Percorso dirigenti Il bilancio sociale, l’esperienza della cooperazione sociale Elisa Chiaf 26 marzo 2011 Sommario • Pro e contro dell’introduzione dell’obbligatorietà per il bilancio sociale: può diventare un’opportunità? • Il modello, struttura e processo di bilancio sociale proposto dal supporto Federsolidarietà Lombardia per le cooperative sociali • L’esperienza bresciana dei consorzi di cooperative sociali 2 E’ un momento di svolta per il tema bilancio sociale • Il bilancio sociale (BS) è stato definito obbligatorio in Lombardia per le cooperative sociali con la Delibera di G.R. del 10/10/’07 3 L’obbligo di fare il BS per le coop. soc. e le imprese sociali può essere considerato un’opportunità? • Rappresenta un onere aggiuntivo per le cooperative ed imprese sociali • Segna un punto di discontinuità rispetto ad un tema, quello della responsabilità sociale delle imprese (RSI), su cui si è parlato molto e fatto poco 4 Fino ad oggi… • La preoccupazione maggiore delle imprese è stata quella di evitare che si introducessero delle norme di comportamento e di rendicontazione • L’assunzione di responsabilità sociale da parte delle imprese è stata ritenuta “l’integrazione volontaristica delle problematiche sociali ed ecologiche nelle operazioni commerciali e nei rapporti delle imprese con le parti interessate”* *”Libro Verde sulla Responsabilità Sociale delle Imprese”, Commissione Europea, 2001 5 Ne è derivata … • Molta letteratura, alcuna ottima, sul tema della responsabilità sociale delle imprese • Molto marketing e molta comunicazione • Poca accountability: pochi bilanci sociali diversi modelli opzionali di riferimento selezione arbitraria dei dati da presentare scarsa o nulla comparabilità dei risultati Processi soggettivi di produzione delle informazioni e del documento 6 Naturalmente sono largamente condivise e del tutto condivisibili le premesse teoriche della RSI • Visione sistemica e reticolare dell’impresa • Approccio stakeholder • La responsabilità come condizione per il perdurare dell’impresa • Orizzonte più ampio della RSI • Il concetto di sviluppo sostenibile 7 Bilancio sociale obbligatorio: quali i CONTRO? • Un nuovo obbligo “per chi già faceva” • Informazioni che si prestano a cattive interpretazioni da parte di chi legge, degli EEPP, dei finanziatori • Informazioni distorsive • Rischio “sanzione”: elementi di valutazione da parte degli EEPP 8 Bilancio sociale obbligatorio: quali i CONTRO? • Aumento del lavoro, aumento dei costi • Ripetizione informazioni rispetto al sistema qualità o ad altra documentazione • Difficoltà ad attivare la partecipazione e a sensibilizzare gli stakeholders • Uno strumento a rischio di “burocratizzazione” 9 Bilancio sociale obbligatorio: quali i PRO? • Autovalutazione e riflessione strategica • Aumento della democraticità e della partecipazione • Maggiore accountability • Uno strumento di marketing e comunicazione 10 Bilancio sociale obbligatorio: quali i PRO? • Maggiore coinvolgimento della base sociale • Uno strumento che sollecita la riflessione sui temi chiave della missione • Uno strumento per razionalizzare l’analisi • Valorizzazione apporto delle diverse parti in relazione al sistema complessivo 11 Bilancio sociale obbligatorio: quali i PRO? • Controllo in itinere del perseguimento della missione • Benchmarking sociale • Possibilità di rafforzare e condividere i fondamenti identitari 12 Bilancio sociale obbligatorio: quali i PRO? • Maggiore attenzione ai bisogni dei propri stakeholders e individuazione di nuovi bisogni • Individuazione di nuove strategie di crescita • Standardizzazione della rendicontazione sociale 13 L’obbligo del bilancio sociale può diventare un’opportunità? • Possibilità di leggere attentamente la nostra realtà per coglierne il posizionamento sia economico che sociale sul territorio in modo democratico e coinvolgendo i diversi stakeholders 14 L’obbligo del bilancio sociale può diventare un’opportunità? • E’ un’opportunità se viene “vissuto” e condiviso • Lettura dei bisogni, pianificazione degli interventi • Benchmarking sociale 15 L’obbligo del bilancio sociale può diventare un’opportunità? • Riorientamento strategico e organizzativo • Valutazione in itinere / controllo di gestione sociale • Budget e pianificazione sociale 16 Sommario • Pro e contro dell’introduzione dell’obbligatorietà per il bilancio sociale: può diventare un’opportunità? • Il modello, struttura e processo di bilancio sociale proposto dal supporto Federsolidarietà Lombardia per le cooperative sociali • L’esperienza bresciana dei consorzi di cooperative sociali 17 Quale modello di bilancio sociale emerge dal supporto Federsolidarietà per la realizzazione del bilancio sociale? • Modello per stakeholders • Riferimenti metodologici: principi di redazione del bilancio sociale di GBS Gruppo di Studio per il Bilancio Sociale (2001) Linee guida per la redazione del bilancio sociale da parte delle organizzazioni che esercitano l’impresa sociale • Individua una struttura tipo di base e, in base ad una logica incrementale ed evolutiva, degli indicatori evoluti da realizzarsi nel tempo 18 Il supporto Federsolidarietà è strutturato nelle seguenti parti 1. Premessa 2. Identità dell’organizzazione 3. Governo e strategie 4. Portatori di interesse 5. Relazione sociale 6. Dimensione economica 7. Prospettive future 19 Il processo di elaborazione del bilancio sociale previsto dal supporto Federsolidarietà • Coinvolgimento trasversale dell’organizzazione contributo di funzioni o persone che presidiano gli ambiti strategici dell’organizzazione Ad es. un gruppo di lavoro composto da: rappresentante CdA, responsabile amministrativo, responsabile qualità, responsabile comunicazione, responsabile servizi • Integrazione con gli strumenti di programmazione, controllo e valutazione • Coinvolgimento degli stakeholder nella presentazione / comunicazione del documento ma anche in altre fasi di elaborazione del BS (individuazione dei bisogni, impatto dell’organizzazione nella comunità di riferimento, ecc.) 20 Le fasi di elaborazione del bilancio sociale previste dal supporto Federsolidarietà • • • • • Organizzazione del lavoro Analisi Raccolta dei dati Coinvolgimento dei principali stakeholder Comunicazione del bilancio sociale e valutazione finale del progetto • Approvazione degli organi sociali (assemblea) 21 1.PREMESSA 22 La prima parte del bilancio sociale A. LETTERA AGLI STAKEHOLDER (motiva sinteticamente la scelta e il percorso di senso che hanno portato alla redazione del bilancio sociale). B. METODOLOGIA (periodo di riferimento,le modalità e i processi di lavoro, le fasi; le modalità di coinvolgimento interno ed esterno, gli autori, la documentazione da allegare) 23 2. L’IDENTITA’ AZIENDALE 24 2.1 L’identità dell’organizzazione Dati anagrafici dell’organizzazione – informazioni generali • Breve presentazione dell’organizzazione per fornire a chi legge/accede al bilancio sociale tutte le informazioni essenziali e significative relative all’organizzazione • Dati anagrafici della cooperativa sociale: • Denominazione • Modello di riferimento secondo la riforma del diritto societario (spa, s.r.l, consorzio) e le trasformazioni avvenute nel tempo • Indirizzo, sede legale e operativa, • Adesione a centrali cooperative (Confcooperative), • Appartenenza a reti associative (Cgm, CdO, ecc.), • Adesione a consorzi di cooperative, • Partecipazioni ad altre cooperative o imprese (es. Cgm Finance, ecc.) e quote nominali • Oggetto sociale come da statuto • Scopo mutualistico (da statuto, verbale revisione) 25 • • • Attività effettivamente svolta; Base sociale (indicazione della suddivisione della base sociale per tipologia di soci: lavoratori, volontari, persone giuridiche, fruitori. Segnalazione, possibilmente per ogni categoria di soci, della presenza femminile, della presenza di persone svantaggiate – ex art. 4 L.381/1). Indicare la composizione del CdA e la suddivisione sulle varie categorie di soci con distinzione tra persone fisiche e giuridiche, dei soci dimessi o esclusi dall’ente. Individuazione del territorio di riferimento per l’azione (Comune/circoscrizione/zona/diocesi/Parrocchia, Regione/Provincia, ASL) anche 26 2.2 La missione • Le finalità ultime che l’ente intende perseguire in termini di sviluppo locale atteso sul territorio di riferimento (descrizione delle finalità istituzionali, e quindi dello scopo mutualistico ex lege 381/1991); • le linee strategiche di sviluppo finalizzate al raggiungimento dello scopo mutualistico, le quali rappresentano il modello che la cooperativa sociale vuole costruire (gestione democratica e partecipata; parità di condizione tra soci; trasparenza gestionale; territorialità; specializzazione; valorizzazione delle risorse umane; promozione della dignità sociale, lavorativa ed economica dei lavoratori; porta aperta e integrazione societaria di lavoratori retribuiti, volontari e fruitori; collaborazione e integrazione fra cooperative); • i valori di riferimento cui la cooperativa sociale si ispira nel proprio agire. Questa parte è particolarmente importante per gli enti non profit, tipicamente a forte connotazione ideale. 27 2.3 Storia La storia ripercorre, in modo schematico, tutte le tappe fondamentali che hanno caratterizzato la vita di un’organizzazione, contribuendo a delinearne il profilo e le finalità. La breve narrazione deve rispondere a queste domande: • chi sono i promotori della cooperativa? • a quali esigenze e diritti dei cittadini si è voluto rispondere? • quali sono le motivazioni che hanno condotto alla costituzione della cooperativa? Le risposte ad alcune di queste domande mutano negli anni a seguito di mutate consapevolezze, mutate condizioni interne ed esterne, altri eventi che cambiano significativamente la storia della cooperativa. E’ importante rendere evidenti le principali tappe della vita della cooperativa 28 2.4 Governo e strategie • Governo: informazioni su amministratori e organi di controllo • Strategie: Le cooperative sociali hanno come finalità prioritaria quella di rispondere ai bisogni del territorio, punto di partenza per la definizione di strategie e obiettivi, in questo panorama: l’organizzazione definisce obiettivi strategici (a medio-lungo termine) che rappresentano il cambiamento che vuole ottenere rispetto a ciascun interlocutore. la cooperativa sociale dovrebbe mettere anche in evidenza la sua capacità di stare sul mercato, le sue capacità imprenditoriali. Organigramma della cooperativa Le strategie possono riguardare la struttura organizzativa, i soci e le modalità di partecipazione, l’integrazione con il territorio, la produzione, le caratteristiche o la gestione dei servizi, il mercato, i bisogni, la rete, la pianificazione economicofinanziaria, l’assetto patrimoniale, ecc. 29 4. GLI STAKEHOLDER 30 Nel modello Federsolidarietà per le cooperative sociali lombarde • Gli interlocutori sono destinatari del bilancio sociale e il loro coinvolgimento è parte integrante della comunicazione esterna del bilancio sociale • in una logica più matura il coinvolgimento dovrebbe riguardare anche altre fasi del processo di elaborazione (ad esempio l’individuazione dei bisogni, dell’impatto dell’organizzazione nella comunità, ecc.) e non solo la fase di comunicazione • Gli stakeholder vanno mappati, e, in un’ottica di definizione delle strategie da perseguire e delle attese informative di ciascuno stakeholder, la mappa va commentata descrivendo la natura della relazione che lega l’organizzazione a ciascun interlocutore ed esplicitando eventuali modalità di coinvolgimento in essere 31 Nel modello Federsolidarietà per le cooperative sociali lombarde • La relazione sociale può essere strutturata per aree organizzative o per categorie di portatori di interesse • In particolare le categorie di stakeholder possono essere divisi tra stakeholder interni all’organizzazione ed esterni e stakeholder primari e stakeholder secondari a seconda del’intensità della relazione. 32 Gli stakeholder secondo il modello Federsolidarietà Portatori d’interesse interni: Organi direzionali • CdA della cooperativa e presidente • Direttore della cooperativa • Collegio sindacale Base sociale • Assemblea dei soci (organo di indirizzo) • lavoratori • lavoratori svantaggiati (coop B) • volontari, • fruitori • sovventori Altre risorse umane • lavoratori non soci • lavoratori svantaggiati non soci • volontari non soci • stagisti, servizio civile, borse lavoro ecc. Fruitori (numero e tipologia) 33 Gli stakeholder secondo il modello Federsolidarietà Portatori d’interesse esterni: Rete (specificare la natura del rapporto e delle intese) • altre cooperative sociali • cooperative non sociali • consorzi territoriali • BCC Rete politica di appartenenza (Confcooperative) Rete di terzo settore (volontariato, associazionismo, ecc.) Rete territoriale • istituzioni locali (Comune, Provincia, altre PA, ASL, ecc.) • comunità locale Rete economica • committenti/clienti • fornitori • finanziatori ordinari • finanziatori di altra natura (Cgm Finance, soci, Banca Etica, Banca Prossima, Cosis) • donatori Mass media e comunicazione 34 5. LA RELAZIONE SOCIALE 35 Cda • Indicare il numero di incontri del CdA nell’anno di riferimento; argomenti trattati e partecipazione. • Indicare se vi è stata la partecipazione di qualche consigliere a CdA o organi direzionali di altre cooperative, consorzi, istituzioni, tavoli di lavoro. • Indicare il numero degli eventuali CdA allargati (a soci cooperativa, esterni della rete o non) svolti nell’anno di riferimento. 36 Base sociale • Esplicitare i meccanismi di mutualità interna (formazione dirigenti, ristorno soci, ecc.) • Indicare la composizione del capitale sociale per tipologia di socio. • valore medio della quota sociale (confrontato con il valore della quota sociale effettivo può dare l’idea dell’entità dell’investimento in cooperativa da parte dei soci). • Segnalare la partecipazione a corsi destinati specificatamente a soci di cooperativa sociale organizzati dalla stessa cooperativa o da organizzazioni appartenenti alle stesse reti di riferimento . • Indicare l’ammontare del prestito da soci suddiviso per tipologia • Descrivere eventuali prassi e modalità di ricambio cariche. 37 Fruitori COOPERATIVE SOCIALI DI TIPO A • Indicare il n° di utenti beneficiari specificando la tipologia (trend negli ultimi 3 anni). (Fonte: convenzioni, fogli presenze, ecc.). 38 SETTORI DI ATTIVITÀ’ AREE DI INTERVENTO 1.Residenziale 2.Domiciliare 3.Territoriale 4.Diurno N° utenti Anziani Minori e giovani Infanzia Portatori di handicap Tossicodipendenti Sieropositivi / malati di AIDS Alcolisti Senza fissa dimora Pazienti psichiatrici Extracomunitari Detenuti Adulti a rischio di emarginazione Disoccupati Altro 39 Descrivere i servizi offerti ed evidenziare per ciascuno di essi risorse umane dedicate, utenti seguiti e principali risultati conseguiti. (Fonte: progetto educativo, convenzioni, documenti di accreditamento, ecc.) Descrivere se esistono questionari di soddisfazione sottoposti agli utenti • Indicare esiti, problematiche proposte integrazione dei servizi con il territorio, partecipazione beneficiari a progettazione e programmazione servizi; servizi innovativi avviati modalità di analisi del fabbisogno altro (sviluppare altri indicatori che diano evidenza dell’efficacia dell’intervento) 40 Fruitori COOPERATIVE SOCIALI DI TIPO B Indicare il numero di persone svantaggiate seguite, la tipologia e il settore di inserimento (trend negli ultimi 3 anni). 41 SETTORI DI ATTIVITÀ’ AREE DI INTERVENTO 1. agricolo 2. industriale 3. artigianale 4. Commerciale pubblico 5. servizi N° lavoratori svantaggiati minori a rischio portatori di handicap tossicodipendenti sieropositivi / malati di AIDS Alcolisti senza fissa dimora pazienti psichiatrici Extracomunitari Detenuti adulti a rischio di emarginazione Ex. disoccupati di lunga durata Altro 42 • Indicare le allocazioni esterne, i percorsi di inclusione interna dei lavoratori svantaggiati seguiti, eventuali abbandoni • Descrivere i progetti di inserimento lavorativo (modalità di realizzazione, persone specificatamente addette, evoluzione, eventuali interventi posti in essere ecc). • Riportare l’eventuale partecipazione a equipe, incontri con i responsabili dei progetti personalizzati. • Indicare se esiste un questionario (o altra modalità) da sottoporre agli svantaggiati. Indicare esiti, problematiche, proponimenti (vedi certificazione). • Altro (sviluppare altri indicatori che diano evidenza dell’efficacia dell’intervento) 43 Altre risorse umane (non soci) • Evidenziare risorse umane su cui può contare la cooperativa: numero, distinzione tra donne e uomini, turn over (entrate e uscite nell’anno) livelli retributivi, N° di anni di appartenenza – da quando sono entrati in coop. • Indicare il valore minimo e massimo delle retribuzioni lorde dei lavoratori • Indicare i compensi complessivi corrisposti a lavoratori autonomi e parasubordinati • Descrivere le professionalità coinvolte • Descrivere la politica di gestione delle risorse umane della cooperativa: incentivi economici, formazione, politica di carriera e assunzione di responsabilità. • Indicare se esistono strumenti da sottoporre ai lavoratori, riportare esiti, problematiche, proponimenti (es: questionario, colloquio individuale/di gruppo, interviste). 44 Volontari • Indicare il numero totale dei volontari (soci e non) della cooperativa • Indicare il numero delle entrate/uscite nell’anno • Indicare il tipo di attività svolto dai volontari • Indicare il numero di ore di lavoro svolte dai volontari in una settimana/mese/anno sul totale… • Indicare se esiste un questionario (o altra modalità) da sottoporre ai volontari. Indicare esiti, problematiche, proponimenti • Indicare n° stagisti, borse lavoratori, volontari in servizio civile 45 Rete • Descrivere se esistono forme di collaborazione in caso di partecipazione a gare in cui vi sono altre cooperative. Se esistono specificare quali sono e i fini che perseguono; Indicare se si segue un codice etico. • Descrivere eventuali forme di collaborazione con altre cooperative /istituzioni nella gestione dei progetti personalizzati di inserimento lavorativo. • Descrivere il ruolo che le istituzioni locali riconoscono alla cooperativa nel soddisfacimento dei bisogni; della comunità (sussidiarietà) – riferimento a documenti delle istituzioni in cui viene valutata l’attività e l’impatto della cooperativa: partecipazione a tavoli comuni, commissioni, piani di zona, 328. • Descrivere la tipologia di contratti in essere con la Amministrazione pubblica, individuando in particolare convenzioni articolo 5 legge n. 381/91: numero, entità dei contratti. 46 Rete economica Finanziatori • Riportare la descrizione dei principali soggetti finanziatori remunerati della cooperativa e dei rapporti: finanziatori ordinari finanziatori di altra natura (Cgm Finance, soci, Banca Etica, Banca Prossima, Cosis) Donatori e contributi a fondo perduto • Descrivere le politiche di fund raising, descrivere eventuali collaborazioni sviluppate sul piano locale, eventi realizzati 47 6. LA DIMENSIONE ECONOMICA 48 Il modello di Federsolidarietà • Le linee guida di Federsolidarietà riprendono il modello proposto dal GBS, basato sulla riclassificazione del conto economico a Valore Aggiunto. • Esso permette di mettere in evidenza la distribuzione della ricchezza prodotta dall’organizzazione nei confronti dei diversi portatori d’interesse. 49 Il valore aggiunto • Il valore aggiunto rappresenta la ricchezza di tipo ‘economico’ che una cooperativa sociale è in grado di produrre in aggiunta alla necessaria produzione di ricchezza sociale, coerentemente ai propri fini istituzionali. 50 Schema di produzione della ricchezza economica RICCHEZZA ECONOMICA PRODOTTA DA 1 privati e famiglie 2 imprese private 3 consorzio 4 enti locali 5 aziende sanitarie 6 altri enti pubblici 7 altri soggetti 8 contributi pubblici 9 donazioni private 10 rimanenze finali 11 altri (specificare) Ricchezza economica prodotta meno Valore assoluto Valore % 0 COSTI PAGATI A STAKEHOLDER NON FONDAMENTALI 1 fornitori di beni 2 professionisti e consulenti 3 altri fornitori di servizi 4 rimanenze finali 5 ammortamenti 6 altri (specificare) Ricchezza distribuita agli stakeholder non fondamentali 0 51 Schema di distribuzione della ricchezza economica - 1 RICCHEZZA ECONOMICA DA DISTRIBUIRE AGLI STAKEHOLDER FONDAMENTALI Valore assoluto Valore % al SISTEMA COOPERATIVO 1 consorzio territoriale 2 consorzi di scopo (es: Luoghi per Crescere) 3 cooperative (socie o non socie dei consorzi) 4 centrale Cooperativa (es: Federsolidarietà) 5 altri (specificare) Ricchezza distribuita al sistema cooperativo 0 ai FINANZIATORI 1 banche di credito ordinario 2 banche etiche (es: Banca Popolare Etica, Cosis) 3 banche della rete (es: CGM Finance) 4 banco posta 5 terzi finanziatori 6 altri (specificare) Ricchezza distribuita ai finanziatori 0 52 Schema di distribuzione della ricchezza economica - 2 ai LAVORATORI 1 dipendenti soci 2 dipendenti non soci 3 svantaggiati (inserimenti lavorativi) 4 collaboratori a progetto 5 collaboratori occasionali 6 tirocini formativi 7 amministratori e sindaci 8 volontari 9 formazione personale 10 altri (specificare) Ricchezza distribuita ai lavoratori 0 Ricchezza distribuita alla comunità territoriale 0 alla COMUNITA' TERRITORIALE 1 associazioni 2 altri soggetti del terzo settore 3 persone fisiche 4 altri (specificare) 53 Schema di distribuzione della ricchezza economica - 3 ai SOCI 1 costi per iniziative rivolte a tutta la base sociale 2 altri (specificare) Ricchezza distribuita ai soci 0 Ricchezza distribuita agli enti pubblici 0 Ricchezza investita nella Cooperativa 0 agli ENTI PUBBLICI 1 stato (es: IRES) 2 regione (es: IRAP) 3 comune (es: tributi locali) 4 altri (specificare) alla COOPERATIVA 1 accantonamenti 2 utile di esercizio 3 ristorni ai soci lavoratori 4 altri (specificare) 54 Altre informazioni economiche - 1 • Ammontare e composizione del fatturato • Per le cooperative sociali che organizzano campagne di raccolta fondi (si pensi anche al 5 per mille), in virtù di un dovere di trasparenza rispetto ai donatori, è opportuno illustrare le risorse raccolte, le attività cui sono state destinate tali risorse e i costi sostenuti per l’attività di raccolta fondi (quanto dei fondi è destinato a coprire i costi e quanto viene destinato alle attività di core business). 55 Sommario • Pro e contro dell’introduzione dell’obbligatorietà per il bilancio sociale: può diventare un’opportunità? • Il modello, struttura e processo di bilancio sociale proposto dal supporto Federsolidarietà Lombardia per le cooperative sociali • L’esperienza bresciana dei consorzi di cooperative sociali 56 Il percorso di elaborazione delle linee guida per il bilancio sociale consortile • 2009/2010: gruppo di lavoro KOINON elabora le linee guida consortili in versione base (per il consorzio) e in bozza in versione aggregata (per l’insieme delle cooperative aderenti al consorzio) • 2011: gruppo di lavoro KOINON per definizione di un set di linee guida ad hoc per i consorzi, in cui sono compresi schemi e indicazioni per presentare la realtà consortile aggregata. Dove questo non è possibile/utile/necessario, ci si potrà limitare a presentare i dati di consorzio (consorzi non territoriali, ecc.) 57