corso di ECONOMIA PUBBLICA Lezione 01 Luigi Mundula Facoltà di Economia A.A. 2010-2011 [email protected] Gli attori dell’economia pubblica • Privati – Individui che perseguono i propri obiettivi • Autorità di politica economica – Policy maker – Ente singolo o pluralità di enti differenti sotto vari profili • Natura dei fini perseguiti • Ambito di intervento • Natura dei compiti Articolazione del policy maker Musgrave (il modello dei bureau) • Allocazione – Intervento diretto (acquisto beni come difesa e istruzione) – Intervento indiretto (imposte e allocazioni) • Distribuzione – Equità – Trade-off equità - efficienza • Stabilizzazione – Garantire piena occupazione e prezzi stabili (macroeoconomia) Articolazione del policy maker ambito di intervento • Ambito d’intervento – Locale – Provinciale – Statale – Sovranazionale • Natura dei compiti – Politici – Burocrati L’investigazione economica il metodo scientifico • Parte dall’osservazione di fatti reali • Si concentra su accadimenti che mostrano regolarità • Cerca di enucleare fatti stilizzati • Per spiegarli procede a costruire un modello • Valuta il modello Modello • Descrizione sintetizzata e semplificata della realtà – Semplice – Generalizzabile (applicabile ad una vasta gamma di fenomeni) – Robusto (al cambiare marginale delle ipotesi del modello non si devono avere variazioni sostanziali nel modello • Spesso alla base di modelli diversi (per spiegare lo stesso fenomeno vi è una diversa ideologia – conflitto tra modelli alternativi • Può essere letto in modo positivo e normativo L’analisi delle politiche economiche è complessa • Perché è così difficile dire cosa sta accadendo? – Consideriamo una riduzione dell’imposta sul reddito. Abbassando le imposte si aumenta l’offerta di lavoro? • Diversamente dalla fisica e dalle scienze naturali, è difficile eseguire esperimenti controllati di laboratorio sul sistema economico. • Spesso non esiste neppure un “gruppo di controllo” che permetta di effettuare confronti sulle politiche adottate. Ore di lavoro e aliquote dell’imposta personale sul reddito in Italia Anno 1979 1983 1990 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 Ore di lavoro(*) 1715 1692 1674 1640 1929 1925 1622 1606 1509 1591 1585 (*) Ore lavorate in media per anno per persona occupata. OECD 2006. (**) Aliquote marginali legali che gravano sulla retribuzione lorda annua procapite. Aliquote marginali(**) 22 27 26 34 33,5 33,5 33,5 33 39 39 39 Il ruolo della teoria economica • In realtà molteplici fattori, che possono influenzare l’offerta di lavoro, variano nel tempo. • La teoria economica aiuta a isolare un piccolo insieme di variabili che esercitano un’influenza rilevante sul comportamento economico. Il ruolo della teoria economica • La teoria suggerisce che gli individui massimizzano l’utilità (in modo razionale) – tenendo conto di fattori quali il proprio salario. • La teoria è spesso troppo semplice e ignora importanti considerazioni. Ma l’obiettivo di costruire modelli è proprio quello di ridurre un problema ai suoi elementi essenziali. Il ruolo della teoria economica • Nel caso dell’offerta di lavoro, il salario netto è influenzato dalla politica economica. – La teoria stabilisce che l’effetto sulle ore di lavoro è ambiguo. – L’effetto di sostituzione prevede che al diminuire del salario (prezzo del tempo libero) il consumatore domandi più tempo libero – L’effetto di reddito stabilisce che se il tempo libero è un bene normale, il consumatore ne domanda meno all’aumentare del proprio reddito. • Soltanto l’analisi empirica, basata sull’osservazione effettiva dei comportamenti, può rispondere a questa domanda. Economia positiva e normativa • Economia positiva (ciò che è) – descrizione del sistema economico ed elaborazione di modelli per prevedere come l’economia cambierà o quali effetti produrranno politiche diverse • Economia normativa (ciò che dovrebbe essere) – Valutazione di politiche alternative – formulazione di giudizi di sulla desiderabilità di certe linee d’azione Tinbergen (1954) • Ipotizza il mondo delle relazioni tra fenomeni come un insieme di variabili legate tra loro da un sistema di equazioni lineari • Esogene (il valore viene assunto come dato e non viene spiegato dal modello) – Strumenti – Dati • Endogene – Obiettivo – Controllo • La scelta sta a chi costruisce il modello • Non è una definizione fissata una volta per tutte – ciò che può valere in un modello può non valere in un altro Relazioni • Relazioni tecniche (descrivono la tecnologia o le preferenze degli individui, ad es. la funzione di produzione Cobb-Douglas) • Relazioni comportamentali (ad es. domanda e offerta di mercato) • Relazioni di equilibrio (domanda e offerta) • Relazioni di definizione (servono a definire una grandezza) – Relazioni istituzionali Forma strutturale e forma ridotta • Forma strutturale – Insieme delle equazioni che compongono il modello e che esprimono le relazioni che intercorrono tra le variabili prese in considerazione • Forma ridotta – Il modello viene scritto in modo che ciascuna variabile endogena sia funzione soltanto di variabili esogene. Obiettivi e strumenti • Obiettivo fisso – si tende ad un valore puntuale di una certa variabile • Obiettivo flessibile – Si tende al minimo o massimo valore possibile di una funzione (minimizzazione e massimizzazione) Formalizzazione del modello • K equazioni • X variabili esogene • Y variabili endogene Nella forma ridotta y1 f1 ( x1 , x2 ,...., xn ) y2 f 2 ( x1 , x2 ,...., xn ) .... yn f n ( x1 , x2 ,...., xn ) Obiettivi fissi • tanti obiettivi m quante sono le variabili endogene n – m=n il sistema è perfettamente determinato – m<n il sistema è sotto-determinato (infinite soluzioni) – m>n il sistema non è risolvibile (gli obiettivi non sono tutti raggiungibili). E’ il caso più verosimile • Lasciar perdere alcuni obiettivi (definire delle priorità) • Costruire/inventare nuovi strumenti • Perseguire un obiettivo flessibile Obiettivo flessibile Si convoglia in un’unica funzione obiettivo i valori delle molteplici variabili funzione di perdita (Loss function) che dipende da quanto la realizzazione di una variabile si discosta dal valore ritenuto ottimale dal policy maker L ( y1 y *1 ) 2 ( y 2 y *2 ) 2 ..... ( ym 2 y *m ) 2 L 1 ( y1 y *1 ) 2 2 ( y 2 y * 2 ) 2 ..... m ( ym 2 y * m ) 2 coefficiente di ponderazio ne Minimizzazione della funzione di perdita • Vincoli – Le variabili obiettivo sono ancora legate tra loro ed alle variabili strumento min x1, x 2,..., xm L j 1 i ( y y ) m s.v. y Ax 2 I metodi dell’analisi empirica • I principali metodi dell’analisi empirica sono tre: – Interviste – Esperimenti – Studi econometrici I metodi dell’analisi empirica • Le interviste – Il mezzo più diretto per scoprire se una certa politica economica influenza o meno il comportamento delle persone è chiederlo direttamente agli interessati. – Un metodo spesso usato dai giornalisti. • Insidie delle interviste – Il fatto che una persona dica qualcosa sul proprio comportamento non vuol dire che sia vero. (ascolta ciò che un persona dice e poi osserva ciò che fa) – Alcuni potrebbero essere imbarazzati dall’argomento o avere altri “obiettivi”. I metodi dell’analisi empirica • Gli esperimenti – condurre esperimenti sulla politica economica è difficile ma non impossibile. – Richiede campioni casuali. • Insidie degli esperimenti – Problemi di selezione, anche se inizialmente viene individuato un campione casuale. – Gli esseri umani sanno di partecipare a un esperimento. – Costi. I metodi dell’analisi empirica • Gli esperimenti – alcune teorie economiche sono testate in laboratorio, spesso con gli studenti. Approccio simile a quello utilizzato dagli psicologi. • Solitamente si offrono ricompense differenti, però: – l’ambiente è artificiale – gli studenti non sono rappresentativi della popolazione nel suo complesso I metodi dell’analisi empirica • Studi econometrici – l’analisi statistica dei dati. • Gli effetti delle diverse politiche sono ricavati a partire dallo studio dei comportamenti osservati. I metodi dell’analisi empirica • Scegliere una forma funzionale che riassuma la relazione che si vuole studiare. Per esempio: L 0 1 wn 2 A 3 X1 4 X 2 Dove L sono le ore lavorate, wn è il salario netto, e A, X1, e X2 sono altri fattori che influenzano l’offerta di lavoro. α0- α4 sono i parametri, ed ε è un errore casuale. I metodi dell’analisi empirica • Ignorando tutti gli altri fattori eccetto il salario orario, l’obiettivo è interpolare una retta attraverso questa nube di punti. • Non esiste una linea retta che passi attraverso tutti i punti, ma l’obiettivo dell’analisi di regressione multipla è trovare i parametri per tracciare la retta che “meglio si adatta ai dati”. • La pendenza di questa retta di regressione dà il coefficiente di regressione del salario orario. I metodi dell’analisi empirica • Se α1=0, il salario netto non ha alcun impatto sull’offerta di lavoro. • Se α1>0, l’offerta di lavoro aumenta all’aumentare del salario. L’effetto di sostituzione domina sull’effetto di reddito. • Se α1<0, l’offerta di lavoro diminuisce all’aumentare del salario. L’effetto di reddito domina sull’effetto di sostituzione. • La presenza di errori casuali riflette l’influenza di fattori non osservabili sull’offerta di lavoro. I metodi dell’analisi empirica • In pratica, questo metodo non porta sempre a risultati conclusivi. • Dopo aver stimato α1, bisogna valutarne l’affidabilità. È una stima “vicina” al vero? L’errore standard indica in che misura il parametro stimato può variare dal suo vero valore. Quando l’errore standard è piccolo in relazione al parametro stimato, si dice che il coefficiente è statisticamente significativo. I metodi dell’analisi empirica • Le insidie dell’analisi econometrica – Gruppi eterogenei – Cambiamento dei parametri nel tempo – Distorsioni dovute all’omissione di variabili significative – Alcune variabili, come la “motivazione”, sono per loro natura non misurabili. – Causalità inversa (simultaneità) • Le variabili osservate non sempre corrispondono alla teoria – Le ore di lavoro non equivalgono all’“impegno lavorativo” Alcune risposte Smith e Ricardo Stuart Mill e gli utilitaristi De Viti De Marco Wicksell Smith - Ricardo Ricchezza delle nazioni - quinto libro (1776) Analisi degli effetti delle imposte • l'interesse personale è un insostituibile strumento di progresso e di crescita economica, se coordinato e inquadrato da meccanismi di mercato fondati sulla libera concorrenza Smith Ruolo dello Stato Residuale • attività riconducibili al concetto di sovranità dello Stato – protezione della società per mezzo di una forza militare, tutela contro ogni forma di ingiustizia • opere pubbliche «che, per quanto estremamente utili a una grande società, sono però di natura tale che il profitto non potrebbe mai rimborsarne la spesa a un individuo» [Smith 1776, trad. it. 1973, 714] «la maggior parte di queste opere pubbliche può essere facilmente amministrata in modo tale da offrire un reddito specifico, sufficiente alla copertura della propria spesa, senza imporre alcun onere al reddito generale della società» [ibidem, 715] Smith Ruolo dello Stato (cont.1) • Istruzione «Con lo sviluppo della divisione del lavoro, l'occupazione della stragrande maggioranza di coloro che vivono di lavoro, cioè della grande massa del popolo, risulta limitata a poche semplicissime operazioni, spesso una o due; questi uomini diventano stupidi e incapaci di formarsi un giudizio giusto persino su molti dei doveri ordinari della vita privata e di giudicare i grandi e vasti interessi del paese» Diventano necessarie scuole nelle quali i bambini possano essere istruiti, con un compenso così modesto che anche un lavoratore comune sia in grado di pagarlo Smith Ruolo dello Stato (cont.2) • assenza di ogni riferimento alle politiche redistributive del reddito e della ricchezza Coerente con l’impostazione teorica relativa alla tendenza dei salari a gravitare attorno al livello di sussistenza Abolizione della legge sui poveri (Ricardo e Malthus) I trasferimenti ai più poveri trovano collocazione come atti individuali e volontari Smith Criteri di ripartizione del carico fiscale • Se possibile individuare il beneficiario – oneri a carico diretto dell'utente • Se non è possibile l'attribuzione dei benefici – finanziamento generale attraverso imposte • Principio del beneficio • Principio della capacità contributiva Smith La capacità contributiva «Tutti i sudditi di ogni Stato devono contribuire al mantenimento del governo in proporzione, la più esatta possibile, alla loro rispettiva capacità, cioè in proporzione al reddito di cui godono per effetto della protezione dello Stato. La spesa del governo rappresenta per i cittadini ciò che sono le spese di amministrazione per i comproprietari di una grande fortuna. Essi sono infatti obbligati a contribuire in ragione del rispettivo interesse a questa fortuna. E conformandosi a questa massima, o violandola, che si introduce ciò che io chiamo l'eguaglianza o la disuguaglianza nell'imposizione» [Smith 1776, trad. it. 1973, 814]. Smith Meccanismi decisionali • follia della legislazione umana • la classe il cui interesse è meno conforme a quello della società è anche la più potente • «Il sovrano è completamente dispensato da un compito, nel tentativo di attuare il quale sarà sempre esposto a innumerevoli delusioni e per la cui giusta attuazione nessuna saggezza umana o conoscenza umana potrà mai essere sufficiente: il compito di sovrintendere all'attività produttiva dei privati e di indirizzarla agli interessi più confacenti alla società» [ibidem, 681] Smith Limiti dell'intervento pubblico La spesa pubblica, pur circoscritta alle aree di intervento prima indicate, deve essere per quanto possibile limitata • Le spese per la difesa, la giustizia e per l'amministrazione generale dello Stato sono improduttive • ogni forma di imposizione ragionevolmente ipotizzabile rallenta il processo di accumulazione Stuart Mill e gli utilitaristi • Rottura con la tradizione precedente • Inaffidabilità della razionalità individuale – Istruzione – Previdenza • Sanità gli individui sono i migliori giudici del proprio interesse solo quando la decisione è fondata sull' esperienza immediata e non quando è antecedente all' esperienza stessa o produce effetti lontani nel tempo • l'intervento pubblico in concorrenza con i privati, è importante perché solo lo Stato può attenuare le conseguenze negative che possono derivarne (esternalità) • Interventi riferiti al settore produttivo – Ricerca scientifica – Monopolio Stuart Mill Gli aspetti redistributivi • pone radicalmente in discussione il meccanismo malthusiano – Crescita esponenziale vs teoria stadiale (logistica) • le politiche pubbliche perdono il carattere di transitorietà • «non le fortune che sono state guadagnate, ma quelle che non sono state guadagnate dovrebbero essere poste sotto controllo ... Il problema del legislatore è quello di assicurare uguali opportunità a tutti» [Mill 1848, trad. it. 1953, 811] • Imposta sulle successioni Stuart Mill Gli aspetti redistributivi l'uguaglianza di fronte alle imposte implica uguaglianza individuale di sacrificio e lo strumento fiscale che consente il raggiungimento di questo obiettivo è l'imposta proporzionale sul reddito. Imposta diretta progressiva l’aliquota media aumenta con l’aumentare della base imponibile Imposta proporzionale l’aliquota media rimane costante all’aumentare della base imponibile Imposta regressiva l’aliquota media diminuisce all’aumentare della base imponibile Stuart Mill Gli aspetti redistributivi accoglieva l'ipotesi di un'imposta ispirata al principio della capacità contributiva, la cui realizzazione, in questo contesto, passa attraverso le imposte dirette personali un'imposta proporzionale (o solo moderatamente progressiva, dato il riconoscimento dell'esenzione del minimo di sussistenza) è conforme a canoni equitativi incontrovertibili, in quanto realizza l'uguaglianza dei sacrifici Stuart Mill I diversi “uguali sacrifici” • l'espressione uguaglianza dei sacrifici è passibile di interpretazioni divergenti e, soprattutto, le possibili interpretazioni e le diverse ipotesi sull'andamento della curva dell'utilità del reddito portano a scelte di politica tributaria profondamente diverse. • Il principio dell'uguale sacrificio può essere infatti inteso come: – Uguale sacrificio assoluto – Uguale sacrificio proporzionale. – Uguale sacrificio marginale. Stuart Mill Uguale Sacrificio Marginale • si vuole minimizzare il sacrificio totale connesso all'applicazione dell'imposta a contribuenti con utilità marginale del reddito decrescente, si deve adottare l'uguale sacrificio marginale, • Posta un'unica curva dell'utilità marginale del reddito valida per tutti i componenti della collettività, l'uguale sacrificio marginale comporterebbe la progressiva ugualizzazione dei redditi, fino a raggiungere il livello di gettito necessario per finanziare la spesa pubblica esogenamente data. • forma estrema di ugualitarismo che si scontrerebbe immediatamente, con problemi di disincentivo all'intraprendenza individuale Stuart Mill Uguale Sacrificio Proporzionale • si entra nell'area della progressività non appena si abbandona l'ipotesi di costanza dell'utilità marginale del reddito. • ha il pregio di lasciare invariata, in termini di utilità, la posizione relativa dei diversi contribuenti. Wicksell • ripropone il principio del beneficio come criterio fondamentale di definizione dell' estensione dell'intervento pubblico • poiché le decisioni in materia di finanza pubblica si sviluppano in sede politico-parlamentare, l'analisi strettamente economica deve essere integrata con quella delle caratteristiche essenziali delle decisioni politiche. • il meccanismo maggioritario implica che le decisioni siano di regola prese contro la volontà di un segmento più o meno grande della popolazione Wicksell Le proposte operative • si entra nell'area della progressività non appena si abbandona l'ipotesi di costanza dell'utilità marginale del reddito. • ha il pregio di lasciare invariata, in termini di utilità, la posizione relativa dei diversi contribuenti. • Simultaneità • Unanimità (o quasi) Wicksell Conclusioni • è implicito il moderno concetto di bene pubblico (caratterizzato da non escludibilità e non rivalità nel consumo • questo tipo di bene entra nella funzione di utilità individuale come quelli privati, – siamo cioè lontani dalla visione classica della spesa pubblica necessariamente improduttiva • apre la problematica della corretta rivelazione delle preferenze • I meccanismi di decisione, che dovrebbero garantire una corretta composizione di beni pubblici e privati, hanno tuttavia senso solo quando esiste prioritariamente un'equa distribuzione del reddito: separazione fra equità ed efficienza