Claudio Prigioni
IL SUOLO
La composizione del suolo è molto importante per la vita delle piante. Il suolo è un complesso sistema
biochimico da cui le radici della pianta traggono non solo l’acqua ma anche tutti gli elementi chimici che la
nutrono, garantendone la crescita e lo sviluppo. Inoltre la presenza di piccoli animali, insetti e microrganismi
(ad esempio funghi e batteri) condizionano la vita fisiologica e biologica della pianta. Si può dire che il suolo
evolve le proprie caratteristiche in base all’influenza climatica, alla presenza di animali e di piante ed, infine,
all’intervento dell’uomo. Un suolo naturale ha un’evoluzione più lenta rispetto ad un suolo coltivato. Il suolo è
composto da solidi (minerali e materiali organici), liquidi (acqua e sostanze disciolte) ed organismi viventi: tutti
questi elementi determinano le caratteristiche chimico-fisiche del suolo, e di conseguenza la sua fertilità. Un
corretto trattamento del suolo è necessario per mantenerne la fertilità ed ottenere produzioni migliori e più
abbondanti, nel rispetto dell’ambiente.
La struttura fisica del suolo dipende dalle dimensioni delle particelle che lo compongono
Inoltre, le particelle si distinguono anche a seconda della forma e della massa
volumica (massa per unità di volume).
DIAMETRO DELLE PARTICELLE (mm) CLASSIFICAZIONE
>2
scheletro
2 - 0.2
sabbia grossa
0.2 - 0.02
sabbia fine
0.02 - 0.002
limo
< 0.002
argilla
La composizione fisica del suolo condiziona importanti aspetti del terreno, come la capacità di assorbimento, la
resistenza, l’adesività e la plasticità.
Proporzione dei principali
componenti del suolo (in volume).
I quattro componenti principali del suolo, minerali,
sostanza organica, acqua e aria, possono variare
notevolmente ma sono intimamente connessi tra loro
a formare un tessuto poroso, permeato da acqua e
aria che determina un ambiente favorevole alla vita
delle piante, dei microrganismi e degli animali.
L’acqua contiene soluti organici ed inorganici e prende
il nome di soluzione del suolo. L’aria del suolo
presenta in genere concentrazioni di anidride
carbonica più elevate di quelle contenute
nell’atmosfera e tracce di altri gas che derivano dal
metabolismo dei microrganismi.
APPORTI ORGANICI
Gli apporti organici al suolo derivano essenzialmente
dall'attività biologica di macro- e micro-organismi
animali e vegetali, dai loro residui post-mortali e dai loro
prodotti a vari stadi di decomposizione.
Origini e traformazioni dei residui organici
La fotosintesi è il processo fondamentale che
fornisce materiale grezzo per la sintesi dell’humus
nel suolo. Le piante superiori usano l’energia solare,
l'acqua ed i nutrienti del suolo per produrre lignina,
cellulosa, proteine ed altre molecole organiche
complesse, necessarie alla costruzione delle loro
strutture. Questa varietà e complessità strutturale dei
vegetali giustifica la presenza e l'attività di numerosi
organismi nel suolo coinvolti nel processo di
decomposizione.
Durante la decomposizione, parte del C (carbonio)
organico è rilasciata nell’atmosfera come anidride
carbonica (CO2), parte è inglobata nella biomassa
microbica, il resto diventa parte della sostanza
organica del suolo: l'humus.
In un metro quadrato di terreno vivo possiamo trovare
- 4 bilioni di batteri e funghi;
- 500.000 flagellati
- 1.000.000 di nematodi
- 200.000 acari
- 80.000 anellidi
- 80 lombrichi
LA VITA DEL SUOLO
Se solleviamo un pezzo di legno rimasto a lungo a
contatto con il terreno, oppure alziamo un sasso
affondato nella terra, vedremo muoversi numerosi
lombrichi, millepiedi, formiche, e altri insetti, tutti delle
dimensioni di pochi millimetri.
Sentiamo anche un particolare “odore di terra” dato dai
miliardi di funghi microscopici e di batteri presenti nel
terreno fertile. Pochi centimetri sotto la superficie del
suolo vive dunque una moltitudine di piccoli organismi
che trascorrono la loro esistenza al buio e all’ umido.
Se meditiamo su queste cifre, possiamo concludere che
la maggior parte degli animali vive sotto terra.
Macrorganismi
Presiedono alla disgregazione fisica e all'amminutamento
dei macro-residui organici. Facilitano e rendono più rapida
l'azione dei microrganismi. La loro attività è
sostanzialmente legata ai diversi fattori climatici ed alla
quantità e qualità dei residui incorporati nel suolo.
Contribuiscono sensibilmente ai cicli naturali degli
elementi nutritivi ed hanno un ruolo fondamentale nel
rimescolare e rendere più omogeneo il profilo del suolo
(lombrichi).
Microrganismi
Provvedono alla decomposizione chimica dei residui
organici più semplici e di minori dimensioni. Le
popolazioni sono fortemente influenzate dalla qualità dei
residui, dalle condizioni ambientali e dalle specifiche
caratteristiche fisiche e chimiche del suolo (umidità,
struttura, rapporto C/N, ecc.).
Humus
La componente organica non
vivente spogliata della frazione
leggera, cioè i residui animali e
vegetali a vario stadio di
decomposizione, è comunemente
chiamata humus.
SCHEDA PER LA COSTRUZIONE
DI UN ESTRATTORE DI BERLESE
con
Contenitore con
alcool 70%
Materiali:
 imbuto 25-30 cm di diametro
 setaccio (o colino o rete) con maglie di circa
2-3 mm
 lampada da tavolo con lampadina da 40 W
 supporto per imbuto
Il supporto va posto sotto all’imbuto e deve
permettere di sostenerlo senza pericoli di
rovesciamento.
La lampada va collocata in modo da essere
distante dal suolo 15-30 cm.
Il vaso con l’alcool (e acqua) va posto sotto
all’imbuto per raccogliere gli esemplari, con
l’attenzione di non farvi cadere terra dentro.
Da un determinato ambiente si preleva un campione di lettiera superficiale e di suolo
(profondità di 5-10 cm circa) e si mette in un sacchetto di plastica per trasportarlo in aula
Si prepara l’estrattore di fauna di Berlese.
Si pone il campione raccolto nell’estrattore sistemato su un vaso contenente alcool
diluito al 70% (liquido alto circa 1 cm). Si accende la lampada, in modo che il calore,
facendo evaporare l’acqua del suolo costringa gli animali presenti nel campione, alla
caduta nel recipiente sottostante.
Nota: è importante non urtare l’estrattore per evitare di fare cadere terra all’interno.
Quando il campione si è completamente essiccato (da 3 giorni a una settimana a
seconda della quantità di suolo e dell’umidità presente) si preleva con una pipetta
qualche goccia di alcool con gli organismi. Le gocce vengono poste su vetrini
portaoggetti e sono osservate al microscopio stereoscopico.
Stimola gli alunni a ipotizzare qual è il compito degli organismi trovati, indirizzando le
risposte in modo da trovare un collegamento con la biodiversità e il ruolo della
sostanza organica in un suolo.
.
LOMBRICO = intestino del mondo
Clitello, in cui sboccano
gli organi riproduttivi
I lombrichi sono anellidi; il loro corpo è infatti costituito da tanti anelli in cui alcune strutture (es. apparato escretore, organi
riproduttivi) si ripetono in modo ordinato.
I lombrichi si nutrono dei batteri presenti nella terra. Pertanto passano la loro vita (la durata media di un lombrico è di 4-6 anni)
ingerendo grandi quantità di terra, da cui assorbono particelle organiche e appunto batteri. La terra, una volta che ha attraversato
il loro intestino, viene nuovamente espulsa e compare sulla superficie dei giardini o dei campi sotto forma di un grumo
vermiforme. Il lavoro che compiono è enorme. I sassi che si trovano sotto terra, sono stati sepolti proprio grazie all'attività
incessante dei lombrichi, che rivoltano continuamente il terreno e in questo modo ne impediscono la compattazione, aerandolo. I
lombrichi sono animali ermafroditi, vale a dire che hanno organi sessuali maschili e femminili.
Se si accarezza un lombrico nella parte ventrale dalla parte posteriore verso quella anteriore, si può apprezzare la presenza di
setole, che aiutano l'animale a muoversi. I lombrichi respirano attraverso la pelle, che rimane sempre umida, grazie alla
produzione di una sostanza vischiosa. Il lombrico, però, non riesce a vivere in ambienti secchi, per cui, fuori della terra, muore
I lombrichi vivono nel terreno a varie profondità
lettiera
Lombrico epigeo
Canali verticali:
consentono
l’areazione fino agli
strati più profondi
Lombrico ipogeo
Diplopodi (Millepiedi)
In caso di pericolo si avvolge a spirale (vedi foto a destra) in modo da
proteggere le parti più delicate del suo corpo; possiede anche delle ghiandole
che producono una secrezione dall'odore ripugnante. Si nutre di resti vegetali
ed animali. Vivono in ambienti umidi.
limaccia
chiocciola
Zecca
Visione ventrale.
ragno
Forma
ectoparassita
ematofaga.
Notare
l'apparente mancanza di divisione del corpo.
L'addome e' fuso con il torace in modo non
riconoscibile; in seguito a tale fusione tutto il
corpo, in molte forme, e' coperto da uno scudo
unico più o meno sclerotizzato detto carapace.
Altra caratteristica di questi animali e' la regione
cefalica,
ben
distinta,
detta
capitolo
(o
gnatosoma), formata da cheliceri e pedipalpi e
spesso dorsalmente protetta da un rostro. Notare
le quattro paia di arti ambulacrali formate da sei
articoli, l'orifizio genitale posto anteriormente,
l'ano posteriore e lo spiracolo tracheale laterale.
Gli acari insieme agli insetti, da cui differiscono perchè hanno otto zampe e non sei, sono le
specie viventi predominanti sulla terra. Se ne conoscono più di 50.000 specie diverse. Alcuni
giorni dopo l'accoppiamento la femmina depone le uova da cui poi nascono le larve che si
trasformano in adulti: il ciclo di vita del Dermatofagoide della polvere domestica è di circa 70
giorni (è molto importante sapere questo se si vogliono utilizzare con efficacia gli acaricidi non
sempre efficaci sulle uova
Gli acari si fanno trasportare dalle correnti di aria all'interno dei locali, si attaccano ai vestiti o
a grossi insetti (mosche e scarafaggi). Si nutrono di tutto ciò che è organico: forfora, peli, pelle
desquamata (ognuno di noi ne perde sul letto 1 grammo al giorno). L'acaro è troppo grande
per essere inalato così in profondità nelle vie aeree e per poter causare l'asma; in realtà
l'allergia è provocata dalla inalazione delle sue particelle fecali grandi non più di pochi
milionesimi di millimetro. Gli acari vivono a casa o in ambienti confinati perché qui trovano le
condizioni ideali per potere crescere: cibo, umidità tra 60% e 80%, temperatura tra 15 e 30
gradi con oscillazioni inferiori a 5 gradi, poco ricambio d'aria soprattutto d'inverno.