Colin Crouch Sociologia dell’Europa occidentale La famiglia • • • Definizione: istituzione incentrata sulla riproduzione della specie umana. Nell’Europa occidentale il modello familiare più diffuso è la famiglia nucleare, costituita dalla coppia dei coniugi e dai figli, fondata sul matrimonio. Due differenze fondamentali rispetto al passato: 1) l’esclusione delle donne dal mercato del lavoro e la loro segregazione nell’ambiente domestico 2) la riconduzione dei legami affettivi ed emotivi alla famiglia. Applicazione del liberalismo sociologico all’istituzione familiare La famiglia ha acquisito una propria autonomia: al suo interno operano regole diverse da quelle della società in generale. Rimane altresì in un rapporto di interdipendenza e integrazione con l’ambiente circostante, per esempio con il sistema economico, dal quale dipende per il proprio sostentamento e al quale fornisce forza lavoro. La famiglia negli anni ’60: il modello del compromesso Caratteristiche fondamentali • • • • • • Elevata presenza domestica femminile Precoce età matrimoniale Elevato tasso di nuzialità Tasso di fertilità relativamente elevato Basso indice di divorzi Basso livello di nascite illegittime • Tali caratteristiche sono presenti in quasi tutti i paesi europei, seppur con lievi differenze. • I Paesi Bassi corrispondono perfettamente al modello del compromesso. • Due eccezioni principali: 1) società fortemente radicate nel mondo agricolo, con elevate età matrimoniali e bassi livelli di fertilità 2) società che anticipano le caratteristiche delle strutture familiari attuali, con alti tassi di divorzio e nascite illegittime. Eccezioni del primo tipo • Austria: tasso di nuzialità ridotto, presenza domestica femminile moderata, in ragione dell’occupazione delle donne in agricoltura. • Irlanda: tasso di nuzialità basso ed età matrimoniale elevata, dovuti al carattere prevalentemente rurale del paese. • Giappone: tasso di nuzialità e presenza domestica femminile moderati. Eccezioni del secondo tipo • Danimarca e Stati Uniti : tasso di divorzio leggermente superiore agli altri paesi. • Svezia: tasso di nuzialità basso. Due possibili scenari futuri 1. Il modello del declino della famiglia • Ridotta presenza domestica femminile (le donne partecipano al mercato del lavoro) • Elevata età matrimoniale • Basso tasso di nuzialità • Basso tasso di fertilità • Elevati tassi di divorzio • Elevato livello di nascite fuori dal matrimonio 2. Il modello dell’autonomia familiare di integrazione recente • • • • • • Ridotta presenza domestica femminile Età matrimoniale avanzata Alto tasso di nuzialità Tasso di fertilità superiore a quello di sostituzione Bassi tassi di divorzio Poche nascite fuori dal matrimonio • Danimarca, Finlandia, Francia, Norvegia e Svezia rispecchiano fedelmente il modello del declino familiare. • Nessun paese presenta le caratteristiche del modello dell’autonomia familiare di integrazione recente. • Il Belgio si avvicina al primo modello ma presenza una struttura familiare leggermente più solida, grazie a un’età matrimoniale media (piuttosto che avanzata) e un tasso di nuzialità elevato (piuttosto che basso). • Italia, Grecia e Portogallo hanno caratteristiche di entrambi i modelli: alti tassi di nuzialità, bassi tassi di divorzio e di nascite illegittime (tipici del modello dell’autonomia familiare), ma bassa fertilità (tipica del modello del declino della famiglia). Due aspetti nuovi non recepiti dalle statistiche ma presenti a livello latente: • Aumento delle convivenze prematrimoniali (con l’eccezione della Danimarca e della Svezia, dove si è assistito a un calo rispetto ai valori registrati negli anni ’80, e l’Italia, dove la percentuale è bassa). • Diffusione delle seconde famiglie a seguito di divorzi. Questo fenomeno origina complesse strutture familiari. La struttura della famiglia non può essere analizzata solamente in base a dati demografici. Per comprendere la qualità e la natura dei rapporti familiari (e i relativi cambiamenti nel tempo) è necessario considerare altri fattori di natura sociologica e antropologica. Un elemento utile nello spiegare le differenze tra strutture familiari è la religione (che influenza le scelte autonome degli individui, il contesto legale e le politiche di welfare). Un processo sociale particolarmente significativo dell’epoca attuale è l’aumento dell’occupazione femminile L’ingresso delle donne sposate nel mercato del lavoro retribuito comporta notevoli cambiamenti nei processi decisionali delle famiglie e conseguenze rilevanti a livello sociale (calo della fertilità, posticipo della maternità, etc.). Vi sono altresì limitate ripercussioni sui ruoli degli uomini: i mariti (ma solo quelli le cui mogli lavorano a tempo pieno) collaborano di più alle faccende domestiche, ma si dedicano solamente a mansioni “maschili”. La maggior parte del carico domestico grava comunque sulla componente femminile. Le donne si dimostrano disponibili a impieghi a tempo parziale: rispondono alle attuali esigenze di flessibilità del mercato del lavoro. I cambiamenti nel matrimonio e nella convivenza • Aumento dei divorzi: le donne retribuite hanno maggiori probabilità di divorziare rispetto a quelle che non lavorano. Ipotesi: la percezione dell’elevato rischio di divorzio spinge le donne a conservare la propria posizione lavorativa per assicurarsi l’indipendenza finanziaria. • Elevata età matrimoniale: i motivi possono essere 1) culturali, dovuti alla riluttanza e/o all’ansietà delle nuove generazioni ad assumersi responsabilità, e alle notevoli aspettative di realizzazione individuale, anche nelle relazioni sociali 2) economici, a causa delle incertezze degli ultimi anni, che spingono molti giovani a prolungare gli studi per avere una formazione specialistica, consona alle esigenze del mercato del lavoro. • Aumento delle convivenze fuori del matrimonio: pratica inizialmente diffusa in Danimarca e Svezia, ora costituisce una fase normale prematrimoniale in molti paesi dell’Europa occidentale. In pochi casi è un’alternativa al matrimonio. • Italia e in Spagna sono casi anomali, perché qui vi è una diffusione molto minore della convivenza. • Calo della fertilità: la decisione di avere dei figli dipende dalle possibilità di investimento in termini di capitale umano da parte delle famiglie e dai sostegni istituzionali offerti alle donne. • Aumento delle nascite illegittime, la cui diffusione è dovuta a 1) l’importanza assunta dalla convivenza 2) l’incapacità o la riluttanza a pianificare, specie nel mondo anglofono (dove sono molto diffuse le famiglie monoparentali costituite da una giovane madre e il figlio). Le cause del declino della famiglia • Per i sostenitori dell’approccio economico i vantaggi legati al matrimonio sono diminuiti, soprattutto per le donne. Questo comporta un calo dei tassi di nuzialità. • Altri sottolineano non tanto la diminuzione dei matrimoni quanto il ritardo, e considerano importante il contesto culturale e istituzionale nell’influire sulle scelte degli individui. • La famiglia è oggi più vulnerabile, ma vi sono anche segnali di una diffusa determinazione a difenderla.