La Restaurazione La restaurazione Dopo la sconfitta di Napoleone le potenze vincitrici si riunirono a congresso a Vienna per definire la nuova situazione dell’Europa. Il loro scopo fu quello di distruggere tutto ciò che la rivoluzione francese e Napoleone avevano fatto. L’intento era quello di restaurare il vecchio sistema politico degli Stati europei, fondato sull’assolutismo. La restaurazione si basò su due principi: 1. Equilibrio (nessuno Stato doveva dominare sugli altri) 2. Legittimità (dovevano tornare al trono i vecchi sovrani che regnavano prima del periodo napoleonico) La Santa Alleanza e l’Italia dopo il 1815 Non sempre fu possibile applicare il principio di legittimità. In Francia andò al trono il fratello del vecchio re, Luigi XVIII, che però concesse una costituzione. Per controllare la situazione degli stati europei ed evitare nuove possibili rivolte, Prussia, Russia e Austria stipularono la Santa Alleanza; gli eserciti di queste potenze avrebbero potuto stroncare qualsiasi tentativo rivoluzionario. In particolare all’Austria fu affidato il compito di controllare gli Stati italiani. Alla restaurazione si opposero coloro che lottavano contro le monarchie assolute e i popoli che combattevano per ottenere l’indipendenza Le varie idee politiche dell’epoca • Reazionari: sostenevano i principi della Restaurazione e davano un giudizio totalmente negativo sulla rivoluzione francese. Secondo loro il popolo era incapace di decidere da sé e doveva essere guidato da un sovrano assoluto. • Conservatori: anch’essi criticavano la rivoluzione francese, ma proponevano moderati cambiamenti negli stati • Liberali: le loro idee, sostenute dalla borghesia, si affermarono nel corso dell’800. Erano contrari all’assolutismo e favorevoli alle costituzioni, alle libertà politiche e alla proprietà privata. • Democratici: erano a favore dell’eguaglianza politica e chiedevano il suffragio universale Sorsero in diversi paesi europei delle società segrete che organizzarono movimenti rivoluzionari per ottenere la costituzione. In Italia la più importante fu la Carboneria, i cui membri comunicavano con una serie di simboli per evitare il controllo della polizia (apprendista, vendita, ecc.) I moti rivoluzionari in Europa (1820-1830) Negli anni 1820-21 si ebbe in Spagna un tentativo rivoluzionario, che portò alla concessione di una costituzione, ma il moto fu represso rapidamente. La Grecia si ribellò al dominio turco e, aiutata dalle potenze europee che erano favorevoli a un indebolimento dell’impero turco, ottenne l’indipendenza nel 1829. Altri tentativi rivoluzionari velocemente stroncati, si ebbero in Russia e in Polonia. Al contrario il Belgio riuscì a ottenere l’indipendenza dall’Olanda. Infine in Francia nel 1830 un’insurrezione portò alla fuga del re Carlo X, che aveva seguito una politica reazionaria; al suo posto i liberali misero Luigi Filippo, che accettò nuovamente una costituzione che limitava il potere del re I moti rivoluzionari in Italia (1820-21 e 1831) Sotto l’azione della Carboneria e di altri gruppi anche in Italia si ebbero dei tentativi rivoluzionari, guidati da patrioti liberali. Nel Regno delle due Sicilie un moto carbonaro portò alla concessione della costituzione; altre azioni si ebbero in Lombardia e in Piemonte, ma in tutti questi casi i moti furono rapidamente repressi. Gli organizzatori vennero arrestati e pesantemente condannati. Nel 1831 vi furono tentativi nei ducati di Modena e Parma e nelle città romagnole dello Stato Pontificio, anche in questi casi senza risultati. Nonostante queste sconfitte, altri patrioti italiani ripresero la lotta per la libertà e l’indipendenza dell’Italia: questo movimento, destinato col tempo a rafforzarsi e a portare all’unità del paese, si chiamò Risorgimento. L’indipendenza del Sud America In questi anni le colonie spagnole e portoghesi si ribellarono e ottennero l’indipendenza. Le rivolte furono guidate dai creoli, cioè i bianchi discendenti dai colonizzatori, ma nati in America. Sotto la guida di famosi personaggi come Simon Bolivar e José de San Martin, si formarono dunque gli Stati che ancora oggi fanno parte del Sud America. Queste lotte furono favorite dagli USA, che speravano di avere vantaggi economici dai nuovi Stati (materie prime, mercato di sbocco per i loro prodotti, ecc.). Nei nuovi Stati indipendenti indios e neri non ebbero nessun potere e rimasero in condizione di grave sfruttamento Finito