Imprese Stakeholder Lezione 02 Programma I e III Parte • 1. 2. 3. • 1. 2. 3. I modulo: La teoria degli stakeholder in ottica manageriale L’approccio di Hansmann sulla teoria della proprietà monostakeholder dell’impresa” Approccio di Blair e Stout: alla gerarchia di mediazione III modulo: Il concetto di homo oeconomicus e le deviazioni dall’approccio standard Il concetto di capitale sociale Le relazioni tra capitale sociale e approccio multi stakeholder alla CSR Prima parte - Modulo I 1. La teoria degli stakeholder in ottica manageriale: Il concetto di Stk L’approccio manageriale alla teoria degli stakeholder Le 3 declinazioni della teoria degli Stk: descrittivo, strumentale e normativo Analisi di possibili classificazioni del concetto di Stk e approfondimento sullo Stk “Comunità” Definizione di “stakeholder” • Individui o categorie che hanno un interesse rilevante in gioco nella conduzione dell’impresa – sia a causa degli investimenti specifici che intraprendono (Stkh in senso stretto) – Sia a causa dei possibili effetti esterni positivi o negativi delle transazioni effettuate dall’impresa, che ricadono su di loro (Stkh in senso ampio) • L’elenco, in “prima approssimazione”, è quello canonico: Collaboratori, Clienti/Consumatori, Investitori (azionisti/proprietà), Creditori, Fornitori, Partner commerciali/competitori, Comunità locali e nazionali in cui opera, Generazioni future (interessi ambientali), Istituzioni pubbliche e associazioni che le rappresentano 4 Altre classificazioni delle categorie di stakeholder -I • All’interno degli stakeholder in senso stretto, distinguiamo tra • a) Strong stakeholder. sono quegli stakeholder che fanno investimenti specifici nell’impresa portando nell’impresa asset strategici. Questo li rende preziosi per l’impresa che ha un vantaggio a cooperare con loro nel lungo periodo e, quindi, ad agire in mondo da non interrompere la cooperazione. Sono, ad esempio, lavoratori altamente specializzati, investitori istituzionali. • b) Weak stakeholder. sono stakeholder che fanno investimenti specifici nell’impresa, ma che contribuiscono con risorse facilmente sostituibili da parte dell’impresa. Per questa ragione l’impresa non è interessata a una cooperazione di lungo periodo con loro e, conseguentemente, potrebbe agire in modo “opportunistico” (come?). Sono, ad esempio, lavoratori e fornitori non specializzati, Altre classificazioni delle categorie di stakeholder - II • Stakeholder normativi: quelli nei confronti dei quali l’organizzazione ha l’obbligo morale diretto di salvaguardare il benessere. Sono quelli che si incontrano rispondendo alla domanda: “A beneficio di chi l’azienda viene gestita?” es. Fornitori, clienti, comunità locale. • Stakeholder derivati: possono arrecare un danno o un vantaggio all’organizzazione, ma non vi è verso di loro un obbligo morale diretto in quanto tali (es. i media, gli attivisti ecc.) • (Phillips 2003) I contributi di alcune categorie di stakeholder • • • • Capitale finanziario Lavoro Materie prime e semi lavorati Acquisto di beni e servizi • Esempi di imprese in cui il controllo è assunto da varie tipologie di “portatori di risorse” La teoria degli stakeholder • “Gestire gli stakeholder implica un’attenzione non solo a massimizzare la ricchezza per gli azionisti. Essere attenti agli interessi e al benessere di coloro che possono favorire o ostacolare il raggiungimenti degli obiettivi dell’organizzazione è il monito centrale della teoria” (Phillips, Freeman e Wicks, 2003) Modello input output (Donaldson e Preston 1995) INVESTITORI FORNITORI IMPRESA DIPENDENTI CLIENTI MODELLO DEGLI STAKEHOLDER (Donaldson e Preston 1995) GRUPPI POLITICI INVESTITORI GOVERNI IMPRESA DIPENDENTI FORNITORI COMUNITA’ CLIENTI La teoria degli stakeholder come teoria manageriale • Non descrive semplicemente situazioni esistenti o predice relazioni causa - effetto. Essa suggerisce atteggiamenti, strutture e pratiche che, prese nel loro insieme, costituiscono lo stakeholder management. Lo stakeholder management richiede, come caratteristica principale, attenzione simultanea agli interessi legittimi di tutti gli stakeholder legittimati, sia nella definizione delle strutture organizzative che nelle politiche generali o nelle singole decisioni La teoria degli stakeholder • Nella teoria degli stakeholder, l’essere attenti agli interessi e al benessere dei non azionisti è un dovere che va in generale oltre i fini prudenziali e strumentali legati alla massimizzazione del profitto per gli azionisti 3 “declinazioni” della teoria degli stakeholder 1. Descrittiva 2. Strumentale 3. Normativa La teoria descrittiva degli stakeholder • Presenta un modello in cui si descrive cosa è l’impresa. In particolare, descrive l’impresa come una costellazione di interessi cooperativi e in concorrenza tra loro che possiedono un valore intrinseco La teoria degli stakeholder in ottica strumentale - I • Definisce un framework per esaminare le connessioni, se esistenti, fra la pratica dello stakeholder management e i risultati dei vari obiettivi della performance dell’impresa. La teoria degli stakeholder in ottica strumentale - II L’idea è che le imprese che adottano tale pratica di gestione avranno, a parità di altre condizioni, più successo in termini di performance convenzionali La teoria normativa degli stakeholder -I • Esistono motivazioni di carattere “morale” che giustificano un management dell’impresa in ottica multi stakeholder. La teoria normativa degli stakeholder -II • Dire che una teoria ha contenuto morale significa che ciò che viene trattato in tali teorie verte su tematiche morali (ad esempio esse non sono amorali) • Ad esempio dire che gli accordi presi e i processi esistenti all’interno delle organizzazioni non debbano più essere tenuti in considerazione nel momento in cui le imprese vengono ristrutturate, significa chiedere ai manager di ignorare gli obblighi preesistenti fra i diversi attori. Tali obblighi possono effettivamente essere prevaricati da altri più forti ma questo rientra in un discorso morale che, se implicito, deve essere esposto ed esaminato. La teoria normativa degli stakeholder -III • Il contenuto morale viene spesso dato per scontato, per implicito o ignorato nella dottrina del management. • La teoria degli stakeholder si distingue da ciò perché considera esplicitamente valori e morale nella gestione delle organizzazioni Le basi morali della teoria degli stakeholder Autore Essenza normativa Argandona (1998) Bene comune Donaldson e Preston (1995) Evan e Freeman (1993) Diritti di proprietà Phillipis (1997, 2003) Principio di equità verso gli stakeholder Kantianismo Che relazione tra i tre approcci? • Non sono certamente in “conflitto” • Ad esempio Freeman li comprende, anche se in più riprese tutti e tre. Perché preferire la teoria degli stakeholder alle alternative? • Ovviamente questa domanda deve essere declinata in relazione a ciascuno dei 3 approcci considerati Giustificazioni dell’approccio descrittivo - I • Analisi sul campo ne supportano l’effettiva corrispondenza al “vero”: • Baumhart (1968) l’80% dei manager intervistati riteneva non etico occuparsi solo degli interessi degli azionisti e non di quelli dei dipendenti e dei clienti (quindi agivano effettivamente come se dovessero tener conto anche di altri stakeholder oltre a quelli controllanti) Giustificazioni dell’approccio descrittivo - II • Sempre più statuti e regolamenti e atti (in Usa, ma anche Germania, GB ecc.) sembrano ampliare la rilevanza di altri gruppi di soggetti oltre agli azionisti al fine di valutare quanto siano appropriate o di indirizzare le scelte dei manager. • Una decisione della corte suprema del Delaware che nel valutare se ostacolare scalata ha richiesto di dimostrare che esisteva una minaccia ragionevole, includendo nelle ragioni di una possibile minaccia anche le conseguenze a gruppi diversi dagli azionisti (es. creditori, clienti, dipendenti) Giustificazioni strumentali • Verifiche empiriche (esistono alcune recenti verifiche empiriche che sembrano mettere in luce il successo di imprese che adottano principi di CSR). Il punto è se gli indicatori di CSR che si usano sono effettivamente indicatori di un approccio multi stakeholder? Teoria neo-istituzionalista dell’impresa: Perché nasce l’impresa? • I contratti sono incompleti: non prevedono clausole relative a eventi imprevisti • Ma gli investimenti degli stakeholder sono specifici ossia sono investimenti in vista di un preciso scopo e in particolare, la possibilità di realizzare un surplus da parte dell’impresa è legato alla realizzazione di questi investimenti • Gli stakeholder investiranno sempre in modo ottimale nell’impresa? • NO se: le parti sono (assunte essere) opportuniste. Infatti, dopo gli investimenti l'incompletezza contrattuale crea l’opportunità di ricontrattazione che può servire a espropriare una parte dei benefici attesi dalle controparti Se l'aspettativa è quella di essere espropriato, l'investimento non sarà realizzato a livello ottimale 26 Questa situazione favorisce la nascita dell’impresa come governo unificato delle transazioni • Laddove i contratti non prevedono clausole e si genera il rischio legato all’incompletezza contrattuale, il contratto è completato con il diritto residuale di controllo attribuito a uno degli stakeholder, lo stakeholder controllante. Questo stabilisce cosa deve essere fatto per le decisioni ex ante non contrattate • Lo stakeholder controllante ha il diritto residuale può proteggere i suoi investimenti27 Tuttavia • Restano a rischio gli investimenti delle altre parti (degli stakeholder non controllanti) (non una sola parte è a rischio) • Una gestione in ottica multi stakeholder, se effettivamente tiene conto dei diritti e delle pretese legittime degli stakeholder potrebbe assicurare un loro coinvolgimento ottimo nell’impresa • Tuttavia, sviluppare la “fiducia” che l’impresa operi in una ottica realmente multi stakeholder è complicato e il come ciò possa avvenire, sarà oggetto della fase 28 successiva del corso La fiducia è impossibile in un gioco one shot Il gioco della fiducia -1, 3 » abuso » B fiducia A No fiducia no abuso 2,2 0,0 L’unico equilibrio è 0,0 29 LE CONDIZIONI SOTTO LE QUALI VALE IL RISULTATO: • possibilità di comunicare i tipi : l’impresa deve poter segnalare la possibilità di un tipo onesto • quasi-simulaneità: l’impresa e lo stakeholder devono agire e osservare simultaneamente, • osservabilità degli outcome: lo stakeholder alla fine di ogni partita deve osservare senza ambiguità l’esito della scelta dell’impresa • conoscenza comune tra stakeholder: ogni stakeholder che agisce in un dato periodo deve essere in grado di trasmettere la sua osservazione allo stakeholder che viene dopo di lui • In generale queste condizioni non sono soddisfatte spontaneamente 30 Casi in cui accumulare reputazione può essere proibitivo • contratti incompleti: non c’è un termine concreto alla luce del quale valutare la ri-contrattazione che si apre in presenza di eventi imprevisti; • qualità non osservabile: la qualità di un bene o servizio non può essere appurata dal cliente in base alla sua informazione; • autorità organizzativa: il “capo” prende decisioni genuinamente discrezionali sui collaboratori in virtù della flessibilità consentita dai contratti di lavoro; • collusione: l’impresa dispone di risorse per corrompere rappresentanti dell’amministrazione pubblica e questi accordi non sono osservabili da chi non è presente alla relazione 31 Giustificazioni normative • L’aspetto normativo sarebbe alla base della teoria degli stakeholder, la quale sostanzialmente, in ultima analisi si fonderebbe su considerazioni di carattere filosofico e morale. • Quali?