Università degli Studi di Ferrara
Anno Accademico 2004-2005
Corso di Scienze dell’Educazione
Malattie da virus
trasmessi per via
aerogena
Morbillo
Il morbillo è una malattia infettiva acuta
altamente contagiosa e diffusiva ad
eziologia virale, caratterizzata da
febbre, mucositi ed esantema maculopapuloso.
Eziologia


Il virus del morbillo
appartiene alla famiglia
Paramyxoviridae, genere
morbillivirus. E’ un virus
ad RNA lineare singola
elica, di un solo tipo
antigenico formato da 6
proteine strutturali.
Conferisce immunità per
tutta la vita
Epidemiologia
La malattia è endemica e
diffusa in tutto il
mondo, senza
predilezioni di sesso o
di razza.
Secondo WHO, si
verificano circa 45
milioni di casi/anno,
responsabili di almeno
un milione di morti.
Epidemiologia
“… The measles virus
killed …. 2,410
children each day
100 children each
hour
…. 150 children died
during the time
elapsed by the end of
this presentation. “
WHO report 2002
MORBILLO: MORBOSITA’ IN ITALIA
DAL 1925 AL 2000
Casi notificati × 10000 abitanti
Anni
Epidemiologia


L’incidenza della
malattia riconosce
variazioni poliennali di
3-4 anni.
Quando la popolazione
infantile suscettibile ha
raggiunto il 30-40%, si
hanno riaccensioni
epidemiche.
L’incidenza stagionale
dei casi risulta
maggiore fra la fine
dell’inverno e l’inizio
della primavera.
casi di morbillo in
Italia anno 2003
Migliaia

250
200
150
100
50
0
inverno
primavera
estate
denunce
casi stimati
Espo. (denunce)
autunno
Epidemiologia
L’introduzione
della
vaccinazione di
massa in alcuni
paesi ha però
determinato un
calo d’incidenza
della malattia.
Epidemiologia
MEASLES NOTIFICATIONS
England and Wales, by Age Group, 1989 - 1999
<1
1- 4 5 - 9 10-14 15+ unkno Total
1989 year
4195 10908
7522
1622
1567
408
yrs
yrs
yrs
yrs
wn 26222
1990 2970 5579 2556
823
1086
288 13302
1991 2756 4200 1387
612
567
158
9680
1992 2436 3845 1707 1228
871
181 10268
1993 1920 3411 1795
989
1325
172
9612
1994 2787 5106 2828 3317 1969
368 16375
1995 1850 3131
970
279
1080
137
7447
1996 1353 2079
624
182
1284
92
5614
1997 1030 1681
715
218
258
60
3962
1998
845
1718
688
198
227
52
3728
1999
641
1195
334
86
159
23
2438
2000
662
1143
284
106
151
32
2438
2001* 575
1127
298
86
140
24
2378
Epidemiologia



Modalità di trasmissione: solo per
contatto diretto da malato ad individuo
suscettibile.
Eliminazione per via rino-faringea,
attraverso le goccioline di Flugge.
La contagiosità è massima nel periodo
di incubazione, dalle 72 ore prima
dell’esantema fino a 4-5 giorni dopo la
sua comparsa.
Patogenesi
Penetrazione
attraverso le
mucose
respiratoria e
congiuntivale
Moltiplicazione nei
linfonodi
5°- 6° giorno di
incubazione
viremia
Esantema
Moltiplicazione
nel sistema
linforeticolare
1°-2° giorno di
incubazione
viremia
Penetrazione in
tutti gli organi
viremia
14°
giorno
11°-15°
giorno
Morbillo









Età più colpita: dopo il 6º mese
di vita.
Andamento: endo-epidemico.
Stagionalità: inverno-primavera.
Incubazione: 9-14 giorni.
Febbre: elevata.
Esantema: maculo-papuloso
rosso scuro.
Inizio: dalla regione
retromastoidea.
Durata: 1º giorno  capo; 2º
giorno tronco; 3º giorno 
arti.
Enantema: macchie di Köplik
Morbillo









Età più colpita: dopo il 6º mese
di vita.
Andamento: endo-epidemico.
Stagionalità: inverno-primavera.
Incubazione: 9-14 giorni.
Febbre: elevata.
Esantema: maculo-papuloso
rosso scuro.
Inizio: dalla regione
retromastoidea.
Durata: 1º giorno  capo; 2º
giorno tronco; 3º giorno 
arti.
Enantema: macchie di Köplik
Morbillo









Età più colpita: dopo il 6º mese di
vita.
Andamento: endo-epidemico.
Stagionalità: inverno-primavera.
Incubazione: 9-14 giorni.
Febbre: elevata.
Esantema: maculo-papuloso
rosso scuro.
Inizio: dalla regione
retromastoidea.
Durata: 1º giorno  capo; 2º
giorno tronco; 3º giorno 
arti.
Enantema: macchie di Köplik
Profilassi

Profilassi passiva (entro 72 ore
dall’esposizione)  [0,2-0,3 mL/kg di IgG
normali; 250-750 UI di IgG specifiche].

Profilassi attiva  vaccino vivo
attenuato.
Rosolia
Rosolia
E’ una malattia ad eziologia virale,
moderatamente contagiosa, che colpisce
prevalentemente l’età infantile. Se
contratta durante la gravidanza, può
determinare una grave fetopatia.
Eziologia


Il virus rubeolico
appartiene alla
famiglia
Togaviridae, genere
Rubivirus.
E’ noto un solo
sierotipo che
conferisce immunità
permanente.
Epidemiologia



La rosolia è endemica,
ha diffusione
ubiquitaria e non ha
predilezione di sesso o
di razza.
Ha incidenza stagionale
orientata soprattutto
verso i mesi invernali e
primaverili.
Ad intervalli irregolari,
si hanno screzi
epidemici ogni 5-10
anni.
Epidemiologia



La morbosità risulta più elevata fra i 6 ed i
12 anni.
l’80% della popolazione adulta possiede
anticorpi protettivi.
La trasmissione è solamente interumana
ed avviene fra soggetto malato, che
elimina il virus attraverso le secrezioni
rino-faringeee, e soggetto sano, anche se
sono necessari contatti stretti e prolungati.
Epidemiologia



La contagiosità è massima fra i 5 giorni
precedenti ed i 5 giorni seguenti la
comparsa dell’esantema.
L’eliminazione del virus termina dopo
12-14 giorni.
Tuttavia, il neonato affetto da rosolia
congenita elimina il virus per 5-14 mesi,
costituendo pertanto una fonte di
contagio.
Patogenesi
Pentrazione attraverso
le mucose congiuntivali
e delle prime vie aeree
Localizzazione
cutanea
Moltiplicazione a livello di
mucosa orofaringea e dei
linfonodi cervicali
viremia
Linfonodi
7°-8° giorno
di
incubazione
viremia
Esantema
8°
esantema
Patogenesi
Moltiplicazione a livello di
mucosa orofaringea e dei
linfonodi cervicali
Pentrazione attraverso
le mucose congiuntivali
e delle prime vie aeree
Placenta
viremia
7°-8° giorno
di
incubazione
Circolazione fetale

Danni cromosomici
Moltiplicazione nei tessuti fetali
8°
Alterazione mitosi
Rosolia









Età più colpita: neonatale,
età scolare.
Andamento: endoepidemico.
Stagionalità: invernoprimavera.
Incubazione: 12-24 giorni.
Febbre: facoltativa.
Esantema: maculo-papuloso
rosso chiaro.
Inizio: dal capo.
Durata: 1º giorno  ricopre
tutto il corpo; poi scompare.
Enantema: palato
Rosolia









Età più colpita: neonatale,
età scolare.
Andamento: endoepidemico.
Stagionalità: invernoprimavera.
Incubazione: 12-24 giorni.
Febbre: facoltativa.
Esantema: maculo-papuloso
rosso chiaro.
Inizio: dal capo.
Durata: 1º giorno  ricopre
tutto il corpo; poi scompare.
Enantema: palato
Profilassi


Profilassi passiva nella gestante: 20
mL di IgG specifiche entro 12 ore
dall’esposizione  forse riduce
l’incidenza di embriopatia.
Profilassi attiva: vaccinazione con
virus vivi attenuati.
Varicella
IL VIRUS VARICELLA - ZOSTER
Epidemiologia





Serbatoio: umano
Andamento endemico-epidemico
Trasmissione aerea e per contatto
diretto con lesioni
Periodo di incubazione: 13-17 giorni
Periodo di contagiosità: 1-2 giorni
prima e 4-5 giorni dopo il rash. Può
essere
più
lungo
negli
immunocompromessi
Distribuzione per età dei
casi di varicella
CLASSI ETA'
>24
19-24
5-18
0-4
totale
%
5%
4%
50%
41%
100%
n. casi
28552
21923
269448
224089
544012
Varicella






Età più colpita: età scolare,
raramente prima.
Andamento: endoepidemico.
Stagionalità: invernoprimavera.
Incubazione: circa 14 giorni.
Febbre: modica.
Esantema: maculo-papuloso,
poi vescicole, croste.
Varicella









Età più colpita: età scolare,
raramente prima.
Andamento: endoepidemico.
Stagionalità: invernoprimavera.
Incubazione: circa 14 giorni.
Febbre: modica.
Esantema: maculo-papuloso,
poi vescicole, croste.
Inizio: cuoio capelluto e parti
coperte.
Evoluzione: asincrona.
Enantema:presente
Varicella
•Occasionalmente,
soprattutto negli adulti,
febbre e disturbi generali
possono presentare
particolare gravità
•Esistono numerose
varietà cliniche: Forma
abortiva; Varicella
bollosa; Varicella
emorragica
Latenza del virus della Varicella


Dopo il superamento
dell’infezione primaria il virus
rimane latente nei gangli dei
nervi sensoriali.
La sua riattivazione determina
il quadro clinico dell’herpes
zoster.
Fattori associati:
- età
- immunodepressione
- esposizione intrauterina
-varicella acquisita in giovane
età (<18 mesi)
Herpes zoster: cenni clinici
E’ comune il riscontro di forti dolori
e di parestesie. Fino al 30% degli
anziani può soffrire di nevralgia
posterpetica.
I bambini trattati per neoplasia,
fino al 10%, sono soggetti a
sviluppare herpes zoster.
Nel soggetto
immunocompromesso o con
tumori maligni le lesioni cutanee
possono apparire molto estese.
Parotite
Parotite
E’ una malattia
infettiva contagiosa
principalmente
dell’infanzia.
E’ dovuta ad un virus
della famiglia
Paramixoviridae,
genere Rubulavirus.
Epidemiologia




L’unico serbatoio è l’uomo.
Trasmissione per contatto diretto attraverso
le goccioline di Flugge e/o oggetti da queste
contaminate.
Il virus è presente nella saliva da 7 giorni
prima a 9 giorni dopo la comparsa della
tumefazione parotidea.
Può aversi viruria nelle prime 2 settimane di
malattia.
Epidemiologia




La parotite epidemica colpisce i bambini fra
5 e 10 anni di età, anche se viene osservata
anche in giovani adulti e, raramente, negli
anziani.
La diffusione è endemica ed ubiquitaria.
L’andamento è blandamente stagionale:
lieve preferenza per i mesi invernali.
Ogni 2-4 anni si susseguono piccole
riaccensioni epidemiche non legate
all’immissione nella popolazione di soggetti
recettivi.
Patogenesi
Non è stata chiarita completamente.
Penetrazione del
virus attraverso
l’epitelio respiratorio
Invasione delle
cellule ciliate e
proliferazione
viremia
viremia
Localizzazione alle
ghiandole salivari
Localizzazione d’organo
Quadro clinico


Periodo di
incubazione : 14-25
giorni, in genere
asintomatico.
Comparsa improvvisa
di febbre (38-40° C),
otalgia, tumefazioni
parotidee dolorose
inizialmente monopoi bilaterali.
Quadro clinico



All’acme, il padiglione
auricolare appare
spostato in fuori.
In 8-10 giorni il volume
della ghiandola ritorna
normale.
In ogni momento della
malattia possono
tuttavia comparire
localizzazioni
extrasalivari.
Profilassi



Isolamento del paziente fino alla
risoluzione della tumefazione
parotidea.
Immunizzazione passiva: non è
consigliabile.
Vaccinazione con virus vivo attenuato:
conferisce una protezione del 75-95%
per circa 10 anni.
Influenza
Influenza
L’influenza è una malattia infettiva acuta
dovuta ai virus influenzali A, B e C,
caratterizzata da un andamento
solitamente benigno, anche se in certi
casi può dare complicanze anche
gravi.
Eziologia
I virus influenzali hanno
forma sferica o
filamentosa,
contengono RNA e
appartengono alla
famiglia
Orthomyxoviridae.
Il virus A è l’agente
dell’influenza
epidemica, il virus B
causa forme
sporadiche o limitate
epidemie, mentre il C
dà infezioni inapparenti
o sindromi respiratorie
minori nei bambini.
Eziologia
I virus influenzali hanno
forma sferica o
filamentosa,
contengono RNA e
appartengono alla
famiglia
Orthomyxoviridae.
Il virus A è l’agente
dell’influenza
epidemica, il virus B
causa forme
sporadiche o limitate
epidemie, mentre il C
dà infezioni inapparenti
o sindromi respiratorie
minori nei bambini.
Eziologia
Del virus A, sono note 3 varianti antigeniche maggiori
dell’antigene H (emoagglutinina): H1, H2 e H3 e 2
dell’antigene N (neuraminidasi) che, variamente
associate, danno origine ai diversi sottotipi.
Patogenesi
Virus
influenzale
Moltiplicazione nelle
cellule dell’epitelio nasale
E degli alveoli polmonari
Liberazione nel lume
delle vie respiratorie
Necrosi delle cellule
ciliate dell’epitelio respiratorio
contagio interumano
Epidemiologia


L’influenza si
trasmette per
inalazione di
aerosol prodotti
dalla tosse o dagli
starnuti.
La diffusione è
favorita dalla
stagione fredda e
dall’affollamento.
Epidemiologia


L’influenza può
colpire fino al 40%
della popolazione,
con maggiore
incidenza fra 5 e 14
anni.
Meno colpita
appare la
popolazione oltre i
40 anni.
Epidemiologia
Epidemiologia
Epidemiologia
L’andamento si presenta stagionale e ciclico a
causa delle periodiche variazioni antigeniche
del virus A.
Epidemiologia
Variazioni antigeniche
maggiori (c.d.
“sostituzione
antigenica”) si
verificano ogni 2030 anni e sono
seguite da
pandemie.
Quadro clinico




Il periodo d’incubazione è breve: 1-3
giorni.
Esordio brusco: febbre, brividi, cefalea,
astenia, mioartralgie (c.d. “ossa
rotte”).
Compaiono rinite, tosse, fotofobia.
Complicanze: broncopolmonite,
miocardite.
Profilassi


Il principale mezzo di prevenzione è
l’immunizzazione attiva mediante
vaccinazione.
La vaccinazione conferisce una
protezione di 6 mesi nel 70-90% degli
adulti e va effettuata ogni anno in
autunno avanzato.
Profilassi

I vaccini comprendono i ceppi di più
recente isolamento e sono allestiti con
virus uccisi con formolo o con virioni
privati della componente lipidica
mediante solventi (split virus
vaccines), oppure con antigeni
purificati (subunit vaccines) mediante
tecniche di ingegneria genetica.