Pontificia Facoltà di Scienze dell’Educazione AUXILIUM – ROMA - PROSPETTIVE PER IL RILANCIO DELLA DIMENSIONE MARIANA NELL’AZIONE EDUCATIVA Suor Antonia Colombo Siamo giunte al termine di un convegno che, come rilevavo in apertura, è stato da tempo preparato, a lungo desiderato. L’esito che auspicavo nella lettera di convocazione del 2 febbraio scorso era «una più profonda consapevolezza della nostra identità e missione nella Chiesa». La finalità veniva formulata, nella lettera inviata alle partecipanti il 15 luglio dalla Commissione scientifica di preparazione, in questi termini: «Avviare un processo di approfondimento su Maria nell’educazione di Gesù Cristo e del cristiano per ricomprendere e rinnovare l’azione educativa delle FMA». Il tema di questo convegno, direi connaturale alla tradizione salesiana, richiamata dalle parole tratte dal sogno profetico di Giovanni Bosco e, particolarmente, dall’impegno delle FMA espresso sempre più chiaramente negli ultimi quattro Capitoli generali, è risultato agli eminenti studiosi che ci hanno accompagnato in questi giorni una scelta per nulla scontata, veramente coraggiosa e stimolante in vista di ulteriori approfondimenti. Questo riconoscimento ci rende consapevoli di essere portatrici di un’istanza che non riguarda solo la nostra Famiglia religiosa, anche se nasce in essa. È un approfondimento del ruolo di Maria nella Chiesa, che matura con l’apporto di diverse discipline, dal convergere di punti di vista finora non coordinati in ordine all’elaborazione di una cultura dell’educazione. Penso di poter dire che tutte/i le/i partecipanti – FMA, sorelle di altre Congregazioni, membri della Famiglia salesiana e, in particolare, exallieve/i delle FMA, amici e amiche hanno vissuto questi giorni percorrendo le tappe dell’itinerario proposto con un forte coinvolgimento che ha maturato a livello personale la convinzione espressa da Paolo VI: «Se vogliamo essere cristiani, dobbiamo essere mariani, cioè dobbiamo riconoscere il rapporto essenziale, vitale, provvidenziale che unisce la Madonna a Gesù, e che apre a noi la via che a Lui ci conduce». Per noi FMA, rappresentanti delle sorelle delle Ispettorie del mondo, oso affermare che il convenire attorno a questo tema costituisce un evento che interpella fortemente la vita, orientandola ad attingere le radici della propria identità e appartenenza. Identità cristiana e perciò mariana, per il rapporto essenziale tra Gesù e sua Madre, che diventa anche nostra madre; identità dell’Istituto FMA, monumento vivo che rende presente la sollecitudine materna di Maria nell’educare alla sequela di Gesù, uomo perfetto. Un’identità riconosciuta ed elaborata come accoglienza dell’Alleanza che Dio stabilisce con ogni persona, come disponibilità a lasciarci condurre, insieme, nella realizzazione del progetto del Padre. Egli ha suscitato nella Chiesa la nostra Famiglia religiosa affidandole una missione educativa sotto la guida di Maria. Riappropriarci di questa identità non significa chiuderci in una sicurezza che non facilita il necessario cambiamento, che vanta diritti o privilegi e rischia di separare anziché promuovere comunione, ma dispone a spenderla nel dialogo con altre identità al servizio del Regno di Dio nella comunione ecclesiale, anche in risposta al compito a noi affidato 2 nella Famiglia salesiana di essere testimoni della presenza di Maria nei diversi contesti socio-culturali in cui operiamo. Sono certa che quanto abbiamo insieme considerato, contemplato, assimilato in questi giorni segnerà un cambiamento qualitativo nella vita e nella missione delle nostre comunità se davvero accogliamo in casa con amore la Madre di Gesù e nostra; se la vediamo presente nella vita quotidiana, se sappiamo affidarci a Lei. In questi giorni abbiamo ascoltato che l’affidamento a Maria indica appartenenza, legame attivo, consegna a una relazione maturante. Soprattutto esige di sapere stare dentro ciò che si vive perché l’autenticità della relazione possa trasformarci. Relazionarsi in modo gratuito è l’essenza della vita come dono, dove il primato dell’amore ci libera dalle angustie dell’io. Questo affidamento noi lo rinnoviamo ogni giorno. Aiutiamoci a renderlo sempre più consapevole per crescere nell’unità vocazionale e vivere quella spiritualità del quotidiano che è mistica, ossia vita nello Spirito Santo, profezia della vita nuova inaugurata da Gesù e vissuta in modo esemplare da Maria, la sua prima discepola. Creatura come noi, della nostra stirpe, ella ci dispone ad accogliere l’azione dello Spirito che sviluppa in noi, nei giovani, in ogni credente che a lei si affida gli atteggiamenti della creatura nuova: l’ubbidienza della fede, maturata ogni giorno nell’ascolto della Parola e degli avvenimenti della storia; la fiduciosa speranza nell’operare secondo la logica del Regno, disponibili ai tempi di Dio; l’amore che non si scandalizza della croce e l’abbraccia come segno di autenticità nella sequela; la gioia della profezia di una nuova umanità, che manifesta le beatitudini evangeliche nelle relazioni improntate a reciproca valorizzazione per il bene di tutti. Lo Spirito di Gesù presente nella storia sollecita, nei percorsi oscuri che oggi potrebbero spaventare e indurre a retrocedere, a testimoniare alle/ai giovani che Dio è Padre di tutti e predilige i suoi figli più bisognosi. Ci incoraggia a unire le forze per affermare, con lo stile delle nostre relazioni e con le strutture a cui diamo vita come Istituto internazionale che opera insieme agli altri membri della Famiglia salesiana, che è possibile volersi bene rispettando e promuovendo le differenze personali e culturali. Ci sostiene nel ricercare nuove vie di condivisione dei beni e dei saperi per vivere in solidarietà la nostra più profonda realtà di essere tutti figli e figlie di Dio. Ci dona l’esaltante consapevolezza di saperci, pur nella nostra povertà, corresponsabili nell’attuazione di un disegno di salvezza che riguarda tutti ed esige, per essere compiuto, di vivere in stato di vigilanza, di esodo continuo dalle nostre acquisizioni rassicuranti, di dialogo disponibile a relativizzare i nostri punti di vista nella ricerca della verità che fa liberi. Egli, lo Spirito Santo, ci guida alla verità tutta intera: la verità su Dio, comunione di amore, e sulla sua relazione con le creature, opera delle sue mani; la verità sulla creatura umana maschio e femmina - formata a sua immagine nella originaria relazione di reciproco riconoscimento e sottomissione nell’amore; la verità sulla storia intessuta di libertà umana e di provvidenza misericordiosa del Padre. L’accoglienza della maternità spirituale di Maria è segno sicuro della nostra apertura allo Spirito Santo. Maria continua ad essere per noi, come per i giovani e per tutti i credenti: 3 garanzia di umanità perché non è possibile accettare Maria senza aderire pienamente al mistero dell’incarnazione: Maria salvaguarda la vera prossimità di Dio agli uomini. È garanzia di umanità nella Chiesa e nel mondo: in quanto donna e madre è attenta alle persone e alle loro diversità; ha un senso affinato del concreto, del pratico, della vita; umanizza il mondo della tecnica; aiuta a diminuire la rigidità delle istituzionie l’anonimato delle strutture; garanzia di umiltà: Gesù scelse la sua dipendenza da Maria non solo durante i mesi della gestazione, ma durante i lunghi anni della vita nella casa di Nazareth. Maria garantisce l’umiltà di chi si affida a lei per meglio ricevere lo Spirito del suo Figlio; garanzia di equilibrio e di saggezza: l’incarnazione è un mistero di equilibrio e di armonia tra il divino e l’umano. Maria ci aiuta a mantenere il riserbo e la discrezione nei riguardi dell’intervento dello Spirito. Conserva nel cuore parole ed avvenimenti ed è sicura, nella fede, che la Parola si compirà (cf Suenens, Lo Spirito Santo nostra speranza 194-196). Grande umanità, umiltà, equilibrio e saggezza sono alcune delle note che hanno caratterizzato la vita di san Francesco di Sales e dei nostri Fondatori. Lo Spirito del Signore, attraverso molteplici segni che emergono dalla cultura contemporanea, ci chiama ad essere manifestazione dell’amore di Dio per le/i giovani del terzo millennio attraverso la via mariana dell’amorevolezza, dell’umiltà, della discrezione, che coinvolge le risorse di ognuno e valorizza i mezzi poveri nella missione di essere aiuto a generare figli e figlie di Dio, aiuto all’edificazione di una cultura della vita secondo il disegno di Dio. Il cammino che si apre dopo questo convegno, tratteggiato nel documento finale, non inizia ora, ma si pone come nuova tappa di un processo già in atto che esige di essere meglio compreso, sistematicamente perseguito, vissuto con passione, insieme, nelle nostre comunità. La dimensione mariana della vita cristiana e della nostra vita di FMA è presente in forma esplicita, oltre che negli ultimi Capitoli generali, nel Progetto formativo dell’Istituto, che ne tratta nella parte riguardante il dinamismo profetico del carisma e, in forma trasversale, nelle diverse età della vita e nelle aree di approfondimento disciplinare. È presente, inoltre, nella Programmazione di questo Sessennio, dove Maria è vista come Colei che ci accompagna in quanto madre ed educatrice nel percorso per vivere la parola del Vangelo scelta come consegna del Capitolo (1 Gv 1, 1-4). Ella ci precede nell’ascolto, sostiene l’impegno di creare comunione e lo slancio nella missione (p. 7). Nella prima linea di azione del CG XXI si sottolinea espressamente di «incoraggiare il cammino di approfondimento della presenza di Maria, madre ed educatrice, nella vita della Chiesa e dell’Istituto» (p. 10). Tra le modalità evidenziate: «la valorizzazione della dimensione mariana nel processo formativo della FMA e la condivisione di realizzazioni significative nelle nostre presenze educative e nella Famiglia salesiana»; «la promozione e la ricerca iniziata dalla Facoltà Auxilium di Roma in vista dell’approfondimento per tutto l’Istituto» (p. 11). Si tratta, in definitiva, di incarnare nella nostra vita e nel nostro contesto le realtà più evidenti della fede che professiamo per non rischiare di incartare, ossia concettualizzare o ridurre solo a pura discussione, dimensioni per noi essenziali e vitali. Maria Domenica Mazzarello esortava ad essere vere immagini di Maria. È invito, anche oggi, ad aprirci come Maria all’esperienza della vita nello Spirito, vivendo con lei il cammino di conformazione a Cristo per cui ci è madre e maestra. Alla sua scuola impariamo come si vive da credenti cristiani e come si educa ad essere tali, ad essere umani secondo il disegno di Dio. 4 Si tratta di un’esperienza globale di vita che suppone solidi fondamenti dottrinali. Se vogliamo educare, oggi, dobbiamo riappropriarci dei pilastri dell’antropologia cristiana e saperli declinare in proposte concrete, dialoganti con le istanze della cultura postmoderna. Maria di Nazareth è paradigma dell’antropologia cristiana. Questo impegno ci orienta a investire non tanto in iniziative sporadiche, spesso dispersive, o in espressioni devozionali poco illuminate, ma ad accogliere nella nostra esistenza la persona di Maria, donna della nuova Alleanza, ad imparare da lei a superare la paura della realtà complessa in cui viviamo, a credere che il messaggio salvifico di Cristo è universale e a proporre la persona di Gesù, o almeno i valori evangelici, con la testimonianza della nostra vita, delle relazioni che valorizzano ogni persona in quanto tale. Alla scuola di Maria impariamo anche a discernere tra laicismo e sana laicità che lascia spazio al pluralismo, realtà in cui abbiamo il diritto/dovere di proporre, senza imporre ma anche senza maschere, l’identità cristiana. A questo livello si può dire che l’educazione è il fronte più laico dell’evangelizzazione e che Maria è l’espressione di un umanesimo che va oltre la proposta cristiana, manifestazione della persona umana tutta aperta e disponibile nell’amore. Con i giovani che vivono molteplici appartenenze, ma anche un risveglio per l’impegno, la partecipazione, una nuova visibilità evangelica, la presenza di comunità che creano ambienti caratterizzati da vincoli di comunione nella diversità, che esprimono la gioia e la bellezza della vita ricevuta come disegno di amore e donata come risposta allo stesso amore, costituiscono un’attrattiva che apre all’accoglienza della proposta educativa ispirata ai valori evangelici, spesso alla domanda di una iniziazione mistagogica alla vita nello Spirito. Vorrei concludere richiamando alcuni cammini già aperti, e perciò più facilmente percorribili, nell’intento di non moltiplicare le iniziative, ma unificare il nostro modo di essere, approfondire la consapevolezza della verità che la vita si genera con la vita e mai da soli, che l’educazione è questione di cuore che richiede di partire dal centro vitale dell’educatore per risvegliare il centro vitale del/della giovane, di ogni persona nel processo di formazione permanente. Alcune prospettive, dunque, sono a mio avviso percorsi attuabili nel nostro Istituto in questo tempo e nelle diverse culture. - Mantenere viva la passione per la ricerca sul tema del convegno potenziando i rapporti tra il Consiglio generale, la Facoltà Auxilium e le iniziative di ricerca e di attuazione a livello ispettoriale e locale. Nel 1996 il CG XX ha creato una Consigliera per la Famiglia Salesiana con il compito, tra altri, di offrire «orientamenti perché l’Istituto dia il suo apporto originale – femminile e mariano – nella crescita della comunione e della collaborazione nella Famiglia salesiana» (Cost. art. 129 bis). Nel 1990 il CG XIX aveva affidato all’ambito della comunicazione il compito di coordinare la produzione di sussidi e pubblicazioni per la conoscenza dell’Istituto e l’animazione a livello formativo, pastorale, missionario (cf Cost. 130 bis). - Approfondire la linea mariana presente nelle Costituzioni delle FMA, anche come contributo all’attuazione della deliberazione del Capitolo XXI (n. 40). - Rinnovare a tutti i livelli la qualità dell’educazione perché sia esplicitamente evangelizzatrice: apra cioè orizzonti di senso della vita, per tutti. Per i battezzati, impegnarsi nella mistagogia, ossia nell’accompagnamento che introduce al mistero dell’incontro con Dio in Cristo. Le linee orientative della missione educativa FMA, tuttora in elaborazione, ne specificano i percorsi. 5 - Proseguire nell’impegno di conoscere la Sacra Scrittura e di praticare la lectio divina, anche in ordine a una migliore conoscenza di Maria di Nazareth che abiliti a valorizzare la ricchezza di esperienze intercongregazionali, ad essere rispettose della sensibilità ecumenica, interreligiosa, interculturale. - Continuare a coltivare la nostra specifica missione a favore delle giovani donne e crescere nell’autocoscienza femminile per un’autentica reciprocità uomo-donna, da spendere a vantaggio della vita, dei poveri, della pace, dei problemi sociali. Rinvio per questo al Compendio della Dottrina sociale della Chiesa, di recente pubblicazione. - Potenziare nelle comunità la creatività umile e decisa nell’esprimere l’identità cristiana con la flessibilità del dialogo che ricerca i segni del Verbo presenti nella storia. In questo aspetto Maria ci è Maestra proprio perché discepola che conserva nel cuore anche quando non comprende e sa attendere che il mistero si sveli, a suo tempo. Ringrazio tutte le sorelle che hanno collaborato alla realizzazione di questo incontro: siamo tutte noi, che ora torniamo alle nostre comunità come testimoni di quanto abbiamo vissuto. Un grazie particolare alle sorelle della Facoltà Auxilium che hanno accolto la sfida di realizzare questo convegno, a tutte le persone che hanno offerto contributi differenziati rendendo sereno e fruttuoso il nostro stare insieme. Portate alle FMA delle vostre rispettive comunità l’augurio mio e delle sorelle del Consiglio; il desidero di comunione, nella linea del CG XXI, che in questi giorni abbiamo avvertito anche più intenso; l’impegno di condividere e assumere insieme, vitalmente, il documento finale e le sintesi emerse dai laboratori. Ci accompagna l’augurio di Giovanni Paolo II dato a Lourdes il 15 agosto scorso: «Camminate con Maria sulle strade della piena realizzazione della vostra umanità». Roma, 30 dicembre 2004