G.W.F. Hegel
I caposaldi del pensiero
hegeliano. La dialettica
2. La dialettica è il metodo
della filosofia e la legge
suprema della realtà
Contro i romantici
• Hegel polemizza con la pretesa
romantica di cogliere l’Assoluto, al di là
dell’intelletto, in modo immediato, con il
sentimento, l’intuizione, la fede:
 non che sia sbagliato oltrepassare
l’intelletto, che è limitato al finito (cf. Kant);
 da rifiutare è la pretesa di conoscere l’Infinito
in modo immediato, ametodico, e perciò
ascientifico.
Mediazione
• Per Hegel il vero sapere non si attua
nell’immediatezza, ma è mediazione,
ossia avviene attraverso un percorso.
• Perciò implica un metodo (=“attraverso la
via”) che detti i passi di questo cammino.
• Occorre trovare il metodo che trasformi la
filosofia in scienza dell’Assoluto.
Dialettica: metodo
• Il metodo della filosofia è costituito dalla
dialettica:
 non più intesa in senso negativo, come per
Kant e Aristotele,
 ma con il valore positivo che aveva in origine
nel pensiero greco (cf. Zenone e Platone);
• che per Hegel assume una nuova forma
triadica, corrispondente ai momenti dello
sviluppo dell’Assoluto.
Dialettica triadica
• Il pensiero non si deve limitare a far
emergere delle contrapposizioni
(dividere una tesi da un’antitesi).
• Ma deve oltrepassare la contraddizione
per ottenere una verità più alta (sintesi).
• La positività della tesi è recuperata
attraverso la negazione della negazione
propria dell’antitesi.
Il filosofo e l’Assoluto
• Il processo dell’Assoluto è il processo
attraverso cui lo Spirito giunge a
conoscere se stesso.
• L’uomo non è fuori di questo processo: la
filosofia è propro il luogo di questa
autocomprensione dello Spirito;
• il metodo della filosofia, perciò, non sarà
diverso dal movimento attraverso cui lo
Spirito esiste e conosce se stesso.
Dialettica: legge universale
• La dialettica è perciò una legge sia
“ontologica” che “logica” (si ricordi che
essere = pensiero)
• ontologica: è il metodo attraverso cui lo
Spirito si attua;
• logica: è il metodo attraverso cui lo Spirito
si conosce e l’uomo conosce lo Spirito
(=metodo della filosofia).
I lati della dialettica
• I termini “tesi”, “antitesi” e “sintesi” non si
trovano nella pagine di Hegel che, a
proposito del pensiero, preferisce parlare
di “lati”:
1. lato astratto o intellettivo;
2. lato dialettico o negativamente razionale;
3. lato speculativo o positivamente razionale.
Lato astratto
• Nel primo lato opera l’intelletto che è la
facoltà che astrae i concetti, conducendo
dal particolare all’universale.
 Si tratta di una funzione importantissima e
irrinunciabile per la filosofia;
 il suo limite è considerare i concetti come
qualcosa di distinto, definito, separato:
 l’universale astratto diventa un nuovo
particolare.
Lato dialettico
• La ragione fluidifica la rigidità dei
concetti astratti provocando l’emergere di
contraddizioni, prima nascoste:
 ogni concetto appare contraddittoriamente
implicato dal suo contrario: (es.: l’uno non
può pensarsi senza i molti e viceversa).
 La finitezza/determinatezza dei concetti
astratti si rivela per ciò che è: negazione (il
finito è se stesso in quanto non è altro).
Lato speculativo
• La ragione supera la contraddizione,
non abolendola, ma cogliendo una
superiore unità delle determinazioni
contrapposte
 Si tratta di una riaffermazione del positivo
della tesi che si attua attraverso la negazione
del negativo proprio dell’antitesi.
 E’ un superare che è al tempo stesso un
conservare, come indica il verbo aufheben.
Aufheben da un lato vuol dire togliere, negare, e in tal
senso dicamo ad esempio che una legge, un’istituzione, ecc.
sono soppresse, superate (aufgehoben). D’altra parte però
aufheben significa anche conservare, e in questo senso
diciamo che qualcosa è ben conservato mediante l’espressione
wohl aufgehoben. Quest’ambivalenza […] non deve
essere considerata casuale, […] al contrario, in
quest’ambivalenza va riconosciuto lo spirito
speculativo della nostra lingua che va al di là
della semplice altrenativa “o-o” propria
dell’intelletto.
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