Wagner e l`opera d`arte totale

Wagner e l’opera d’arte totale
• Il “popolo” (volk) è stato sin dai tempi antichi il
termine inclusivo che indicava tutti gli elementi
che componevano l’insieme totale di una
comunità.
• Il “popolo” è la sintesi di tutti coloro che sentono
una necessità comune e collettiva. Ad esso
appartengono, dunque, tutti coloro che
riconoscono il proprio bisogno individuali come
bisogno collettivo, o lo sentono come basato su
di esso.
L’accordo originario delle tre arti
• Le arti della Danza, della Musica e della Poesia:
così si chiamano le tre sorelle primigenie che
scorgiamo immediatamente intrecciare le loro
danze laddove scaturiscono le condizioni
necessarie per il manifestarsi dell’arte. Per loro
natura sono inseparabili senza scompaginare
l’ordinato minuetto dell’Arte; giacché in questa
loro danza, che rappresenta la cadenza stessa
dell’Arte, sono così meravigliosamente
intrecciate l’una con l’altra, per loro tendenza
d’amore e d’accordo, intimamente legate l’una
alla vita dell’altra, nel corpo e nello spirito.
Il declino di questo accordo in virtù
dell’ “egoismo”
• E’ questo il genuino egoismo, per il quale
ogni manifestazione artistica separata
vuole darsi le arie di essere arte
universale, mentre, in verità, così facendo
perde solamente i propri peculiari attributi.
Il fondamento corporeo
• La più realistica di tutte le arti è la Danza. La sua materia
artistica è l’uomo vivente reale; e in verità nessuna sua
porzione ma l’uomo nella sua interezza dal calcagno alla
sommità del capo, così come si mostra all’occhio. Essa
perciò include in sé le condizioni perché anche le altre
arti possano essere enunciate: l’uomo che canta e che
parla deve essere necessariamente un uomo corporeo;
attraverso la sua forma esteriore, attraverso la postura
dei suoi arti si mostra alla vista l’uomo interiore, che
canta e che parla. Le arti della musica e della poesia
divengono comprensibili dapprima attraverso la danza,
l’arte mimetica, da parte dell’uomo ricettivo all’arte, vale
a dire da colui che non soltanto sente ma vede anche.
Le tre arti riunite nel “Dramma”
• Nel “dramma” ogni arte singola esplica le
proprie facoltà più alte.
Non il dramma letterario…
• Il dramma letterario può redimersi dal suo
stato miserevole soltanto diventando il
vero dramma vivente.
… né il teatro virtuosistico
• L’arte della commedia divenne l’arte del commediante,
un virtuosismo personale, vale a dire quella forma
egoistica dell’arte che esiste esclusivamente per sé
stessa e desidera la gloria della personalità assoluta. Lo
scopo comune, attraverso il quale il dramma diventa
un’opera d’arte, era del tutto sconosciuto al virtuoso
individualista. E ciò che dovrebbe generare l’arte della
commedia in quanto esito comune di uno spirito
collettivo – l’opera d’arte drammatica – è del tutto
trascurato dal virtuoso e dalla congrega dei virtuosi, i
quali cercano soltanto quell’aspetto particolare che
risponde alla loro personale abilità, l’unica cosa che può
rendere tributo alla loro vanità.
L’arte moderna e la relazione con
la vita sociale
• Se consideriamo il rapporto dell’arte moderna –
se è veramente Arte – con la vita pubblica, ci
accorgeremo subito della sua completa
incapacità di influenzare la vita sociale nei suoi
più nobili sforzi. La ragione di ciò sta nel fatto
che la nostra arte moderna è un mero prodotto
della cultura e non è scaturita direttamente dalla
Vita; perciò, non essendo altro che una pianta
da serra, non può veramente radicarsi nel suolo
naturale o fiorire nel clima naturale del nostro
presente.
Dramma e scopi collettivi
• Il vero scopo dell’Arte è quello di abbracciare
tutto: ogni elemento ispirato da un vero istinto
artistico sviluppa al Massimo le proprie
particolari facoltà, non per glorificarle ma per
glorificare l’umanità complessiva nell’arte.
• La massima congiunzione di arti è il Dramma:
può apparire in tutta la sua possibile pienezza
soltanto quando in esso ogni branca separata
dell’arte sia presente nella sua massima
pienezza.
La conversazione delle arti nel
dramma
• Il vero dramma è concepibile soltanto se deriva
da una necessità comune di ogni arte volta a
offrirsi il più direttamente possibile a un pubblico
comune. In questo dramma, ogni singola arte
può svelare i suoi più intimi segreti al pubblico
comune attraverso la conversazione con le altre
arti; poiché lo scopo di ogni singola branca
artistica può essere raggiunto solamente dal
reciproco accordo e cooperazione in un
messaggio comune.
Azione drammatica
• Completandosi a vicenda nella loro
mutevole danza, le arti sorelle unite si
mostreranno e rivendicheranno il loro
posto, ora unite tutte insieme, ora a
coppie, ora in solitario splendore, a
seconda della necessità momentanea
dell’unica Legge: l’azione drammatica.
Azione e necessità
• Nell’azione drammatica, dunque, si rivela
la necessità dell’opera d’arte; senza di
essa, o senza riferirsi in qualche modo a
essa, ogni creazione artistica è arbitraria,
non necessitata, accidentale, inintelligibile.
Performer e universalità
• Nel dramma egli [l’artista] amplia il proprio essere
particolare rappresentando una personalità diversa dalla
propria, sino a divenire un essere umano universale. Egli
deve completamente uscire fuori da sé per poter
afferrare la natura interiore di un’altra personalità con
quella completezza necessaria per poterla
rappresentare. Potrà raggiungere questo scopo quando
avrà analizzato tale individualità nel suo venire a
contatto, nel suo compenetrare ed essere completata da
altre individualità – quando ne avrà ricavato una
concezione così vivida da entrare in empatia con
l’influenza complementare che essa esercita con il
proprio essere interiore. Il performer artistico è dunque il
singolo Uomo che ha esteso se stesso sino a
comprendere l’essenza della specie umana mediante la
massima evoluzione della propria natura particolare.
Lo scopo comune a teatro
• Il luogo in cui avviene questo stupefacente processo è il
palcoscenico del teatro; e l’opera d’arte collettiva che
porta alla luce è il Dramma. Ma per costringere la propria
natura specifica a fiorire e sviluppare il proprio contenuto
sino a farlo diventare quest’unica e suprema opera
d’arte, il singolo artista, al pari di ogni singola arte, deve
soffocare l’inclinazione all’egoismo e all’arbitrarietà che
lo porterebbe a prosperare come un cespuglio incolto a
danno della vegetazione complessiva. Meglio è dunque
esercitare tutta la propria energia per raggiungere il più
alto scopo comune, che non può in verità essere
realizzato senza il contributo individuale, né d’altra parte
senza l’individualità sia limitata.
Libertà e universalità
• Lo scopo di questo dramma è l’unico vero scopo
artistico che possa essere pienamente
realizzato. Tutto quanto se ne discosta si perde
necessariamente nel mare delle cose indistinte,
oscure, non libere. Questo scopo, tuttavia, non
sarà mai raggiunto dalle singole branche
artistiche, ma solo da tutte quante insieme, e
perciò l’opera d’arte più universale è al tempo
stesso l’unica reale, libera, universalmente
intelligibile.
Nuova ritualità
• Non nei repellenti riti funebri che nel nostro stile
di vita neocristiano solennizziamo con inni
insensate e con banalità cimiteriali, ma
attraverso la resurrezione artistica di colui che
abbiamo perduto, attraverso la riproduzione
vitale e la rappresentazione delle sue azioni e
della sua morte, nell’opera d’arte drammatica,
celebreremo la festa che eleverà noi viventi al
vertice supremo di amore per il defunto,
trasformando la sua natura nella nostra.
Alleanze artistiche e umane
• Quando l’artista avrà innalzato il suo progetto artistico in
un progetto commune, dall’energia stessa del suo
entusiasmo l’impresa artistica si muterà essa stessa in
impresa commune. Come l’azione drammatica da
rappresentare ha il suo fulcro nell’eroe di quell’azione,
così l’opera d’arte comune si raduna intorno al
“Rappresentante” di questo eroe.
• Nessuna alleanza di uomini godrà di un più ricco e
salutare cambiamento di quella ispirata dall’arte.
Giacché in tali alleanze ogni individualità … rivelando il
suo scopo momentaneo richiamerà una nuova alleanza
per realizzare quello scopo specifico. Ogni opera d’arte
drammatica, nel mentre prende vita, sarà dunque l’opera
di una comunità di artisti nuova e mai esistita prima, e
conseguentemente, che mai più si ripeterà.
Bayreuther Festspiele
Il “golfo mistico” a Bayreuth
Orchestra
• L’orchestra è per così dire il telaio che
tesse l’inesauribile sentimento universale,
da cui il sentimento individuale del singolo
attore trae alimento per elevarsi sino alla
massima vetta del suo sviluppo: essa, in
certo qual modo, scioglie il duro immobile
terreno della scena per trasformarlo in
fluido etere, elastico e impressionabile, il
cui fondo incommensurabile è il grande
oceano del sentimento stesso.
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