Sistema Elettorale USA

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Il Sistema Elettorale USA
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In base alla Costituzione,
l'autorità ultima, politica e
governativa, è affidata
all'elettorato statunitense.
Il popolo comunque non
esercita questo diritto
direttamente, ma delega
gli affari quotidiani del
governo ai funzionari
pubblici, sia eletti che
nominati.
Liste Elettorali ed Elettori
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Contrariamente a molti altri paesi democratici, negli USA è
necessario iscriversi alle liste elettorali per votare, e la
procedura non è gratuita.
Con il 19° emendamento del 1920 gli USA garantirono il
voto alle donne, seguendo l’esempio di Inghilterra,
Australia e Nuova Zelanda.
Nonostante il 15° emendamento avesse garantito il voto ai
neri già nel 1870, fu solo con il Voting Rights Act del 1965
che le pratiche discriminatorie nei loro confronti cessarono
completamente. Il numero di afro-americani registrati nelle
liste elettorali passò dal 5% nel 1960 al 60% nel 1968.
Il Presidente
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1.
2.
3.
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La Costituzione prevede solo tre requisiti
per la candidatura a presidente degli USA:
Avere 35 anni di età
Essere cittadino Americano
Essere residente negli USA da almeno 14
anni
Non è quindi necessaria alcuna
affiliazione partitica per candidarsi
Il Congresso
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Il Congresso USA è
formato da Senato e
Camera dei
Rappresentanti.
Il Senato ha 100 membri,
due per ogni stato, che
restano in carica per sei
anni.
La Camera ha 435
membri, eletti in
proporzione alla
popolosità degli Stati, che
restano in carica per 2
anni.
Ogni 2 anni si eleggono
1/3 dei senatori e tutti i
deputati.
Grandi Elettori
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Si chiamano grandi elettori i delegati che si riuniscono per
eleggere il presidente. Essi sono eletti su base statale e il
loro numero è pari alla somma dei senatori e dei deputati
dello Stato stesso.
I grandi elettori sono 538. I senatori sono 100 - due per
ogni Stato - e i deputati sono 435 - assegnati
proporzionalmente alla popolazione residente nello Stato
(1 ogni 475.000 abitanti).
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Si aggiungono 3 rappresentanti del Distretto Federale di
Washington, che non fa parte di nessuno stato e ottiene
un numero di rappresentanti proporzionale alla
popolazione ma obbligatoriamente non superiore a quello
dello stato meno popoloso.
La conseguenza di questo sistema è che gli stati meno
popolosi sono sovra rappresentati, e che basta vincere la
maggioranza dei consensi in uno stato per ottenere tutti i
voti elettorali. Un presidente può quindi essere eletto
senza avere la maggioranza dei voti popolari, come
accadde nel 2000.
Se nessun candidato ottiene la maggioranza assoluta dei
voti, la scelta spetta alla Camera dei Rappresentanti.
Questa situazione si è verificata solo 2 volte (1820 e
1824).
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In 48 Stati su 50 l’elezione
dei grandi elettori è
maggioritaria.
Le due eccezioni sono
Maine e Nebraska. Il
primo elegge 4 grandi
elettori e il secondo 5. I
due grandi elettori che
corrispondono ai due
senatori di cui ogni Stato
dispone vengono eletti con
il sistema maggioritario. I
rimanenti, corrispondenti
ai seggi alla Camera dei
Rappresentanti, sono
assegnati in modo
proporzionale.
Aspetti Generali
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Negli Stati Uniti, le elezioni del Presidente, del Vice
Presidente e dei membri del Congresso si tengono negli
anni pari: ogni due anni sono eletti tutti i membri della
Camera dei Rappresentanti e un terzo dei componenti del
Senato, mentre il Presidente e il Vice Presidente sono eletti
ogni quattro anni.
La campagna elettorale inizia in autunno, ma durante
l’estate si tengono i caucus e le elezioni primarie per
decidere chi saranno i candidati.
Il voto avviene il martedì successivo al primo lunedì di
novembre del quarto anno dopo l’ultima elezione
presidenziale.
Elezioni Primarie
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Gli iscritti alle liste elettorali scelgono tramite
assemblee a livello statale (caucus) i delegati che
andranno alla Convention Nazionale.
Nella maggior parte degli Stati, si richiede che i
delegati scelti nelle primarie votino per il
candidato al quale si sono impegnati a dare,
durante i ballottaggi in sede di convention
nazionale, un determinato numero di voti, ma
possono anche esserci delegati non vincolati
(uncommitted).
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I delegati nominati nelle
assemblee locali e nelle
Convention Statali si
recano alla Convention
Nazionale, dove viene
scelto il candidato che
concorrerà alla presidenza.
Le Convention sono
oramai un’occasione per
fare propaganda e
cominciare ufficiosamente
la campagna elettorale,
grazie al grande interesse
mediatico che suscitano.
La Campagna Elettorale
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Dopo la Convention i candidati cominciano la campagna
elettorale, viaggiando di stato in stato per partecipare a
convegni e manifestazioni pubbliche. Nel contempo il loro
staff si occupa di spot pubblicitari, raccolta fondi,
incoraggiamento alla registrazione nelle liste elettorali,
reclutamento volontari che facciano propaganda a livello
locale, sondaggi, e via dicendo.
Molto importanti anche i dibattiti televisivi fra il candidato
e l’incumbent (il presidente in carica), che a volte sono
stati decisivi nel determinare la vittoria di uno dei due
(Kennedy vs Nixon, 1970).
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Una legge del 1971 e successivi emendamenti hanno posto
limiti ai contributi che i candidati possono ricevere e alle
spese che possono effettuare, e ha previsto inoltre il
finanziamento federale di parte delle primarie e delle
elezioni generali in determinate condizioni.
Nel 2004 i candidati alla presidenza hanno speso 1,2
miliardi di dollari nella campagna elettorale. Nonostante la
presidenza sia aperta a tutti, pochi sono effettivamente in
grado di raccogliere le cifre necessarie senza attingere
pesantemente dal proprio patrimonio personale, limitando
le possibilità di candidatura per i cittadini meno abbienti.
La mancanza di fondi federali inoltre rende di
fondamentale importanza il contributo di enti privati quali i
PACS (Political Action Committes), che fanno capo a
lobby di vario tipo (imprenditoriali, sindacali,
ambientaliste).
Indice di disproporzionalità
Indice di
Gallagher
Presidenziale 1945-1996
45,38
Numero di
elezioni
12
Presidenziale 1996-2004
49,54
2
Presidenziale 1945-2004
45,97
14
Parlamentare 1945-1996
4,9
25
Parlamentare 1996-2004
2,6
4
Parlamentare 1945-2004
4,6
29
Conclusioni
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Dai dati si riscontra che
l’indice di disproporzionalità
presidenziale è aumentato a
causa del distacco minimo
fra i contendenti verificatosi
nelle ultime elezioni.
In particolare Bush nel 2000
vinse pur avendo ottenuto
mezzo milione di voti
popolari in meno di Gore,
fatto verificatosi solo 4 volte
nella storia degli Stati Uniti
(1824, 1876, 1888, 1960).
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La disproporzionalità
parlamentare è invece
diminuita di circa 2
punti, un calo che
sembra iniziato già tra il
’92 e il ’94.
Le cause potrebbero
essere legate al
riequilibrio del voto
popolare fra
repubblicani e
democratici, con uno
stabile predominio dei
primi, e anche al
ridisegno dei distretti
elettorali (redistricting,
gerrymandering) che ha
ridotto i seggi
contestabili al 10% del
totale.
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