Dalla Restaurazione ai moti del 1830-31 Dopo il Congresso di Vienna (1814-15) abbiamo il periodo della restaurazione che voleva riportare l’Europa all’ancient regime. In realtà le idee della rivoluzione francese non vennero sopite e anche le innovazioni portate da Napoleone erano irreversibili. Nei vari stati si affermarono l’aspirazione alla libertà e all’indipendenza nazionale. Nacque una nuova dottrina politica, il liberalismo con i quali si affermavano alcuni diritti: Libertà di esprimere il proprio pensiero; Libertà di riunione e associazione; Uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge; Il liberalismo si affermò anche sul piano economico con le teorie di Adam Smith: libertà di impresa, di concorrenza e di commercio; Nell’Ottocento nacquero vari movimenti politici che si opposero alla Restaurazione. Essi ebbero idee diverse per raggiungere la libertà e applicarono varie forme di lotta. Divisione politica Democratici/Repubblicani Cattolici liberali Democratici: abbattimento della monarchia e nascita di un regime repubblicano; sovranità popolare; società più ugualitaria; Cattolici liberali: punto di unione tra i valori religiosi e gli ideali liberali; Chi si opponeva? Nobili e clero che volevano la monarchia assoluta con tutti i privilegi derivanti dalla nascita. Siccome essi volevano mantenere il regime politico che vi era prima della rivoluzione francese vennero chiamati dai loro oppositori REAZIONARI o CONTRORIVOLUZIONARI Il Romanticismo Corrente letteraria, artistica e filosofica Sentimento e passione; Libertà e spontaneità; Rivalutazione del Medioevo; Concetto di Nazione; Una nazione rappresenta una comunità con una propria identità storica, linguistica e culturale in grado di organizzare uno stato libero e indipendente. Dopo il 1815 agli intellettuali e ai borghesi seguaci delle nuove idee non restava, contro la severa persecuzione degli organi di polizia, che la cospirazione nell'ambito delle società segrete. Molte di esse, per la verità esistevano già prima del 1815, ma solo in seguito ebbero una grande diffusione: il clima di Restaurazione costituì infatti un terreno adatto per la congiura, in quanto coloro che intendevano battersi per una società di cittadini liberi erano costretti a riunirsi di nascosto per evitare di essere scoperti e perseguitati. Le società segrete, che ebbero maggiore fortuna, furono la Massoneria e la Carboneria. Massoneria Misteriose e antichissime sono le origini della Massoneria. Le origini più probabili ci riportano alle corporazioni dei maestri comacini, dei costruttori di cattedrali, alle associazioni artigiane gerarchicamente strutturate (apprendista, compagno, maestro), che conservano gelosamente i segreti del mestiere. Fra le varie associazioni medievali, quelle meglio organizzate erano senza dubbio quelle dei muratori. Esse sopravvissero soprattutto in Inghilterra, dove, com'era d'uso, entrarono a far parte delle associazioni anche membri estranei all'arte muratoria, soprattutto nobili ed intellettuali, la cui presenza era "accettata" e gradita per la protezione, il prestigio e gli aiuti che potevano fornire alla corporazione. Col tempo, nel generale decadere delle corporazioni artigiane, i "liberi muratori accettati" finirono per prevalere anche come numero su quelli esercitanti il mestiere. Le riunioni si svolgevano nella "loggia", la capanna in cui si riunivano gli operai e i tecnici, ma nel 1717, a Londra, quattro di queste logge si fusero insieme, realizzando la Grande Loggia di Londra e abbandonando definitivamente ogni carattere di associazione di mestiere, assunse l'aspetto di un'associazione chiusa e segreta, praticante determinate attività, anche civili e sociali. In Italia la setta si diffuse dal 1730, a Roma, a Firenze, a Venezia, a Milano e in altre città ancora. Ma in Italia, e in generale nei paesi cattolici, la Massoneria dovette affrontare l'avversione della Chiesa, che non ammetteva deviazione dai suoi dogmi e fulminò contro la società, una serie di scomuniche periodicamente rinnovate. Nella seconda metà del '700 la Massoneria era conosciuta in tutto il continente europeo e divenne così strumento di diffusione delle idee illuministe. In Italia, durante gli anni della restaurazione e delle cospirazioni risorgimentali, la Massoneria fu quasi del tutto assente ma è assai probabile che fossero derivazioni e filiazioni della Massoneria le società segrete (come quella dei carbonari e degli adelfi) che s'impegnarono nella lotta per l'indipendenza e la libertà. Di sicuro gli iscritti a queste sette patriottiche erano, nella quasi totalità dei casi, affiliati anche alla Libera Muratoria. Negli anni successivi ed immediatamente precedenti all'Unità, molti uomini politici e soprattutto capi del movimento democratico italiano diedero la loro adesione alla Massoneria: basti fare i nomi di Crispi e Garibaldi. Carboneria I membri della Carboneria erano soprattutto ufficiali, aristocratici, intellettuali, membri della borghesia illuminata e liberale. La struttura era regolata rigidamente dall'alto, il comportamento doveva essere ispirato alle regole della massima segretezza. Sia per ragioni di segretezza sia per il gusto del travestimento e del vocabolario cifrato, si fece ricorso a nomi ed espressioni tipici di uno dei più antichi e miseri mestieri del popolo: appunto quello dei carbonari . Un mestiere come quello dei carbonari si prestava d'altronde abbastanza bene: chi lo praticava doveva spostarsi continuamente dovunque ci fosse legname da trasformare in carbone. Inoltre si trattava di un'attività piuttosto diffusa, soprattutto nel meridione d'Italia. Ecco dunque i cospiratori politici camuffarsi da carbonari. La loro organizzazione è diretta dal centro, da una "grande vendita" di cui fanno parte pochi membri. Gli ordini vengono trasmessi da questa a varie "baracche" o "vendite locali", composte di venti affiliati, detti anche "cugini". I "cugini", all'atto della loro entrata nella Carboneria, sono detti "apprendisti" e conoscono solo in parte la struttura e gli scopi dell'organizzazione. Dopo un periodo di prova, entrano a far parte del grado superiore, diventando "maestri" (anche questi termini derivano dall'organizzazione corporativa del lavoro di origine medievale). Di solito la Carboneria era divisa in tre gradi: apprendista, maestro e gran maestro. Nel primo grado si professavano genericamente alcuni princìpi umanitari, impostati sulla morale e sulla religione tradizionale. Nel secondo si parlava di costituzione, d'indipendenza e di libertà. Nel terzo si proclamava l'aspirazione a creare una repubblica ed un regime di eguaglianza sociale, che comportasse la spartizione delle terra e la promulgazione della legge agraria. Il loro obiettivo era, in generale, la conquista di una costituzione; ma nell'Italia settentrionale - il LombardoVeneto - si lottava anche per la conquista dell'indipendenza dalla dominazione austriaca; nello Stato Pontificio si chiedeva, invece, un governo laico dopo tanti anni di malgoverno ecclesiastico; i carbonari della Sicilia esigevano che l'isola diventasse uno Stato separato da quello di Napoli contrariamente a quelli di Napoli che volevano tenerla unita al regno. La Carboneria aveva due grandi difetti: la mancanza di un'organizzazione centrale, capace appunto di collegare fra loro le diverse iniziative regionali secondo criteri unitari e organici e il carattere misterioso dell'associazione i cui membri ignoravano talora persino i programmi e l'identità dei loro capi e dovevano spesso sottoporsi a riti strani ed incomprensibili. Inoltre, l'origine degli associati faceva della Carboneria un'associazione troppo chiusa e ristretta per poter formulare vasti programmi a carattere nazionale. L'assenza delle classi popolari fu, infatti, una delle principali cause degli insuccessi, ai quali fra il 1821 e il 1831 andarono incontro i moti carbonari in Italia. I moti rivoluzionari 1820-21: primi moti rivoluzionari 1gennaio 1820 rivolta a Cadice in Spagna; Ferdinando VII concede la costituzione; rivoluzione nel regno delle due Sicilie: generale Guglielmo Pepe; la rivolta venne sedata velocemente. Questo fatto non bastò a calmare le speranze dei liberali piemontesi e lombardi, che in collaborazione con la Carboneria progettavano la cacciata dall’Italia degli austriaci; purtroppo le trame lombarde furono scoperte ed i carbonari Silvio Pellico e Pietro Maroncelli furono rinchiusi nel tremendo carcere austriaco dello Spielberg. Diversamente andò in Piemonte, dove i moti scoppiarono nel marzo del 1821 e portarono il re Vittorio Emanuele I ad abdicare in favore del fratello. In assenza di costui la reggenza andò nelle mani di Carlo Alberto, da tempo in contatto con le società segrete, che concesse di buon grado la Costituzione, simile a quella spagnola. Richiamato poco dopo all’ordine dal legittimo re Carlo Felice e unitosi alle truppe di quest’ultimo, sconfisse i liberali guidati da Santorre di Santarosa a Novara. Grecia 1821 scoppia la rivolta anche in Grecia che si trovava sotto il dominio dell’impero ottomano. Lì operava una società segreta chiamata ETERIA La reazione ottomana fu durissima. A fianco dei greci lottarono anche intellettuali europei e tra essi trovarono la morte Santorre di Santarosa e George Byron. La Grecia nel 1830 ottenne l’indipendenza perché contro gli ottomani si schierarono: Francia, Russia e Gran Bretagna. I moti del 1820 -1821 in generale terminarono con delle sconfitte e ciò dimostrò come questi gruppi clandestini fossero troppo isolati rispetto alla popolazione che non partecipò alle rivolte, inoltre non vi erano dei piani ben precisi e un’unica strategia. Quello che rimase, però, fu l’idea della libertà e dell’indipendenza nazionale. 1830-1831 Ripresa dei moti rivoluzionari: Francia: Carlo X costretto ad abdicare perché aveva modificato la legge elettorale e sospeso alcune libertà. Insurrezione di Parigi; nuovo sovrano Luigi Filippo di Orleans di idee più borghesi. Viene istituito il suffragio censitario; Belgio: indipendenza dall’Olanda. Monarchia costituzionale Anche Spagna e Portogallo scelsero la monarchia costituzionale. Come mai questo cambiamento? La Francia si staccò dalle idee della Santa Alleanza e condividendo le idee più liberali della Gran Bretagna proclamò il principio di non intervento(stabiliva che ogni stato europeo dovesse astenersi da ingerenze negli affari interni di un altro, rifiutando la politica d'intervento adottata dalla Santa alleanza contro i moti rivoluzionari in Europa. Fu applicata dalla Francia in occasione dell'indipendenza del Belgio dai Paesi bassi 1830). (Nel congresso di Vienna si erano sancite due alleanze: la Santa alleanza tra Russia, Austria e Prussia e la Quadruplice alleanza formata dalle precedenti nazioni più l'Inghilterra. Questa alleanza si basava sul principio di intervento: nel caso uno Stato avesse avuto dei problemi causati da disordini rivoluzionari che potevano contagiare gli altri stati questi si ritenevano in obbligo d'intervenire per sedare le rivolte. Al principio di non ingerenza negli affari interni di uno stato si sostituiva l'ideale della solidarietà internazionale da attuarsi con la periodica consultazione dei governi europei nei Congressi e tramite quello strumento di polizia internazionale che era la Santa Alleanza). Rivolta della Polonia per l’indipendenza dalla Russia: repressione totale e Francia e Gran Bretagna non intervennero in aiuto; Ducato di Modena e di Parma: Francesco IV d’Asburgo. Capo dei rivoltosi: Ciro Menotti. Inizialmente il sovrano sembrava appoggiare i rivoltosi per allargare il proprio dominio, ma poi li tradì e fece arrestare Menotti. I moti scoppiarono ugualmente, ma il sovrano chiese l’aiuto degli austriaci che repressero ogni velleità di libertà. In Italia l’esperienza dei moti fu fallimentare non solo per i motivi del fallimento dei moti del 1820-21, ma anche perché ci si rese conto che senza un esercito non si poteva vincere contro l’Austria.