LRUpres 2016-17 - Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale

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Università degli Studi di Milano Bicocca
Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale
Corso di Laurea Triennale in Scienze dell’Organizzazione
A.A. 2016-2017
Sociologia economica e del lavoro –
Lavoro e risorse umane
Prof. Serafino Negrelli
Contenuti

Analisi sociologica del lavoro: modelli di scambio e di regolazione sociale
•
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
divisione sociale e tecnica del lavoro,
forme e modelli del lavoro organizzato
mercati del lavoro e regimi di welfare
la costruzione sociale delle condizioni di lavoro
Modelli e tendenze di trasformazioni del lavoro nel capitalismo globale
•
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lavoro, ristrutturazioni e innovazione
qualità e soddisfazione del lavoro
sistemi retributivi (con riferimento a concetti rilevanti per le scienze sociali quali
retribuzione “equa”, “salario di efficienza”, ecc.) e
dimensione temporale del lavoro, incluse le forme di conciliazione tra tempo di
lavoro e tempo di vita, tra lavoro e sapere (sociale).
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Obiettivi
Sulla base delle analisi e dei concetti
della sociologia del lavoro, offrire
strumenti in grado di interpretare le
trasformazioni che hanno interessato il
lavoro, secondo approcci comparati ed
evolutivi (spazio e tempo).
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Argomenti delle lezioni
1. Presentazione corso: lavoro e sociologia del lavoro
PARTE I: IL LAVORO NELLO SCAMBIO SOCIALE:
2. La divisione sociale del lavoro: Smith, Marx, Durkheim
3. La divisione “tecnica”del lavoro: taylorismo, fordismo, lean production e nuovi
modelli produttivi
4. Il lavoro organizzato: rappresentanza e azione collettiva; relazioni industriali,
contrattazione, partecipazione e gestione delle risorse umane
5. Lavoro, mercato, welfare: il mercato del lavoro come istituzione sociale;
flessibilità e “diversità” del lavoro; le politiche di welfare
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Argomenti delle lezioni
PARTE II: LA COSTRUZIONE SOCIALE DELLE CONDIZIONI DI LAVORO
7. La qualità del lavoro: classi, identità sociali e condizioni di lavoro; teorie e
pratiche della qualità della vita di lavoro
8. La retribuzione “equa”: equità e disparità di reddito; democrazia economica;
istituzioni e salari
9. Lavoro, tempo, cultura: dalla riduzione alla gestione flessibile del tempo di
lavoro; conciliazione vita e lavoro
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Argomenti delle lezioni
PARTE III: LE TRASFORMAZIONI DEL LAVORO NEL CAPITALISMO GLOBALE
10. Il lavoro tra globalizzazione, ristrutturazioni e innovazione: delocalizzazioni (offshoring),
correnti migratorie, outsourcing, produttività, dialogo sociale e modelli di capitalismo
“situato” (nello spazio e nel tempo)
11. Dal saper fare (cose) al saper essere (creativi) nel lavoro: le doti cognitive e di
creatività; le capacità relazionali del lavoratore in rete; autonomia, intraprendenza e
responsabilità: dalla mansione al ruolo
12. L’erosione dello status occupazionale: le disuguaglianze di genere e generazionali;
l’erosione dei mercati interni del lavoro; l’iper-flessibilità del lavoro; il lavoro
autonomo “economicamente dipendente”; la vulnerabilità del lavoro senza status e
contratto
13. Le condizioni di lavoro sotto pressione: qualità e soddisfazione del lavoro nei diversi
sistemi socioeconomici; l’equità retributiva in questione; orari poco conciliabili; lo
stress da lavoro (le survey della Fondazione di Dublino)
14. Conclusioni: le trasformazioni del lavoro tra economia e politica
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Testi per la preparazione dell’esame

Negrelli S., Sociologia del lavoro, Laterza,
Roma-Bari, ultima edizione (6)

Negrelli S., Le trasformazioni del lavoro:
modelli e tendenze nel capitalismo globale,
Laterza, Roma-Bari, ultima edizione (2)
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Le idee dei classici
sul significato del lavoro
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Lavoro è libertà (J. Locke, Il secondo trattato sul governo, 1690):
il lavoro dell’uomo esprime il mezzo e il diritto di appropriazione individuale dei
prodotti della terra ed è quindi all’origine della società civile;

Lavoro è produttività (A. Smith, La ricchezza delle nazioni, Abbozzo
1763):
“Solo la divisione del lavoro, in base alla quale ogni individuo confina se stesso
in un particolare ramo di attività, può spiegare la superiore prosperità che si
verifica nelle società civilizzate e che, nonostante le ineguaglianze della proprietà,
si estende fino al più infimo membro della comunità.”
“Non è dalla benevolenza del macellaio, del birraio e del fornaio che ci
aspettiamo il pranzo, ma dalla loro considerazione del loro proprio interesse. Noi
ci rivolgiamo non alla loro umanità, ma alla loro attenzione al loro proprio
interesse e non parliamo mai loro delle nostre necessità, ma dei loro vantaggi”.
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Le idee dei classici
sul significato del lavoro

Lavoro è felicità (A. Ferguson, Saggio sulla storia della società civile,
1767)
quando “le nostre menti vengono utilizzate appropriatamente”

Lavoro è alienazione (K. Marx, Il capitale, Libro I, 1867)
la divisione del lavoro nel capitalismo genera “operai senza abilità” (che erano la
classe esclusa nella produzione artigiana); lavoro delle donne e dei fanciulli;
prolungamento della giornata lavorativa; intensificazione del lavoro

Lavoro è solidarietà (E. Durkheim, La divisione del lavoro sociale, 1893)
“la specializzazione è un fatto moralmente positivo, va perseguita in quanto
corrisponde al bisogno sociale della solidarietà (organica) nella società moderna
altamente differenziata”
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Fine o metamorfosi del lavoro?

“Tecnologie software sempre più sofisticate porteranno la
nostra civiltà sempre più vicino al mito di un mondo senza
lavoratori” (Rifkin, La fine del lavoro, 1995)

“…partiti da una società dove gran parte della vita delle
persone adulte era dedicata al lavoro, stiamo andando
verso una società in cui gran parte del tempo sarà, e in
parte già è, dedicato a qualcos’altro” (De Masi, Ozio
creativo, 2000)

“Una società di lavoratori senza lavoro”? (Hannah Arendt,
Vita Activa, 1958). L’utopia del “regno della libertà”
contrapposto al “regno della necessità”? Naturalità o
artificialità del lavoro?
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Dal saper fare al saper essere

I “lavoratori del sapere”: coloro che dispongono delle capacità e delle
nozioni necessarie a tradurre il sapere specialistico in innovazioni
capaci di produrre profitto (prodotti, innovazioni tecniche e
organizzative), diventeranno il gruppo privilegiato all’interno della
società (Beck, Il lavoro nell’epoca della fine del lavoro, 1999)

il lavoro è “prodursi”, il lavoratore è “qualcuno che si è prodotto e
continua a prodursi da solo” (Moulier-Boutang, 2000);

i lavoratori post-fordisti…devono entrare nel processo di produzione con
tutto il bagaglio culturale che hanno acquisito con i giochi, gli sport di
squadra, le lotte, le dispute, le attività musicali, teatrali, ecc. (Gorz,
L’immateriale, 2003);
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Dal saper fare al saper essere

I “servizi di tipo simbolico-analitico” (R. Reich): attività di
soluzione dei problemi e intermediazione strategica (20%
dei lavoratori americani);

La “classe creativa” dei lavoratori senza colletto bianco o
blu (R. Florida, 2003): negli Usa il 30% della forza lavoro, il
doppio rispetto all’Italia!

Richieste di capacità di padronanza intellettuale, capacità di
integrazione dei compiti e capacità di relazioni sociali (Kern
e Schumann, 1984);

Capitale umano ma anche “capitale sociale” (J. Coleman,
1988).
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