Azotemia L’azotemia è la quantità presente nel sangue di azoto non proteico (derivante cioè da aminoacidi, acido urico, creatina, creatinina, dai peptidi e da altre sostanze azotate). Con questo termine si indica essenzialmente la misura dello stesso catabolita, urea o azoto ureico in essa contenuto, secondo due diversi approcci, molecola totale o azoto ureico. L’azotemia viene usata quale indice di funzionalità del rene, anche se la sua utilità clinica in tal senso appare inferiore a quella della creatinina, poiché è influenzato dalla dieta, dallo stato di idratazione del paziente, dal catabolismo proteico, dall’entità della diuresi. Urea, prodotto del catabolismo proteico, viene sintetizzata prevalentemente a livello epatico, e a livello del rene viene prima filtrata e poi per circa il 50% riassorbita. La [urea] nel plasma, uremia, dipende quindi dalla velocità di produzione (dieta, catabolismo tissutale, funzionalità epatica) e da quella di eliminazione (funzionalità renale). L’intervallo di riferimento per l’urea negli adulti è pari a :10-50 mg/dl; per l’azoto ureico è 5-22 mg/dl. NH2 C NH2 O Determinazione enzimatica colorimetrica dell’Urea nei liquidi biologici (Berthelot mod.) Urea + H2O Ureasi 2NH3 + CO2 NH3 + ClO- + Salicilato-Nitroprussiato colorato blu Complesso Il metodo di analisi consiste nell'impiego di ureasi che scinde l'urea in ammoniaca ed anidride carbonica. Attraverso il reattivo di Berthelot (soluzione di fenolo-ipoclorito in presenza di nitroprussiato) l'ammoniaca formatasi reagisce dando origine all'indofenolo di colore blu la cui concentrazione è rilevabile allo spettrofotometro a 580nm. Aumenti dell’azotemia da: • cause pre-renali dovute a dieta iperproteica, accellerato catabolismo proteico (sanguinamento gastrointestinale, stati cachettici, febbre, tireotossicosi, traumi), compromissione del flusso ematico renale (ipotensione, shock, insufficienza cardiaca, emorragie, diarree gravi, vomito, disidratazioni); Nelle iperazotemie da cause prerenali in genere la creatinemia è normale/poco aumentata con un rapporto azotemia/creatinemia >20:1 • cause renali dovute a nefropatie croniche e acute; in questo caso il rapporto azotemia/creatinemia è <20:1 • cause post-renali, legate in genere ad impedito flusso urinario per calcoli, stenosi ureterali, ipertrofia prostatica, tumori del tratto urinario. Diminuzioni dell’azotemia si osservano in corso di: diete ipoproteiche, malassorbimento, gravi epatopatie croniche, bilancio azotato positivo (accrescimento, gravidanza, steroidi anabolizzanti). La creatinina è un prodotto di degradazione della creatina, formata nel muscolo a velocità costante, regolarmente eliminata dai reni. La sua concentrazione plasmatica non presenta ritmi circadiani, dipende poco dalla dieta, è proporzionale alla massa muscolare, ha una elevata variabilità interindividuale; la creatinina viene filtrata dal glomerulo, circa il 10% secreta dal tubulo e poi escreta con le urine. La concentrazione della creatinina plasmatica è inversamente correlata con il GFR, Glomerular Filtration Rate (curva di tipo iperbolica). Il GFR può diminuire del 50% prima di osservare un aumento della concentrazione della creatinina plasmatica. Una creatinina plasmatica normale non sempre indica funzione renale normale, mentre un suo valore aumentato può non dipendere da un difetto di funzione renale. GFR dipende da: Pressione di filtrazione, Struttura della membrana Glomerulare, Numero dei glomeruli funzionanti Aumenti plasmatici di creatinina possono essere dovuti a: • cause pre-renali (ipertrofia o necrosi muscolare, diminuita perfusione renale); • cause renali (nefropatie con diminuzione del GFR); • cause post-renali (ostruzioni vie urin.da iperplasia o carcinoma della prostata, della vescica, dell’utero, calcoli, etc). Diminuzioni della creatinina si osservano quando sono presenti riduzione della massa muscolare e iperfiltrazione glomerulare (gravidanza). Valori di rif. : 0.5-1.3 mg/dl I metodi in commercio per il dosaggio della creatinina possono produrre risultati molto diversi e per concentrazioni fisiologiche di creatinina la sovrastima media, rispetto al metodo standard di riferimento (spettrometria di massa a diluizione isotopica, IDMS), puo' essere rilevante (10-20%); Esiste un'interferenza aspecifica di reazione con cromogeni plasmatici (pseudo-creatinine), in particolare proteine, che possono determinare a basse concentrazioni di creatinina, una sovrastima fino al 15-25%. Questa interferenza interessa i metodi colorimetrici al picrato alcalino, e non i metodi enzimatici. Metodi enzimatici hanno una più stretta correlazione con il metodo di riferimento internazionale, non hanno interferenze aspecifiche e sono da preferirsi. Uricemia Al contrario di creatinina e azotemia, la [ac. urico] nel siero non è un buon indicatore di funzionalità renale. Filtrato dal glomerulo, in gran parte riassorbito dal tubulo prossimale e secreto dal tubulo distale. Nell’uomo l’acido urico rappresenta il prodotto finale del catabolismo delle basi puriniche (adenina, guanina). Si considerano valori usuali di uricemia nel maschio quelli inferiori a 7 mg/dl, nella femmina inferiori a 6 mg/dl. • Iperuricemia da sovraproduzione (20% circa) da difetti enzimatici geneticamente determinati o da proliferazioni patologiche cellulari/chemioterapie citotossiche caratterizzate da aumento di sintesi e demolizione di basi puriniche; • Iperuricemia da difetto di escrezione che si possono avere oltre che nella gotta primaria, in un numero di condizioni eterogenee (insufficienza renale, acidosi da esercizio fisico, chetoacidosi da digiuno o diabete, obesità, farmaci). Per sodiemia o natriemia si intende il livello di concentrazione del sodio nel sangue. I valori considerati normali sono di 135-145 mEq/l (milliEquivalenti per Litro). Il sodio è un catione prevalentemente extracellulare (per il 95%) che regola lo stato di idratazione dell'organismo. Per potassiemia o kaliemia è il livello di potassio nel sangue; 3,5-5 milliequivalenti per litro sono considerati valori normali. Il potassio è un catione prevalentemente intracellulare, contribuendo a regolare l'equilibrio osmotico della membrana, e quindi il volume cellulare. L’ equilibrio tra sodio e potassio è mantenuto dalla pompa sodio-potassio, che trasporta sodio all'esterno della cellula e potassio all'interno. Conversioni milligrammi-milliequivalenti I milliequivalenti (mEq) esprimono l'attività chimica, o potere di combinazione, di una sostanza relativamente all'attività di 1 mg di idrogeno. 1 mEq è rappresentato da 1 mg di idrogeno, 23 mg di Na, 39 mg di K, 20 mg di Ca e 35 mg di Cl. Pertanto, Il mEq è praticamente equivalente alla milliosmole (mOsm), l'unità di misura dell'osmolalità o tonicità. In condizioni normali l'osmolalità dei fluidi del nostro organismo è di 280 mOsm/l di soluto/l. Il potassio è il principale catione intracellulare (per il 99% è contenuto nelle cellule) Il potassio è un elemento largamente presente nel corpo umano e svolge funzioni fondamentali per la vita di tutte le cellule (all'interno delle quali è contenuta la maggior parte del potassio presente nel'organismo): oltre a regolare la pressione osmotica delle cellule regola l'eccitabilità delle fibre muscolari; particolarmente sensibili alla concentrazione di potassio sono quelle del cuore. La quantità di potassio è tenuta sotto controllo principalmente dai reni, che provvedono ad espellere il potassio in eccesso attraverso le urine; l'espulsione attraverso il sistema digerente interessa una quota minoritaria di potassio, e pochissimo viene eliminato attraverso la sudorazione. Valori più bassi possono essere causati da eccessiva perdita che può avvenire per via gastrointestinale (vomito, diarrea) o renale (uso di diuretici, iperaldosternonismo, cioè eccesso di un ormone, l'aldosterone, prodotto dal surrene, che regola proprio la disponibilità di sodio e potassio nell'organismo). Valori più alti, salvo rare eccezioni, sono associati ad insufficienza renale; si possono riscontrare anche in tutte quelle circostanze associate a rottura massiva delle cellule, come le crisi emolitiche o l'infarto acuto del miocardio ed nell'ipoaldosteronismo. CAUSE di IPOKALIEMIE • Da perdite – gastrointestinali • vomito protratto o drenaggio gastrico • fistole salivari pancreatiche o biliari • diarrea e/o abuso di lassativi • ureterosigmoidostomia • malassorbimento • adenoma villoso del colon-retto – renali • iperaldosteronismo primitivo o secondario • iperplasia surrenale • adenoma corticosurrenale • eccessiva secrezione di ACTH • ingestione di liquirizia o carbenoxolone • nefropatie • da uso di diuretci (tiazidici, dell'ansa, inibitori dell' anidrasi carbonica) • idiopatica o familiare • ipomagnesiemia • • • Da diminuito apporto • anoressia nervosa • alcoolismo • diete sbilanciate Da trasferimento intracellulare • perfusione glucosio insulina • aumento della insulinemia • aumento della concentrazione dei bicarbonati plasmatici • aumento del pH • paralisi familiare ipokaliemica Iatrogene • somministrazione di soluzioni saline prive di potassio • diuretici • corticosteroidi, b2 stimolanti CAUSE di IPERKALIEMIA • • CAUSE Da riduzione della escrezione renale • • • • • • • • IRA IRC ipoaldosteronismo da bassa reninemia o da insufficienza corticosurrenale uso di diuretici risparmiatori di potassio difetto isolato congenito o acquisito nella secrezione di potassio ACE inibitori altri farmaci (cotrimoxazolo e pentamidina con meccanismo simile a quello dell'amiloride) Da elevato introito di potassio • rapida somministrazione di potassio e.v., K-penicillina ad alte dosi • Da ridistribuzione di potassio verso l'esterno delle cellule • acidosi metabolica e respiratoria • rilascio rapido di potassio dalle cellule(trauma, linfomi, leucemie, mieloma, chemioterapia, intossicazione digitalica acuta) • Da aumentata osmolalità • glucosio • mannitolo • soluzioni ipertoniche. IPERKALIEMIA Aumento della concentrazione sierica del potassio > 5 mEq/l; il potassio totale corporeo può essere elevato, ma più spesso è normale o addirittura basso; in ogni caso, è alterata la distribuzione dell’elettrolita tra il compartimento intracellulare e quello extracellulare. L’iperkaliemia può essere lieve (da 5,0 a 5,5 mEq/l), moderata (da 5,5 a 6,0 mEq/l) o grave (> 6,0 mEq/l). Sintomi, segni e diagnosi L’iperkaliemia può essere asintomatica finché non compaiono i segni di tossicità cardiaca. Potrebbero comparire sintomi neuromuscolari aspecifici, inclusi ipostenia indefinita e parestesie. Nell’iperkaliemia grave, i sintomi possono diventare drammatici (p. es., ipostenia grave, paralisi flaccida, arresto cardiaco). Il sodio è il principale ione positivo presente negli spazi extracellulari; la sua principale funzione è quella di mantenere la tonicità di questi spazi e quindi il volume dei liquidi nell'organismo: variazioni nel contenuto di sodio determinano cambiamenti nell'equilibrio idrico, con passaggio di acqua dall'esterno all'interno delle cellule e viceversa. Il filtraggio renale è il principale responsabile della regolazione del contenuto di sodio nell'organismo; l'eliminazione è molto condizionata dall'introito di sodio: aumentando l'apporto aumenta l'eliminazione e viceversa. I valori normali di sodiemia sono generalmente compresi tra 135 e 155 mEq/L. Valori più elevati (ipernatriemia) si riscontrano in caso di disitradatazione, poliuria da diabete, di iperaldosteronismo (l'aldosterone è un ormone surrenalico che regola proprio la disponibilità di sodio e potassio nell'organismo), morbo di Cushing (causato da iperplasia o neoplasia di una zona della ghiandola surrenale deputata alla produzione del cortisolo, un altro ormone dotato di una azione sodio-rintentiva, sebbene più debole di quella dell'aldosterone), somministrazione di cortisonici o di soluzioni saline ipertoniche. Valori più bassi (iponatremia) si osservano invece in caso di insufficienza renale, cirrosi, ipotiroidismo, scompenso cardiaco, sindrome nefrosica, l'insufficienza surrenalica con conseguente calo dei livelli di aldosterone e cortisolo. Calcemia Per calcemia si intende la concentrazione di calcio nel sangue. Il calcio è il minerale più abbondante nell’organismo ed è localizzato prevalentemente a livello osseo. È coinvolto in numerosi processi biologici: contrazione muscolare, conduzione dell’impulso nervoso, rilascio ormonale, regolazione di molti enzimi. Il mantenimento di un equilibrio stabile (omeostasi) del calcio è pertanto di fondamentale importanza. Ciò dipende da un pareggiamento del bilancio tra introduzione di calcio nell’organismo attraverso gli alimenti e perdite attraverso urine e feci. Tre ormoni intervengono a vari livelli per mantenere costante i livelli di calcio nel sangue: la vitamina D, il paratormone (ormone paratiroideo) e la calcitonina. I valori di riferimento della calcemia sono: calcio totale sierico: 8,5 - 10,5 mg/dl calcio ionizzato: 4,4 - 5,4 mg/dl Dosaggio con metodi chimici diretti con complessanti solubili o con elettrodi iono selettivi Circa il 45% del calcio circolante è legato alle proteine sieriche, il 5% è complessato con molecole anioniche (p. es., fosfato, bicarbonato, citrato) e il 50% è in forma ionizzata. La frazione ionizzata è responsabile degli effetti sulla funzione cellulare e normalmente è compresa tra 4,8 e 5,2 mg/dl. La percentuale di calcio ionizzato rispetto al calcio totale dipende dalla concentrazione delle proteine plasmatiche (particolarmente l’albumina), dalla concentrazione degli anioni legati al calcio ionizzato e dal pH ematico (l’acidosi riduce il legame proteico, l’alcalosi lo aumenta). In aggiunta, il pH influenza l’interazione tra il calcio ionizzato e la membrana cellulare. Se non è possibile ottenere un dosaggio del calcio ionizzato, bisogna misurare contemporaneamente le concentrazioni del calcio totale e dell’albumina e la determinazione del calcio totale deve essere corretta in modo da tener conto di ogni eventuale deficit albuminico. Nell’anziano questa correzione è importante, perché l’ipoalbuminemia è di riscontro comune, particolarmente nei soggetti affetti da malattie croniche e in quelli malnutriti. La correzione consiste nell’aggiunta di 0,8 mg/dl al valore della calcemia totale, per ogni g/dl di riduzione dell’albuminemia al di sotto del suo valore normale di 4 g/dl. Il dosaggio del calcio viene prescritto in genere insieme a quello dell’albumina (la proteina più rappresentata nel plasma) visto che una quota significativa del calcio in circolo vi si lega: il valore di calcemia, infatti, dovrebbe essere sempre valutato insieme alla concentrazione di albumina (se l’albumina diminuisce anche il calcio diminuisce). Le cause più frequenti di ipercalcemia sono: • iperparatiroidismo • neoplasie o metastasi ossee • sarcoidosi • tubercolosi • eccesso di assunzione di vitamina D • trapianto renale • elevati valori di proteine totali Il calcio ionizzato aumenta in tutte le suddette condizioni tranne che in caso di elevati valori di proteine totali, in cui il calcio ionizzato rimane entro l’intervallo di riferimento. Le cause più frequenti di ipocalcemia sono: • ipoparatiroidsmo • tiroidectomia • deficit di magnesio • eccesso di fosforo • carenza di vitamina D attiva • insufficienza renale cronica • alcalosi • bassi valori di proteine totali Il calcio ionizzato diminuisce in tutte le suddette condizioni tranne che in caso di bassi valori di proteine totali. Importante in questo la caso la correzione: aggiunta di 0,8 mg/dl al valore della calcemia totale, per ogni g/dl di riduzione dell’albuminemia al di sotto del suo valore normale di 4 g/dl. Per fosfatemia o fosforemia si intende la concentrazione di fosforo nel sangue, che è in gran parte complessato con l’ossigeno come ione fosfato, PO4. Valori di riferimento dei livelli plasmatici: adulti 2,2-4,3 mg/dl; bambini 4-7mg/dl; neonati fino a 8,6 mg/dl. Iperfosfatemia si individua in caso di ipoparatiroidismo, ipervitaminosi D, insufficienza renale acuta e cronica, fratture, aumentato catabolismo o necrosi cellulare, alcune endocrinopatie, come ipertiroidismo, acromegalia, deficit di glucocorticoidi. Ipofosfatemia si può avere per aumentato passaggio del fosfato dal plasma nel distretto intracellulare, da aumentata escrezione urinaria o diminuito assorbimento intestinale e si può osservare nelle seguenti condizioni: iperparatiroidismo, tubulopatie renali, deficienza di vitamina D, sindromi da malassorbimento.