Composizione, Sviluppo della Placca Batterica. I batteri Gram +, Gram -. La candida. Eziologia dell’infiammazione. Sviluppo carie, gengiviti, parodontiti. Eziologia del tartaro dentale, tasche gengivali, microascessi. La Placca Batterica si presenta come una patina trasparente formata per il 90% dai batteri che vivono normalmente in bocca (la flora orale) e per il 10% da sostanze derivanti dall’alimentazione (zuccheri, carboidrati, lipidi, per esempio) e da sali minerali come il calcio e il fosforo; si forma con una certa velocità, diversa da persona a persona, a seconda del diverso contenuto enzimatico della saliva. In ogni caso nel volgere di qualche ora la placca, eliminata di recente, si riforma. La placca è detta “batterica” perché è un ottimo terreno per lo sviluppo di batteri di ogni tipo, i quali, se numerosi, contribuiscono anche alla formazione stessa della placca. Già dopo pochi minuti dallo spazzolamento, i denti si ricoprono di una pellicola acquisita, formata da uno strato di mucoproteine salivari, colonizzata rapidamente dai microorganismi presenti nel cavo orale quali streptococchi, spirilli, lactobacilli e actinomiceti. Inizialmente la placca è una sottile pellicola completamente asettica ma, dopo un’ora dalla sua formazione, diventa una sorta di reticolo pieno di batteri orali. Questi, con la complicità dei residui alimentari e in modo particolare degli zuccheri, aumentano vistosamente di numero proliferando enormemente fino a mettere a repentaglio il normale equilibrio esistente tra le varie specie che compongono la flora orale. Si tratta di 80 varietà di microrganismi che normalmente convivono pacificamente e senza creare danni a chi li ospita ma che, organizzatisi nella placca, diventano rischiosi per la salute di denti e gengive. Alcune specie sono responsabili per prime dei danni a carico di denti e gengive, in modo specifico, sono particolarmente aggressivi da prendere il sopravvento sulle altre lo streptococco mutans o i lactobacilli. Rinforzandosi iniziano inoltre a produrre una sorta di colla adesiva che permette loro di aderire saldamente ai denti, mentre per effetto del loro metabolismo producono acidi corrosivi e enzimi in grado di intaccare lo smalto e di provocare la carie per dissoluzione della componente minerale. Adesa sulle superfici dentali, la placca disgrega lo smalto agendo con i suoi prodotti chimici: acido lattico e pirofosfatasi che aggrediscono l'idrossiapatite, mentre le aminopeptidasi distruggono la componente proteica interprismatica dello smalto, iniziando così la formazione della carie. Una volta perforato lo smalto i batteri raggiungono la dentina, che viene demineralizzata molto più rapidamente, fino a quando i batteri raggiungono la polpa del dente che infiammata causa forti dolori, fino provocare veri e propri ascessi. Il processo di formazione della placca batterica in un paziente privo di spazzolamento inizia esattamente 48 ore dall’ultima manovra di igiene orale, e dopo pochi giorni la placca inizia a calcificarsi e a sedimentarsi sotto forma di tartaro, strutturandosi come una sorta di cemento duro che si accumula alla base dei denti e che si insinua addirittura al di sotto delle gengive solo dopo qualche settimana, determinando inizialmente una gengivite marginale, ovvero una infiammazione dei tessuti superficiali. Le gengive possono perciò infiammarsi esprimendo il loro stato attraverso il rossore ed il gonfiore, ma soprattutto attraverso il sanguinamento sia provocato dallo spazzolino che spontaneo. L’insinuarsi del tartaro in profondità comporta una infiammazione profonda e letale per tutto il sistema di sostegno del dente, nota come parodontite o piorrea, che non è altro che uno spazio ottenuto tra dente ed osso a spese di quest’ultimo con effetto finale la caduta dell’elemento dentale. La placca può essere rimossa esclusivamente mediante detersione meccanica. Per questo motivo le zone in cui essa si deposita più facilmente sono quelle che sfuggono all'autodetersione e ad un'igiene orale approssimativa. Ecco l’importanza dell’Igiene professionale ed ei programmi di mantenimento prechirurgici. I batteri, nemico numero uno della salute della bocca, si suddividono in Gram-positivi, quelli che rimangono colorati di blu o viola dopo aver subito la colorazione di Gram, ed in Gram-negativi quelli che invece subiscono la decolorazione. I principali batteri responsabili dell'adesività e dell'acidità della placca batterica, e perciò, in ultima istanza, della carie dentaria, sono lo Streptococco mutans e il Lattobacillo acidofilo. Lo Streptoccocco mutans è il responsabile dell'adesività della placca batterica essendo in grado di legarsi alla superficie dello smalto e di costruire una rete di polisaccaridi alla quale si fissano numerosi altri microrganismi. Il Lattobacillo acidofilo, invece, pur non essendo in grado di aderire direttamente allo smalto, è insieme allo Streptococco mutans il principale produttore dell'acido responsabile della demineralizzazione dello smalto dentario, stadio iniziale della formazione della carie. La candidosi orale è una affezione delle mucose provocata, nello specifico della cavità orale, dal fungo Candida albicans. La C. albicans è un componente della flora normale che colonizza la cavità orale e il tubo gastroenterico. Infatti in circa il 40-60% di individui questo fungo può essere isolato dalla mucosa orale normale. E' utile quindi sottolineare che la positività colturale alla C. albicans non significa automaticamente che il paziente soffra di candidosi orale. Per formulare una diagnosi di candidosi orale è necessario che il paziente presenti sintomi e segni clinici in associazione con la positività dell'esame colturale alla C. albicans. Inoltre è importante tenere presente che la candidosi orale è estremamente rara in individui sani. I fattori predisponenti alla candidosi orale Diabete Terapia con antiblastici Protesi mobile Terapia con corticosteroidei per via inalatoria Terapia con antibiotici o sistemica Xerostomia da radiazioni Infezione da HIV Xerostomia da sindrome di Sjógren La forma orale, o stomatite è più frequente nei bambini, negli anziani e nei soggetti con scarso sistema immunitario, e può estendersi anche la palato, alle gengive, alle tonsille ed alla gola.