lucidi_teorie apprendimento - Dipartimento di Scienze Umane

25 febbraio 2014
docenti:
Anna Rezzara
Ornella Scandella
Racconti un episodio della sua esperienza di
formazione che ha avuto esito positivo,
nel quale secondo lei ha imparato. Le chiediamo
di fare attenzione ad alcuni aspetti: il contesto
di apprendimento, che cosa ha imparato,
chi e che cosa ha facilitato l’apprendimento,
che cosa ha provato nell’apprendere).
Successivamente individui le ragioni del successo
di questa esperienza di apprendimento.
fattori personali (studente)
cognitivi/comportamentali
Fare esperienza pratica (9)
Senso di utilità per ciò che si sta
facendo (8)
Motivazione (5)
Scoprire le proprie potenzialità
Rapporto con la vita reale
Esercitarsi
Esercitarsi sul problem solving
Volontà personale
Impegno
Perseveranza
Disponibilità a migliorare
Verifiche graduali (monitoraggio)
affettivi/emotivi
Curiosità
Serenità
Tranquillità
Disagio
Sorpresa
fattori pedagogici (insegnante)
didattici
Favorire il riscontro delle capacità (28)
Usare un linguaggio comprensibile (14)
Sollecitare a fare connessioni (2)
Aiutare a ripensare lo studio
Rapportare teoria e pratica
Disponibilità a far fare esercitazioni
Usare più canali comunicativi
Saper ascoltare
Usare il linguaggio grafico
Spiegare bene
Usare più canali comunicativi
relazionali/affettivi
Severità (3)
Essere esigente (3)
Entusiasmo
fattori contestuali
(gruppo classe)
Confronto con i compagni (9)
Affiatamento della squadra
Disponibilità di tutti
(famiglia)
Responsabilizzazione da parte
della famiglia
gli esseri umani imparano:
- il 10% di quello che leggono
- il 20% di quello che ascoltano
- il 30% di quello che vedono
- il 50% di quello che vedono e ascoltano
- il 70% di quello discutono con altri
- l’80% di quello che sperimentano
- il 95% di quello che insegnano agli altri
(studio realizzato da William Glasser)
macroteorie dell’apprendimento
comportamentismo
cognitivismo
costruttivismo
comportamentismo
Il comportamentismo (o Behaviourismo) è un approccio sviluppato
dallo psicologo John Watson agli inizi del Novecento. E’ basato
sull'assunto che solo il comportamento manifesto dell'individuo è
scientificamente studiabile dalla psicologia, in quanto direttamente
osservabile dallo studioso. Si elide apriori il costrutto teorico di mente.
L’unità di misura del comportamento viene individuata nel riflesso
(inteso come nesso elementare tra stimolo e risposta).
(Watson, Skinner, Tolman)
Il bambino nasce senza doti innate: sarà solo l’esperienza a caratterizzare la sua formazione.
L’uomo è il prodotto delle sue esperienze, attraverso le quali
acquisisce un repertorio di comportamenti (motori, verbali, sociali etc.)
che costituiranno la sua personalità.
Per Watson anche il linguaggio viene acquisito per condizionamento: il
bambino sente associare a un oggetto un nome e il nome finisce per
evocare la stessa risposta evocata dall’oggetto.
Il linguaggio, come qualunque altra forma di apprendimento, è il
risultato di comportamenti rinforzati (quando a una determinata
risposta ha fatto seguito una ricompensa).
comportamentismo
il comportamentista ignora i
processi cognitivi; suo oggetto di
ricerca è ciò che è visibile,
quantificabile, descrivibile.
qual è il
ruolo dell’
insegnante?
cognitivismo
E’ un approccio psicologico nato negli anni Sessanta del
Novecento in opposizione al comportamentismo. Si occupa dei
processi cognitivi mediante i quali un organismo acquisisce
informazioni dall'ambiente, le elabora ed esercita su di esse un
controllo.
Sono processi cognitivi: la percezione, l'attenzione, la memoria, il
linguaggio, il pensiero, la creatività.
Il paradigma dominante è lo human information processing (HIP:
elaborazione umana delle informazioni).
Il cognitivismo considera la mente umana come un elaboratore di
informazioni provenienti dall’ambiente. Il principale oggetto di studi
è, quindi, la mente come sistema complesso di regole,
indipendente dai fattori biologici, sociali, culturali, emozionali.
(Neisser, Chomsky)
L'analogia tra mente e calcolatore era basata sulle nozioni di
informazione, canale, sequenza di trasmissione ed elaborazione
dell'informazione, strutture di entrata (input) e uscita (output)
dell'informazione dell'elaboratore, strutture di memoria.
La relazione input – processo – output acquista un nuovo
significato: lo stimolo (input) non è considerato in termini “fisici” ma
simbolici e il processo mentale è caratterizzato da regole che
guidano e orientano l’elaborazione dell’informazione.
algoritmiche o euristiche
Per spiegare tale organizzazione strutturale e funzionale si diffuse
l'uso di diagrammi di flusso, formati da unità (scatole) e aventi
ciascuna compiti definiti (percezione, attenzione, ecc.) e da vie di
comunicazione.
Il cognitivismo pone al centro del suo interesse il soggetto attivo
che opera nel mondo sviluppando le proprie capacità mentali.
Niesser, padre dell'approccio cognitivista alla psicologia, evidenzia
il problem solving come strategia efficace di apprendimento.
Confluirono nel cognitivismo i contributi di discipline diverse: la
linguistica, la teoria dell’informazione, la cibernetica, le
neuroscienze, la filosofia della mente.
cognitivismo
il cognitivista riconosce l’esistenza
dei processi mentali “dietro ciò che
le persone fanno” e ricerca le
regole di funzionamento della
mente (copioni, scripts…)
qual è il
ruolo dell’
insegnante?
costruttivismo
L’approccio costruttivista tiene in considerazione il punto di vista
di chi osserva, di chi esamina.
Nell'ambito della matrice epistemologica costruttivista, viene
messa in discussione la possibilità di una conoscenza
"oggettiva", in quanto sapere totale che rappresenti, in modo
fedele, un ordine esterno indipendente dall’osservatore; la stessa
osservazione diretta dei fenomeni non è più considerata fonte
privilegiata di conoscenza obiettiva. "Tutto ciò che è detto è detto
da qualcuno".
(George Kelly, Iean Piaget, Humberto Maturana, Francisco Varela, Kurt
Lewin, Heinz Foerster, Niklas Luhmann, Lev Vygotskii, Gregory Bateson,
Ludwig Wittgenstein)
La realtà, in quanto oggetto della nostra conoscenza, è dunque
costruita dal nostro continuo fare esperienza di essa. La
determiniamo attraverso il modo, i mezzi, la nostra disposizione
nell’osservarla, conoscerla e comunicarla. Si forma nei processi
di interazione e attraverso l’attribuzione di significati alla
nostra esperienza. Sulla costruzione di significati incidono
anche gli aspetti affettivi, emotivi.
La costruzione poggia su «mappe cognitive» che servono agli
individui per orientarsi e costruire le proprie interpretazioni. In
questi processi il linguaggio ha un ruolo fondamentale.
I costruttivisti studiano le diverse modalità cognitive: oltre al
pensiero logico matematico, osservano altre modalità (pensiero
narrativo, pensiero abduttivo, ecc.).
costruttivismo
il costruttivista ritiene che la
dimensione cognitiva non possa essere
studiata separatamente dall’azione
pratica, dalle emozioni, dai valori
messi in gioco, dai contesti relazionali
nei quali i processi cognitivi avvengono
il costruttivista si chiede cosa fa
il soggetto quando pensa e
ricorda, cosa prova nel pensare e
ricordare, quali implicazioni ha il
pensiero, con chi e per chi sta
pensando/ricordando
qual è il
ruolo dell’
insegnante?
dal comportamentismo
al costruttivismo
da una concezione dualista
a una concezione più complessa
del funzionamento del pensiero
la mente registra, porta al suo
interno il mondo esterno
la mente interpreta il mondo,
costruendo significati nell’interazione con il mondo, con gli
altri
interpretando il mondo,
costruendo significati il
soggetto …
è influenzato dal contesto di vita, dalla
cultura di appartenenza
la sua mente
valori, passioni
convoca
emozioni,
la sua mente opera seguendo, oltre ai
paradigmi logico matematici, anche
altre logiche (pensiero narrativo,
pensiero abduttivo …)
è inoltre influenzato da …
latenze
(clinica della formazione)
presupposti epistemologici
(Gregory Bateson)
quali implicazioni psicopedagogiche?
il soggetto come protagonista del proprio
apprendimento
l’apprendimento come processo con tempi e
modi personali
l’apprendimento come esito dell’intreccio di
dimensioni cognitive, emotive, affettive,
relazionali, sensoriali, inconsce (visione olistica)
la molteplicità delle modalità del pensiero come
risorsa da considerare e valorizzare
l’apprendimento come fenomeno cooperativo
quali suggerimenti per l’insegnante?
costruire ambienti di apprendimento per
favorire l'esperienza diretta attraverso il processo di
costruzione della conoscenza (maggiore responsabilizzazione degli studenti, ruolo di facilitatore dell'insegnante)
promuovere esperienze diversificate di comprensione e
verifica (risolvere lo stesso problema in diversi modi)
inserire l'apprendimento in contesti realistici e rilevanti
(osmosi tra teoria e vita reale)
incoraggiare l'uso di più media e linguaggi
promuovere l'autoconsapevolezza del processo di
costruzione della conoscenza (metacognizione)
favorire interpretazioni multiple per lo sviluppo della
flessibilità cognitiva
promuovere l'autonomia personale e il controllo
dell'apprendimento
inserire le ragioni dell'apprendimento internamente
alle attività didattiche
attivare feedback per l'apprendimento
sostenere il coinvolgimento degli studenti in processi
di apprendimento intenzionale, incoraggiando
l’esplorazione dell'errore
abbiamo detto a proposito dell’insegnante
1
2
3
4
5
6
7
8
9
osservatore
sperimentatore
educatore
complice
rassicurante
educatore
sperimentatore
educatore
multitasking
adattabilità costruttiva
disponibile
deciso
si mette in gioco
si mette in discussione
pronto all’ascolto
autorevolezza efficace
comprensivo
disponibile al confronto
regista
ascolta l’alunno
si mette in giusta …
spiazza cambiando contesto
alla ricerca di nuove strade
figura di riferimento
Stupisce/si stupisce
scopre
sperimenta
studia
(21.2.2014)
hanno detto a proposito dell’insegnante
“L’insegnamento giunge solo ad indicare la via
e il viaggio; ma la visione sarà di colui che avrà
voluto vedere”.
Plotino, Enneadi, 204-270 d.c.
“L’insegnante non dovrebbe voler adattare l’allievo a se
stesso, ma piuttosto adattare sé all’allievo e ai suoi tempi
di crescita”.
Blandino, Disponibilità ad apprendere, 1995
“Se egli è un saggio, non vi invita ad entrare nella casa
della sua scienza, ma vi conduce alla soglia della vostra
mente”.
Gibran, Il Profeta, 1923
prerogative del docente
facilitare l’apprendimento
- progettare
- istituire il setting formativo
- predisporre le risorse per l’apprendimento
- monitorare e valutare
- orientare
setting in pedagogia
alcune definizioni
Nella formazione il setting può essere visto come la
cornice necessaria per poter fare formazione; cioè un
insieme di condizioni fattuali all’interno delle quali il
formatore esercita la sua professione.
Si può ritenere che il setting sia lo scenario, il luogo
e il tempo in cui si svolge il romanzo formativo.
È l’insieme strutturato di spazi, tempi, regole, ruoli,
metodi, simboli per realizzare un progetto educativo.
“Il setting e’
come
il buio
al cinema
o il silenzio
nella sala di
Flegheneimer
si istituisce/
costruisce
non è dato per sempre, ma
si evolve nel corso del
processo formativo
concerto”.
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stendere il programma
fare lezione
interrogare
giudicare/verificare
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
progettare
programmare
fare lezione
esercitare
gestire dibattiti
monitorare
valutare
orientare
approccio deduttivo
lezione del docente
approccio induttivo
per domande riflessive
per sequenza
lavoro di gruppo
analisi di caso
esercitazione
simulazione
role playing
problem solving
discussione
discussione guidata
brainstorming/circle time
verifica/valutazione
misurativa/sommativa
formativa