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Fiore come gemma inizialmente
coperta dal calice
Corolla + stami + pistillo
Polline + ovuli
seme
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Fruttificazione
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Frutto + seme
Disseminazione
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Germinazione
Plantula
Pianta
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IL FRUTTO
Il frutto ha funzione di proteggere e di contribuire alla dispersione dei semi nati dalla trasformazione degli
ovuli in esso contenuti e di regolare il tempo della loro germinazione.
In genere viene indicato come frutto il solo pericarpo (da "peri" = attorno e "karpòs" = frutto), costituito
dallo sviluppo delle pareti dell'ovario prescindendo dal seme.
Le piante partenocarpiche possono fruttificare senza l'impollinazione generando frutti apireni, ovvero
senza semi (es. banane, arance).
La fruttificazione, così come tutta la vita della pianta, è regolata dagli ormoni della crescita quali le auxine,
le giberelline, la citochinina e l'etilene e l'acido abscissico.
Un fiore impollinato e fecondato è in grado di produrre un frutto, solo se auxina e giberellina stimolano le
cellule dell'ovario a moltiplicarsi e ad ingrandirsi, fino ad arrivare alla maturazione che è un fenomeno di
origine ormonale regolato dal climaterio.
Nelle piante chiamate climateriche (mele, pere, pomodori ecc.) la maturazione del frutto avviene in tempi
brevi per effetto del climaterio che determina un aumento repentino dell’attività respiratoria e del
consumo di ossigeno, mentre in altre non climateriche la maturazione avviene in mopdo lento e graduale
(fragole, uva, arance ecc.).
Anche altri fenomeni concorrono alla maturazione, ad esempio nei frutti carnosi si osserva un aumento
della sintesi di pigmenti coloranti a scapito di una diminuzione della clorofilla per rendere il frutto più
appariscente, una trasformazione delle pectine dei tessuti che rendono la polpa più morbida e la
saccarificazione degli amidi che la rendono più grata al palato.
Durante la fruttificazione i petali si separano rapidamente dal fiore al contrario dei sepali che spesso
restano al loro posto. Gli stami appassiscono o cascano, ma possono anche persistere più o meno a lungo
attorno al frutto. Il ricettacolo può diventare carnoso come nella fragola (Fragaria vesca), avvolgente e
edule come nella mela ( Malus domestica ). Il calice può accompagnare il frutto nel suo sviluppo come in
Physalis alkekengi dove accrescendo forma un involucro rigonfio. Le brattee involucrali possono fondersi a
formare la parte del frutto come la cupula della ghianda (Quercus robur)
Anche il peduncolo fiorale può diventare un frutto come succede nel commestibile pomo d'anacardio
(Anacardium occidentale) .
Il frutto
Frutti semplici
Originati dallo sviluppo dell’ovario di un solo fiore che ha il gineceo monocarpellare (con un solo carpello) o
sincarpico cioè con più carpelli saldati tra loro, concresciuti che non si separano a maturità e la parete esterna
del frutto (pericarpo) derivano soltanto dalla parete dell’ovario.
Deiscenti Follicolo, Legume, Capsula, Siliqia, Siliquetta
Frutti secchi
Indeiscenti Achenio, Cariosside, Legume indeiscente, Utricolo o Tricello
Frutti carnosi: si dicono "drupe" i frutti che hanno il seme (a) o la mandorla (b) inserito nell'endocarpo (o
nocciolo). Quest'ultimo è immerso nella polpa (mesocarpo). La buccia che avvolge il frutto viene detta
epicarpo.
(c): talora l'endocarpo o nocciolo può avere spessore notevole (es.: pesca)
(d): a volte l'involucro del nocciolo può essere coriaceo e non duro (es.: mela)
(e): si dicono "bacche" i frutti che hanno i semi immersi direttamente nella polpa (es.: uva)
Drupa
…..anche…
Noce
Samara
Achenio
Cariosside
Pisside
Esempi di achenio
balaustio
Esempi di polidrupe (infruttescenze)