Eziologia delle infezioni del cavo orale ECOSISTEMA ORALE Il cavo orale rappresenta un importante punto di contatto con l’ambiente esterno, caratterizzato da un numero illimitato di contatti con i microrganismi. E’ costituito da una varietà di strutture che offrono habitat e nicchie che assicurano la riproduzione di germi con caratteristiche genetiche e metaboliche diverse tra loro. Le principali sedi di colonizzazione sono le superfici dentarie, le mucose e la lingua. La cavità orale può essere considerata un sistema aperto di crescita microbica, in cui le sostanze nutritive e i microrganismi sono continuamente introdotti e rimossi. L’equilibrio dinamico dell’ecosistema orale è influenzato da numerosi fattori, alcuni di natura fisiologica (introduzione del cibo e la sua composizione in carboidrati) ed altri patologici (carie, perdita di denti). Caratteristiche dell’habitat orale • Saliva: mantiene umida la cavità orale, lava le superfici orali asportando detriti. Influenza le comunità microbiche sia positivamente fornendo nutrimento che negativamente in quanto contiene il lisozima che disgrega il peptidoglicano ed altri composti antibatterici. Inoltre forma la “pellicola acquisita” a cui si attaccano i batteri • Fluido creviculare: fluisce dal sangue attraverso l’epitelio gengivale e si raccoglie nel solco gengivale. La sua composizione è simile a quella del siero • Denti: forniscono una dura superficie non soggetta a sfaldamento che consente l’accumulo di grandi masse di batteri e di placca batterica • Temperatura: pari a 35-36°C; seleziona i batteri mesofili. Microbiologia della cavità orale L’ambiente è formato dalle labbra, guance, palato, denti e solco gengivale I denti presentano una superficie dura che contrariamente a molte altre superfici corporee non subisce il fenomeno dello sfaldamento. Il dente presenta: • facce prossimali in condizioni di anaerobiosi; • facce vestibolari; • facce linguali; • margine gengivale. Microbiologia della cavità orale Tra i fattori che influenzano l’ecosistema orale, i più importanti sono: la presenza di placca; l’igiene orale; i trattamenti odontostomatologici; le condizioni fisiche personali (aumento della quantità di fibronectina, glicoproteina posta sull’epitelio); dieta alimentare Fattori che influenzano la crescita microbica • Fattori chimico-fisici: pH, umidità, temperatura • Flusso salivare: regola il pH e la concentrazione di molte sostanze. Ha un pH di 6,8-7,2 ed un sistema tampone a bicarbonato • Fattori nutritivi: le sostanze nutritive disponibili derivano dall’ospite, da altri microbi e dalla dieta. • Dieta: non determina radicali influenze sulle comunità microbiche della bocca. ECCEZIONE: Saccarosio acido-tolleranti (S. mutans) che aumenta la proporzione dei microrganismi Microbiologia della cavità orale L’ambiente orale è colonizzato da: Protozoi; Miceti; Virus; Batteri. Oltre 350 specie batteriche differenti risiedono in modo permanente nel cavo orale. Tra le tante il genere Streptococcus rappresenta una grossa componente eziologica. Principali batteri aerobi coltivabili da diversi siti della cavità orale conta totale* (%) Batteri Cocchi Gram-positivi Bacilli Gram-positivi Cocchi Gram-negativi Bacilli Gram-negativi genere o famiglia predominante recesso gengivale placca dentale lingua saliva Streptococcus S. mutans S. sanguis S. mitior S. salivarius 28,8 (++) (+) (++) (+/-) 28,2 (+++) (+++) (++) (+/-) 44,8 (+/-) (+) (++) (+++) 46,2 (+/-) (++) (+++) (+++) Lactobacillus Corynebacterium 15,3 23,6 13,0 11,8 Moraxella 0,4 0,4 3,4 1,2 Actinobacillus Eikenella 1,2 ND 3,2 2,3 45,7 52,2 64,4 61,5 Totale aerobi * Valori medi modificati da Chow, 1985. Principali batteri anaerobi coltivabili da diversi siti della cavità orale conta totale* (%) Batteri Cocchi Gram-positivi Bacilli Gram-positivi Cocchi Gram-negativi Bacilli Gram-negativi genere o famiglia predominante recesso gengivale placca dentale lingua saliva 7,4 12,6 4,2 13,0 Actynomices Eubacterium Lactobacillus 20,2 18,4 8,2 4,8 Veillonella 10,7 6,4 15,0 15,9 Actinobacillus Eikenella 1,2 ND 3,2 2,3 39,5 37,4 30,6 36 Peptostreptococcus Totale anaerobi * Valori medi modificati da Chow, 1985. Fattori batterici implicati nella colonizzazione • Fattori di adesività batterica: Polimeri extracellulari, Glucosiltransferasi, Acido lipoteicoico, fimbrie, adesine. • Cariche di superficie: Ca2+ • Coaggregazione: interazione tra batteri diversi • Interazioni tra batteri: Commensalismo – una specie trae beneficio dalla presenza di un’altra specie senza recargli danno Antagonismo – Produzione di batteriocine, di ac. lattico e ac. acetico, di H2O2 Acquisizione del microbiota orale La composizione microbica varia con il tempo, con le diverse condizioni ambientali, con l’alimentazione e per fattori di successione allogenica e autogenica Successione allogenica: regolata da fattori chimico-fisici dell’ecosistema Successione autogenica: dovuta agli organismi colonizzatori S. salivarius (aerobio facoltativo): 1-3 giorni dopo la nascita Anaerobi – Veilonella Eruzione dei denti S. sanguis, S. mutans e anaerobi come Bacteroides e Fusobacterium Meccanismi di colonizzazione batterica delle superfici dentali Cambiamento microbico Gram positivi Cocchi e Aerobi bacilli S. mutans Lactobacillus A. viscosus A. naeslundii P.gingivalis P. intermedia F. nucleatum Capnocytophaga Treponema Gram Bacilli e Anaerobi Negativi Spirochete Progressione della placca associata Infezione odontogena Superficie dentaria priva di placca Fossetta e fessurazione Placca sopragengivale Placca sottogengivale Carie dentaria (S. mutans) Infezione endodontica Ascesso dentale Infezione periodontica Periodontite ulcer.-necr. (P.intermedia) Periodontite dell’adulto (P. gingivalis) Periodontite giovanile (A. actinomycetemcomitans) Aspetti eziologici Risentono della componente microbica che come comunità batterica residente caratterizza l’ecosistema del cavo orale Microbiota orale + Ecosistema Equilibrio fisiologico Ruolo patogenetico Placca dentale • principale responsabile del processo infiammatorio parodontale • costituita da svariati microrganismi, inclusi in una matrice composta da glicoproteine salivari e da polimeri batterici e salivari • correlazione positiva tra accumulo di placca dentale e flogosi dei tessuti gengivali e parodontali Formazione della placca La formazione della placca avviene in diverse fasi che comprendono l’interazione chimico-fisica tra i costituenti della saliva e dello smalto e la successiva crescita microbica. 1. Adsorbimento polimeri dalla saliva: Formazione pellicola secondaria o acquisita 2. Adesione batterica: I batteri interagiscono con la pellicola prima in modo reversibile e poi irreversibile (sintesi di polimeri extracellulari cemento) 3. Moltiplicazione batterica: le prime specie che colonizzano il dente lo rendono suscettibile alla colonizzazione da parte di altri microrganismi Formazione placca dentale 1 Streptococchi ed Actinomiceti si legano alla pellicola acquisita del dente tramite recettori 4 Compaiono i colonizzatori tardivi, anaerobi e microaerofili Gram- 2 Aumenta il numero dei batteri 5 3 Altri batteri bastoncellari aderiscono ai primi colonizzatori Aumenta il numero dei Gram-; compaiono le spirochete La presenza del biofilm batterico presente nella placca matura crea un gradiente di diffusione di tossine e metaboliti batterici Fattori che influenzano l’incremento del potenziale acidogeno della placca Saliva: effetto neutralizzante in quanto allontana gli ac. organici; rallentamento della formazione di accumuli batterici sui denti Carboidrati: amido amilasi maltosio maltasi glucosio Saccarosio enzimi batterici glucosio, fruttosio Placca: conditio sine qua non per lo sviluppo della carie, stretta correlazione tra quantità di placca e carie. La carie Consiste in una distruzione localizzata e progressiva dello smalto, della dentina, del cemento. E’ definita come una infezione endogena dei tessuti calcificati del dente, che sono demineralizzati dagli acidi organici prodotti dai batteri per fermentazione di carboidrati alimentari. Origina per alterazione dell’equilibrio omeostatico tra ospite e microbiota della placca. Fattori che influenzano la formazione della carie Ospite: smalto, saliva e sistema immune Placca: composizione batterica, capacità di produrre ac. organici e loro diffusibilità attraverso la matrice. La prima fase della formazione della carie prevede la demineralizzazione dello smalto dovuta ad abbassamento del pH, causato dalle elevate concentrazioni di ac. organici prodotti dai batteri della placca per fermentazione dei carboidrati. pH critico = grado di acidità al quale l’idrossiapatite dello smalto si solubilizza ed inizia la demineralizzazione. (pH= 5,2 – 5,7) Microbiologia della cavità orale Genere Streptococcus Tassonomia: Genere appartenente alla famiglia delle Streptococcaceae Caratteristiche: Cocchi Gram-positivi, asporigeni, aerobi facoltativi (alcune volte anaerobi obbligati), immobili. Disposizione caratteristica è la formazione di diplococchi che, in terreni liquidi, può progredire in catene più o meno lunghe. Gruppi di Lancefield: Nel 1933 R. C. Lancefield li divise in diversi gruppi (dalla A alla W, escludendo le lettere I e J) in base ad un antigene specifico presente nella loro parete cellulare (polisaccaridico o “sostanza C”, acidi teicoici o non tipizzabile) I gruppi sierologici sono correlati all’epidemiologia delle infezioni sostenute dagli streptococchi: • gruppo A – Streptococcus pyogenes ○ gruppo G – S. canis • gruppo B – Streptococcus agalactiae ○ gruppo L – rar. isolati dall’uomo (endocardite) • gruppo C – S. dysgalactiae, S. equi, S. equisimilis ○ gruppo M – endocardite subacuta, ascessi • gruppo D → Genere Enterococcus ○ gruppo N – streptococchi lattici (Lactococcus) • gruppo F – S. anginosus, S. constellatus, S. milleri ○ NON tipizzabili (alfa-emolitici o non-emolitici) Genere Streptococcus Gruppi di Sherman (1937) – Jones (1978): suddivisione in base a caratteristiche fisiologiche o patogenetiche o di habitat Streptococchi piogenici – Beta-emolitici correlati a patologie piogeniche S. agalactiae, S. canis, S. dysgalactiae, S. equi, S. equisimilis, S. iniae, S. porcinus, S. pyogenes, S. suis, S. urinalis. Pneumococchi – S. pneumoniae Streptococchi orali – Streptococchi viridanti poiché alfa-emolitici. Alcuni di essi sono patogeni opportunisti (isolati da altre sedi in condizioni normali o patologiche). Eziologia batterica principale nelle endocarditi (50-70%). Causa primaria di carie (S. mutans, S. sanguinis). S. anginosus, S. australis, S. constellatus, S. cricetus, S. cristatus, S. gordonii, S. infantis, S. intermedius, S. milleri, S. mitior, S. mitis, S. mutans, S. oralis, S. parasanguinis, S. peroris, S. ratti, S. salivarius, S. sanguinis, S. sobrinus, S. vestibularis. Streptococchi fecali – S. avium, S. faecalis, S. faecium, S. gallinarum (passati al genere Enterococcus), S. bovis, S. equinus, S. gallolyticus, S. infantarius. Streptococchi lattici – trasferiti nel genere Lactococcus Streptococchi anaerobi – (in realtà aerotolleranti e passati ad altri generi) Recente classificazione (1995) è quella di Kawamura et al. Basata su omologie di sequenze delle subunità ribosomiali 16S. Genere Streptococcus Specie mutans Caratteristiche: Cocco Gram-positivo, asporigeno, aerobio facoltativo, immobile, isolato per la prima volta nel 1924 da Clark. Raggruppamento: non classificabile secondo Lancefield o qualche ceppo appartente al gruppo E. Alfa-emolitico o non-emolitico inserito secondo Sherman-Jones negli streptococchi orali. Distinto in otto sierotipi (a-h), da luogo a cinque specie differenti: S. mutans (sierotipi c ed e), S. rattus (sierotipo b), S. cricetus (sierotipo a), S. sobrinus (sierotipi d e g), S. ferus Isolato dalla carie dentaria: sembra sia il principale responsabile nel mantenere il processo cariogeno iniziato da S. sanguinis e la colonizzazione è favorita da una dieta ricca di zuccheri. Può essere agente eziologico di endocarditi subacute. S. mutans La sua capacità a determinare la carie è dovuta sia a suoi caratteristiche patogenetiche ben precise, ma essendo un’opportunista anche all’instaurarsi di condizioni ambientali favorevoli. Il suo potenziale di patogenicità è legato: • Adesione: LTA (acido lipo teicoico) media la sua unione all’idrossiapatite1, allo smalto e alla pellicola. Le proteine superficiali fungono da adesine. E’ una adesione saccarosio-dipendente • Capacità moltiplicativa: è capace di resistere e di essere attivo a valori di pH bassi • Danno all’ospite e abbassamento del pH Meccanismo patogenetico Adesività saccarosio-indipendente; Adesività saccarosio-dipendente; aggregazione intraspecifica; capacità moltiplicativa nella placca; danno per produzione di acido lattico. 1 - L'idrossiapatite è un minerale raro avente composizione chimica Ca5(PO4)3(OH), fa parte del gruppo degli apatiti e contiene un gruppo OH. I cristalli di idrossiapatite hanno la forma di un prisma moto sottile dalla forma esagonale, il colore del minerale è variabile e nelle forme più comuni si trova in giallo pallido. L'idrossiapatite è anche prodotta e riassorbita da tessuti organici, questa infatti è uno dei componenti principali delle ossa trovandosi sottoforma di sali di Calcio: CaCO3 (carbonato di calcio), Ca3(PO4)2 (fosfato di calcio) e CaF2 (fluoruro di calcio). Biofilm di S. mutans Genere Streptococcus Specie sanguinis Caratteristiche: Cocco Gram-positivo, asporigeno, aerobio facoltativo, immobile. Raggruppamento: non classificabile secondo Lancefield o appartente al gruppo H. Alfa-emolitico o più raramente beta-emolitico o non-emolitico inserito, secondo Sherman-Jones, negli streptococchi orali. Streptococcus sanguinis si ritrova in quantità consistente nella placca dentaria; infatti è la prima specie batterica ad aderire alla superficie dei denti e viene quindi considerato il primo agente della carie. Successivamente, dopo la formazione della placca, viene sostituito da S. mutans. Può essere agente eziologico di setticemie ed endocarditi subacute e viene quindi isolato dal sangue, da cui il nome. Forme L (cioè prive di parete cellulare) di questa specie sono state messe in relazione con casi di stomatite aftosa. Fattori di patogenicità degli streptococchi orali Streptococcus mutans produce un composto polisaccaridico insolubile extracellulare derivante dal metabolismo del saccarosio. Altri microrganismi orali, di contro, non ne sono capaci; a questa rete polisaccaridica questi ultimi aderiscono, contribuendo alla formazione della placca batterica. S. mutans presenta inoltre una spiccata adesività per lo smalto. Viene mantenuto un pH di 5 o inferiore per diverse ore dalla placca (smette di funzionare il tampone della saliva capace di rimuovere tale microrganismo). S. mitior, S. salivarius, S. sanguinis non producono acidi dal saccarosio. Gli acidi che S. mutans, S. sanguinis e S. salivarius producono sono l’acido lattico e l’acido acetico, capaci di attaccare lo smalto e di limitare la crescita degli altri microrganismi. L’acido paraminobenzoico (PABA) prodotto da S. mutans è un fattore di crescita per S. sanguinis. Nuove frontiere nel combattere gli effetti negativi di alcuni Streptococchi orali Il corredo genomico completo di S. mutans è stato sequenziato da Joseph Ferretti et al. (Science Center of the University of Oklahoma) e pubblicato su “Proceedings of the National Academy of Sciences”. Oltre 2 milioni di coppie di basi, individuando 1963 frammenti del codice genetico, al 63% dei quali è stata attribuita una funzione. Almeno un centinaio di questi geni sono esclusivi del microrganismo. • In Florida (Jeffrey Hilmann) si sta ingegnerizzando un ceppo di S. mutans incapace di produrre acido lattico, anche dal glucosio; inoltre è stata inserita una sequenza, mutacina 1140, capace di aggredire il batterio “normale” ed altri nocivi; attualmente il mutante è controllato e limitato da una fonte di D-alanina per sicurezza (risultati presentati al Congresso Nazionale dell’Accademia Italiana di Conservativa, Riva del Garda, 21 Aprile 2004) • In Inghilterra si è in sperimentazione umana per la commercializzazione in dentifrici o colluttori di un vaccino basato su anticorpi in grado di bloccare i siti normalmente attaccati da S. mutans; Prevenzione della carie • Precise norme di igiene orale e alimentare • Regolari interventi odontoiatrici profilattici Interventi sull’ospite-dente: protezione dei solchi delle facce trituranti; mineralizzazione dei tessuti duri dentali; aumento della resistenza all’azione solubilizzante degli acidi mediante l’uso di fluoro (effetto mineralizzante, effetto antibatterico, inibisce la formazione di ac. lattico). Interventi sulla dieta: riduzione del consumo di saccarosio, sostituzione del saccarosio con dolcificanti non cariogeni Interventi sul batterio: fluoro, dieta, farmaci antibatterici. Farmaci antibatterici: innocuo, orale, battericida, che penetri nei siti soggetti a carie, spettro mirato, caratteristiche organolettiche positive. Clorexidina: bisbisguanidina, detergente cationico Immunoprofilassi: Vaccino anti-carie diretto verso S. mutans.