La Vita nel Suolo - Scuola Media di Piancavallo

La Vita nel Suolo
Il Suolo
Il suolo, quello che spesso
noi chiamiamo “terra”; è una
pellicola che riveste la crosta
terrestre, una miscela di
composti organici ed
inorganici.
Il suolo è la parte più
superficiale della crosta
terrestre formatosi attraverso
un lento processo di
disgregazione e di
alterazione delle rocce, detto
erosione.
Tutti gli organismi che abitano sulla Terra hanno bisogno per vivere non solo della
presenza di acqua e di aria, ma anche di una “base solida”, rappresentata dal
suolo.
Le piante affondano le radici nel suolo ricavandone acqua e sali minerali.
Nel suolo vivono molti animali e anche l’uomo, sul suolo svolge le attività
agricole e costruisce strade, edifici e città.
Il processo di erosione
è iniziato alcuni miliardi
di anni fa.
Le rocce sono
continuamente
aggredite dagli agenti
atmosferici: sbalzi di
temperatura, ghiaccio,
vento, acqua e aria.
Essi lentamente le
rompono, dall’esterno
verso l’interno, in
frammenti sempre più
piccoli sino a
trasformarle in minute
particelle.
Gli sbalzi di temperatura tra il giorno e la notte dilatano e contraggono le rocce,
creando delle fessure in cui si infiltra l’acqua piovana; quando la temperatura si
abbassa e l’acqua si trasforma in ghiaccio, aumenta di volume e allarga le
fessure provocando il distacco di frammenti.
I ghiacciai sono altri
potenti agenti di
erosione.
Il vento, sollevando e trascinando particelle solide che
colpiscono le rocce agisce come un abrasivo.
Anche gli organismi contribuiscono
alla formazione dei suoli.
Le radici dei vegetali,ad
esempio,contribuiscono a sgretolare
le rocce.
I resti di vegetali e animali morti, ad
opera dei batteri decompositori,
arricchiscono i suolo di sostanza
organica.
Il suolo normalmente è un miscuglio di particelle diverse per aspetto,
dimensione e colore.
In base alle dimensioni,
la frazione inorganica
del suolo può essere
divisa in pietrisco,
sabbia grossolana,
sabbia fine, limo e
argilla, di
diametro via via più
piccolo.
Altre particelle del suolo
sono di origine
organica, cioè derivano
dalla decomposizione di
resti vegetali e animali.
La frazione organica del
suolo costituisce
l’humus.
Si riconosce la
presenza di humus dal
colore scuro e dalla
consistenza pastosa:
quanto più humus c’è,
tanto più il suolo è ricco
e fertile.
Il suolo non
contiene solo
particelle solide:
sono infatti
presenti anche
aria e acqua.
Queste due
componenti
occupano gli
spazzi presenti
tra le particelle
solide; quanto
maggiori sono le
dimensioni delle
particelle, tanto
maggiore lo
spazio a
disposizione per
acqua e aria.
L’acqua
scioglie i sali
minerali
presenti nel
suolo ed è
assorbita dalle
radici. L’aria
fornisce
l’ossigeno
indispensabile
per le radici,
per i batteri e
per altri piccoli
animali
terricoli.
Tra i numerosi abitanti del
suolo c’è il “porcellino di
terra” il cui nome
scientifico è Armadillium
vulgare.
È un crostaceo
dell’ordine
degli Isopoda.
Il suo corpo è
piatto e
possiede 8
paia di zampe
uguali.
Il corpo è formato da segmenti raggruppati in tre parti: il capo, il torace,
l'addome.
Ciascun segmento è dotato di appendici, che costituisco le
zampe.
Il capo e il torace sono fusi in un'unica regione corporea chiamata
cefalotorace.
Il capo è provvisto di due antenne che costituiscono gli
organi di senso.
Per sopravvivere ha bisogno di molta umidità e per questo si muove
soprattutto di notte per andare alla ricerca di cibo costituita da vegetali
e animali morti.
Si trova in quasi tutti gli ambienti, dalla pianura alla montagna. Di
giorno si ripara sotto ai sassi, ai tronchi, ai vasi.
Quando ha paura o
viene disturbato si
trasforma in una
“pallina”.
Questa è un’ottima
tattica contro i nemici
perché, formando una
pallina liscia e dura, è
difficile colpirlo e le
parti delicate, come le
zampe, le antenne e il
ventre, sono riparate
perfettamente.
Questa stessa tattica
serve anche per
difendersi da un
nemico invisibile: la
siccità.
Perciò, quando il loro rifugio sotterraneo si asciuga troppo,
emergono perché attratti dalla luce e vagano fino a che,
trovato un nuovo ambiente umido, tornano ad essere
amanti del buio e così sprofondano nel nuovo nascondiglio.
Le uova, frutto dell’accoppiamento vengono trasportate in una
sacca umida che si trova sotto all’addome.
Quando cresce effettua più mute che avvengono in due tempi;
prima nella parte posteriore del corpo e successivamente nella
parte anteriore. La parte di esoscheletro persa viene mangiata
dall’animale stesso. Si tratta di un dermascheletro formato da
chitina.
L’onisco viene inoltre
definito “fossile vivente”
in quanto è un animale
che ha mantenuto le
caratteristiche
morfologiche che
avevano i suoi antenati
vissuti milioni di anni fa.
Infatti le prime tracce di
onischi terrestri fossili
risalgono all’Eocene (
circa 50 milioni di anni
fa) e sono state
reperite nell’ambra,
resina fossile di una
conifera che viveva in
un’area oggi nei pressi
delle sponde del Mar
Baltico.
Come l’acqua e l’aria anche il suolo è una risorsa
limitata, quindi va continuamente protetto e difeso da
alterazioni quali la desertificazione, il disboscamento o
altri interventi distruttivi da parte dell’uomo.
BIBLIOGRAFIA
L. Leopardi, M. Gariboldi – Linea Scienze - La Terra e l’ambiente – Garzanti
Scuola
L. Leopardi, M. Gariboldi – Scienze Base moduli 1-5 – Garzanti Scuola
http://it.wikipedia.org/wiki/Armadillidium_vulgarehttp://www.ottovolante.org/
didattica/invertebrati/artropodi/onisco/onisco.htm
T. Durante, G. Moreno, E. Totaro Aloj – Introduzione alle Scienze
sperimentali – vol.1 – Ed. Le Monnier
Autori: Alessia e Gabriele classe 1media di Piancavallo