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Teoria linguistica
e insegnamento del latino
Anna Cardinaletti
Università Ca’ Foscari Venezia
Dipartimento di Scienze del linguaggio
Venezia, 18-20 novembre 2010
Formal linguistics and the teaching of Latin.
Theoretical and applied perspectives in
comparative grammar
Due esigenze condivise
nella didattica delle lingue
1) Rinnovare l’insegnamento linguistico
2) Rinnovare l’insegnamento grammaticale
Le grammatiche tradizionali:
•
•
•
•
•
•
•
sono incomplete
sono poco sistematiche
non sono ispirate da una teoria linguistica coerente
si soffermano sulle eccezioni
contengono formulazioni poco precise
contengono terminologia poco trasparente
contengono (pseudo)spiegazioni (funzionaliste)
Teoria linguistica
e didattica delle lingue
Cosa può fornire la ricerca linguistica contemporanea
alla didattica delle lingue?
•
•
•
•
una nuova concezione della lingua
una nuova concezione dell’acquisizione linguistica
nuovi strumenti descrittivi
un nuovo procedimento comparativo
Una nuova concezione
della lingua
1)
La lingua è il prodotto della grammatica mentale del parlante:
quando parlano, gli esseri umani usano regole grammaticali
inconsce, inconsapevoli.
Grammatica = insieme di regole di combinazione di unità discrete.
Le regole combinano le unità di livello inferiore in unità di livello
superiore:
fonemi > morfemi > parole > sintagmi (o gruppi) > frasi
/l/ /i/
librlibri
[quei libri]
[quei libri] sono
/b/ /r/
-i
quei
economici
2)
Lingue diverse sono prodotte da grammatiche diverse:
unità linguistiche diverse e regole diverse.
Un sistema
di somiglianze e differenze
Principi universali:
Tutte le frasi hanno un soggetto.
Verbo e complementi formano il sintagma verbale.
Parametri di variazione interlinguistica:
Il soggetto può/non può essere omesso (±pro-drop).
Il verbo può precedere o seguire il complem. (±VO).
pro-drop
VO
italiano
+
+
latino
+
-
inglese
+
tedesco
-
Una nuova concezione
dell’acquisizione linguistica
Imparare una lingua vuol dire sviluppare una potenzialità già
presente fin dalla nascita.
Questa potenzialità viene stimolata tramite l’esposizione ad una
lingua (l’input linguistico).
Questa potenzialità può essere stimolata da più di una lingua:
ad es. in Italia:
italiano / dialetto;
italiano colloquiale (spontaneamente) / italiano formale (a
scuola);
lingue straniere;
lingue antiche (latino, greco, italiano antico, ecc.).
Grammatica universale e
acquisizione linguistica
Ipotesi sull’acquisizione delle lingue:
a. I principi universali non si devono imparare.
b. Si devono imparare le unità linguistiche e i valori dei
parametri.
Grammatica =
parte innata
+
mentale
(caratteristiche universali
della facoltà del linguaggio)
parte appresa
(caratteristiche
specifiche della
lingua che si impara)
L’acquisizione
di una lingua antica
L’input linguistico è solo scritto.
L’esperienza linguistica è limitata alla sola lettura: non
ci sono parlanti con cui parlare la lingua.
L’input linguistico è incompleto: non tutte le
combinazioni possibili sono attestate.
Ciononostante possiamo ipotizzare che l’acquisizione
del latino proceda come per le altre lingue:
• imparare le unità linguistiche
• assegnare un valore ai parametri
Acquisizione linguistica e
insegnamento linguistico
• Nel caso delle lingue antiche, l’esperienza linguistica
è qualitativamente e quantitativamente limitata.
• Le regole esplicite possono sostenere l’acquisizione
linguistica, accompagnando e accelerando il processo
di acquisizione implicito che si attiva spontaneamente
con l’esposizione ai dati linguistici.
Regole possibili e impossibili
Le regole esplicite aiutano nell’acquisizione delle
lingue se sono regole “possibili” (v. Moro 2006):
una (porzione di) grammatica italiana insegnata esplicitamente
ad adulti di madrelingua tedesca è stata capace di attivare le
aree cerebrali deputate al linguaggio (purché le regole insegnate
fossero regole linguistiche “possibili” nelle lingue naturali)
Un esempio
di regola impossibile
L’inversione soggetto – verbo per formare le frasi interrogative:
you have seen John
who have you seen ___?
Nell’ “inversione”, uno dei due elementi viene spostato verso destra.
Principio universale: non ci sono spostamenti verso destra
(Kayne 1994)
 Regola “possibile”: sposta l’ausiliare verso sinistra, oltre il soggetto
you have seen John
who have you ____ seen ___?
Nuovi strumenti descrittivi
• Rispetto a quelle tradizionali, le nuove descrizioni
grammaticali rappresentano una approssimazione
migliore a quella che effettivamente è la grammatica
mentale utilizzata dai parlanti.
• Le nuove descrizioni grammaticali ci permettono di
capire meglio la grammatica delle lingue antiche.
Le regole (sintattiche) si applicano
a unità (sintattiche)
1) conosco il fratello
lo conosco il fratello
2) conosco il fratello di Gianni
lo conosco il fratello di Gianni
ne conosco il fratello di Gianni
*lo conosco il fratello di Gianni
conosco [il fratello [di Gianni]]
3) il fratello è arrivato
Ø/lui è arrivato
4) il fratello di Gianni è arrivato
Ø/lui è arrivato
*Ø/*lui di Gianni è arrivato
[il fratello [di Gianni]] è arrivato
L’individuazione
del soggetto e dei complementi
locorum asperitas hominum ingenia duraverat (Curt. VII 3,6)
Grammatica tradizionale:
asperitas: soggetto, locorum: complemento di specificazione
ingenia: compl. oggetto, hominum: complemento di specificazione
 Nuova descrizione:
locorum asperitas: soggetto della frase
hominum ingenia: compl. oggetto del verbo duraverat
locorum: complemento del nome asperitas
hominum: complemento del nome ingenia
Il predicato verbale
Due aspetti da tenere ben distinti:
1) la “valenza” del verbo (le sue proprietà di selezione):
Caesar exercitum reduxit (Caes. Gall. III 29, 3)
reduxit
Caesar
agente
exercitum
paziente
2) La struttura interna della frase:
il verbo non forma una unità sintattica da solo (il predicato
verbale della grammatica tradizionale):
[Caesar] [exercitum] [reduxit]
Il sintagma verbale
• Il verbo forma una unità sintattica con il proprio
complemento: il sintagma verbale:
[Frase [SN Caesar] [SV [SN exercitum] reduxit]]
• Il verbo e il complemento si possono topicalizzare insieme:
[SV ricondotto [SN l’esercito]], Cesare non ha di certo
*[SV ricondotto], Cesare non ha di certo [SN l’esercito]
La comparazione linguistica
nella didattica delle lingue
• Per insegnare una lingua, si devono identificare correttamente le
proprietà linguistiche invarianti e quelle soggette a variazione
interlinguistica.
• Nella didattica è utile descrivere i fenomeni comparativamente.
• Nella didattica è utile focalizzare sugli aspetti di somiglianza
piuttosto che enfatizzare le differenze.
Un esempio di comparazione:
i verbi prefissati
• I prefissi verbali esprimono informazioni aspettuali:
es. rescribo, write back, zurückschreiben, riscrivere
eat up, aufessen, magnar fora (finire di mangiare)
• Terminologia grammaticale:
latino: preverbi
inglese: particle verb / phrasal verb
tedesco: verbi con prefisso separabile
italiano: verbi analitici / verbi sintagmatici / verbi + preposizione
• Se la lingua è V2, il prefisso e il verbo possono apparire in
posizione discontinua: tedesco er isst alles auf
Se la lingua non è V2, il prefisso e il verbo non possono apparire in
posizione discontinua: latino, inglese, italiano, ecc.
Un esempio di comparazione:
i pronomi anaforici atoni
• latino: pronomi deboli
vehementer me [haec res] commovebat (Cic. 1 Verr. 1,20)
• italiano: pronomi clitici
molto mi commuoveva questo discorso
• tedesco: pronomi deboli
(ganz) ausserordentlich hat mich diese Sache bewegt
…, dass mich diese Sache ausserordentlich bewegt hat
• italiano moderno: pronomi deboli (dativi loro e cui)
non ho consegnato mai loro un pacco di questo tipo
• italiano antico: pronomi clitici e deboli (accusativi e dativi)
(Cardinaletti 2010)
Un esempio di comparazione:
i verbi a ristrutturazione
a.
posso farlo
comincio a farlo
detesto farlo
b.
lo posso fare
lo comincio a fare
*lo detesto [fare]
• modali, aspettuali, ecc. fungono da quasi-ausiliari
• formano una struttura monofrasale con il verbo lessicale
• modali (possum, debeo, volo), aspettuali (coepi, incipio, desino),
verba dicendi e videor nella costruzione personale, ecc.
(Zennaro 2006)
tu eum videlicet non potuisti videre (Cic. Fam.16,17,2)
Un esempio di comparazione:
i verbi a ristrutturazione
I verbi a ristrutturazione non hanno complementi (Cinque 2006):
Gianni sembra apprezzarlo molto/ Gianni lo sembra apprezzare …
Gianni sembra a tutti [apprezzarlo molto], *Gianni lo sembra a
tutti [apprezzare molto]
Uso quasi-ausiliare dei verba dicendi (costruzione “personale”):
inde eos nec sua religio nec uerecondia deum arcuisse dicitur (Liv.
6,33,5)
Uso lessicale dei verba dicendi (costruzione “impersonale”):
nuntiatur mihi tantam isti gratulationem esse factam ut … (Cic.
Verr. 1,1,21)
(Zennaro 2006)
I vantaggi
della comparazione linguistica
• semplificare la descrizione linguistica, utilizzando le stesse
categorie descrittive per più lingue e unificando la terminologia
grammaticale;
• avere una percezione nativa dei fenomeni della lingua straniera o
antica;
• affrontare in maniera diversa la questione delle eccezioni;
• acquistare una conoscenza predittiva della grammatica.
Quale testo di grammatica
per gli insegnanti?
“[…] ogni linguista vi potrà dire che una spiegazione completa della grammatica mentale,
relativa a una qualunque lingua, è ancora di là da venire“ (Jackendoff 1998: 42)
latino: Oniga, R. (2004), Il latino. Breve introduzione linguistica, FrancoAngeli,
(2007), Seconda edizione riveduta e ampliata.
italiano: Renzi, L., G. Salvi e A. Cardinaletti (a cura di) (2001) Grande grammatica
italiana di consultazione, 3 voll., il Mulino, Bologna (Nuova ed.).
Salvi, G. e L. Vanelli (2004), Nuova grammatica italiana, il Mulino.
italiano antico: Salvi, G. e L. Renzi (a cura di) (2010), La grammatica dell’italiano
antico, il Mulino, Bologna.
inglese: Haegeman, L. e J. Guéron (1999), English Grammar: A Generative Perspective,
Blackwell, Oxford.
Giusti, G. (2003), Strumenti di analisi per la lingua inglese, UTET, Torino.
Haegeman, L. (2006), Thinking Syntactically. A Guide to Argumentation
and Analysis, Blackwell, Oxford.
spagnolo: Bosque, I. e V. Demonte (a cura di) (1999), Gramática descriptiva de la
lengua española, 3 voll., Espasa Calpe, Madrid.
tedesco: Cardinaletti, A. e G. Giusti (1996), Problemi di sintassi tedesca, Unipress,
Padova.
francese: Abeille, E., A. Delaveau e D. Godard (a cura di) (in stampa), La Grande
Grammaire du français, Bayard, Paris.
Bibliografia
Cardinaletti A., 2006, “Una proposta per l’insegnamento linguistico del latino e del
greco antico: alcune considerazioni generali”, in Cardinale U. (a cura di), Essere e
Divenire del “Classico”, Torino, UTET, 330-347.
Cardinaletti A., 2008, “Le ragioni del comparare per insegnare le lingue”, in U.
Cardinale (a cura di), Nuove chiavi per insegnare il classico, Novara, De Agostini
Scuola SpA/UTET Università, pp. 267-289.
Cardinaletti A., 2010, “Il pronome personale obliquo”, in G. Salvi e L. Renzi (a cura
di), Grammatica dell’italiano antico, Bologna, il Mulino, 414-450.
Cardinaletti A. e Starke M., 1999, “The typology of structural deficiency: A case study
of the three classes of pronouns”, in van Riemsdijk H. (ed.), Clitics in the Languages of
Europe, EALT/EUROTYP 20-5, Berlin-New York, Mouton de Gruyter, 145-233.
Cini M. (a cura di), 2008, I verbi sintagmatici in italiano e nelle varietà dialettali. Stato
dell’arte e prospettive di ricerca, Frankfurt am Main, Peter Lang.
Cinque G., 2006, Restructuring and Functional Heads, New York, Oxford University Press.
Donati C., 2008, La sintassi. Regole e strutture, il Mulino, Bologna.
Jackendoff R., 1998, Linguaggio e natura umana, il Mulino, Bologna.
Kayne R.S., 1994, The Antisymmetry of Syntax, Cambridge, Mass., MIT Press.
Moro A., 2006, I confini di Babele, Milano, Longanesi.
Salvi G., 2004, La formazione della struttura della frase romanza. Ordine delle parole
e clitici dal latino alle lingue romanze, Niemeyer, Tübingen.
Zennaro L., 2006a, “La sintassi di possum e debeo e la ristrutturazione”, in R. Oniga e
L. Zennaro (a cura di), Atti della giornata di linguistica latina, Cafoscarina, 237-251.
Zennaro L., 2006b, La sintassi dei verbi a ristrutturazione in latino, Tesi di dottorato,
Università Ca’ Foscari Venezia.