Corso di Pedagogia interculturale
AA 2010/11
Questionario di verifica e rinforzo
Le società diventano multietniche
La migrazione internazionale assume
proporzioni gigantesche
Siamo in una nuova preistoria?
• I contatti tra culture diverse sono più
frequenti
• La velocità delle comunicazioni e degli
spostamenti è in costante aumento
• L’espansionismo economico è in forte ripresa
• La logica del mercato occidentale si diffonde
in tutte le regioni del mondo
Si stanno disegnando nuove geografie e nuovi paesaggi?
Intercultura in pedagogia significa..
• Tollerare la diversità etnica
• Mescolare le culture e ibridarle
• Avere buoni rapporti con gli stranieri
Quali le tre prospettive di analisi nella
società post-moderna? (cap.I Paideia)
Tramonto della società
monoculturale
Le tensioni tra
globale e locale
Saper creare rapporti con la
diversità: la trasformazione
del vecchio mondo in un
mondo nuovo. Saper trovare
nuove categorie di pensiero
Il tramonto della società omogenea
“Sino ad oggi, osserva Michel Walzer,
l’incontro con l’altro non è mai stato tanto
diffuso”, anche se “genti diverse
coesistevano anche prima, ma con qualche
grado di separatezza fra loro: villaggi
separati, famiglie e diritti di famiglia
differenti, tribunali, tradizioni culturali e
linguaggi distinti…”
Seconda prospettiva di analisi
Tensioni globali e locali
Contro le nuove intrusioni ciò che prevale è la
logica dell’isomorfismo secondo cui, come
avverte Arjun Appaduraj, un paese non mette
mai in discussione i precedenti modelli di
cultura sociale.
Da qui la continua tensione tra omogeneità ed
eterogeneità culturale, tra identità nazionali
ed entità subalterne.
Terza prospettiva di analisi (Paideia)
L’ETICA DEL DISCORSO A FONDAMENTO DELL’INTERCULTURA
(non solo integrazione)
Come indicato del filosofo tedesco Karl Otto Apel (Verità e
comunicazione, 1992), si dovrà incrementare l’etica del discorso,
ovvero la pratica del discorso.
In una società plurietnica occorre una “corresponsabilità” tra gli esseri
umani:ed è ciò che facilita il transito tra etica e società, allorquando
cioè i problemi comuni della collettività vengono affrontati, in
una dimensione solidale e consapevole, col ricercare insieme le giuste
soluzioni, morali e legali.
Dal punto di vista intellettuale, ciò non presuppone il ritorno al singolo
soggetto, in quanto l’etica del discorso presuppone una soggettività
molteplice attraverso cui maturi una coscienza generale (un’etica
comune).
No ai diritti agli immigrati
Politici
Culturali (polietnici)
Civili o collettivi
Will Kymlicka:
per una teoria dei diritti delle
minoranze
”Stati multietnici” (Francia, Germania
Italia) paesi che si ritrovano con minoranze
culturali dovute a migrazioni recenti
Will Kimlicka:
la cittadinanza multiculturale
(1999)
Kymlicka non riconosce le richieste di quei diritti che mirano alla
costruzione di una società separata e autogovernata da parte delle
comunità di immigrati, diritto che egli sostiene invece con forza per le
minoranze degli "stati multinazionali", come ad esempio gli indiani
degli Stati Uniti e del Canada
L’integrazione
non deve comportare
l’organizzazione di una società
parallela, quanto piuttosto
la possibilità di portare con sé alcuni
elementi indispensabili
delle cultura propria.
Tutti i membri della società (maggioranza
e minoranza) dovranno dare il loro contributo
(bidirezionalità) con una dose
massiccia di buona volontà.
Il multiculturalismo
deve
servire solo
a liberare il potenziale
emancipatore del multiculturalismo
Melting pot: cosa significa?
La formazione interculturale
Terzo capitolo Paideia
James Clifford
sostiene che “l’identità
in senso etnografico non può che
essere mista, relazionale e inventiva”.
La formazione interculturale deve costruirsi attraverso
due fondamentali strumenti di cui occorre dotarsi:
1) Sguardo etnografico
2) Ottica post-colonialista
Racism, moral opprobrium
Razzismi, al plurale
Crisi dell’antirazzismo
TRE elementi …
Patriottismo/sciovinismo
Disuguaglianza
Esclusione
cittadinanza – equità - giustizia sociale
Il multiculturalismo, ovvero la visione
unitaria dell’umanità,
è un orientamento universalistico
verso i valori
Il multiculturalismo, o meglio,
il transculturalismo in senso morale,
è la dimensione in cui le culture,
senza i vari relativismi,
possono coesistere pacificamente a livello morale
Occorre una nuova domanda di civiltà
i nuovi presupposti :
- non chiedere ai cittadini di rinunciare a pratiche,
forme di vita e valori materiali specifici;
- favorire un allargamento del concetto etico e
antropologico di “diritti”, senza i quali è
impossibile una reciproca lealtà tra le culture;
- orientare alla maturazione degli atteggiamenti
di sensibilità verso le differenze;
-individuare itinerari culturali opposti alla logica
etnocentrica che usa l’autorità culturale del posto
per dominare le altre culture;
- non pretendere di livellare gli altri nel tentativo di
eguagliargli a sé per assimilarli o per ripristinare
gerarchie e sudditanze;
- muoversi in sostegno di una prospettiva
sovranazionale o cosmopolita in cui
l’interdipendenza possa costituire una dinamica
delle tante risorse a vantaggio di tutti
E per l’approccio didattico?
Accoglienza/integrazione
Multiculturalità
Interculturalità
Transculturalità
 Multiculturalità


Interculturalità
Transculturalità
•Messa a fuoco delle culture
•Mantenimento identità di origine
(la cultura come fattore protettivo)
•Scoperta “polifonica” di tradizioni,
civiltà, culture
•Cooperazione
•Reciprocità
•Dialogo
•Ricerca di una cultura innovativa,
mixata, ibridata (krasis)
•Sovranazionalismo culturale
(integrazione tra localismo e
universalismo)
Manifesto pot-ideologico
dell’intercultura
Occorre:
• dotarsi di un nuovo immaginario che vada oltre le identità e i (propri)
retaggi, le regressioni fondamentaliste (quelle che ricercano
autenticità, originalità, “purezze” e ritrovano vecchi pregiudizi..)
• considerare legittime le pluralità delle visioni del mondo (worldviews), accettabili su un piano di partenza;
• il proporsi di una educazione che ponga al centro la vita umana, la
dignità, non le essenze e le culture;
•investire in tutte quelle combinazioni critiche e creative di una
cultura così come si origina dai dialoghi concepiti con strumenti
discorsivi che annunciano possibilità innovative e creative;
•porsi obiettivi verso una “diversa” esistenza, che possa essere
riconosciuta come valida per tutti;
•aumentare le capacità di intellegibilità delle differenze culturali,
abbandonando quelle che portano all’incomprensione degli altri;
•concepire una identità morale che sappia conciliarsi con il suo
opposto, costantemente sottovalutato, negato, rifiutato, rigettato;
•insegnare a decolonizzarsi dai miti contemporanei del progresso,
della scienza e della tecnica come esclusiva forma di sviluppo (cioè
concepire modelli di pensiero che affrontino criticamente l’idea di
un progresso infinito attraverso l’economia posta come fine
assoluto);
•creare un movimento traduttivo che, alle carenza originarie e
superficiali di negazione del valore dell’altro, introduca le forme
letterarie, poetiche e artistiche, come sincresi equilibrate di varie
espressività;
•uscire dalla temporalità con cui trovare soluzioni provvisorie alle
sfide educative e dare piuttosto stabilità ai processi educativi da
concepirsi in uno spazio multiculturale integrato e interpolarizzato.
Domande:
•
Che cos’è la “transitività cognitiva? Sai fare un esempio?
Introducendo il concetto di filosofie erratiche Natoli indica tre carte
fondamentali per l’individuo contemporaneo che vive in società
multietniche post moderne complesse.. Sai quali sono?
La tolleranza è divenuta il perno fondamentale per la convivenza nelle
moderna società multietniche: chi sono gli autori che hanno scritto
opere sulla tolleranza?
Che vuol dire che oggi occorre dotarsi di un pensiero migrante?
Che vuol dire che occorre avere una nuova forma mentis?