LEZIONE 5 FALLIMENTI DI MERCATO E ESTERNALITA’ DEFINIZIONE L’esternalità si genera se alcune variabili che influenzano il costo di un produttore o l’utilità di un consumatore sono direttamente influenzate dalla decisione di produzione o di consumo di un altro soggetto e tale effetto non è valutato o compensato. CONSEGUENZE Data la caratteristica delle esternalità di non riflettersi sui prezzi, coloro che producono le esternalità non hanno alcun incentivo a tener conto degli effetti, positivi o negativi, causati su coloro che le ricevono. Di conseguenza, l’attività di produzione o di consumo da cui deriva l’esternalità viene spinta a un livello diverso, inferiore o superiore, da quello quello efficiente. CONSEGUENZE • I mercati in cui si verificano esternalità danno luogo ad allocazioni delle risorse non Pareto efficienti. • Le esternalità creano problemi perché non esiste alcun mercato, o prezzo, per le esternalità. CONSEGUENZE 1. Produzione eccessiva di beni che generano esternalità negative. 2. Produzione insufficiente di beni che generano esternalità positive. TIPOLOGIE Le esternalità possono essere: • Unilaterali o reciproche. • Negative o esternalità positive, a seconda che gli effetti siano nocivi o meno. • Prodotte o subite da imprese (produttori) o da individui (consumatori). ORIGINI DELLE ESTERNALITA’ L’origine della esternalità va ricercata nella mancata, o imperfetta, definizione dei diritti di proprietà. ESEMPI DI ESTERNALITA’ POSITIVE • P\P: investimenti in ricerca e sviluppo; un frutteto di meli vicino ad un apicoltore. • C\C: il giardino del mio vicino allieta la mia vista. • C\P: investimento in capitale umano. ESEMPI DI ESTERNALITA’ NEGATIVE • P\C: impresa inquina l’aria di una zona residenziale. • P\P: impresa industriale inquina l’acqua utilizzata da un’impresa agricola. • C\P: traffico privato rallenta trasporto merci delle imprese. • C\C: fumatore e non fumatore nello stesso ambiente. ESTERNALITA’ NEGATIVA DI PRODUZIONE Per analizzare meglio gli effetti di un’esternalità negativa di produzione (inquinamento), consideriamo il mercato del prodotto “acciaio”. Questa esempio grafico ci aiuta a capire perché in assenza di un prezzo per l'inquinamento, un'impresa ne genera troppo. IMPORTANTE • ESTERNALITA’ IN PRESENZA TECNOLOGIA FISSA • ESTERNALITA’ IN PRESENZA TECNOLOGIA VARIABILE DI DI FIGURA: COMMENTO Nella figura sono riportate le curve di domanda e offerta. La curva di domanda riflette il beneficio marginale per l’individuo, derivante dal consumo di un’unità addizionale del bene; la curva di offerta riflette il costo marginale di produzione di un’unità addizionale del bene stesso (Cm). FIGURA: COMMENTO • In assenza di esternalità, il livello di equilibrio nella produzione di acciaio, determinato dall'intersezione tra le curve di domanda e offerta di mercato (QA), è efficiente. Nel punto di intersezione delle due curve, il beneficio marginale è infatti esattamente uguale al costo marginale. FIGURA: COMMENTO • In presenza di esternalità, tuttavia, la curva d’offerta dell’industria non rifletterà il costo marginale sociale, ma solo quello privato, quello, cioè, sopportato direttamente dai produttori. Se l’espansione della produzione di acciaio fa aumentare il livello di inquinamento, tale espansione ha un costo reale, che va ad aggiungersi ai costi del minerale ferroso, del lavoro e del carbone, utilizzati per produrre acciaio. L’industria dell’acciaio, tuttavia, non tiene conto dell’inquinamento. FIGURA: COMMENTO La retta CMAE indica l’esternalità negativa, cioè misura il danno marginale (costo per l’impresa B) generato dalla produzione di acciaio. La curva è costante, cioè l’esternalità non varia all’aumentare della quantità prodotta. A proposito di questa curva è importante evidenziare la difficoltà di tracciarla con esattezza, cioè di misurare le esternalità. Poiché per il benessere degli individui, non esiste una misurazione oggettiva. FIGURA: COMMENTO La curva del costo marginale sociale indica i costi aggiuntivi totali (privati e sociali) necessari per produrre un’unità addizionale di acciaio. Il costo marginale sociale dalla produzione di acciaio è la somma (verticale) di Cm e CMAE. Questa curva di costo si trova al di sopra della curva di offerta dell’industria. FIGURA: COMMENTO La collettività desidera la quantità Q*. Ridurre la produzione da Q1 a Q* dà origine ad una perdita di profitti per l’impresa, pari all’area CKB, cioè alla differenza fra i benefici e i costi marginali per ogni unità di produzione rinunciata. FIGURA: COMMENTO L’efficienza richiede che il costo marginale sociale sia uguale al beneficio marginale di un incremento della produzione: la produzione dovrebbe situarsi nel punto Q*, che corrisponde all’intersezione tra la curva di costo marginale sociale e la curva di domanda. Di conseguenza il livello di produzione di acciaio in equilibrio è eccessivo rispetto alla quantità socialmente ottima. FIGURA: COMMENTO Questo grafico permette di individuare anche il beneficio netto derivante da una riduzione della produzione di acciaio. La riduzione dell’esternalità-inquinamento aumenta infatti il benessere della collettività per un ammontare pari a Q*QFE. Questo rettangolo ha per altezza la distanza verticale fra la curva CMAE e l’asse orizzontale e per base la produzione cui si rinuncia. Per costruzione quest’area è uguale all’area CKBP. Il guadagno netto è uguale dunque alla differenza fra il guadagno lordo e la perdita dell’impresa, cioè all’area CPB. CONCLUSIONI Il raggiungimento dell’efficienza allocativa non richiede sempre di annullare completamente l’esternalità, in questo caso l’inquinamento. Qualsiasi attività di produzione, e più semplicemente la vita umana, è causa di inquinamento. Ridurre questo a zero significa praticamente fermare la vita. La riduzione dell’inquinamento ha inoltre un costo, in questo caso richiede di rinunciare a risorse, e questo costo va confrontato con i vantaggi ricavabili dalla riduzione dell’inquinamento. RIMEDI In alcuni casi, il mercato privato può affrontare le esternalità senza l’aiuto dello Stato (internalizzare le esternalità, Teorema di Coase), in altri invece, è necessario ricorrere all’intervento pubblico. RIMEDI PRIVATI I principali rimedi privati in presenza di esternalità negative sono: 1) Internalizzazione; 2) Teorema di Coase; 3) Utilizzare il sistema giuridico (il sistema delle leggi non consente che una parte danneggi un’altra, e la nozione giuridica di danno comprende una serie di costi economici imposti agli altri. Ricorrendo alla legge si può quindi costringere chi genera le esternalità a risarcire le vittime). INTERNALIZZARE Il modo più semplice consiste nell’internalizzare le esternalità, formando unità economiche di dimensioni tali che la maggior parte delle conseguenze di una qualsiasi azione ricada all’interno dell’unità stessa. Ad esempio, la fusione tra due imprese consente di internalizzare le conseguenze dovute alla presenza di esternalità negative. Ovviamente gli incentivi ad adottare questa soluzione da parte delle imprese in modo spontaneo sono nulli. TEOREMA DI COASE Le esternalità emergono quando gli individui non devono pagare interamente le conseguenze delle proprie azioni. Un bacino di pesca comune viene sfruttato eccessivamente perché non si deve pagare per esercitare il diritto di pesca. E’ spesso possibile affrontare le esternalità mediante un’appropriata attribuzione di diritti di proprietà. I diritti di proprietà assegnano ad un particolare individuo la facoltà di controllare un bene patrimoniale e ricevere un pagamento per l’utilizzo del bene stesso. TEOREMA DI COASE Stabilendo diritti di proprietà chiari, i privati possono contrattare fino a giungere ad una soluzione efficiente. TEOREMA DI COASE La tesi secondo cui ogni volta in cui vi siano esternalità le parti coinvolte possono unirsi e trovare un insieme di accordi tali da internalizzare l’esternalità e garantire l’efficienza è nota come Teorema di Coase. Per esempio, quando nella stessa stanza sono presenti fumatori e non fumatori, se la perdita dei secondi è superiore al guadagno dei primi, i non fumatori potrebbero unirsi per “compensare” i fumatori affinché non fumino. TEOREMA DI COASE Oppure, se i fumatori si trovano, in un treno, in uno scompartimento per non fumatori e il divieto di fumare (che può essere considerato come un’esternalità imposta ai fumatori dai non fumatori) sottrae loro una quantità di benessere maggiore di quella guadagnata dai non fumatori, i fumatori si uniranno per “compensare” i non fumatori affinché consentano loro di fumare. RIMEDI PUBBLICI I principali rimedi pubblici in presenza di esternalità negative sono: • • • • Produzione pubblica Regolamentazione Imposta pigouviana Diritti di inquinamento trasferibili PRODUZIONE PUBBLICA Si tratta di una soluzione estrema da utilizzare in presenza di esternalità che hanno un forte impatto negativo a livello collettivo. REGOLAMENTAZIONE Lo Stato impone alle imprese di limitare l’emissione di sostanze inquinanti, pena l’applicazione di sanzioni pecuniarie o legali. Le imprese possono attenersi ai limiti o riducendo la produzione o installando dispositivi che riducano l’inquinamento (innovazione). REGOLAMENTAZIONE La critica maggiore mossa alle regolamentazioni riguarda il fatto che queste non riducono l’inquinamento in modo efficiente: imprese diverse possono sostenere costi diversi per la riduzione di ulteriori quantità di inquinamento. Inoltre, le regolamentazioni non forniscono alcun incentivo alle imprese per ridurre l’inquinamento al di sotto dello standard fissato, anche quando il costo per farlo è minimo. IMPOSTE PIGOUVIANE Quando si dispone di sufficiente informazione sul costo marginale sociale dell’esternalità ed è possibile modulare l’imposta in modo da riflettere tale costo, un sistema di imposte correttive è in grado di ottenere un risultato allocativo efficiente in senso paretiano. IMPOSTE PIGOUVIANE Un’imposta opportunamente calcolata mette l’impresa che genera l’esternalità di fronte ai veri costi delle sue azioni. Imposte di questo tipo-volte a correggere gli effetti delle esternalità, a rendere cioè il costo marginale privato uguale al costo marginale sociale prendono il nome di imposte correttive, o talvolta di imposte pigouviane, dal nome di A.C. Pigou, un grande economista inglese della prima metà del ventesimo secolo. IMPOSTE PIGOUVIANE Lo Stato impone una imposta su ogni unità prodotta, pari al danno marginale indotto dal livello di produzione efficiente. Si crea in questo modo un mercato dove il "prezzo" è determinato dal governo invece che dalla domanda e dall'offerta. Se il governo sbaglia a fissare il prezzo, il problema dell'esternalità non sarebbe risolto. FIGURA: COMMENTO Consideriamo l’esempio discusso in precedenza, relativo a un’impresa produttrice di acciaio, la cui attività inquina l’aria. Abbiamo visto che la produzione di acciaio sarà eccessiva, poiché l’impresa è interessata solo al suo costo marginale privato e non a quello sociale (essendo la differenza tra i due rappresentata dal costo marginale dell’inquinamento). E’ però possibile facendo pagare all’impresa un’imposta pari al costo marginale dell’inquinamento, rendere uguali il costo marginale privato e quello sociale. FIGURA: COMMENTO Introducendo un’imposta su ogni unità di prodotto, di ammontare uguale al costo marginale sociale dell’inquinamento nel punto di ottimo, si indurrà l’impresa a produrre il livello socialmente efficiente di output. FIGURA: COMMENTO Nella figura la distanza KC (=FQ*) rappresenta l’imposta sull’inquinamento per unità di prodotto. PERMESSI DI INQUINAMENTO NEGOZIABILI Soluzione orientata al mercato, da adottare principalmente in presenza di tecnologia variabile, che consiste nell’attribuzione di diritti ai soggetti interessati lasciando poi spazio al mercato, ossia allo scambio dei diritti nei casi in cui questo dia luogo a miglioramenti in termini di efficienza. A un’impresa è concesso un permesso per l’emissione di un determinato ammontare di sostanze inquinanti. Dato che allo Stato interessa l’ammontare complessivo di riduzione dell’inquinamento, esso consente alle imprese di negoziare i permessi. PERMESSI DI INQUINAMENTO NEGOZIABILI Una società che dimezza le sue emissioni potrebbe vendere parte dei suoi permessi a un’altra società che vuole espandere la produzione (e che quindi aumenta le sue emissioni di sostanze inquinanti). In questo sistema, le imprese saranno disposte a vendere permessi finché il prezzo di mercato dei permessi è superiore al costo marginale di riduzione dell’inquinamento e saranno disposte ad acquistare permessi finché il costo marginale di riduzione dell’inquinamento è superiore al prezzo di mercato dei permessi. PERMESSI DI INQUINAMENTO NEGOZIABILI In equilibrio, ogni impresa ridurrà l’inquinamento fino a un livello tale per cui il costo marginale di riduzione dell’inquinamento sia uguale al prezzo di mercato del permesso. PERMESSI DI INQUINAMENTO NEGOZIABILI I permessi negoziabili hanno un vantaggio rispetto alle imposte. Utilizzando queste ultime, lo Stato non può essere sicuro di quale livello di emissione verrà scelto dall’impresa. Se l’inquinamento è eccessivo, sarà necessario aumentare le imposte. Trovare il “prezzo” giusto può richiedere molto tempo. Se lo Stato ritiene di conoscere la quantità esatta, il livello al quale l’inquinamento dovrebbe essere condotto, allora i permessi negoziabili rappresentano un modo per utilizzare il meccanismo di mercato senza sopportare i rischi di un eccessivo inquinamento. PERMESSI DI INQUINAMENTO NEGOZIABILI Esistono due problemi connessi ai permessi negoziabili: 1) l’assegnazione iniziale dei permessi. 2) i permessi di inquinamento funzionano bene solo quando la localizzazione delle sostanze inquinanti non è rilevante. DOVE STUDIARE: • P. Bosi (a cura di), Corso di Scienza delle Finanze, 2000, Il Mulino, Bologna • Capitolo 2 da pagina 95 a pagina 104