Lezione 02 - 15_04_08 - Dipartimento di Sociologia e Ricerca

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Imprese Stakeholder
Lezione 02
Programma I e III Parte
•
1.
2.
3.
•
1.
2.
3.
I modulo:
La teoria degli stakeholder in ottica manageriale
L’approccio di Hansmann sulla teoria della proprietà
monostakeholder dell’impresa”
Approccio di Blair e Stout: alla gerarchia di mediazione
III modulo:
Il concetto di homo oeconomicus e le deviazioni
dall’approccio standard
Il concetto di capitale sociale
Le relazioni tra capitale sociale e approccio multi stakeholder alla CSR
Prima parte - Modulo I
1. La teoria degli stakeholder in ottica
manageriale:
 Il concetto di Stk
 L’approccio manageriale alla teoria degli
stakeholder
 Le 3 declinazioni della teoria degli Stk:
descrittivo, strumentale e normativo
 Analisi di possibili classificazioni del concetto
di Stk e approfondimento sullo Stk “Comunità”
Definizione di “stakeholder”
•
Individui o categorie che hanno un interesse rilevante in
gioco nella conduzione dell’impresa
– sia a causa degli investimenti specifici che
intraprendono (Stkh in senso stretto)
– Sia a causa dei possibili effetti esterni positivi o
negativi delle transazioni effettuate dall’impresa,
che ricadono su di loro (Stkh in senso ampio)
•
L’elenco, in “prima approssimazione”, è quello canonico:
Collaboratori, Clienti/Consumatori, Investitori
(azionisti/proprietà), Creditori, Fornitori, Partner
commerciali/competitori, Comunità locali e nazionali in cui
opera, Generazioni future (interessi ambientali), Istituzioni
pubbliche e associazioni che le rappresentano
4
Altre classificazioni delle categorie di stakeholder
-I
• All’interno degli stakeholder in senso stretto, distinguiamo tra
• a) Strong stakeholder.
sono quegli stakeholder che fanno investimenti specifici
nell’impresa portando nell’impresa asset strategici. Questo li
rende preziosi per l’impresa che ha un vantaggio a cooperare
con loro nel lungo periodo e, quindi, ad agire in mondo da non
interrompere la cooperazione. Sono, ad esempio, lavoratori
altamente specializzati, investitori istituzionali.
• b) Weak stakeholder.
sono stakeholder che fanno investimenti specifici nell’impresa,
ma che contribuiscono con risorse facilmente sostituibili da
parte dell’impresa. Per questa ragione l’impresa non è
interessata a una cooperazione di lungo periodo con loro e,
conseguentemente, potrebbe agire in modo “opportunistico”
(come?). Sono, ad esempio, lavoratori e fornitori non
specializzati,
Altre classificazioni delle categorie di stakeholder
- II
• Stakeholder normativi: quelli nei confronti dei
quali l’organizzazione ha l’obbligo morale diretto
di salvaguardare il benessere. Sono quelli che si
incontrano rispondendo alla domanda: “A
beneficio di chi l’azienda viene gestita?” es.
Fornitori, clienti, comunità locale.
• Stakeholder derivati: possono arrecare un
danno o un vantaggio all’organizzazione, ma
non vi è verso di loro un obbligo morale diretto in
quanto tali (es. i media, gli attivisti ecc.)
• (Phillips 2003)
I contributi di alcune categorie di stakeholder
•
•
•
•
Capitale finanziario
Lavoro
Materie prime e semi lavorati
Acquisto di beni e servizi
• Esempi di imprese in cui il controllo è assunto
da varie tipologie di “portatori di risorse”
La teoria degli stakeholder
• “Gestire gli stakeholder implica un’attenzione
non solo a massimizzare la ricchezza per gli
azionisti. Essere attenti agli interessi e al
benessere di coloro che possono favorire o
ostacolare il raggiungimenti degli obiettivi
dell’organizzazione è il monito centrale della
teoria” (Phillips, Freeman e Wicks, 2003)
Modello input output
(Donaldson e Preston 1995)
INVESTITORI
FORNITORI
IMPRESA
DIPENDENTI
CLIENTI
MODELLO DEGLI STAKEHOLDER
(Donaldson e Preston 1995)
GRUPPI POLITICI
INVESTITORI
GOVERNI
IMPRESA
DIPENDENTI
FORNITORI
COMUNITA’
CLIENTI
La teoria degli stakeholder come
teoria manageriale
• Non descrive semplicemente situazioni esistenti
o predice relazioni causa - effetto.
Essa suggerisce atteggiamenti, strutture e
pratiche che, prese nel loro insieme,
costituiscono lo stakeholder management. Lo
stakeholder management richiede, come
caratteristica principale, attenzione simultanea
agli interessi legittimi di tutti gli stakeholder
legittimati, sia nella definizione delle strutture
organizzative che nelle politiche generali o nelle
singole decisioni
La teoria degli stakeholder
• Nella teoria degli stakeholder, l’essere
attenti agli interessi e al benessere dei non
azionisti è un dovere che va in generale
oltre i fini prudenziali e strumentali legati
alla massimizzazione del profitto per gli
azionisti
3 “declinazioni” della teoria degli stakeholder
1. Descrittiva
2. Strumentale
3. Normativa
La teoria descrittiva degli stakeholder
• Presenta un modello in cui si descrive
cosa è l’impresa.
In particolare, descrive l’impresa come
una costellazione di interessi cooperativi e
in concorrenza tra loro che possiedono un
valore intrinseco
La teoria degli stakeholder in ottica
strumentale - I
• Definisce un framework per esaminare le
connessioni, se esistenti, fra la pratica
dello stakeholder management e i risultati
dei vari obiettivi della performance
dell’impresa.
La teoria degli stakeholder in ottica
strumentale - II
L’idea è che le imprese che adottano tale
pratica di gestione avranno, a parità di
altre condizioni, più successo in termini di
performance convenzionali
La teoria normativa degli
stakeholder -I
• Esistono motivazioni di carattere “morale”
che giustificano un management
dell’impresa in ottica multi stakeholder.
La teoria normativa degli
stakeholder -II
• Dire che una teoria ha contenuto morale significa
che ciò che viene trattato in tali teorie verte su
tematiche morali (ad esempio esse non sono
amorali)
• Ad esempio dire che gli accordi presi e i processi
esistenti all’interno delle organizzazioni non
debbano più essere tenuti in considerazione nel
momento in cui le imprese vengono ristrutturate,
significa chiedere ai manager di ignorare gli
obblighi preesistenti fra i diversi attori. Tali
obblighi possono effettivamente essere
prevaricati da altri più forti ma questo rientra in
un discorso morale che, se implicito, deve
essere esposto ed esaminato.
La teoria normativa degli
stakeholder -III
• Il contenuto morale viene spesso dato per
scontato, per implicito o ignorato nella
dottrina del management.
• La teoria degli stakeholder si distingue da
ciò perché considera esplicitamente valori
e morale nella gestione delle
organizzazioni
Le basi morali della teoria degli
stakeholder
Autore
Essenza normativa
Argandona (1998)
Bene comune
Donaldson e Preston
(1995)
Evan e Freeman (1993)
Diritti di proprietà
Phillipis (1997, 2003)
Principio di equità verso
gli stakeholder
Kantianismo
Che relazione tra i tre approcci?
• Non sono certamente in “conflitto”
• Ad esempio Freeman li comprende, anche
se in più riprese tutti e tre.
Perché preferire la teoria degli
stakeholder alle alternative?
• Ovviamente questa domanda deve essere
declinata in relazione a ciascuno dei 3
approcci considerati
Giustificazioni
dell’approccio descrittivo - I
• Analisi sul campo ne supportano l’effettiva
corrispondenza al “vero”:
• Baumhart (1968) l’80% dei manager
intervistati riteneva non etico occuparsi
solo degli interessi degli azionisti e non di
quelli dei dipendenti e dei clienti (quindi
agivano effettivamente come se
dovessero tener conto anche di altri
stakeholder oltre a quelli controllanti)
Giustificazioni
dell’approccio descrittivo - II
• Sempre più statuti e regolamenti e atti (in Usa,
ma anche Germania, GB ecc.) sembrano
ampliare la rilevanza di altri gruppi di soggetti
oltre agli azionisti al fine di valutare quanto siano
appropriate o di indirizzare le scelte dei manager.
• Una decisione della corte suprema del Delaware
che nel valutare se ostacolare scalata ha
richiesto di dimostrare che esisteva una minaccia
ragionevole, includendo nelle ragioni di una
possibile minaccia anche le conseguenze a
gruppi diversi dagli azionisti (es. creditori, clienti,
dipendenti)
Giustificazioni strumentali
• Verifiche empiriche (esistono alcune
recenti verifiche empiriche che sembrano
mettere in luce il successo di imprese che
adottano principi di CSR). Il punto è se gli
indicatori di CSR che si usano sono
effettivamente indicatori di un approccio
multi stakeholder?
Teoria neo-istituzionalista dell’impresa:
Perché nasce l’impresa?
•
I contratti sono incompleti: non prevedono clausole relative a eventi
imprevisti
•
Ma gli investimenti degli stakeholder sono specifici ossia sono investimenti
in vista di un preciso scopo e in particolare, la possibilità di realizzare un
surplus da parte dell’impresa è legato alla realizzazione di questi
investimenti
•
Gli stakeholder investiranno sempre in modo ottimale nell’impresa?
•
NO se: le parti sono (assunte essere) opportuniste.
Infatti, dopo gli investimenti l'incompletezza contrattuale crea l’opportunità
di ricontrattazione che può servire a espropriare una parte dei benefici
attesi dalle controparti
Se l'aspettativa è quella di essere espropriato, l'investimento non sarà
realizzato a livello ottimale
26
Questa situazione favorisce la nascita
dell’impresa come governo unificato delle
transazioni
• Laddove i contratti non prevedono clausole
e si genera il rischio legato
all’incompletezza contrattuale, il contratto è
completato con il diritto residuale di
controllo attribuito a uno degli stakeholder,
lo stakeholder controllante.
Questo stabilisce cosa deve essere fatto
per le decisioni ex ante non contrattate
• Lo stakeholder controllante ha il diritto
residuale può proteggere i suoi investimenti27
Tuttavia
•
Restano a rischio gli investimenti delle altre parti
(degli stakeholder non controllanti) (non una sola
parte è a rischio)
• Una gestione in ottica multi stakeholder, se
effettivamente tiene conto dei diritti e delle pretese
legittime degli stakeholder potrebbe assicurare un
loro coinvolgimento ottimo nell’impresa
• Tuttavia, sviluppare la “fiducia” che l’impresa operi in
una ottica realmente multi stakeholder è complicato e
il come ciò possa avvenire, sarà oggetto della fase
28
successiva del corso
La fiducia è impossibile in un gioco
one shot
Il gioco della fiducia
-1, 3
»
abuso
»
B
fiducia
A
No fiducia
no abuso
2,2
0,0
L’unico equilibrio è 0,0
29
LE CONDIZIONI SOTTO LE QUALI VALE IL
RISULTATO:
•
possibilità di comunicare i tipi : l’impresa deve poter
segnalare la possibilità di un tipo onesto
•
quasi-simulaneità: l’impresa e lo stakeholder devono agire e
osservare simultaneamente,
•
osservabilità degli outcome: lo stakeholder alla fine di ogni
partita deve osservare senza ambiguità l’esito della scelta
dell’impresa
•
conoscenza comune tra stakeholder: ogni stakeholder che
agisce in un dato periodo deve essere in grado di trasmettere
la sua osservazione allo stakeholder che viene dopo di lui
•
In generale queste condizioni non sono soddisfatte
spontaneamente
30
Casi in cui accumulare reputazione
può essere proibitivo
•
contratti incompleti: non c’è un termine concreto alla luce del
quale valutare la ri-contrattazione che si apre in presenza di
eventi imprevisti;
•
qualità non osservabile: la qualità di un bene o servizio non
può essere appurata dal cliente in base alla sua informazione;
•
autorità organizzativa: il “capo” prende decisioni
genuinamente discrezionali sui collaboratori in virtù della
flessibilità consentita dai contratti di lavoro;
•
collusione: l’impresa dispone di risorse per corrompere
rappresentanti dell’amministrazione pubblica e questi accordi
non sono osservabili da chi non è presente alla relazione
31
Giustificazioni normative
• L’aspetto normativo sarebbe alla base
della teoria degli stakeholder, la quale
sostanzialmente, in ultima analisi si
fonderebbe su considerazioni di carattere
filosofico e morale.
• Quali?
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