necessità di un pensiero
critico per contrastare la logica
della società; necessità di un
percorso di liberazione
liberazione dell’uomo da tutto ciò che
ostacola una piena realizzazione di sé
liberazione dalla società antagonistica, dal primato di una
economia fondata sul profitto, dal mondo amministrato, dalla
società totale che riduce l’uomo a cosa, …
è importante la prassi politica a livello di strutture (impegno per umanizzare
rapporti, leggi, istituzioni, …), ma non ci si può abbandonare alla fiducia
ingenua nel cambiamento taumaturgico delle strutture che dovrebbe
liberare l’uomo da tutti i mali: la radice del male non è nelle strutture ma
nell’uomo consegnato alla logica della sopraffazione e del dominio
false vie di liberazione: affidarsi al soggetto storico della
rivoluzione (proletariato … spesso integrato nella società dei
consumi); non si può rinunciare alla fatica del concetto per
affidarsi al collettivo (l’individuo isolato può cogliere con
maggiore chiarezza l’oggettività a differenza di un soggetto
collettivo influenzato dall’ideologia); non si può prendere la
scorciatoia della violenza
una autentica liberazione, non effimera, che
vada alle radici del male deve partire da
una presa di coscienza:
l’impulso esclusivo all’autoconservazione, il
principio del cieco dominio stanno
conducendo l’uomo verso l’autodistruzione
… pertanto l’autoconservazione deve
essere esercitato solo in un quadro di un
ordine sovraindividuale, cioè attraverso la
solidarietà sociale che implichi rispetto per
l’esistenza di ogni uomo
la volontà di potenza che nasce dalla paura e
dall’impulso all’autoconservazione e che si
acceca in una prospettiva egocentrica, va
incontro ad uno scacco irrimediabile sia sul
piano teoretico, sia sul piano storicoesistenziale, conducendo all’autodistruzione
dell’io, che si reifica nel dominio e mette in moto
un processo che schiaccia l’uomo
la presa di coscienza di questo scacco è il punto
di partenza per la liberazione
l’uomo attraverso l’impegno dell’autoriflessione e del
pensiero critico recupera la lucidità della conoscenza che
gli consente di criticare i falsi assoluti; l’uomo riscopre e
riconosce una propria finitezza condizione per
riconoscere l’altro nella sua diversità e ricchezza
(recupero della dimensione rivelativa del pensiero aperto
alla verità, disponibile a lasciar manifestare la realtà che
mi viene incontro)
la conoscenza, come ricerca e disponibilità per incontrare e
lasciar manifestare l’altro, rende possibile l’amore
in questo intreccio teoretico-esistenziale di
pensiero veritativo e di superamento
dell’accecamento egocentrico per far posto
solidalmente all’altro è il punto archimedico per
la liberazione