HEGEL IL SISTEMA DEL SAPERE ASSOLUTO: la logica e la filosofia della natura 1 Il sistema del sapere assoluto E’ suddiviso in 3 parti Logica: studia l’Idea, cioè il pensiero quando pone concetti che hanno una universalità vaga e indeterminata. È l’inizio dello sviluppo della realtà e fa astrazione dalla natura e dal mondo umano Filosofia della natura: studia l’idea fuori di sé (negazione dell’unità precedente e autoalienazione), cioè l’idea che si è alienata e si è fatta oggetto a sé stessa, solidificandosi nella realtà naturale. Filosofia dello spirito: idea in sé e per sé (esplicita, che possiede un’unità complessa, determinata, dinamica), lo spirito che è giunto a se stesso nel mondo umano. 2 La logica La logica nella concezione hegeliana non è solo formale, ma è sostanziale, cioè studia il tutto come identità di pensiero ed essere. Essa si occupa delle categorie aprioriche che sono predicato di tutto ciò che esiste e che sono il presupposto di ogni discorso, a qualsiasi oggetto lo si rivolga. Ciò malgrado, in quanto dottrina del logos pensiero, essa fa astrazione dalla relazione di queste categorie – essere, identità, causalità – con la realtà sensibile alla quale tali categorie si rivolgono. La logica sa cioè di essere logica di tutta la realtà e sa che non è lecito parlare di pensiero senza sapere che essere e pensiero coincidono COINCIDENZA DI LOGICA E ONTOLOGIA, TUTTAVIA si concentra sull’aspetto appunto LOGICO di tali categorie, prima del loro incarnarsi nel mondo reale. In questo senso essa non studia le cose ma il CONCETTO DELLE COSE 3 Dio prima della creazione • Siccome il punto più alto del sapere corrisponde al punto più alto dell’essere, la logica corrisponderà allo studio di DIO (lo Spirito, il Tutto) così come si presenta prima della creazione. Perché “prima della creazione”? Perché anche il sapere assoluto ha tre lati e, pur nella coincidenza di pensiero e realtà, la logica studia questa coincidenza ancora sul piano delle categorie di pensiero. Essa studia, cioè, Dio prima che il suo essere-pensiero, prenda carne e si concretizzi nella realtà effettuale. 4 La logica come teologia • La logica traduce in rigorose determinazioni concettuali le rappresentazioni di Dio di cui parla la religione. Dio per Hegel esiste, la prova ontologica di Sant’Anselmo coglie sostanzialmente nel segno. Tuttavia si tratta di un Dio che non è trascendente ma è identico alla totalità dei predicati possibili, è il tutto che si autoarricchisce in un processo infinito, così come lo vedremmo alla fine del processo. 5 Il metodo della logica Lo studio della logica comincia dalle categorie più semplici e universali del pensiero. Di queste si dimostra l’insufficienza, cioè la parzialità, l’incapacità di dare conto della complessità del reale e del suo sviluppo e, attraverso la tappa della loro alienazione in altro, si descrive il loro progressivo arricchirsi e determinarsi in un percorso in cui solo alla fine emergerà la vera dimensione incontraddittoria e compiuta. 6 LA LOGICA DELL’ESSERE Qualità – quantità - misura Nella logica dell’essere si studiano i momenti immediati del pensiero e della realtà così come si presentano nei loro aspetti in cui subitaneamente li si comprende. Si tratta dell’essere come IMMEDIATO INDETERMINATO riguardante tutto ciò di cui possiamo dire che genericamente “è”. Nel primo momento l’essere viene colto immediatamente come un “quale”. La percezione qualitativa è infatti il modo originario con cui entriamo in relazione con le cose. La qualità è la categoria in cui rientrano essere-nulla-divenire, infatti prima di tutto noi sappiamo che le cose sono, o mancano, e poi ci accorgiamo che in realtà cambiano. Nella quantità la qualità viene negata come indifferente . È questo il momento in cui pensiamo secondo pure numerazioni a prescindere dalle qualità delle cose. Nella misura si pone la sintesi dei primi due e l’essere viene considerato un “quanto qualitativo” cioè un oggetto che io posso quantificare proprio perché lo distinguo qualitativamente da altri oggetti e ne delimito così le proprietà, che poi vado a misurare. Ogni oggetto di pensiero dunque assume le sue caratteristiche peculiari quando se ne valutano gli aspetti qualitativi e quantitativi assieme. La determinatezza misurabile di qualcosa sono le sue qualità e i suoi aspetti quantitativi fusi in un solo sguardo che ci restituisce la misura complessiva, il criterio attraverso cui qualcosa è effettivamente quello che è. 7 La logica dell’essere • • • • La prima fase della percezione qualitativa delle cose ce le restituisce nella lor dimensione di essere, nulla e divenire. L’essere è ciò che cogliamo nel primissimo approccio con il mondo. Esso ci appare come ciò che semplicemente è. Ma in quanto l’essere è il concetto di ciò che è generalissimo e totalmente indeterminato, esso risulta un concetto alla fine “vuoto”. Così l’essere, astrattamente inteso, si trasforma nel suo opposto, il NULLA. Questa rovesciamento dell’essere nel nulla non è però definitivo. La verità di queste due categorie sta nel superiore concetto di DIVENIRE. Che cosa sintetizza concretamente gli opposti isolati di essere e nulla? Il concreto concetto di DIVENIRE infatti quando vediamo qualcosa cambiare essa è e allo stesso tempo non è più se stessa: non è più ciò che è stata e non è ancora ciò che sarà, mentre è ciò che è. Concretamente l’essere e il nulla si alternano come momenti dell’essere-che-diviene. Solo il divenire è quindi l’essere determinato. 8 La logica dell’essenza • Procedendo oltre la dimensione dell’esseremisura, il pensiero acquista profondità. Il pensiero riflette su se stesso cioè sul proprio modo di vedere le cose, superando l’immediatezza dello sguardo iniziale e arrivando a supporre che dietro a ciò che appare vi sia un essenza più profonda e vera: un’essenza interna viene opposta all’apparenza esterna. Tale essenza è quella vera realtà che spiega le apparenze. 9 L’essenza (bis) • L’essere immediato risulta pura apparenza o fenomeno, mentre al di là di essa si nasconde una verità più profonda o essenza (si veda per esempio la differenza tra realtà sensibile e mondo delle idee in Platone).Questo è il momento in cui si determina nella percezione dell’essere un’ opposizione tra apparenza e realtà profonda. La logica dell’essenza è anche, in questo senso, logica della differenza, in cui l’indeterminato iniziale si determina e specifica nelle proprie articolazioni interne, le une diverse dalle altre. 10 Dall’essenza al concetto • • Nel momento risolutivo della vera realtà (terzo momento della logica dell’essenza) si configura il rapporto tra un sostanza e i suoi accidenti, la cui verità si manifesta come rapporto di causa-effetto (la sostanza è causa degli accidenti che sono effetto). Ma le articolazioni interne con cui viene colta la realtà lasciano impregiudicato un rapporto soggetto oggetto in cui è dato per scontato che l’uno è esterno all’altro. C’è un pensiero che pensa il mondo come qualcosa di esterno a sé. Lo sviluppo successivo vorrebbe articolare le differenze della realtà in unità allo stesso modo di come il pensiero articola i suoi propri concetti e li unifica in sintesi superiori. Così si scorpre che il funzionamento del pensiero non è diverso da quello della realtà. Infatti quando mi faccio un concetto di una cosa, nel senso autentico del termine, ne colgo la verità solo in quanto scopro che le dinamiche della cosa sono le stesse del pensiero, che non è più diverso dalla realtà ma vi si identifica pienamente. 11 La logica del concetto E’ la logica del soggetto che è causa della realtà, cioè di una realtà che deve essere intesa come soggettività dispiegata. Ciò significa che la realtà non è altro che la trama dei concetti con cui viene pensata, cioè è un sistema di relazioni in cui il momento soggettivo del pensiero e quello oggettivo dell’essere sono da sempre sintetizzati assieme e per tal motivo generano un pensiero che è concreto e una concretezza che è razionale. Qui la logica assume un carattere di svolgimento e circolarità. La realtà tutta è un movimento a spirale che ritorna su se stesso a livelli sempre più alti. I suoi tre momenti fondamentali sono soggettivitàoggettività-idea. 12 Concetto 1: soggettività 1) La realtà si riferisce all’intelletto in quanto ha i concetti, in quanto io-penso e forma soggettiva della conoscenza. Qui Hegel studia le forme del giudizio e del sillogismo, cioè gli aspetti più propriamente formali del pensiero. Il sillogismo ci restituisce il funzionamento razionale della realtà, ma solo nel suo scheletro, ci parla ancora di una forma che deve prendere carne. 13 Concetto 2: oggettività 2) Ma l’io-penso si scopre coincidere con la realtà stessa e le sue determinazioni, meccaniche, chimiche e infine con la finalità immanente che si rinviene nel reale. Qui i concetti si fanno oggettivi, cioè parlano della natura e delle cose e vengono impiegati per stabilire scientificamente le leggi e le determinazioni del mondo. 14 Concetto 3: Idea • Quando il pensiero supera le sue parzialità soggettive e oggettive (in cui si concentra sulla forma del ragionare, o sulla natura da indagare), arriva a cogliere la piena unità del tutto come spirito. • L’idea è il pensiero che si coglie come soggetto e oggetto al tempo stesso, cioè come l’unità assoluta di soggettivo e oggettivo, dell’ideale e del reale, del finito e dell’infinito. Essa presenta • un momento teoretico (idea del vero) • uno pratico (idea del bene); e la loro sintesi assoluta cioè l’idea della verità tutta intera, conscia di sé e assolutamente coincidente con la realtà tutta. 15 SCHEMA 1 . La trattazione hegeliana della logica si articola in 3 momenti 1)Logica dell’ESSERE 2) Logica dell’ESSENZA che studia 3) Logica del CONCETTO che studia che studia I momenti immediati del pensiero e della realtà cioè i concetti più generali e le determinazioni meno specifiche Tutti quei concetti che hanno a che fare con l’emergere di una vera realtà contrapposta alle apparenze (ragion d’essere, fenomeno, identità e differenza, diversità e opposizione, positivo e negativo) Il pensiero in quanto dialettica che riunisce in sé i suoi momenti soggettivi e oggettivi e li concepisce come elementi di una totalità dove pensiero ed essere coincidono La filosofia della natura • La natura è per Hegel l’ALIENAZIONE dell’idea, cioè è l’idea che diventa, che si fa altro da sé, che nega la sua realtà puramente vaga, indeterminata, facendosi determinazione corporea, pietrificandosi nella COSA naturale, specifica, singolare, finita. In tal senso l’idea decade da sé stessa. 17 Decadenza dell’idea • Il decadere dell’idea e il suo negarsi nella natura comporta anche il venir meno (fino ad un certo punto) della sua pura razionalità. Nella natura infatti permane un residuo di irregolarità indeterminata, pur restando la natura un momento del farsi del concetto, un momento dello sviluppo dello spirito. Ciò fa sì che la natura rimanga, in quanto momento del farsi dello spirito, qualcosa di determinabile mediante leggi (le leggi scientifiche della fisica), ma in quanto decadenza dall’idea spirituale e sua pietrificazione, qualcosa di esposta all’irregolarità, all’accidentalità e al disordine. 18 La contingenza • Caso, contingenza, disordine hanno dunque la loro sfera di legittimità all’interno della natura, BENCHÉ nella dinamica del farsi dello spirito tale disordine vada concepito come un momento destinato ad essere superato in una superiore razionalità. 19 Suddivisione della filosofia della natura • La filosofia della natura indaga con la MECCANICA i concetti fondamentali della realtà materiale: i corpi, spazio e tempo, materia e movimento; con la FISICA gli elementi della materia, i concetti di peso, coesione, suono, calore, i processi magnetici, elettrici e chimici con l’ORGANICA la natura vegetale e l’organismo animale secondo l’idea che la realtà naturale nel suo processo di sviluppo culmini con la vita. 20