Titolazioni complessometriche Le titolazioni complessometriche sfruttano la capacità di determinati composti organici di formare complessi stabili con ioni di metalli in soluzione. Struttura dei complessi complessi SPECIE CENTRALE CONTROIONE L LEGANTE Fonte: http://venus.unive.it/moretto/dispense/lezione5.pdf SPECIE CENTRALE: in genere l’atomo centrale è il catione di un metallo di transizione che tende a formare complessi a seguito dell’interazione tra gli orbitali di tipo d e orbitali s e p dei leganti. I legami risultanti, hanno energie tali che le lunghezze d’onda del visibile causano transizioni elettroniche. Per questo motivo i complessi, detti anche composti di coordinazione, sono colorati. LEGANTI: sono quelle specie che hanno almeno una coppia di elettroni spaiati disponibili per la formazione di un legame. CONTROIONE: ione necessario per l’elettroneutralità nel caso in cui il complesso sia carico. Il numero di complessi che un catione tende a formare con i donatori di elettroni (leganti) è il suo numero di coordinazione. Metalli di transizione Gruppo Periodo 4 Periodo 5 Periodo 6 Periodo 7 3 (III B) Sc 21 Y 39 Lu 71 Lr 103 4 (IV B) Ti 22 Zr 40 Hf 72 Rf 104 5 (V B) V 23 Nb 41 Ta 73 Db 105 6 (VI B) Cr 24 Mo 42 W 74 Sg 106 7 (VII B) Mn 25 Tc 43 Re 75 Bh 107 8 (VIII B) Fe 26 Ru 44 Os 76 Hs 108 9 (VIII B) Co 27 Rh 45 Ir 77 Mt 109 10 (VIII B) Ni 28 Pd 46 Pt 78 Ds 110 11 (I B) Cu 29 Ag 47 Au 79 12 (II B) Zn 30 Cd 48 Hg 80 I chelati I leganti possono essere classificati in diversi modi, a seconda del numero di legami coordinativi che essi riescono a formare con il metallo di transizione. Con il termine monodentate ci si riferisce a specie chimiche che riescono a formare un solo legame coordinativo; mentre quelle definite bidentate, tridentate, tetradentate, pentadentate ed esadentate, hanno a disposizione più doppietti elettronici e quindi possono formare più legami. I complessi che si formano da leganti polidentati sono detti chelati. MONODENTATI: NH3, Cl-, CH3COO-; BIDENTATI: H2N-CH2-CH2-NH2 (Etilendiammina) TRIDENTATI: H2N-CH2-CH2-NH-CH2CH2-NH2 (Diammino-dietiletilammina) TETRADENTATI: (HOOC-CH2)3N (Acido nitrilo-triacetico) ESADENTATI: (HOOC-CH2)2N-CH2-CH2-N(CH2-COOH)2 (Acido etilendiammino-tetra-acetico) Curve di titolazione A: legante tetradentato; B: legante bidentato; C: legante unidentato. Fonte: Douglas A. Skoog, Donald M. West F. James Holler; Chimica analitica una introduzione; edizioni EdiSes L’immagine mostra come i leganti tridentati o esadentati forniscono un punto finale molto più netto. Inoltre essi sono da preferire come titolanti nelle titolazioni complessomatriche perché: • le loro reazioni con i cationi sono più complete; • essi tendono a formare complessi 1:1. Titolazioni con acidi policarbossilici Definizione di acido policarbossilico: un acido policarbossilico è un composto organico che contiene due o più gruppi carbossilici (-COOH). Le ammine terziarie che contengono anche gruppi di acidi carbossilici formano chelati particolarmente stabili con molti ioni metallici. Applied Complexometry. New York: Pergamon, 1982 EDTA è il titolante complessiometrico più diffuso; forma complessi 1:1 con la maggior parte dei metalli (eccetto del gruppo 1 A) forma complessi stabili e solubili in acqua; è uno standard primario; Fonte: www.wikipedia.it È normalmente usato come sale di sodio per aumentarne la solubilità. L’EDTA forma complessi stabili con Ba2+, Ca2+, Cd2+, Fe2+, Fe3+, Hg2+, Mg2+, Mn2+, Ni2+, Sr2+. Complesso EDTA-metallo legante Fonte: www.wikipedia.it Gli ossigeni dei quattro gruppi carbossilici si deprotonano, ed una delle coppie alettroniche non condivise rimaste su di essi è disponibile per formare un legame di coordinazione con lo ione metallico. Anche i due atomi di azoto possiedono ciascuno una coppia di elettroni non condivisa, e formano un legame di coordinazione con Mn+. I complessi che si formano sono molto forti poiché si formano anello a cinque membri stabili, appunto i chelati. Dipendenza dal pH La forza e la stabilità dei complessi con l’EDTA dipendono principalmente dal pH. L’effettiva disponibilità dei doppietti elettronici necessari per i legami di coordinazione dipende dal grado di dissociazione dei gruppi acidi e quindi dal pH. Purtroppo, non è possibile effettuare le titolazioni con EDTA a pH molto basici, in quanto quello che si deve evitare è la precipitazione degli ioni metallici come idrossidi. Il fatto che spesso non si possa operare a pH sufficientemente basici fa prevedere che la reazione di complessazione sia meno completa del previsto (anche se comunque molto spostata verso la formazione del complesso). Indicatori per le titolazioni con EDTA Com’è stato più volte ribadito, una titolazione avviene in presenza di un indicatore opportuno, in grado cioè di virare in prossimità del punto di equivalenza. Nel caso delle titolazioni con EDTA, gli indicatori sono dei coloranti organici che formano chelati colorati con gli ioni metallici. L’indicatore più impiegato è il nero eriocromo T. esso è un acido triprotico: H2O + H2In- ↔ HIn2- + H3O+ H2O + HIn2- ↔ In3- + H3O+ I complessi metallici del nero eriocromo T sono generalmete rossi, come H2In-. Quindi fino al punto equivalente di una titolazione l’indicatore complessa lo ione in eccesso cosicché la soluzione è rossa. Con il primo leggero eccesso di EDTA la soluzione diviene blu in conseguenza della reazione: MIn- + HY3- ↔ HIn2- + MY2- dove: MIn-: indicatore complessato al metallo HY3-: EDTA dissociato MY2-: EDTA complessato al metallo Scopo delle titolazioni con EDTA Le titolazioni complessometriche con EDTA sono applicate nella determinazione di ogni ione metallico, ad eccezione degli ioni dei metalli alcalini. L’EDTA potrebbe sembrare privo di selettività ma, in realtà, un notevole controllo delle interferenze può essere esercitato mediante la regolazione del pH. Inoltre, l’interferenza da parte di un particolare catione può essere talvolta eliminata aggiungendo un opportuno agente mascherante, ossia un agente complessante che reagisce selettivamente con l’interferente presente in soluzione. Facendo ciò impedisce al componente di interferire durante l’analisi. Tipi di titolazione con EDTA Titolazione diretta: i cationi sono titolati direttamente con soluzioni standard di EDTA usando come indicatore nero eriocromo T. Retro-titolazione: un eccesso noto di soluzione standard di EDTA viene aggiunto alla soluzione contenete l’analita. Quando la reazione è completa l’accesso di EDTA viene retro-titolato con una soluzione standard di magnesio o di zinco ad un punto finale con nero eriocromo T. Questa procedura è utile per la determinazione di cationi che formano complessi stabili con l’EDTA e per i quali non è disponibile un indicatore efficace. Inoltre il metodo è molto usato per quelle specie ioniche che reagiscono lentamente con l’EDTA. Bibliografia e sitografia • Douglas A. Skoog, Donald M. West F. James Holler; Chimica analitica una introduzione; edizioni EdiSes • G.G. Bombi, V.B. Di Marco – Chimica Analitica 1 – A.A. 2008/2009; Dispense di laboratorio • http://venus.unive.it/moretto/dispense/lezione5.pdf