KARL MARX
(1818-1883)
DOTTRINA DI
KARL MARX:
1. LARGA
DIFFUSIONE
2. INCIDENZA SU
VITA SOCIALE
E POLITICA E
CULTURALE
VICENDE BIOGRAFICHE
• 1818 NASCE A TREVIRI (IN RENANIA) DA
FAMIGLIA EBRAICA POI CONVERTITA
• 1835-1836 STUDI UNIVERSITARI (DIRITTO)
A BONN E BERLINO
• 1841 SI LAUREA CON UNA TESI SULLA
DIFFERENZA TRA LA FILOSOFIA DELLA
NATURA DI DEMOCRITO E DI EPICURO.
• 1842-43 COLLABORA CON LA GAZZETTA
RENANA E GLI ANNALI TEDESCHI
• 1844 PUBBLICA PER LA CRITICA
DELLA FILOSOFIA DEL DIRITTO DI
HEGEL E LA QUESTIONE EBRAICA.
• INCONTRA ENGELS
• 1845-46 INSIEME AD ENGELS SCRIVE
LA SACRA FAMIGLIA. CRITICA DELLA
CRITICA E L’IDEOLOGIA TEDESCA
• 1847 ADERISCE ALLA LEGA DEI
GIUSTI, POI LEGA DEI
COMUNISTI
• 1848 IL MANIFESTO DEL
PARTITO COMUNISTA
• 1849 SI TRASFERISCE A
LONDRA
• 1867 PRIMO VOLUME DE IL
CAPITALE (II 1885; III 1894)
• 1883 MUORE A LONDRA
• MARX-ENGELS
• CONDIVISIONE DI PENSIERO E
BATTAGLIE
• ATTENZIONE ALLA NUOVA REALTÀ
ECONOMICA
MARX VERSUS HEGEL
• FEUERBACH: ROVESCIA I TERMINI
DELLA DIALETTICA HEGELIANA
• NON SI DEVE PARTIRE
DALL’ASSOLUTO O DIO MA DAL
REALE, DALL’UOMO.
UOMO
• FIGLIO DEL SUO AMBIENTE E DEL SUO
TEMPO
• NO STRUMENTO DELL’IDEA
• LA STORIA NON È CREATA DALL’IDEA
MA DAGLI UOMINI
“L’UNDICESIMA TESI SU
FEUERBACH”
• I FILOSOFI HANNO FINORA
SOLTANTO INTERPRETATO IL
MONDO IN DIVERSI MODI, MENTRE
ORA SI TRATTA DI TRASFORMARLO
• IL FILOSOFO HA IL COMPITO NON
SOLTANTO DI SPECULARE, MA
ANCHE DI AGIRE NELLA REALTÀ
• LA STRUTTURA ECONOMICA MODIFICA
QUELLE CHE SONO LE ATTIVITÀ SPIRITUALI
• NELLA “SACRA FAMIGLIA” DEL 1845 : MENTRE
L’UOMO COMUNE E IL FILOSOFO REALISTA
PENSANO CHE ESISTANO PRIMA LE MELE, LE
PERE, LE MANDORLE REALI E POI IL CONCETTO
DI FRUTTO
• HEGEL PENSA CHE ESISTA PRIMA IL CONCETTO
DI FRUTTO E POI I FRUTTI CONCRETI, COME SUE
MANIFESTAZIONI NECESSARIE.
• HEGEL ACCETTA LO STATUS QUO E
LE CONTRADDIZIONI SONO
SUPERATE A LIVELLO
INTELLETTUALE
• MARX VUOLE TRASFORMARE IL
MONDO E SUPERARE LE
CONTRADDIZIONI CON UN AZIONE
RIVOLUZIONARIA
• DIRITTI ALCUN VALORE
UNIVERSALE= LO STRUMENTO DI UN
DOMINIO DI CLASSE
• ELIMINATO IL DOMINIO, ELIMINATI I
DIRITTI
MATERIALISMO STORICO
• Per la critica dell'economia politica, 1859
Nella produzione sociale della loro esistenza gli
uomini entrano […] in rapporti di produzione
determinati e necessari che corrispondono a un
determinato grado di sviluppo delle forze produttive
materiali. L'insieme di questi rapporti di produzione
costituisce la struttura economica della società, ossia
la base reale sulla quale si eleva una sovrastruttura
giuridica e politica alla quale corrispondono forme
determinate della coscienza sociale. Il modo di
produzione della vita materiale condiziona in
generale il processo sociale, politico e spirituale della
vita. Non è la coscienza degli uomini che determina il
loro essere ma è, al contrario, il loro essere sociale
che determina la loro coscienza...
• IN BASE AL MODO DI PRODUZIONE
E DI DISTRIBUZIONE DEI BENI
ECONOMICI SI STABILISCONO FRA
GLI UOMINI DETERMINATI RAPPORTI
ECONOMICI
• STRUTTURA ECONOMICA DELLA
SOCIETÀ= INSIEME RAPPORTI
ECONOMICI FRA GLI UOMINI
• LA MATERIALE ATTIVITÀ PRODUTTIVA
DELL’UOMO È LA SUA CARATTERISTICA
ESSENZIALE: L’UOMO, A DIFFERENZA
DELL’ANIMALE È CAPACE DI PRODURRE
UTENSILI, STRUMENTI PER RENDERE SEMPRE PIÙ
PRODUTTIVO IL SUO LAVORO. È PROPRIO DA
QUESTA ATTIVITÀ CAPACITÀ CHE SI INIZIA IL
PROCESSO STORICO DI PRODUZIONE DELLE
CONDIZIONI MATERIALI DI VITA DELL’UOMO,
CHE SONO IL PRESUPPOSTO DI TUTTE LE ALTRE
ATTIVITÀ
• L’UOMO NON SOLAMENTE PRODUCE COSE, BENI,
MA ANCHE IDEE, RELIGIONE MORALE
DIRITTO,ISTITUZIONI, CULTURA, CHE SEMBRANO
FRUTTO DELLA SUA AUTONOMA ATTIVITÀ DI
PENSIERO, MA CHE IN EFFETTI, NON SONO
ALTRO CHE IL RIFLESSO DELLA SITUAZIONE
MATERIALE NELLA QUALE VIVE.
• “I RAPPORTI SOCIALI SONO INTIMAMENTE
CONNESSI ALLE FORZE PRODUTTIVE.
IMPADRONENDOSI DI NUOVE FORZE
PRODUTTIVE GLI UOMINI CAMBIANO IL
LORO MODO DI PRODUZIONE, LA
MANIERA DI GUADAGNARSI LA VITA,
CAMBIANO TUTTI I LORO RAPPORTI
SOCIALI. IL MULINO A BRACCIA VI DARÀ
LA SOCIETÀ COL SIGNORE FEUDALE E IL
MULINO A VAPORE LA SOCIETÀ CON IL
CAPITALISTA INDUSTRIALE” (K. MARX,
MISERIA DELLA FILOSOFIA, 1846).
STUTTURE/SOVRASTRUTTURE
• STRUTTURA ECONOMICA È LA BASE
• MORALE, RELIGIONE, FILOSOFIA, DIRITTO,
POLITICA DPENDONO DIRETTAMENTE DALLA
STRUTTURA ECONOMICA
Materialismo dialettico
• I RAPPORTI ECONOMICI DI PRODUZIONE SI
MANIFESTANO COME SCONTRO FRA CLASSI
ANTITETICHE.
• LA STORIA è CRATTERIZZATA DALLO
SCONTRO DI CLASSI SOCIALI, CHE CI
RICHIAMA ALLA MENTE LA TESI E ANTITESI
DI HEGEL
• OGNI CLASSE CREA LA PROPRIA ANTITESI
“SOCIALISMO SCIENTIFICO”
• NON DEVE ESSERE CONSIDERATO UNA
MERA ACQUISIZIONE TEORICA O
FILOSOFICA, MA COME
CONSAPEVOLEZZA DELLA NECESSITÀ DI
MODIFICARE, RADICALMENTE LE
CONDIZIONI DELLA SOCIETÀ.
• ALLA LUCE DELLA NUOVA CONCEZIONE
SCIENTIFICA DELLA STORIA E DEL
COMUNISMO NON SI TRATTA PIÙ DI
INTERPRETARE IL MONDO, BENSÌ DI
TRASFORMARLO.
MANIFESTO
DEL PARTITO COMUNISTA
• "I FILOSOFI HANNO FINORA SOLTANTO
INTERPRETATO IL MONDO IN DIVERSI
MODI; ORA SI TRATTA DI TRASFORMARLO"
(CFR. 11° TESI SU FEUERBACH).
• È UN INVITO ALL’AZIONE DOPO LA
RIFLESSIONE.
• PUBBLICATO NEL 1848, SCARSA
FORTUNA
• INTERESSE DOPO COMUNE DI PARIGI
1871
• DOPO RIVOLUZIONE RUSSA TESTO
BASE PER CAPI DELLA TERZA
INTERNAZIONALE
• 1948 CENTENARIO – ORAMAI UN
CLASSICO DEL PENSIERO POLITICO
• L’INDUSTRIALIZZAZIONE
SOPPIANTA GRADUALMENTE
L’AGRICOLTURA
• FORMAZIONE DI UNA NUOVA
CLASSE: IL PROLETARIATO.
• MIGRAZIONE DALLE CAMPAGNE
ALLA CITTÀ (CENTRI
INDUSTRIALI)=NASCITA DI
QUARTIERI DEGRADATI
• SORGE LA “QUESTIONE SOCIALE”
• SU COMMISSIONE DELLA LEGA DEI
COMUNISTI
• ALLA REDAZIONE DEL TESTO
COLLABORÒ ATTIVAMENTE ANCHE
ENGELS
• RENDERE NOTE A TUTTI LE FINALITÀ DI
QUESTO MOVIMENTO, IN TAL MODO SI
SAREBBE POTUTO COINVOLGERE TUTTO
IL PROLETARIATO E SI SAREBBERO COSÌ
POTUTI OTTENERE GLI OBIETTIVI
RIVOLUZIONARI
• Uno spettro si aggira per l'Europa: lo spettro del
comunismo. Tutte le potenze della vecchia Europa
si sono coalizzate in una sacra caccia alle streghe
contro questo spettro: il papa e lo zar, Metternich e
Guizot, radicali francesi e poliziotti tedeschi.
…….
• È gran tempo che i comunisti espongano
apertamente a tutto il mondo la loro prospettiva, i
loro scopi, le loro tendenze, e oppongano alla
favola dello spettro del comunismo un manifesto
del partito.
LO SPETTRO
• L’UTILIZZO DELLA PAROLA
SPETTRO RICHIAMA ALLA MENTE IL
LINGUAGGIO DELLA SUPERSTIZIONE
MEDIEVALE
• PROCESSI PER STREGONERIA: LA
TESI CHE LO SPETTRO SI POTESSE
IMPADRONIRE DI QUALCUNO ANCHE
CONTRO LA SUA VOLONTÀ
STRUTTURA
I. BORGHESI E PROLETARI
II. PROLETARI E COMUNISTI
III. LETTERATURA SOCIALISTA E
COMUNISTA
IV. POSIZIONE DEI COMUNISTI DI
FRONTE AI DIVERSI PARTITI DI
OPPOSIZIONE
• La storia di ogni società è stata finora la storia
di lotte di classe.
• Uomo libero e schiavo, patrizio e plebeo, barone e
servo della gleba, membro di una corporazione e
artigiano, in breve oppressore e oppresso si sono
sempre reciprocamente contrapposti, hanno
combattuto una battaglia ininterrotta, aperta o
nascosta, una battaglia che si è ogni volta conclusa
con una trasformazione rivoluzionaria dell'intera
società o con il comune tramonto delle classi in
conflitto.
• La moderna società borghese, sorta dal tramonto della
società feudale, non ha superato le contrapposizioni di
classe. Ha solo creato nuove classi al posto delle vecchie,
ha prodotto nuove condizioni dello sfruttamento, nuove
forme della lotta fra le classi.
• La nostra epoca, l'epoca della borghesia, si caratterizza
però per la semplificazione delle contrapposizioni di
classe. L'intera società si divide sempre più in due grandi
campi nemici, in due grandi classi che si fronteggiano
direttamente: borghesia e proletariato.
• …………
• La borghesia ha giocato nella storia un ruolo
altamente rivoluzionario.
• La borghesia ha distrutto i rapporti feudali,
patriarcali, idillici dovunque abbia preso il
potere. Essa ha spietatamente stracciato i
variopinti lacci feudali che legavano la persona al
suo superiore naturale, e non ha salvato nessun
altro legame fra le singole persone che non sia il
nudo interesse, il crudo "puro rendiconto".
• La borghesia non può esistere senza
rivoluzionare continuamente gli strumenti di
produzione, dunque i rapporti di produzione,
dunque tutti i rapporti sociali. La prima condizione
di esistenza di tutte le precedenti classi industriali
era invece la conservazione immutata del vecchio
modo di produzione.
• Le armi con cui la borghesia ha annientato
il feudalesimo si rivoltano ora contro la
borghesia stessa.
• Ma la borghesia non ha solo forgiato le armi
che la uccidono; ha anche prodotto gli
uomini che imbracceranno queste armi: i
lavoratori moderni, i proletari.
• Questi lavoratori, che devono vendersi un poco
alla volta, sono una merce come qualsiasi altro
articolo in commercio e sono perciò ugualmente
esposti a tutte le alterne vicende della concorrenza,
a tutte le oscillazioni del mercato.
• Il lavoro dei proletari ha perso ogni tratto di
autonomia e quindi ogni stimolo per il lavoratore a
causa dell'espansione delle macchine e della
divisione del lavoro. Il lavoratore diventa un
mero accessorio della macchina. Da lui si
pretende solamente il più facile, il più
monotono, il più elementare movimento. Il suo
costo è limitato quasi esclusivamente ai mezzi
di sostentamento di cui egli necessita per
sopravvivere e per garantire il futuro della sua
razza.
• Tutti i movimenti sono stati finora
movimenti di minoranze o nell'interesse di
minoranze. Il movimento proletario è il
movimento autonomo della stragrande
maggioranza nell'interesse della
stragrande maggioranza. Il proletariato,
ceto infimo dell'attuale società, non si può
sollevare, non può elevarsi, senza far saltare
in aria l'intera costruzione dei ceti che
formano la società ufficiale.
• Qual è il rapporto tra comunisti e proletari?
• I comunisti si distinguono dai restanti partiti
proletari solo perché, d'un lato, nelle diverse
lotte nazionali dei proletari essi pongono in
evidenza e affermano gli interessi comuni di
tutto il proletariato, indipendentemente dalla
nazionalità; dall'altro, perché essi esprimono
sempre l'interesse complessivo del
movimento nelle diverse fasi in cui si
sviluppa la lotta fra proletariato e borghesia.
• I comunisti sono pertanto nella pratica la parte più
decisa e più avanzata dei partiti operai di ogni
paese, e dal punto di vista teorico essi sono
anticipatamente consapevoli delle condizioni, del
corso e dei risultati complessivi del movimento
proletario.
• Il primo compito dei comunisti è identico a quello
di tutti gli altri partiti proletari: costituzione del
proletariato in classe, annientamento del dominio
della borghesia, conquista del potere politico da
parte del proletariato.
Proprietà privata
• Voi inorridite perché noi vogliamo eliminare la
proprietà privata. Ma nella vostra società
esistente la proprietà privata è abolita per i
nove decimi dei suoi membri; anzi, essa esiste
proprio in quanto non esiste per quei nove
decimi. Voi ci accusate dunque di voler abolire
una proprietà che verte necessariamente sulla
mancanza di proprietà della stragrande
maggioranza della popolazione.
• In una parola, voi ci accusate di voler abolire la
vostra proprietà. È proprio quello che vogliamo.
• Il comunismo non impedisce a nessuno di
appropriarsi dei prodotti della società, impedisce
solo di sottomettere il lavoro altrui per mezzo di
tale appropriazione.
famiglia
• Gli stereotipi borghesi sulla famiglia e
sull'educazione, sull'affettuoso rapporto fra
genitori e figli, diventano tanto più nauseanti
quanto più per i proletari vengono spezzati
tutti i vincoli familiari e i figli sono trasformati
in semplici articoli di commercio e strumenti di
lavoro.
• "Ma voi comunisti volete introdurre la comunanza
delle donne!", strepita in coro contro di noi l'intera
borghesia.
• Il borghese vede in sua moglie un puro
strumento di produzione. Egli sente dire che gli
strumenti di produzione devono essere sfruttati
in comune e non può naturalmente fare a meno
di pensare che il destino della comunanza
toccherà anche alle donne.
• Non gli viene in mente che si tratta proprio di
abolire la posizione delle donne come puri
strumenti di produzione.
• D'altronde non c'è nulla di più ridicolo del
moralissimo orrore del nostro borghese per la
pretesa comunanza ufficiale delle donne fra i
comunisti. I comunisti non hanno bisogno di
introdurre la comunanza delle donne, giacché essa
è quasi sempre esistita.
• Non contento del fatto che le mogli e le figlie dei
suoi proletari siano a sua disposizione - per
tacere della prostituzione ufficiale - i nostri
borghesi trovano sommo piacere nel sedurre
reciprocamente le rispettive mogli.
socialismo
• Il proletariato userà il suo potere politico per
strappare progressivamente alla borghesia tutti i
suoi capitali, per centralizzare tutti gli strumenti di
produzione nelle mani dello Stato, dunque del
proletariato organizzato in classe dominante, e per
moltiplicare il più rapidamente possibile la massa
delle forze produttive.
• In un primo momento ciò può accadere solo per
mezzo di interventi dispotici sul diritto di
proprietà e sui rapporti di produzione borghesi,
insomma attraverso misure che appaiono
economicamente insufficienti e inconsistenti, ma
che nel corso del movimento si spingono oltre i
propri limiti e sono inevitabili strumenti di
trasformazione dell'intero modo di produzione.
• Una volta sparite, nel corso di questa evoluzione, le
differenze di classe, e una volta concentrata tutta la
produzione nelle mani degli individui associati, il potere
pubblico perderà il suo carattere politico. Il potere
pubblico in senso proprio è il potere organizzato di una
classe per soggiogarne un'altra. Quando il proletariato
inevitabilmente si unifica nella lotta contro la borghesia,
erigendosi a classe egemone in seguito a una rivoluzione, e
abolendo con la violenza, in quanto classe egemone, i
vecchi rapporti di produzione, insieme a quei rapporti di
produzione esso abolisce anche le condizioni di esistenza
della contrapposizione di classe, delle classi in genere, e
così anche il suo proprio dominio in quanto classe.
• Al posto della vecchia società borghese con le sue classi
e le sue contrapposizioni di classe, subentra
un'associazione in cui il libero sviluppo di ciascuno è
condizione del libero sviluppo di tutti.
Proletari di tutti i paesi, unitevi!
TEORIA ECONOMICA
(IL CAPITALE)
• STUDIA LE LEGGI FONDAMENTALI
DELL’ECONOMIA CAPITALISTICA
• ESSA È INTESA COME STUDIO DELL’ATTIVITÀ
PRODUTTRICE, CONSIDERATA COME L’ATTIVITÀ
DI BASE, SULLE CUI ESIGENZE E SUL CUI
SVILUPPO SI FONDANO TUTTE LE ALTRE
ATTIVITÀ DELL’UOMO: DI QUI L’IMPORTANZA
DELL’ECONOMIA E DELLA STORIA ECONOMICA
PER INTENDERE LE MATERIALI CONDIZIONI DI
PRODUZIONE E DI SCAMBIO, CHE
COSTITUISCONO IL CONCRETO SOSTRATO DI
TUTTE LE ALTRE RELAZIONI DELLA SOCIETÀ.
• MODO DI PRODUZIONE BORGHESECAPITALISTICO È IL PUNTO DI
ARRIVO DEL CAMMINO STORICO
• IL MODO DI PRODUZIONE
BORGHESE SARà SUPERATO E CON
ESSO FINIRANNO I MODI DI
PRODUZIONE ANTAGONISTICI
CONTRADDIZIONI
SISTEMA CAPITALISTA
• RICCHEZZA PER LE CLASSI
POSSIDENTI E MISERIA PER LE
CLASSI LAVORATRICI
• LIBERA CONCORRENZA = CRISI DI
SOVRAPPRODUZIONE= CHIUSURA DI
INDUSTRIE, LICENZIAMENTI,
DISOCCUPAZIONE, CADUTA DEI
SALARI AI LIVELLI DI MERA
SUSSISTENZA
TEORIA DEL VALORE/LAVORO
• IL VALORE DI UNA MERCE È DATO
DAL LAVORO CHE OCCORRE PER
PRODURLA: VALORE = LAVORO
• LAVORO=MERCE
VALORE DELLA
FORZA-LAVORO
• VALORE DEI MEZZI DI SUSSISTENZA
NECESSARI PER LA SOPRAVVIVENZA
DELLA FORZA-LAVORO
• FORZA-LAVORO CREA ALTRO
VALORE
PLUS VALORE
• L'OPERAIO HA LA CAPACITÀ DI
PRODURRE UN VALORE SUPERIORE A
QUELLO CHE GLI VIENE CORRISPOSTO
CON IL SALARIO=plus valore
• PLUS VALORE= SE NE APPROPRIA IL
CAPITALISTA INVECE CHE IL
PRODUTTORE MATERIALE
• OPERAIO LAVORA DI Più DI QUANTO
CORRISPONDE AL SUO SALARIO=PLUS
LAVORO
• DAL 'PLUS-LAVORO' DELL'OPERAIO
DERIVA IL 'PLUS-VALORE' DI CUI SI
APPROPRIA IL CAPITALISTA
• IL PROLETARIO NON HA I MEZZI DI
PRODUZIONE E DEVE DIPENDERE PER LA
SOPRAVVIVENZA DAL CAPITALISTA CHE
LI POSSIEDE
PROFITTO
• PLUSVALORE – QUOTA CAPITALE
COSTANTE (MACCHINARI
• SAGGIO DI PROFITTO DIVERSO DAL
SAGGIO DI PLUS-VALORE
PRODUZIONE MERCANTILE
• DENARO ERA UTILIZZATO COME
MEZZO DI SCAMBIO DI PRODOTTI
• SI ESPRIMEVA CON LA FORMULA MD-M QUINDI MERCE-DENAROMERCE
• QUESTO SCAMBIO NON PUÒ
PRODURRE PROFITTO PERCHÉ ESSO
DI REGOLA AVVIENE FRA MERCI
EQUIVALENTI
PRODUZIONE CAPITALISTICA
• TENDE NON ALLO SCAMBIO MA AL
PROFITTO
• COL DENARO SI PUÒ COMPRARE UNA
MERCE CHE, A SUA VOLTA, PUÒ
PRODURRE VALORE, PERCHÉ NELLO
SCAMBIO SI CEDE DIETRO PAGAMENTO
LA MERCE COMPRATA E SI GUADAGNA IL
VALORE CHE ESSA PRODUCE
• FORMULA D-M-D' (DENARO-MERCEDENARO), DOVE D' >D
PRODUZIONE
CAPITALISTICA
• DOMINATA DALLA LOGICA DEL
PROFITTO
• LIBERA CONCORRENZA
• INCREMENTO ED ESPANSIONE
DELLE FORZE PRODUTTIVE
• PER ACCRESCERE IL PLUS-VALORE
• AUMENTO LA GIORNATA LAVORATIVA
• MAGGIORE PLUS-LAVORO= MAGGIORE
PLUS-VALORE
• LIMITI OGGETTIVI: OLTRE UNA CERTA
SOGLIA LA FORZA-LAVORO CESSA DI
ESSERE PRODUTTIVA
• L'INNOVAZIONE TECNOLOGICA
• CRISI DI SOVRAPPRODUZIONE
• OFFERTA DI MERCI SUPERA LA
DOMANDA
• AUMENTA LA DISOCCUPAZIONE
CADUTA TENDENZIALE DEL
SAGGIO DI PROFITTO
• TENDE A CADERE
• PIÙ INVESTIMENTI IN CAPITALE
COSTANTE (MACCHINE E MATERIE
PRIME)
CADUTA TENDENZIALE DEL SAGGIO DI
PROFITTO
• LA CONCORRENZA
• CRISI CICLICHE
• DUE CLASSI NETTAMENTE SEPARATE E
DISOMOGENEE:
• CLASSE DEI CAPITALISTI: POCHI E
MOLTO RICCHI
• CLASSE PROLETARIA: MOLTO POVERI E
MAGGIOR PARTE DELLA POPOLAZIONE
• FENOMENO INTERNAZIONALE
• SUONA L'ULTIMA ORA DELLA
PROPRIETÀ PRIVATA CAPITALISTICA.
GLI ESPROPRIATORI VENGONO
ESPROPRIATI
• “A UN DATO PUNTO” NELLA STORIA DI UNA
FORMAZIONE SOCIALE – QUANDO
QUEST’ULTIMA HA SVILUPPATO “TUTTE LE
FORZE PRODUTTIVE A CUI PUÒ DAR CORSO” –
ENTRA “IN CONTRADDIZIONE CON I RAPPORTI
DI PRODUZIONE ESISTENTI”: QUESTI ULTIMI,
“DA FORME DI SVILUPPO DELLE FORZE
PRODUTTIVE, SI CONVERTONO IN LORO
CATENE”. ALLORA, SECONDO LO SCHEMA
DIALETTICO HEGELIANO DELLA NEGAZIONE
DELLA NEGAZIONE, SUBENTRA UN’EPOCA DI
RIVOLUZIONE SOCIALE. CON IL
CAMBIAMENTO DELLA BASE ECONOMICA SI
SCONVOLGE PIÙ O MENO RAPIDAMENTE
TUTTA LA GIGANTESCA SOVRASTRUTTURA”
COMUNISMO
• RISULTATO DI UN PROCESSO STORICO CHE HA
PORTATO AL LORO PIENO SVILUPPO LE FORME
PRODUTTRICI BASATE SUL CAPITALISMO
• SI AFFERMA COME APPROPRIAZIONE DA PARTE DEL
PROLETARIATO, CIOÈ DELLA MAGGIORANZA DEGLI
INDIVIDUI, DI QUELLE STESSE FORZE PRODUTTIVE
• CIASCUN INDIVIDUO TITOLARE DELLE STESSE, IN
GRADO DI POTER PARTECIPARE, CON LA SUA
ATTIVITÀ SOCIALE, ALLA DIREZIONE E AL
CONTROLLO DELLE STESSE FORZE PRODUTTRICI
• SOLO IN QUESTA SOCIETÀ SI ATTUA LA PIENA E
VERA LIBERTÀ DELL’INDIVIDUO, IL QUALE PUÒ
REALIZZARSI COME UOMO TOTALE, CIOÈ ESPRIMERE
TUTTE LE POTENZIALITÀ DELLA SUA NATURA
UMANA.
• ABOLIZIONE DELLO STATO
• ASSOCIAZIONE DEI LIBERI
LAVORATORI ORGANIZZA LA
PRODUZIONE
• SVILUPPO ATTITUDINI
• NO MONOTONIA
• ALTERNANZA COMPITI
• RIVOLUZIONE PROLETARIA
• DITTATURA DEL PROLETARIATO
• COMUNISMO
• SOCIETÀ SOCIALISTA:
SOCIALIZZAZIONE DEI MEZZI DI
PRODUZIONE “DA CIASCUNO SECONDO LE
SUE CAPACITÀ A CIASCUNO SECONDO IL
SUO LAVORO”
• SOCIETÀ COMUNISTA: VIENE
SOCIALIZZATO IL PRODOTTO DEL
LAVORO “DA CIASCUNO SECONDO LE SUE
CAPACITÀ, A CIASCUNO SECONDO I SUOI
BISOGNI”
SOCIETÀ COMUNISTA
• SENZA CLASSI
• REALE EGUAGLIANZA
• SOCIETÀ SENZA MISERIA, SENZA
CARESTIE SENZA GUERRE SENZA LA
PERENNE INCERTEZZA DEL FUTURO
Manifesto del partito comunista
• “La classe lavoratrice sostituirà, nel corso
del suo sviluppo, all’antica società civile
una associazione che escluderà le classi e il
loro antagonismo, e non vi sarà più potere
politico proprio”
CODIZIONE FEMMINILE
• ENGELS F., L’origine della famiglia, della
proprietà privata e dello Stato
• LA DONNA NELLA FAMIGLIA RICOPRE
IL RUOLO CHE NELLA SOCIETÀ è quello
del proletario e il marito il ruolo del
borghese
• LA MODERNA FAMIGLIA È BASATA
SULLA SCHIAVITÙ DOMESTICA
DELLA DONNA, APERTA O
MASCHERATA
• SOLO CON LA CADUTA DELLE
DISCRIMINAZIONI GIURIDICHE
PUÒ EMERGERE IL VERO RAPPORTO
UOMO-DONNA
• UOMO (SOPRATTUTTO NELLE
CLASSI ABBIENTI) È COLUI CHE
GUADAGNA, QUINDI POSIZIONE DI
COMANDO
• NECESSITÀ DI ELIMINARE TUTTE LE
DISCRIMAZIONI GIURIDICHE E
SOCIALI
Riferimento bibliografici
• G. Bedeschi, Introduzione a Marx, Laterza, RomaBari 1981
• M. D’Addio, Storia Delle Dottrine Politiche, vol.
II, Genova, ECIG, 1996, pp. 309-331
• K. Marx, F. Engels, Manifesto del partito
comunista, Torino, Einaudi, 1998
• C. Galli (a cura di), Manuale di storia del pensiero
politico, Bologna, Il Mulino, 2001, pp. 369-378
• G. Conti Odorisio, Storia dell’idea femminista in
Italia, Torino, Eri, 1980, pp. 149-160
• http://www.gliscritti.it/blog/entry/631