Percorso dirigenti
Il bilancio sociale, l’esperienza
della cooperazione sociale
Elisa Chiaf
26 marzo 2011
Sommario
• Pro e contro dell’introduzione dell’obbligatorietà per il
bilancio sociale: può diventare un’opportunità?
• Il modello, struttura e processo di bilancio sociale
proposto dal supporto Federsolidarietà Lombardia per le
cooperative sociali
• L’esperienza bresciana dei consorzi di cooperative sociali
2
E’ un momento di svolta per il tema
bilancio sociale
• Il bilancio sociale (BS) è stato definito
obbligatorio in Lombardia per le cooperative
sociali con la Delibera di G.R. del 10/10/’07
3
L’obbligo di fare il BS per le coop. soc. e le imprese
sociali può essere considerato un’opportunità?
• Rappresenta un onere aggiuntivo per le
cooperative ed imprese sociali
• Segna un punto di discontinuità rispetto
ad un tema, quello della responsabilità
sociale delle imprese (RSI), su cui si è
parlato molto e fatto poco
4
Fino ad oggi…
• La preoccupazione maggiore delle imprese è
stata quella di evitare che si introducessero delle
norme di comportamento e di rendicontazione
• L’assunzione di responsabilità sociale da parte
delle imprese è stata ritenuta
 “l’integrazione volontaristica delle problematiche
sociali ed ecologiche nelle operazioni commerciali e
nei rapporti delle imprese con le parti interessate”*
*”Libro Verde sulla Responsabilità Sociale delle Imprese”, Commissione Europea, 2001
5
Ne è derivata …
• Molta letteratura, alcuna ottima, sul tema della
responsabilità sociale delle imprese
• Molto marketing e molta comunicazione
• Poca accountability:





pochi bilanci sociali
diversi modelli opzionali di riferimento
selezione arbitraria dei dati da presentare
scarsa o nulla comparabilità dei risultati
Processi soggettivi di produzione delle informazioni e del
documento
6
Naturalmente sono largamente condivise e del
tutto condivisibili le premesse teoriche della RSI
• Visione sistemica e reticolare dell’impresa
• Approccio stakeholder
• La responsabilità come condizione per il
perdurare dell’impresa
• Orizzonte più ampio della RSI
• Il concetto di sviluppo sostenibile
7
Bilancio sociale obbligatorio: quali i
CONTRO?
• Un nuovo obbligo “per chi già faceva”
• Informazioni che si prestano a cattive
interpretazioni da parte di chi legge, degli EEPP,
dei finanziatori
• Informazioni distorsive
• Rischio “sanzione”: elementi di valutazione da
parte degli EEPP
8
Bilancio sociale obbligatorio: quali i
CONTRO?
• Aumento del lavoro, aumento dei costi
• Ripetizione informazioni rispetto al sistema
qualità o ad altra documentazione
• Difficoltà ad attivare la partecipazione e a
sensibilizzare gli stakeholders
• Uno strumento a rischio di “burocratizzazione”
9
Bilancio sociale obbligatorio: quali i PRO?
• Autovalutazione e riflessione strategica
• Aumento della democraticità e della
partecipazione
• Maggiore accountability
• Uno strumento di marketing e
comunicazione
10
Bilancio sociale obbligatorio: quali i PRO?
• Maggiore coinvolgimento della base sociale
• Uno strumento che sollecita la riflessione
sui temi chiave della missione
• Uno strumento per razionalizzare l’analisi
• Valorizzazione apporto delle diverse parti in
relazione al sistema complessivo
11
Bilancio sociale obbligatorio: quali i PRO?
• Controllo in itinere del perseguimento della
missione
• Benchmarking sociale
• Possibilità di rafforzare e condividere i
fondamenti identitari
12
Bilancio sociale obbligatorio: quali i PRO?
• Maggiore attenzione ai bisogni dei propri
stakeholders e individuazione di nuovi
bisogni
• Individuazione di nuove strategie di crescita
• Standardizzazione della rendicontazione
sociale
13
L’obbligo del bilancio sociale può
diventare un’opportunità?
• Possibilità di leggere attentamente la
nostra realtà per coglierne il
posizionamento sia economico che sociale
sul territorio in modo democratico e
coinvolgendo i diversi stakeholders
14
L’obbligo del bilancio sociale può
diventare un’opportunità?
• E’ un’opportunità se viene “vissuto” e
condiviso
• Lettura dei bisogni, pianificazione degli
interventi
• Benchmarking sociale
15
L’obbligo del bilancio sociale può
diventare un’opportunità?
• Riorientamento strategico e organizzativo
• Valutazione in itinere / controllo di gestione
sociale
• Budget e pianificazione sociale
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Sommario
• Pro e contro dell’introduzione dell’obbligatorietà per il
bilancio sociale: può diventare un’opportunità?
• Il modello, struttura e processo di bilancio sociale
proposto dal supporto Federsolidarietà Lombardia
per le cooperative sociali
• L’esperienza bresciana dei consorzi di cooperative sociali
17
Quale modello di bilancio sociale emerge dal supporto
Federsolidarietà per la realizzazione del bilancio
sociale?
• Modello per stakeholders
• Riferimenti metodologici:
 principi di redazione del bilancio sociale di GBS
Gruppo di Studio per il Bilancio Sociale (2001)
 Linee guida per la redazione del bilancio sociale da
parte delle organizzazioni che esercitano l’impresa
sociale
• Individua una struttura tipo di base e, in base ad
una logica incrementale ed evolutiva, degli
indicatori evoluti da realizzarsi nel tempo
18
Il supporto Federsolidarietà è strutturato
nelle seguenti parti
1. Premessa
2. Identità dell’organizzazione
3. Governo e strategie
4. Portatori di interesse
5. Relazione sociale
6. Dimensione economica
7. Prospettive future
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Il processo di elaborazione del bilancio sociale
previsto dal supporto Federsolidarietà
• Coinvolgimento trasversale dell’organizzazione
 contributo di funzioni o persone che presidiano gli ambiti strategici
dell’organizzazione
 Ad es. un gruppo di lavoro composto da: rappresentante CdA,
responsabile amministrativo, responsabile qualità, responsabile
comunicazione, responsabile servizi
• Integrazione con gli strumenti di programmazione,
controllo e valutazione
• Coinvolgimento degli stakeholder
 nella presentazione / comunicazione del documento
 ma anche in altre fasi di elaborazione del BS (individuazione dei
bisogni, impatto dell’organizzazione nella comunità di riferimento,
ecc.)
20
Le fasi di elaborazione del bilancio sociale
previste dal supporto Federsolidarietà
•
•
•
•
•
Organizzazione del lavoro
Analisi
Raccolta dei dati
Coinvolgimento dei principali stakeholder
Comunicazione del bilancio sociale e
valutazione finale del progetto
• Approvazione degli organi sociali
(assemblea)
21
1.PREMESSA
22
La prima parte del bilancio sociale
A. LETTERA AGLI STAKEHOLDER (motiva sinteticamente la scelta e il
percorso di senso che hanno portato alla redazione del bilancio sociale).
B. METODOLOGIA (periodo di riferimento,le modalità e i processi di lavoro, le
fasi; le modalità di coinvolgimento interno ed esterno, gli autori, la
documentazione da allegare)
23
2. L’IDENTITA’
AZIENDALE
24
2.1 L’identità dell’organizzazione
Dati anagrafici dell’organizzazione – informazioni generali
• Breve presentazione dell’organizzazione per fornire a chi legge/accede al
bilancio sociale tutte le informazioni essenziali e significative relative
all’organizzazione
• Dati anagrafici della cooperativa sociale:
• Denominazione
• Modello di riferimento secondo la riforma del diritto societario (spa, s.r.l,
consorzio) e le trasformazioni avvenute nel tempo
• Indirizzo, sede legale e operativa,
• Adesione a centrali cooperative (Confcooperative),
• Appartenenza a reti associative (Cgm, CdO, ecc.),
• Adesione a consorzi di cooperative,
• Partecipazioni ad altre cooperative o imprese (es. Cgm Finance, ecc.) e
quote nominali
• Oggetto sociale come da statuto
• Scopo mutualistico (da statuto, verbale revisione)
25
•
•
•
Attività effettivamente svolta;
Base sociale (indicazione della suddivisione della base sociale per tipologia di soci:
lavoratori, volontari, persone giuridiche, fruitori. Segnalazione, possibilmente per ogni
categoria di soci, della presenza femminile, della presenza di persone svantaggiate –
ex art. 4 L.381/1). Indicare la composizione del CdA e la suddivisione sulle varie
categorie di soci con distinzione tra persone fisiche e giuridiche, dei soci dimessi o
esclusi dall’ente.
Individuazione del territorio di riferimento per l’azione
(Comune/circoscrizione/zona/diocesi/Parrocchia, Regione/Provincia, ASL) anche
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2.2 La missione
•
Le finalità ultime che l’ente intende perseguire in termini di sviluppo locale
atteso sul territorio di riferimento (descrizione delle finalità istituzionali, e quindi
dello scopo mutualistico ex lege 381/1991);
•
le linee strategiche di sviluppo finalizzate al raggiungimento dello scopo
mutualistico, le quali rappresentano il modello che la cooperativa sociale vuole
costruire (gestione democratica e partecipata; parità di condizione tra soci;
trasparenza gestionale; territorialità; specializzazione; valorizzazione delle
risorse umane; promozione della dignità sociale, lavorativa ed economica dei
lavoratori; porta aperta e integrazione societaria di lavoratori retribuiti, volontari e
fruitori; collaborazione e integrazione fra cooperative);
•
i valori di riferimento cui la cooperativa sociale si ispira nel proprio agire.
Questa parte è particolarmente importante per gli enti non profit, tipicamente a
forte connotazione ideale.
27
2.3 Storia
La storia ripercorre, in modo schematico, tutte le tappe fondamentali che hanno
caratterizzato la vita di un’organizzazione, contribuendo a delinearne il profilo
e le finalità.
La breve narrazione deve rispondere a queste domande:
• chi sono i promotori della cooperativa?
• a quali esigenze e diritti dei cittadini si è voluto rispondere?
• quali sono le motivazioni che hanno condotto alla costituzione della
cooperativa?
Le risposte ad alcune di queste domande mutano negli anni a seguito di mutate
consapevolezze, mutate condizioni interne ed esterne, altri eventi che
cambiano significativamente la storia della cooperativa.
E’ importante rendere evidenti le principali tappe della vita della cooperativa
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2.4 Governo e strategie
• Governo: informazioni su amministratori e organi di controllo
• Strategie: Le cooperative sociali hanno come finalità prioritaria quella
di rispondere ai bisogni del territorio, punto di partenza per la
definizione di strategie e obiettivi, in questo panorama:
 l’organizzazione definisce obiettivi strategici (a medio-lungo termine) che
rappresentano il cambiamento che vuole ottenere rispetto a ciascun interlocutore.
 la cooperativa sociale dovrebbe mettere anche in evidenza la sua capacità di stare
sul mercato, le sue capacità imprenditoriali.
 Organigramma della cooperativa
Le strategie possono riguardare la struttura organizzativa, i soci e le modalità di
partecipazione, l’integrazione con il territorio, la produzione, le caratteristiche o la
gestione dei servizi, il mercato, i bisogni, la rete, la pianificazione economicofinanziaria, l’assetto patrimoniale, ecc.
29
4. GLI
STAKEHOLDER
30
Nel modello Federsolidarietà per le cooperative sociali
lombarde
• Gli interlocutori sono destinatari del bilancio sociale e il
loro coinvolgimento è parte integrante della
comunicazione esterna del bilancio sociale
• in una logica più matura il coinvolgimento dovrebbe
riguardare anche altre fasi del processo di elaborazione
(ad esempio l’individuazione dei bisogni, dell’impatto
dell’organizzazione nella comunità, ecc.) e non solo la
fase di comunicazione
• Gli stakeholder vanno mappati, e, in un’ottica di
definizione delle strategie da perseguire e delle attese
informative di ciascuno stakeholder, la mappa va
commentata descrivendo la natura della relazione che
lega l’organizzazione a ciascun interlocutore ed
esplicitando eventuali modalità di coinvolgimento in
essere
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Nel modello Federsolidarietà per le cooperative sociali
lombarde
• La relazione sociale può essere strutturata per
aree organizzative o per categorie di portatori di
interesse
• In particolare le categorie di stakeholder possono
essere divisi tra stakeholder interni
all’organizzazione ed esterni e stakeholder
primari e stakeholder secondari a seconda
del’intensità della relazione.
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Gli stakeholder secondo il modello
Federsolidarietà
Portatori d’interesse interni:
Organi direzionali
• CdA della cooperativa e presidente
• Direttore della cooperativa
• Collegio sindacale
Base sociale
• Assemblea dei soci (organo di indirizzo)
• lavoratori
• lavoratori svantaggiati (coop B)
• volontari,
• fruitori
• sovventori
Altre risorse umane
• lavoratori non soci
• lavoratori svantaggiati non soci
• volontari non soci
• stagisti, servizio civile, borse lavoro ecc.
Fruitori (numero e tipologia)
33
Gli stakeholder secondo il modello
Federsolidarietà
Portatori d’interesse esterni:
Rete (specificare la natura del rapporto e delle intese)
• altre cooperative sociali
• cooperative non sociali
• consorzi territoriali
• BCC
Rete politica di appartenenza (Confcooperative)
Rete di terzo settore (volontariato, associazionismo, ecc.)
Rete territoriale
• istituzioni locali (Comune, Provincia, altre PA, ASL, ecc.)
• comunità locale
Rete economica
• committenti/clienti
• fornitori
• finanziatori ordinari
• finanziatori di altra natura (Cgm Finance, soci, Banca Etica, Banca Prossima, Cosis)
• donatori
Mass media e comunicazione
34
5. LA RELAZIONE
SOCIALE
35
Cda
• Indicare il numero di incontri del CdA
nell’anno di riferimento; argomenti trattati e
partecipazione.
• Indicare se vi è stata la partecipazione di
qualche consigliere a CdA o organi
direzionali di altre cooperative, consorzi,
istituzioni, tavoli di lavoro.
• Indicare il numero degli eventuali CdA
allargati (a soci cooperativa, esterni della
rete o non) svolti nell’anno di riferimento.
36
Base sociale
• Esplicitare i meccanismi di mutualità interna (formazione
dirigenti, ristorno soci, ecc.)
• Indicare la composizione del capitale sociale per tipologia
di socio.
• valore medio della quota sociale (confrontato con il valore
della quota sociale effettivo può dare l’idea dell’entità
dell’investimento in cooperativa da parte dei soci).
• Segnalare la partecipazione a corsi destinati
specificatamente a soci di cooperativa sociale organizzati
dalla stessa cooperativa o da organizzazioni appartenenti
alle stesse reti di riferimento .
• Indicare l’ammontare del prestito da soci suddiviso per
tipologia
• Descrivere eventuali prassi e modalità di ricambio
cariche.
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Fruitori
COOPERATIVE SOCIALI DI TIPO A
• Indicare il n° di utenti beneficiari
specificando la tipologia (trend negli ultimi 3
anni). (Fonte: convenzioni, fogli presenze,
ecc.).
38
SETTORI DI ATTIVITÀ’
AREE DI INTERVENTO
1.Residenziale
2.Domiciliare
3.Territoriale
4.Diurno
N° utenti
Anziani
Minori e giovani
Infanzia
Portatori di handicap
Tossicodipendenti
Sieropositivi / malati di AIDS
Alcolisti
Senza fissa dimora
Pazienti psichiatrici
Extracomunitari
Detenuti
Adulti a rischio di emarginazione
Disoccupati
Altro
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 Descrivere i servizi offerti ed evidenziare per ciascuno di
essi risorse umane dedicate, utenti seguiti e principali
risultati
conseguiti.
(Fonte:
progetto
educativo,
convenzioni, documenti di accreditamento, ecc.)
 Descrivere se esistono questionari di soddisfazione
sottoposti agli utenti
• Indicare esiti, problematiche proposte
 integrazione dei servizi con il territorio,
 partecipazione
beneficiari
a
progettazione
e
programmazione servizi;
 servizi innovativi avviati
 modalità di analisi del fabbisogno
 altro (sviluppare altri indicatori che diano evidenza
dell’efficacia dell’intervento)
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Fruitori
COOPERATIVE SOCIALI DI TIPO B
 Indicare il numero di persone svantaggiate
seguite, la tipologia e il settore di
inserimento (trend negli ultimi 3 anni).
41
SETTORI DI ATTIVITÀ’
AREE DI INTERVENTO
1.
agricolo
2.
industriale
3.
artigianale
4.
Commerciale
pubblico
5.
servizi
N° lavoratori
svantaggiati
minori a rischio
portatori di handicap
tossicodipendenti
sieropositivi / malati di AIDS
Alcolisti
senza fissa dimora
pazienti psichiatrici
Extracomunitari
Detenuti
adulti a rischio di
emarginazione
Ex. disoccupati di lunga durata
Altro
42
• Indicare le allocazioni esterne, i percorsi di inclusione
interna dei lavoratori svantaggiati seguiti, eventuali
abbandoni
• Descrivere i progetti di inserimento lavorativo (modalità di
realizzazione, persone specificatamente addette,
evoluzione, eventuali interventi posti in essere ecc).
• Riportare l’eventuale partecipazione a equipe, incontri
con i responsabili dei progetti personalizzati.
• Indicare se esiste un questionario (o altra modalità) da
sottoporre agli svantaggiati. Indicare esiti, problematiche,
proponimenti (vedi certificazione).
• Altro (sviluppare altri indicatori che diano evidenza
dell’efficacia dell’intervento)
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Altre risorse umane (non soci)
• Evidenziare risorse umane su cui può contare la cooperativa:





numero,
distinzione tra donne e uomini,
turn over (entrate e uscite nell’anno)
livelli retributivi,
N° di anni di appartenenza – da quando sono entrati in coop.
• Indicare il valore minimo e massimo delle retribuzioni lorde dei
lavoratori
• Indicare i compensi complessivi corrisposti a lavoratori autonomi e
parasubordinati
• Descrivere le professionalità coinvolte
• Descrivere la politica di gestione delle risorse umane della
cooperativa: incentivi economici, formazione, politica di carriera e
assunzione di responsabilità.
• Indicare se esistono strumenti da sottoporre ai lavoratori, riportare
esiti, problematiche, proponimenti (es: questionario, colloquio
individuale/di gruppo, interviste).
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Volontari
• Indicare il numero totale dei volontari (soci e non)
della cooperativa
• Indicare il numero delle entrate/uscite nell’anno
• Indicare il tipo di attività svolto dai volontari
• Indicare il numero di ore di lavoro svolte dai
volontari in una settimana/mese/anno sul totale…
• Indicare se esiste un questionario (o altra
modalità) da sottoporre ai volontari. Indicare esiti,
problematiche, proponimenti
• Indicare n° stagisti, borse lavoratori, volontari in
servizio civile
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Rete
• Descrivere se esistono forme di collaborazione in caso di
partecipazione a gare in cui vi sono altre cooperative. Se esistono
specificare quali sono e i fini che perseguono; Indicare se si segue un
codice etico.
• Descrivere eventuali forme di collaborazione con altre cooperative
/istituzioni nella gestione dei progetti personalizzati di inserimento
lavorativo.
• Descrivere il ruolo che le istituzioni locali riconoscono alla cooperativa
nel soddisfacimento dei bisogni; della comunità (sussidiarietà) –
riferimento a documenti delle istituzioni in cui viene valutata l’attività e
l’impatto della cooperativa: partecipazione a tavoli comuni,
commissioni, piani di zona, 328.
• Descrivere la tipologia di contratti in essere con la Amministrazione
pubblica, individuando in particolare convenzioni articolo 5 legge n.
381/91: numero, entità dei contratti.
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Rete economica
Finanziatori
• Riportare la descrizione dei principali soggetti
finanziatori remunerati della cooperativa e dei
rapporti:
 finanziatori ordinari
 finanziatori di altra natura (Cgm Finance, soci, Banca
Etica, Banca Prossima, Cosis)
Donatori e contributi a fondo perduto
• Descrivere le politiche di fund raising, descrivere
eventuali collaborazioni sviluppate sul piano
locale, eventi realizzati
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6. LA DIMENSIONE
ECONOMICA
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Il modello di Federsolidarietà
• Le linee guida di Federsolidarietà
riprendono il modello proposto dal GBS,
basato sulla riclassificazione del conto
economico a Valore Aggiunto.
• Esso permette di mettere in evidenza la
distribuzione della ricchezza prodotta
dall’organizzazione nei confronti dei diversi
portatori d’interesse.
49
Il valore aggiunto
• Il valore aggiunto rappresenta la ricchezza
di tipo ‘economico’ che una cooperativa
sociale è in grado di produrre in aggiunta
alla necessaria produzione di ricchezza
sociale, coerentemente ai propri fini
istituzionali.
50
Schema di produzione della ricchezza economica
RICCHEZZA ECONOMICA PRODOTTA DA
1
privati e famiglie
2
imprese private
3
consorzio
4
enti locali
5
aziende sanitarie
6
altri enti pubblici
7
altri soggetti
8
contributi pubblici
9
donazioni private
10
rimanenze finali
11
altri (specificare)
Ricchezza economica prodotta
meno
Valore assoluto
Valore %
0
COSTI PAGATI A STAKEHOLDER NON FONDAMENTALI
1
fornitori di beni
2
professionisti e consulenti
3
altri fornitori di servizi
4
rimanenze finali
5
ammortamenti
6
altri (specificare)
Ricchezza distribuita agli stakeholder non fondamentali
0
51
Schema di distribuzione della ricchezza economica - 1
RICCHEZZA ECONOMICA DA DISTRIBUIRE AGLI STAKEHOLDER FONDAMENTALI
Valore
assoluto
Valore %
al SISTEMA COOPERATIVO
1
consorzio territoriale
2
consorzi di scopo (es: Luoghi per Crescere)
3
cooperative (socie o non socie dei consorzi)
4
centrale Cooperativa (es: Federsolidarietà)
5
altri (specificare)
Ricchezza distribuita al sistema cooperativo
0
ai FINANZIATORI
1
banche di credito ordinario
2
banche etiche (es: Banca Popolare Etica, Cosis)
3
banche della rete (es: CGM Finance)
4
banco posta
5
terzi finanziatori
6
altri (specificare)
Ricchezza distribuita ai finanziatori
0
52
Schema di distribuzione della ricchezza economica - 2
ai LAVORATORI
1
dipendenti soci
2
dipendenti non soci
3
svantaggiati (inserimenti lavorativi)
4
collaboratori a progetto
5
collaboratori occasionali
6
tirocini formativi
7
amministratori e sindaci
8
volontari
9
formazione personale
10
altri (specificare)
Ricchezza distribuita ai lavoratori
0
Ricchezza distribuita alla comunità territoriale
0
alla COMUNITA' TERRITORIALE
1
associazioni
2
altri soggetti del terzo settore
3
persone fisiche
4
altri (specificare)
53
Schema di distribuzione della ricchezza economica - 3
ai SOCI
1
costi per iniziative rivolte a tutta la base sociale
2
altri (specificare)
Ricchezza distribuita ai soci
0
Ricchezza distribuita agli enti pubblici
0
Ricchezza investita nella Cooperativa
0
agli ENTI PUBBLICI
1
stato (es: IRES)
2
regione (es: IRAP)
3
comune (es: tributi locali)
4
altri (specificare)
alla COOPERATIVA
1
accantonamenti
2
utile di esercizio
3
ristorni ai soci lavoratori
4
altri (specificare)
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Altre informazioni economiche - 1
• Ammontare e composizione del fatturato
• Per le cooperative sociali che organizzano
campagne di raccolta fondi (si pensi anche al 5
per mille), in virtù di un dovere di trasparenza
rispetto ai donatori, è opportuno illustrare le
risorse raccolte, le attività cui sono state
destinate tali risorse e i costi sostenuti per
l’attività di raccolta fondi (quanto dei fondi è
destinato a coprire i costi e quanto viene
destinato alle attività di core business).
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Sommario
• Pro e contro dell’introduzione dell’obbligatorietà per il
bilancio sociale: può diventare un’opportunità?
• Il modello, struttura e processo di bilancio sociale
proposto dal supporto Federsolidarietà Lombardia per le
cooperative sociali
• L’esperienza bresciana dei consorzi di cooperative
sociali
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Il percorso di elaborazione delle linee
guida per il bilancio sociale consortile
• 2009/2010: gruppo di lavoro KOINON elabora le linee
guida consortili in versione base (per il consorzio) e in
bozza in versione aggregata (per l’insieme delle
cooperative aderenti al consorzio)
• 2011: gruppo di lavoro KOINON per definizione di un set
di linee guida ad hoc per i consorzi, in cui sono compresi
schemi e indicazioni per presentare la realtà consortile
aggregata. Dove questo non è possibile/utile/necessario,
ci si potrà limitare a presentare i dati di consorzio
(consorzi non territoriali, ecc.)
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