Le altre scuole /2

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Freud e la Psicoanalisi
A cura di Eleonora Bilotta
Freud e la psicoanalisi
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La psicoanalisi è una scuola che si sviluppò nei primi decenni del
1900 ad opera di Sigmund Freud, medico viennese che, insoddisfatto
della prassi terapeutica con cui venivano trattati alcuni pazienti che
presentavano disturbi psichici non ben identificabili con le malattie
allora conosciute, e fuori dai circuiti accademici, si dedicò alla cura
dell’isteria e delle nevrosi. Freud, riprendendo l’idea di inconscio,
ovvero del lato irrazionale dell’attività psichica di cui non siamo
coscienti, già presente nella filosofia di Herbart, Leibniz,
Schopenhauer, la utilizzò nel settore delle malattie mentali. Egli
intuì infatti che l’inconscio, o il mondo presente nella nostra psiche,
si potesse analizzare e che, riportato alla luce e reso il paziente
cosciente di tale mondo, avrebbe sicuramente giovato al paziente e
avrebbe fatto regredire i disturbi psichici.
Sigmund Freud
Immagini di Freud
Metodi di Freud
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I metodi da lui utilizzati furono
l’interpretazione dei sogni e il metodo
delle associazioni libere di idee,
inventando in tal modo la psicoterapia ed
esplorando in tal modo l’inconscio nel
dialogo paziente-terapeuta.
I principi dell’apparato psichico
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L’apparato psichico, secondo Freud può essere descritto
in termini di conflitto o di opposizione di forze presenti
contemporaneamente ed il comportamento umano è il
risultato dell’interazione fra le pulsioni e le forze ad esse
contrarie.
Le pulsioni (sessuale e aggressiva) spingono il soggetto
alla gratificazione, mentre le forze contrarie (regole
sociali) si oppongono alla gratificazione. Oppure ancora,
la conflittualità può essere descritta in termini
quantitativi, in base all’ipotesi che l’organismo abbia a
disposizione una certa quantità di energia(libido), che
deve trovare uno sfogo sia in forme lecite che illecite.
Immagine di Freud desunta da
un video d’epoca
Principi indicati da Freud
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I principi che Freud ha indicato sono i
seguenti:
 a)
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il principio di costanza, ovvero la tendenza
dell’organismo a ridurre le tensioni, riducendole al livello
più basso possibile per poter sopravvivere;
b) il principio del piacere, ovvero la tendenza a scaricare
immediatamente la tensione;
c) il principio della realtà, ovvero l’aggiustamento alle
condizioni imposte dall’esterno;
d) il principio della ripetizione, ovvero la tendenza a ripetere
esperienze intense già fatte, indipendentemente dagli effetti
sfavorevoli o nocivi sul soggetto stesso.
Il quadro della mente umana
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Freud distingue tre funzioni dell’apparato
psichico:
– 1. l’ES, che è l’istanza posta all’origine della
personalità, da cui si differenziano l’IO e il
SUPER- IO, è costituito da tutti i fattori
psicologici ereditari e presenti alla nascita,
compresi gli istinti; l’ES matura e cambia con
lo sviluppo e segue il prinicpio del piacere;
L’IO e il SUPER-IO

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2. l’IO obbedisce al principio di realtà e trattiene o sposta
la tensione fino a quando non localizza all’esterno un
oggetto su cui riversarla; scopo del principio di realtà è
impedire che la tensione si scarichi prima che sia
disponibile un oggetto atto a soddisfare il bisogno; l’IO
emerge quando il soggetto sviluppa la capacità di
separare concettualmente se stesso dagli altri, quando
riesce a scegliere e interagire con l’ambiente;
3. il SUPER-IO è l’antagonista dell’IO; il Super-IO è
l’ultimo a svilupparsi in ordine di tempo (trai tre e i
cinque anni) e rappresenta l’interiorizzazione dei valori
morali e delle idee della società trasmessi al bambino dai
genitori.
Jung
La teoria relazionale
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Mentre la psicoanalisi è la psicologia dell’IO, la
psicologia del Noi, fa capo alla Scuola Relazionale di
Palo Alto, i cui maggiori rappresentanti sono G. Bateson,
P. Watzlawick e D. Jackson.
In questo indirizzo psicologico l’oggetto di studio non è
identificato con le caratteristiche del singolo individuo
bensì con gli scambi che si instaurano fra le persone. Gli
psicologi della comunicazione, pur condividendo con il
behaviorismo l’idea che è impossibile studiare la mente,
ritengono tuttavia che sia possibile studiare i modi
attraverso i quali le persone comunicano.
Obiettivi
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Il primo assunto fondamentale di tale scuola è che per
studiare i processi comunicativi gli individui non
possono essere studiati in modo isolato, mentre i loro
comportamenti assumono un significato più completo se
vengono considerati come transazioni fra persone.
Un settore di questa scuola fu sviluppato da C. Rogers
che fondò la scuola analitico-esistenziale, secondo la
quale anche le malattie mentali sono un modo per
comunicare.
Secondo Rogers il disadattamento non va curato
isolatamente, ma nell’ambito di un gruppo.
Pragmatica
comunicazione umana
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della
Gli studiosi della “pragmatica della comunicazione
umana” ritengono che l’uomo sia un sistema aperto la cui
caratteristica di fondo è quella di relazionarsi con
l’esterno, attivando la capacità di scambiare
informazione con l’ambiente e la facoltà di sviluppare
nuove forme di adattamento; le varie parti di questo
sistema possono condizionarsi a vicenda (retroazione) in
moto tale che, se un elemento si modifica, influenza tutta
la totalità del sistema. Oltre l’individuo vengono studiati
anche i rapporti che egli stabilisce con il contesto in cui
vive, o il suo esistere con gli altri.
Metacomunicazione
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La teoria relazionale si interessa anche di
metacomunicazione,
ovvero
della
comunicazione sulla comunicazione: tutti i
messaggi verbali e non verbali che
vengono trasmessi durante le transazioni
comunicative.
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