La 1ª guerra mondiale (1914-18)
Da Sarajevo alla guerra
 Attentato di Sarajevo e scoppio della
guerra in Europa
 Intervento italiano
 Guerra di posizione
1917: anno di svolta
 Guerra sottomarina e intervento USA
 La Russia sovietica si ritira
 Disfatta di Caporetto
La fine degli imperi centrali
 Diaz guida la controffensiva
I.I.S. “Carlo Urbani” – Ostia
 Trento e Trieste città italiane
A cura del prof. Luigi O. Rintallo
 La pace di Versailles
La 1ª guerra
mondiale/1
Da Sarajevo alla guerra
Gavrilo Princip, un terrorista
serbo, uccide a Serajevo
l’arciduca d’Austria Francesco
Ferdinando e sua moglie (28
giugno 1914).
In virtù delle alleanze in atto,
Regno Unito e Francia
intervengono al fianco della
Russia contro l’Austria, sostenuta
dalla Germania di Guglielmo II.
L’Italia, invocando la natura
difensiva della Triplice Alleanza
con Germania e Austria, si
dichiara neutrale. Già in agosto,
tuttavia, un coinvolgimento italiano
è sollecitato da entrambi gli
schieramenti in guerra. Intanto, il
Giappone interviene contro la
Germania impadronendosi delle
sue colonie in Asia.
Un mese dopo l’Austria dichiara
guerra alla Serbia, dando inizio
alla 1ª guerra mondiale.
In agosto l’Italia dichiara guerra
anche alla Turchia, dove in aprile
a Gallipoli sono sbarcati gli Anglofrancesi. Per la scarsità dei mezzi,
le ripetute offensive italiane
sull’Isonzo non riescono a
sfondare il fronte degli Austriaci,
che nel ’16 intraprendono la
“spedizione punitiva” per aggirare
gli Italiani. Cadorna organizza a
stento la resistenza. A giugno
Salandra è sostituito da Boselli in
un governo di unità nazionale.
Gli Austro-tedeschi contano di
schiacciare la resistenza dei
nemici (Francesi a Ovest e Russi
a Est) in pochi mesi.
Mentre in Italia ci si divide fra
interventisti e neutralisti, a Londra il
governo Salandra si accorda con
l’Intesa per intervenire contro gli
Austro-tedeschi nel maggio 1915.
Benché dapprima in Parlamento
prevalgano i neutralisti guidati da
Giolitti, dopo gli scontri in piazza delle
“radiose giornate” di maggio,
l’assemblea vota i poteri straordinari
al governo. L’esercito italiano,
guidato dal gen. Cadorna, inizia le
ostilità contro gli Austriaci varcando il
confine in Veneto.
Dopo la nona, fallimentare, battaglia dell’Isonzo del novembre 1916 l’esercito italiano
interrompe le operazioni belliche sino al maggio 1917. L’8-9 marzo 1917 scoppia in
Russia la rivoluzione di febbraio che depone lo zar e dà vita a un governo provvisorio, il
quale decide di continuare a combattere, nonostante la situazione disastrosa in cui si
trova la nazione. Inglesi e Francesi avviano intanto trattative sulla spartizione dell’Impero
turco, che suscitano i malumori dell’Italia inizialmente esclusa dai negoziati.
Passando per il neutrale Belgio i
tedeschi penetrano in Francia, ma
qui l’offensiva si arresta anche per
l’intervento inglese. La prevista
guerra lampo assume i caratteri di
una guerra di logoramento.
Sul fronte orientale, i Russi sono
battuti in Prussia mentre
respingono gli Austriaci verso i
Carpazi. A novembre ’14 la
Turchia, timorosa dell’espansione
russa, si schiera con gli Austrotedeschi e chiude i Dardanelli
impedendo le comunicazioni della
Russia coi suoi alleati.
La situazione è di stallo: come lo
sbarco anglo-francese a Gallipoli
(costato 30.000 morti), fallisce pure
l’attacco tedesco su Verdun. I Russi
penetrano nei Carpazi, tanto che i
loro successi spingono a intervenire
con l’Intesa la Romania. Ma
quest’ultima già nel dicembre ‘16 è
costretta alla resa dalla
controffensiva tedesca.
La 1ª guerra
mondiale/2
1917: anno di svolta
Per interrompere i rifornimenti
dagli USA all’Europa, i sottomarini
tedeschi affondano navi
americane. Nell’aprile 1917 gli
USA entrano così in guerra a
fianco dell’Intesa.
Il 6-7 novembre 1917 in Russia la
rivoluzione di ottobre porta al
potere i bolscevichi di Lenin,
contrario a proseguire la guerra. I
socialisti di Kerensky e i
menscevichi sono estromessi dal
governo. Lenin assume i pieni
poteri e annulla i risultati del voto a
lui sfavorevoli. Il 15 dicembre 1917
il governo bolscevico di Lenin
firma l’armistizio con gli Imperi
centrali, che il 3 marzo 1918 sarà
seguito dalla pace di Brest Litovsk
fortemente penalizzante per la
Russia che perse vasti territori.
Il fronte russo va disgregandosi,
anche a seguito della lotta interna
fra governo provvisorio e soviet.
Lenin rientra in Russia.
Nel tentativo di aggirare le truppe
inglesi, i Tedeschi attaccano nelle
Fiandre. Ma in luglio la seconda
battaglia della Marna li costringe a
indietreggiare. Contando
sull’appoggio di un milione di
soldati americani, inizia una
grande controffensiva dell’Intesa
nell’estate 1918.
A ottobre ’17 l’offensiva austrotedesca di Caporetto coglie di
sorpresa l’esercito italiano,
provocando lo sbandamento
dell’intero fronte.
Un regio decreto istituisce una
commissione d’inchiesta su Caporetto. Il
segretario del partito socialista, Lazzari, è
arrestato con l’accusa di disfattismo.
Intanto, il disimpegno a Est, permette agli
Austro-tedeschi di avviare una serie di
offensive sul fronte occidentale.
L’8 agosto 1918 l’esercito tedesco ha la sua “giornata nera” (Ludendorff), cedendo di
fronte all’attacco di carri armati inglesi. L’esercito USA, più fresco e meglio equipaggiato,
ottiene nuovi successi in Francia. Sul fronte asiatico, durante la guerra, il governo turco
porta a compimento lo sterminio di oltre un milione di Armeni, il primo eccidio di massa del
sec. XX. Ciò non servì tuttavia a scongiurare lo smembramento dell’Impero ottomano, che
dovette fronteggiare la rivolta delle popolazioni arabe sobillate dagli agenti inglesi, fra i
quali il più famoso fu Lawrence d’Arabia.
Cadorna si ritira sul Tagliamento,
attribuendo la sconfitta al
disfattismo e alla vigliaccheria dei
soldati (vengono catturati 280.000
prigionieri). Il governo Boselli si
dimette.
9.11.1917: il nuovo governo
Orlando affida il comando al
generale Diaz, che riorganizza il
fronte fermando gli austrotedeschi che non sfondano la linea
del Piave.
Sul fronte italiano, Diaz rinsalda il
morale delle truppe ricorrendo a
una più abile propaganda (con
promessa di distribuzione di terre ai
contadini) e a un miglioramento del
trattamento dei soldati.
La 1ª guerra
mondiale/3
La fine degli imperi centrali
Nel settembre 1918, dopo anni di
stallo, l’armata anglo-francoitaliana da Salonicco sfonda in
Bulgaria e dilaga nei Balcani.
Carlo I, succeduto nel 1916 al
padre Francesco Giuseppe, già
nel 1917 avvia tentativi per porre
fine al conflitto. Nell’ottobre 1918
la trasformazione dell’Impero
asburgico in stato federale
metteva le premesse per la sua
disgregazione. Nascono i governi
autonomi di Austria, Iugoslavia,
Cecoslovacchia e Ungheria.
Anche in Germania dapprima si
cambia il governo, quindi si avrà la
trasformazione in repubblica dopo
la mobilitazione guidata dai
socialdemocratici.
Al pari dell’Impero ottomano (che
si arrende all’Intesa il 31 ottobre
’18), anche l’impero austriaco non
riesce ad arrestare la crisi interna.
Dopo gli armistizi, nel gennaio
1919 a Berlino il governo
socialdemocratico, con l’appoggio
dei militari, reprime una
insurrezione comunista e vengono
uccisi la Luxemburg e Liebknecht.
Anche la Repubblica dei soviet di
Béla Kun in Ungheria, nell’agosto
’19, è debellata dalle truppe
romene in appoggio ai grandi
proprietari terrieri ungheresi.
Il governo italiano spinge il
prudente Diaz a intraprendere una
nuova offensiva. Il 24 ottobre ‘18
le truppe attraversano il Piave
dando inizio alla battaglia di
Vittorio Veneto.
L’11 novembre 1918, per la
Germania firma l’armistizio il
nuovo cancelliere repubblicano
Ebert. Lo stesso giorno
l’imperatore tedesco Guglielmo II
e quello austriaco Carlo I si
rifugiano all’estero.
Il presidente USA Wilson che, nel gennaio 1918, aveva presentato i 14 punti ispirati al
principio di auto-decisione dei popoli e dello scambio di reciproche garanzie, deve
rinunciarvi, anche perché in America va prevalendo la tendenza all’isolazionismo che
porterà gli Stati Uniti a non partecipare alla Società delle Nazioni, creata dopo la
conferenza per migliorare le relazioni internazionali. Dai trattati di pace l’Italia ottiene
Trento e il sud-Tirolo, Trieste e l’Istria, ma non Fiume che assume lo statuto di città
autonoma. Le è inoltre negato l’espansionismo verso i Balcani (pur previsto dai Trattati di
Londra del 1915) come pure l’assegnazione di nuove colonie.
L’esercito italiano non trova quasi
resistenza e l’avanzata procede
veloce. Il 29 ottobre 1918 gli
Austriaci chiedono l’armistizio
all’Italia.
Il 3 novembre ’18 gli Italiani
entrano a Trento e Trieste e il
giorno dopo termina la guerra sul
fronte italiano.
Mentre in Russia divampa la guerra
civile fra zaristi e bolscevichi, che
avranno la meglio solo nel 1920, si
avvia la conferenza di pace a
Versailles alla quale, per volontà di
Francia e Inghilterra, non sono
ammessi i Paesi vinti. Gli Anglofrancesi puntano a garantirsi la loro
supremazia in Europa, scaricando
sulla Germania ogni responsabilità
del conflitto.