Storia di Militello nel Val di Catania

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La città, ricca di chiese, musei, monasteri, palazzi e fontane, per il grande
valore del suo patrimonio monumentale, nel 2002 è stata inserita nella lista
dei siti dichiarati dall'UNESCO Patrimonio dell'umanità come “città tardo
barocca del Val di Noto”.
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Targa UNESCO
2
Targa UNESCO
3
Ignoto rinascimentale, Ninfa Zizza
4
Ignoto, Ritratto di don Francesco Branciforte
5
Ignoto, Ritratto di donna Giovanna d’Austria
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Museo e Archivio comunale “Sebastiano Guzzone”
La collezione antica (libri e stampe)
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Chiesa ed ex Abbazia di San Benedetto (XVII sec.)
Chiesa del Purgatorio (XVII sec.)
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Chiesa Madre San Nicolò - SS. Salvatore
Chiesa Santuario di Santa Maria della Stella (sec. XVIII)
9
Chiesa di Santa Maria la Vetere (XI-XVII sec.).
Particolare del portalecentesca della Madonna della Stella
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Museo d'arte sacra "San Nicolò"
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Le origini della città si perdono nella storia
dei tempi, fonti non documentate farebbero
risalire la fondazione di Militello al 212 a.C.
per mano delle truppe del console romano
Marco Claudio Marcello che si insediarono
sull’altipiano ove sorge la città attuale
creando la colonia di
"Militum Tellus" (terra di soldati).
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Il periodo compreso tra il XVI e il XVIII secolo fu
un'epoca di particolare splendore per la città. sono
gli anni della signoria del principe Francesco
Branciforte (1575-1622) e della moglie Giovanna
d'Austria (nipote dell'imperatore Carlo V d'Asburgo,
re di Spagna), e della loro figlia Margherita d'Austria
e Branciforte (1605-1649), sposa di Federico Colonna.
Durante il loro governo, la città si arricchì di nuovi
edifici e fondazioni, chiese, monasteri, palazzi,
fontane pubbliche, una grande biblioteca e una
stamperia tra le prime del Regno di Sicilia, dove nel
1617 fu pubblicato il trattato Il giuoco degli scacchi di
Pietro Carrera, importante testo di riferimento della
scacchistica moderna.
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Grazie a questo importantissimo patrimonio storico
artistico e culturale la città si propone per rilanciare
la propria vocazione per il cosiddetto
“turismo culturale”.
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