al compito in quanto
hanno difficoltà a concentrarsi
spesso si rendono conto delle loro difficoltà
nell'eseguire ciò che gli viene richiesto e
questo li demotiva e li intristisce.
Per migliorare le capacità di ragionamento, di logica, di
astrazione, bisogna quindi partire da situazioni attraenti,
motivanti che li incuriosisce ma che allo stesso tempo a volte
sono spesso lontani dalla realtà scolastica. Essere motivati alla
studio costituisce un prerequisito necessario per tutto il
percorso. Inoltre gli alunni down si comportano in modo da
esaudire le aspettative di chi gli sta vicino e quindi è
importante dare a loro fiducia nel compito.
lo sviluppo sociale dipende dal contesto in cui
l'alunno viene inserito, gli insegnanti e il gruppo
classe. Più l'ambiente è "ospitale" maggiori sono
le possibilità di evitare comportamenti disadattivi.
Un mito da sfatare
Spesso si pensa che le persone con la SD sono
sempre molto affettuose, socievoli e con un buon
umorismo. Come nelle persone "normali", il buon
umore
e
la
serenità
dipendono
dal
carattere,
dall'ambiente in cui si vive, dal clima familiare, dalla
qualità della vita.
Il ruolo dell'insegnante di sostegno
L'insegnante specializzato esercita la propria professionalità
attraverso la presa in carico della persona in tutti i suoi aspetti
mediante l'intenzionalità educativa
Un’ osservazione attenta e continua non deve essere casuale, ma
mirata. Ogni individuo, manifesta la propria personalità, in
qualsiasi contesto. Gli adolescenti Down, come tutti gli altri,
manifestano la propria identità nella completa interezza e quindi
abilità intellettive, salute fisica ma anche emozioni, senso di
appartenenza, attaccamento ad altre persone e ambiente. La
disabilità intellettiva non deve alterare il valore della vita, per
questo l'insegnante deve pianificare un intervento educativo
multiprospettico
dell'individuo.
per
assicurare
il
benessere
psicofisico
La matematica, da sempre è quella disciplina che ci
dà gli strumenti necessari per affrontare i problemi
nella vita quotidiana. Ci permette di svolgere semplici
operazioni, come contare oggetti, confrontarli tra
loro, fare calcoli ecc...
Occorre perciò
adoperarsi per uscire
dalla logica del <<tutto
uguale per tutti>>.
Approccio laboratoriale
metodologia che riconosce e valorizza il
ruolo attivo di ciascun allievo che si
impegna e mette in atto le proprie
capacità di problem solving.
Il laboratorio, oltre ad essere un luogo dove fare "attività e
esperienze", l'alunno può lavorare insieme con i suoi compagni e
quindi sviluppare la socialità e in più trovare soluzioni a
problematiche reali. Il laboratorio perciò si pone come spazio
multimediale ovvero diventa :
•
•
•
•
•
luogo della motivazione;
luogo della curiosità e creatività;
luogo della partecipazione e della socializzazione;
luogo della trasversalità;
luogo delle molteplici intelligenze.
la capacità del counting in bambini normodotati avviene
tra i 2-5 anni, quando grazie allo sviluppo del linguaggio,
l'individuo
passa
da
un'operatività
analogica
sulle
numerosità ( competenza pre-verbale) a un'operatività
linguistico verbale che gli permette di associare alla
numerosità di un insieme osservato la corrispettiva
parola-numero. Quindi grazie alla graduale espressione
dei principi del conteggio che guidano l'esperienza, una
volta stabilita la procedura del conta, il bambino nell'arco
della sua individuale maturazione sarà in grado di
poggiare le proprie competenze su tutta una serie di
apprendimenti aritmetici avvenuti.
Nel bambino con la sindrome di Down
spesso la maturazione e il consolidamento di
queste attività hanno bisogno di essere
supportate costantemente e allo stesso
tempo ripetute più volte.
Ciò che infatti risulta banale per un adulto o
un adolescente normodotato, non è scontato
per chi ha difficoltà matematiche.
La memoria è infatti per i down labile e quindi le
attività devono essere ripetute più volte nel
tempo. Queste limitazioni a volte impediscono di
portare a termine le attività didattiche a causa
delle difficoltà che incontrano i bambini down
nello svolgere i compiti.
Il noto neurologo Gerhard Roth disse
"lernen funktioniert autobiografisch"
ovvero ciò che si apprende in modo
autobiografico è più semplice.
l'insegnante deve riuscire a individuare quelle
strategie e metodologie che permettono agli alunni
Down di sviluppare l'importanza del numero in
modo sensato, attraverso attività (normalmente
svolte nel quotidiano) che li avvicinano in modo
inconsapevole alla matematica.
Come diceva Pitagora, tutto è numero, la paghetta
settimanale, la spesa, il tempo che passa sono contenuti
espressi da numeri. Affinché il lavoro risulti efficace è
fondamentale individuare quelle che sono le preconoscenze individuali per collegare in modo costruttivo
le cose apprese con quelle già in possesso. Poiché le
attività devono avere "un senso" , bisogna sviluppare
quella che Bruner definisce motivazione intrinseca. Per
gli alunni Down infatti ciò che non ha attinenza con la
propria vita o con gli interessi o hobby, non viene
assimilato.
La capacità di apprendimento degli alunni Down
dipende dalla motivazione ed emozione al compito in
quanto la loro capacità di concentrazione è piuttosto
limitata. Essere motivati alla matematica costituisce
un prerequisito necessario per tutto il percorso.
Inoltre gli alunni down si comportano in modo da
esaudire le aspettative di chi gli sta vicino e quindi è
importante dare a loro fiducia nel compito. Ecco
quindi il ruolo delle emozioni che guidano l' operosità
e voglia di portare a termine il compito.
L'obiettivo di fondo del laboratorio di matematica è
quello di approcciare la disciplina come
"materia viva"
Il laboratorio di matematica diventa così un luogo dove
lavorare insieme alla ricerca delle soluzioni. Il ruolo del
gioco è fondamentale perché attraverso attività ludiche si
possono raggiungere gli obiettivi prefissati. Ad esempio
introdurre argomenti con domande stimolo, attività grafico
pittoriche, esercizi svolti in palestra ecc...
Il laboratorio muove dalla consapevolezza che tutte
le esperienze umane sono immerse in una realtà
spazio-temporale, attraverso cui comprendere la
realtà. L'azione didattica non si basa su formule e
memorizzazione di queste ma parte dall'esperienza.
Sia lo studio dell'aritmetica che della geometria
possono essere affrontate in laboratorio.
IL CASO DI ANGELICA
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