Teoria e tecnica del giornalismo

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Teoria e tecnica del
giornalismo
Modulo B
- Prima parte “Teorie delle comunicazioni
di massa”
L’evoluzione della ricerca sulle
comunicazioni di massa
L’analisi dei rapporti tra:



Contesto sociale, storico, economico
Il tipo di teoria sociale richiamato dalle varie
teorie
Il modello di processo comunicativo
Consente di determinare le connessioni tra le
diverse teorie mediologiche.
Sviluppo delle teorie mediologiche



Periodo delle due guerre mondiali
Diffusione su larga scala dei mass media
Mass media come strumento di
propaganda
Interesse da parte degli studiosi dei
media sugli effetti di tale fenomeno
Teoria Ipodermica

Componente principale:
Teoria della società di massa

Modello comunicativo:
Teoria psicologia dell’azione
Società di massa



Secondo il pensiero politico conservatore
dell’800 la società di massa è il risultato:
dell’industrializzazione
della diffusione di valori astratti
dell’indebolimento dei legami tradizionali
Isolamento e alienazione
Società di massa
Ortega y Gasset descrive l’uomo – massa
come:
 Il risultato della disgregazione delle élites
 Antitesi della figura dell’uomo colto
“La massa travolge tutto ciò che è
differente individuale, singolare,
qualificato e selezionato”
Società di massa
Simmel analizza la dinamica che si istaura
tra individuo – massa:
 La massa si fonda su ciò che accomuna
l’uno a tutti gli altri
 La massa è dominata da una sola idea:
la più semplice
Società di massa
Secondo Blumer la massa è:
 Composta da persone che non si
conoscono, spazialmente separate
 Priva di tradizioni,di regole di
comportamento, di leadership e struttura
organizzativa
Gli individui sono isolati, anonimi, distaccati,
atomizzati
Teoria ipodermica
Teoria ipodermica


Società di massa
Isolamento dell’individuo
Disintegrazione delle culture locali
“Ciascun individuo è un atomo isolato che reagisce
da solo agli ordini e alle suggestioni dei mezzi di
comunicazione di massa monopolizzati”
Teoria dell’azione
Studia il comportamento umano attraverso
il metodo dell’ esperimento e dell’
osservazione
L’elemento cruciale nella relazione tra
organismo e ambiente è rappresentato
dallo stimolo
Teoria dell’azione
Stimolo


Risposta
Lo stimolo è la condizione primaria della
risposta
L’ampiezza e la qualità della risposta
dipendono:
• dal contesto
• precedenti esperienze fatte dal soggetto
Teoria ipodermica
Teoria dell’azione
Secondo la teoria ipodermica c’è:
connessione diretta tra:
Esposizione al messaggio (stimolo)
Comportamento (risposta)
Teoria ipodermica
“Ogni membro del pubblico è
personalmente e direttamente attaccato
dal messaggio”
“se una persona è raggiunta dalla
propaganda, può essere controllata,
manipolata, indotta ad agire”
Il modello di Lasswell
−
−
−
−
−
Eredità ed evoluzione della teoria ipodermica
Per descrivere un atto comunicativo bisogna
rispondere alle seguenti domande:
Chi?
Dice cosa?
Attraverso quale canale?
A chi?
Con quale effetto?
Ognuna di queste variabili definisce e organizza
un determinato settore di ricerca





Chi? Analisi degli emittenti
Dice cosa? Analisi del contenuto dei messaggi
Attraverso quale canale? Analisi dei mezzi
A chi? Analisi dell’audience
Con quale effetto? Analisi degli effetti
Secondo Lasswell:

I processi di comunicazione di massa sono
asimmetrici
- Emittente attivo (che produce lo stimolo)
- Massa passiva (che reagisce allo stimolo)
Secondo Lasswell:

La comunicazione è intenzionale
Scopo = ottenere un effetto
(comportamento) osservabile e misurabile

I ruoli di comunicatore e destinatario
solo isolati, indipendenti dai rapporti
sociali, situazionali e culturali.
Lo schema di Lasswell ha organizzato la
comunicazione attorno a due temi:

Analisi degli effetti

Analisi del contenuto
Il superamento e il rovesciamento della teoria
ipodermica è avvenuto secondo tre direttrici:



Approccio empirico di tipo psicologico –
sperimentale
Approccio empirico di tipo sociologico
Approccio funzionale
Approccio empirico – sperimentale o
“della persuasione”
Teoria dei media



Revisione del processo comunicativo
Studio degli elementi che influenzano la
relazione tra:
Emittente – messaggio – destinatario
Effetti variabili da individuo ad individuo
Caratteristiche teoria dei media
Studia prevalentemente gli effetti dei media in situazione di
“campagna”
(elettorale, pubblicitaria, propagandistica ecc.)
−
−
−
−
−
Scopi specifici
Durata definita
Intensiva e vasta copertura
Promossa da istituzioni o enti con potere e autorità
Argomenti sono “venduti” al pubblico
Processo comunicativo
Teoria dei media

Studi sui caratteri del destinatario
(fattori relativi all’audience)

Ricerche sull’organizzazione ottimale dei
messaggi
(fattori relativi al messaggio)
Fattori relativi all’audience




Interesse ad acquisire informazione
Esposizione selettiva
Percezione selettiva
Memorizzazione selettiva
Interesse ad acquisire informazione



Non tutte le persone sono un uguale
bersaglio per i media
I non informati sono difficili da
raggiungere
Maggiore è l’esposizione ad un
determinato argomento, maggiore sarà
l’interesse verso questo argomento
Esposizione selettiva
Ciascun individuo si espone ai messaggi
che sono più congruenti con:
 le proprie conoscenze
 I propri bisogni
 I propri valori
Percezione selettiva
Interpretazione del messaggio



Decodifica aberrante: accettazione superficiale del
messaggio
Effetti di assimilazione (campo di accettazione)
- opinioni simili tra fonte e destinatario
- scarso coinvolgimento
- atteggiamento positivo verso la fonte
Effetti di contrasto (campo di rifiuto)
Memorizzazione selettiva
−
−
I soggetti selezionano gli elementi più
significativi a scapito di quelli
culturalmente distanti
Effetto Barlett: meccanismo di
memorizzazione dei messaggi
persuasori
Effetto latente: con il passare del tempo
aumenta l’efficacia persuasoria
Fattori legati al messaggio




La credibilità del comunicatore
Ordine delle argomentazioni
Completezza delle argomentazioni
Esplicitazione delle conclusioni
La credibilità del comunicatore


A breve termine:
fonte credibile = mutamento di opinioni
A lungo termine:
sfuma l’immagine della fonte – si attiva
l’effetto latente
Il messaggio viene appreso, ma
l’accettazione o meno del messaggio
dipende dalla fonte
Ordine delle argomentazioni
Effetto primacy:
Maggior efficacia degli argomenti iniziali
- (tema sconosciuto)
 Effetto recency:
Risultano più influenti gli argomenti
terminali
- (familiarità con il tema)

La completezza delle argomentazioni
Presentare o meno più punti di vista di un
tema controverso.
Da una ricerca condotta negli Stati Uniti
risulta che il messaggio è più efficace:
presentando un solo
aspetto di un tema:
 Persone già convinte
 Persone con un
basso grado di
istruzione (già
convinte)
presentando entrambi
gli aspetti di un tema:
 Persone con un
parere opposto
 persone con un
elevato grado di
istruzione
L’esplicitazione delle
conclusioni

Conclusioni implicite :quando è
maggiore il coinvolgimento

Conclusioni esplicite: argomenti
complessi e poco conosciuti dal pubblico
Teoria dei media secondo
l’approccio psicologico sperimentale

La comunicazione può ottenere degli
effetti persuasori sul pubblico solo se la
forma e l’organizzazione del messaggio
sono adeguati ai fattori personali che il
destinatario attiva nell’interpretazione del
messaggio
Approccio empirico sul campo o
“degli effetti limitati”


“Teoria dei media” di orientamento
sociologico
Cerca una relazione tra i processi di
comunicazione di massa e il contesto
sociale in cui questi si realizzano
Oggetto di studio


La composizione differenziata dei
pubblici e il loro consumo di
comunicazioni di massa
Il contesto sociale e gli effetti dei media
Le ricerche sul consumo dei
media
Lazarsfeld nel 1940 analizzò la fruizione
dei programmi radio da parte di pubblici
diversi cercando di trovare una
correlazione tra le caratteristiche dei
destinatari con quelle dei programmi
preferiti.
Come studiare l’attrattiva dei
programmi



Attraverso l’utilizzo congiunto di tre
metodi diversi:
Analisi del contenuto
Caratteristiche degli ascoltatori
Studi sulle gratificazioni
Analisi del contenuto

Consente di capire cosa gli ascoltatori
traggono dal contenuto
Caratteristiche degli ascoltatori

Consente di analizzare ciò che il
programma significa per gli ascoltatori
attraverso un’analisi differenziale dei
diversi gruppi di ascoltatori
Studi sulle gratificazioni

Consente di capire perché un
determinato programma è seguito
attraverso l’analisi di quale sia il
significato che gli ascoltatori danno al
programma.
Il contesto sociale e gli effetti
dei media
•
Per individuare quali siano gli effetti dei
media è necessario analizzare il
contesto sociale in cui essi agiscono.
Obiettivo delle ricerche:
analizzare quali fossero le dinamiche
che portavano alla formazione di
opinioni all’interno di determinate
comunità sociali
Ricerche


Lazarsfeld – Berelson – Gaudet condussero
una ricerca con lo scopo di individuare
motivi e modalità con cui si formano le
attitudini politiche:
Oggetto dello studio: la campagna
presidenziale del 1940
Contesto sociale: Comunità dello Stato
dell’Ohio
Campi d’indagine

Relazione tra l’orientamento di voto e lo
status socioeconomico, età, religione
(ed altri fattori sociologici)

Correlazione tra il grado d’interesse, di
motivazione, di partecipazione e il grado
di esposizione alla campagna
Risultati della ricerca

L’effetto complessivo della campagna presidenziale
procede in tre direzioni:
Effetto di attivazione
(Trasformazione delle tendenze latenti in effettivo
comportamento di voto)

Effetto di rafforzamento
(preserva le decisioni prese, evitando mutamenti nelle
attitudini)

Effetto di conversione
(ridefinizione dei problemi, approfonditi poco, che
vengono messi in evidenza dalla propaganda)
Conclusioni della ricerca



Stabilità dei processi di formazione delle
attitudini politiche
Connessione tra attitudini politiche e rete
di rapporti sociali significativi di ciascun
individuo
“Scoperta”:
•
•
dei leader d’opinione
del flusso di comunicazione a due livelli
Leader d’opinione



Rappresentano quella parte di opinione
pubblica che cerca di influenzare il resto
dell’elettorato
Sono la parte più attiva nella
partecipazione politica
Fungono da mediatori tra i mass media e
gli individui meno interessati
Flusso della comunicazione a due livelli
(Two – step flow of communication)
È determinato dalla mediazione che
svolgono i leader tra i media e gli altri
individui del gruppo
Opposizione tra teoria ipodermica e
modello del two step flow
TEORIA IPODERMICA
MODELLO DEL TWO STEP
FLOW
Mass media

Individui singoli,isolati che
formano il pubblico di massa
Mass media
o

Leader d’opinione
Componenti dei gruppi sociali di
cui fa parte il leader d’opinione
Formazione dell’opinione
pubblica


Risultato complessivo della rete di
interazioni che legano le persone
L’influenza personale che si svolge nei
rapporti intersoggettivi risulta più efficace
di quella che deriva direttamente dai
media (influenza impersonale)
Differenti tipi di leader (Merton)

-
-
-
“Leader d’opinione
polimorfico”:
vissuto all’interno della
comunità
ampia rete di rapporti
personali
influenza su diverse
tematiche

-
-
-
“Leader d’opinione
cosmopolita”:
vissuto all’esterno
della comunità
qualitativo e selettivo
nella sua rete di
rapporti personali
influenza su particolari
aree tematiche
Differenza tra approccio
psicologico- sperimentali e
sociologico – sul campo


Sociologico - sul campo
Psicologico - sperimentale
•
•
•
ESPOSIZIONE AL
MESSAGGIO:
tutto il campione e’
ugualmente esposto alla
comunicazione
TEMA su cui si valuta
l’efficacia dei media:
Facilmente modificabile
mediante la comunicazione
•
ESPOSIZIONE AL
MESSAGGIO:
l’audience e’ composto solo
da chi si espone
volontariamente
TEMA su cui si valuta
l’efficacia dei media:
più difficilmente influenzabile,
radicato profondamente nelle
persone (comportamenti
elettorali, attitudini politiche)
Le fasi della ricerca sugli effetti
dei media
“Media onnipotenti”: Anni ‘20-’30
Manipolazione – periodo della depressione - effetti a
breve temine.
2.
“Effetti limitati”: Anni ‘40-’60
Persuasione - Influenza – importanza del contesto
sociale – caratteristiche individuali limitano gli effetti dei
media.
3.
Ritorno ai “media potenti”: Anni ‘70
crisi economica, tensioni politiche - effetti a lungo
termine.
Il ruolo della comunicazione di massa è strettamente legato
al clima sociale di un determinato contesto storico
1.
Teoria funzionalista

Si interroga sulle funzioni dei media e non
sugli effetti della comunicazione mediale

Completa il percorso seguito dalla ricerca
mediologica:
manipolazione
persuasione
influenza
funzione
Teoria funzionalista



Si concentra sulle conseguenze
oggettivamente accertabili dell'azione dei
media nella società.
Non si riferisce più a singole campagne
informative, ma al continuo tessuto di
comunicazioni che circolano ogni giorno.
E' una teoria sociologica basata su assunti
struttural-funzionalisti che abbracciano la
problematica dei media osservando la società
nel suo complesso.
Funzionalismo


Società è un sistema dinamico
composto da sottosistemi
Ogni sottosistema svolge una funzione
di integrazione e di mantenimento
dell’equilibrio del sistema
Sottosistemi
1.
Ogni sottosistema è preposto alla
soluzione di uno dei quattro problemi
fondamentali del sistema sociale:
la conservazione del modello e il
controllo delle tensioni:
gli individui devono interiorizzare i
modelli culturali del sistema
Sottosistemi
2.
3.
4.
L'adattamento all'ambiente:
il sistema sociale per sopravvivere deve
adattarsi al proprio ambiente.
Il perseguimento dello scopo:
il sistema si pone diversi scopi e li raggiunge
attraverso specifiche funzione sociali.
L'integrazione:
le parti che compongono il sistema devono
essere interrelate, per cui vanno evitate le
tendenze disgreganti.
Sottosistema
funzionale/disfunzionale

Funzionale: quando contribuisce al
soddisfacimento di uno dei bisogni
fondamentali.

Disfunzionale: quando ostacola la
soddisfazione di uno dei bisogni
fondamentali.
Funzioni/Disfunzioni
Funzioni dirette
un sottosistema ha conseguenze dirette sul
sistema sociale
sottosistema
sistema sociale
 Funzioni indirette
un sottosistema ha conseguenze dirette su un altro
sottosistema
sottosistema
sottosistema
sistema sociale

Funzioni (disfunzioni)
latenti/manifeste

Funzioni (disfunzioni) latenti: non
sono riconosciute e non sono volute

Funzioni (disfunzioni) manifeste:
volute e riconosciute
Il sottosistema dei media
Wrigth analizza il sottosistema dei
media, studiando le funzioni sociali che
assolve.
Rapporti società – media
(Wright)




Articolare le funzioni e le disfunzioni
latenti e manifeste delle trasmissioni
giornalistiche, informative, culturali e di
intrattenimento rispetto:
alla società
ai gruppi
all'individuo
al sistema culturale.
Funzioni dell’informazione
– rispetto alla società 
fornisce la possibilità di allertare i
cittadini di fronte a minacce

fornisce gli strumenti per realizzare
attività istituzionali ed economiche
Funzioni dell’informazione
– rispetto all’individuo 


permette l'attribuzione di status e
prestigio, a chi è fatto oggetto di
attenzione da parte dei media
introduce
il
fattore
discriminante
dell'essere o no bene informati
rafforza le norme sociali, svolgendo
una funzione eticizzante
Disfunzioni dei media



la diffusione di notizie allarmanti può
generare effetti di panico
l'eccesso informativo può condurre a un
ripiegamento sul privato
l'esposizione a grandi dosi di
informazione può causare la cosiddetta
“disfunzione narcotizzante"
Disfunzioni dei media

la logica del profitto che sostiene i media
fa sì che essi contribuiscano al
conformismo
“Usi e gratificazioni”
L'effetto della comunicazione di massa è
inteso come conseguenza delle
gratificazioni ai bisogni del ricevente.
“che cosa fanno le persone con i media?”
Funzioni della stampa
Studio di Berelson sulle reazioni dei lettori
dei quotidiani durante lo sciopero dei
giornali a New York
 Informare e fornire interpretazioni sugli
eventi
 Costruire uno strumento essenziale nella
vita contemporanea
Funzioni della stampa




Essere fonte di rilassamento
Attribuire prestigio sociale
Essere uno strumento di contatto sociale
Costruire una parte importante dei rituali
della vita quotidiana
Funzioni della comunicazione di
massa – Lasswell 1.
2.
3.
4.
Fornire informazioni
Fornire interpretazioni
Esprimere i valori culturali e simbolici
Intrattenere lo spettatore (Wright)
Bisogni soddisfatti dai media
Katz-Gurevitch-Haas individuano
cinque diverse classi:

bisogni cognitivi:
acquisizione e rafforzamento delle
conoscenze e della comprensione
Bisogni soddisfatti dai media


bisogni affettivi/estetici:
rafforzamento dell'esperienza estetica ed
emotiva
bisogni integrativi a livello della
personalità:
rassicurazione, stabilità emotiva,
incremento di status
Bisogni soddisfatti dai media


bisogni integrativi a livello sociale:
rafforzamento dei contatti
interpersonali, con la famiglia ecc.
bisogni di evasione:
allentamento delle tensioni e dei
conflitti
Il pubblico

Il pubblico diventa "attivo"
cercando la risposta ad un suo bisogno
seleziona un determinato media
(finalizza l'uso dei media ad uno scopo).
Bisogni soddisfatti dai mezzi di
comunicazione di massa

Libri e cinema
aiutano l’individuo ad
entrare in rapporto con sé stesso
soddisfano i bisogni di autorealizzazione e
autogratificazione

Giornali, cinema e televisione
rafforzano il legame dell’individuo con la
società
Usi e gratificazioni
- aspetti rilevanti
Il destinatario della comunicazione di
massa può ricavare gratificazione:
• Nel contenuto del messaggio
• Nell’esposizione ad un determinato mezzo

Attività selettiva e interpretativa del
destinatario costituiscono una
componente stabile nel processo
comunicativo
Scuola di Francoforte
– teoria critica




Fondata nel 1923
Direttore: Max Horkheimer
Con l’avvento del nazismo l’Istituto è costretto
a chiudere
I principali rappresentanti (Horkheimer,
Adorno, Marcuse, Habermans) sono costretti
ad emigrare
Nel 1950 riprende l’attività di studio e di
ricerca
Teoria critica
Si propone come teoria della società:
intesa come un tutto:
è quindi contro le discipline settoriali
(ricerca amministrativa – communication
research)

Teoria critica

Le scienze e i vari settori culturali hanno
una funzione ideologica:
poiché conservano l'ordine sociale
esistente.

Elaborazione del concetto di “industria
culturale”
L’ Industria Culturale
Il termine industria culturale viene usato da
Horkheimer e Adorno per la prima volta
nella Dialettica dell’illuminismo
(pubblicato nel 1947)
Industria Culturale

I media sono strumenti del sistema, che
solo apparentemente offrono novità, ma che in
realtà non fanno che riproporre i rapporti di
forza dell'apparato economico e sociale.
"La macchina dell' industria culturale ruota sul
posto, determina essa stessa il consumo ed
esclude tutto ciò che è nuovo , che è rischio
inutile."
Individuo e industria culturale



L’individuo non decide più
autonomamente
L’individualità è sostituita dalla pseudoindividualità dei soggetti iscritti in una
logica di controllo (falsa libertà)
I prodotti dell’industria culturale sono
costruiti per un consumo distratto, non
impegnativo
Cultura mediale
La cultura mediale è caratterizzata da:
 ripetitività
 ubiquità
 standardizzazione
Queste caratteristiche non sono una semplice
conseguenza dell'adeguazione ai gusti del
pubblico, ma il principale mezzo del potere che
controlla e manipola i bisogni.
Struttura dei messaggi
La struttura multistratificata dei messaggi riflette la
strategia di manipolazione dell’industria culturale in quanto:
•
•
Messaggi latenti: sfuggono ai controlli della coscienza.
Messaggi manifesti: spesso superficiali
“Molti spettacoli televisivi propongono
mediocrità, inerzia intellettuale, che ben si sposano con
credi totalitari, anche se il loro messaggio superficiale
sembra antiautoritario e innocuamente frivolo.”
La stereotipizzazione

È una strategia di dominio dell’industria
culturale.
Stereotipi: elemento indispensabile per
organizzare e anticipare le esperienze
della realtà impediscono il caos cognitivo
e la disorganizzazione mentale.
I generi: stereotipizzazione
nell’industria culturale
il contenuto televisivo è organizzato in
generi (commedia, giallo, quiz, ecc.),
cioè in forme rigide che impongono allo
spettatore un modello costante,
aspettative prestabilite al di là dei
contenuti.
Teoria critica e ricerca
amministrativa

Differente concezione dei media
• Teoria critica:
•
strumenti della riproduzione di massa,
ripropongono i rapporti di forza dell’apparato
economico e sociale.
Teoria amministrativa:
strumenti usati per raggiungere determinati
scopi (vendere merci, innalzare il livello
intellettuale, ecc,)
Teoria culturologica – Morin
(1962)



Contro la communication research
Elaborata in Francia nel 1962 da Edgar
Morin
La teoria culturologica mette al centro
dei propri interessi il concetto di cultura,
esaminando soprattutto il concetto di
cultura di massa.
La cultura di massa


La cultura di massa non è l'unica
componente dell'universo culturale della
società contemporanea, ma esistono anche
una cultura nazionale, una religiosa, una
umanistica che ad essa si intrecciano.
La cultura di massa è un sistema di simboli,
valori, miti ed immagini, che riguardano sia la
vita pratica sia l'immaginario collettivo.
Struttura dell’immaginario
Permette di mediare fra i due opposti
requisiti di:
• standardizzazione
(dovuti alle esigenze produttive)
• innovazione
(legati alla natura individualizzata e innovativa
del consumo)
Struttura dell’immaginario
L'immaginario basa le sue strutture
interne
su
temi
mitici,
forme
archetipiche
e personaggi tipo, che
anche
quando
vengono
ridotti
dall'industria culturale a stereotipi,
lasciano un ampio margine di manovra
all'invenzione.
Sincretismo
Omogeneizzare sotto un denominatore
comune la diversità dei contenuti:

Informazione

fiction
rilievo dei fatti di cronaca
si “colora” di realismo
Contaminazione tra reale e immaginario
Nuova identità sociale
La cultura di massa aggrega gli individui
attorno al consumo, producendo settori
sociali che oltrepassano le classi in
nome di un’identità dei valori di
consumo.
Rapporto tra produzione e
consumo

Il dialogo tra produzione e consumo è
ineguale (es. tra un prolisso e un muto)
• La produzione: si esprime attraverso un
•
linguaggio
Il consumatore: risponde con reazioni
pavloviane (es. Sì – No decretando il
successo o l’insuccesso di un programma)
“Cultural Studies”
Teoria mediologica elaborata in Inghilterra
al Centre for Contemporary Cultural
Studies dell’Università di Birmingham tra
la metà degli anni ’50 e i primi anni ’60

Fondatore della scuola: Stuart Hall
Definizione di cultura
“la cultura non è una pratica, né è
semplicemente la descrizione della
somma delle abitudini e costumi di una
società. Essa passa attraverso tutte le
pratiche sociali, ed è la somma delle loro
interrelazioni” (Stuart Hall, 1980).
Concetto di cultura
Nel significato di cultura rientrano
dunque, sia i significati e i valori che si
diffondono nelle classi e nei gruppi
sociali, sia le pratiche effettivamente
realizzate che esprimono e contengono
valori e significati.
Sociologia delle comunicazioni
di massa
Un’adeguata sociologia delle
comunicazioni di massa deve porsi lo
scopo di rendere conto della dialettica
che si istaura tra il sistema sociale, la
continuità e le trasformazioni del sistema
culturale, il controllo sociale
Sociologia delle comunicazioni
di massa
Devono essere studiate le struttura e i
processi attraverso i quali le istituzioni
delle comunicazioni di massa
sostengono e riproducono la stabilità
sociale e culturale.
Il pubblico e contenuto dei
media
Il comportamento del pubblico è
orientato da fattori:
• Strutturali
• Culturali
Che influenzano il contenuto dei media
Connessione tra
sistema culturale dominante e
le attitudini degli individui
“Cultural studies”
1.
2.
I cultural studies tendono a specificarsi
in due “applicazioni” diverse:
Lavori sulla produzione dei media
Studi sul consumo della
comunicazione di massa
Conclusioni


Per comprendere le pratiche
mediologiche sono elementi essenziali:
Le strutture sociali esterne ai media
Le specifiche condizioni storiche
Le Teorie comunicative
La storia e l’evoluzione della
communication research sono state
influenzate dalle diverse teorie
comunicative.
Il modello comunicativo della
teoria dell’informazione

Shannon-Weaver (1949) elaborarono
uno schema, di matrice matematica,
della trasmissione ottimale dei
messaggi.
Il trasferimento dell’informazione si
effettua dalla fonte al destinatario
Shannon – Weaver (1949)
Fonte
di informazione
destinatario
Messaggio
segnale
segnale
ricevuto
trasmittente
messaggio
ricevente
Fonte
di rumore
Il processo comunicativo
La fonte (sorgente dell’informazione)
emette un segnale che viaggia
attraverso un canale, lungo il quale può
venire disturbato da un rumore.
Il segnale, viene raccolto da un
ricevente
che
lo
converte
in
messaggio, che, infine, viene compreso
dal destinatario.
Il modello comunicativo della
teoria dell’informazione


Questo schema analitico è applicabile a
fenomeni molto eterogenei.
Questo modello è valido per la
comunicazione:
• tra due macchine,
• tra due esseri umani,
• tra una macchina ed un essere umano
Teoria informazionale
Comunicazione come trasferimento di
informazioni
Il trasferimento
dell’informazione

Il trasferimento dell’informazione si
effettua dalla fonte al destinatario

Il trasferimento dell’energia vettrice
avviene dal trasmettente al ricevente
Il codice

Questa teoria intende la comunicazione
come puro trasferimento di informazioni
in base ad un codice, cioè a un sistema
di regole che assegna a un dato
segnale un dato valore
Il rumore
Fattore di disturbo nella trasmissione
dell’ informazione
Limite della teoria
informazionale
E’ un sistema puramente sintattico, che
non contempla il problema del
significato del messaggio.
Il modello informazionale
E’ stato per un lungo periodo il paradigma
dominante nella communication research
principalmente per tre motivi:
1.
Diffusione del modello informazionale oltre
l’ambito specifico in cui era sorto.
(aspetti più tecnici sono scomparsi, è rimasta la
forma complessiva dello schema – è divenuto
uno schema comunicativo generale)
Il modello informazionale
2.
3.
Funzionalità del modello rispetto al
“tema principe” della communication
research, quello degli effetti
Generale orientamento sociologico,
interessato di più ai rapporti tra media e
società più che alla problematica
comunicativa
Il modello
semiotico - informazionale
Importanza del problema della
“significazione”
 Non più comunicazione come
trasferimento di informazioni, ma
comunicazione come trasformazione da
un sistema all’altro
 Il codice garantisce la possibilità di tale
trasformazione

Il modello semiotico – informazionale
(Eco - Fabbri, 1965)
Fonte
Codice
Sottocodici
Messaggio
emesso come
significante
che veicola
un certo
significato
Canale
Massaggio
ricevuto come
significante
Destinatario
Codice
Sottocodici
Massaggio
ricevuto
come
significato
Modello
semiotico - informazionale


Codice: correlazione tra gli elementi di
sistemi diversi
Decodifica: processo con cui i
componenti dei pubblici costruiscono un
senso da ciò che ricevono della
comunicazione di massa
Relazione comunicativa



A seconda delle diverse situazioni
socio – culturali:
Differenti codici (regole di competenza e di
interpretazione)
Il messaggio ha una forma significante che
può essere riempita con diversi significati
Anche se esistono codici accettati da tutti si
hanno differenze nei sottocodici
Messaggio


Tra il messaggio come significante e il
messaggio come significato c’è un
dislivello che dipende:
dal grado di condivisione di
competenze fra emittente e destinatario
(non c’è solo un codice ma anche un
sottocodice da condividere)
dall’intermediazione delle reti sociali
Decodifica aberrante
I destinatari attuano un’ interpretazione dei
messaggi diversa dalle intenzioni
dell’emittente
Rapporto tra emittente e
ricevente

Processo negoziale ed è legato a due vincoli:
•
•
L’articolazione dei codici
(ad es. tra emittente e ricevente ci può essere:
carenza totale di codice, disparità di codice)
La specifica situazione comunicativa dei media
(asimmetria dei ruoli comunicativi nella comunicazione
di massa e l’insieme complesso di fattori sociali in cui
essa si realizza)
Conclusioni


Il modello semiotico – informazionale si
è trovato confinato nell’ambito dell’analisi
dei messaggi, dei loro codici e della
struttura comunicativa
Impossibilità di trovare un relazione tra
comprensione e decodifica dei messaggi
ed effetti sociali dei media
Modello semiotico - testuale


Strumento adeguato per interpretare i
problemi specifici della
comunicazione di massa
Il modello semiotico – informazionale
rappresentava un meccanismo comune
sia per la comunicazione interpersonale
che per la comunicazione di massa
Modello semiotico - testuale



I destinatari ricevono insiemi testuali e
non singoli messaggi
I destinatari non interpretano i messaggi
in base a codici, ma attraverso insiemi
di pratiche testuali
I destinatari ricevono molti messaggi
Relazione comunicativa
Non sono più i messaggi a essere
veicolati nello scambio comunicativo, ma
è la relazione comunicativa che si
costruisce intorno a insiemi di pratiche
testuali
Emittente e ricevente
Nella comunicazione di massa c’è:
 Asimmetria tra i ruoli di ricevente e
emittente
 Diversa qualità delle competenze
comunicative tra emittente e ricevente
 Articolazione differenziata dei criteri
di pertinenza e di significatività dei
testi dei massa media
Cultura

Cultura: meccanismo che crea un
insieme di testi
• Cultura grammaticalizzata:
•
cultura colta, “che definisce le proprie regole
di produzione”
Cultura testualizzata:
cultura delle comunicazioni di massa, sono le
pratiche testuali che si impongono, si
diffondono e si costituiscono come modelli
Competenza interpretativa

Le
competenze
interpretative
dei
destinatari,
più
che
su
codici
esplicitamente appresi e riconosciuti, si
basano su aggregati di testi già fruiti.
Il modello semiotico - testuale

Consente di individuare il modo in cui un
dato strutturale degli apparati dei media
si trasforma in un meccanismo
comunicativo, e il modo in cui incide sui
processi di interpretazione e di
acquisizione di conoscenza.
Il ruolo del destinatario



L’emittente anticipa la comprensione del
ricevente, sceglie la forma del messaggio, che
sia accettabile al destinatario.
La codificazione è quindi influenzata dalle
condizioni della decodifica.
L’emittente determina i propri messaggi,
tenendo conto: delle conoscenze, delle
capacità e dello stato dei suoi destinatari.
Limiti della communication
research


Mancanza di interesse nel sapere come
è realmente fatta l’audience
Emittente e ricevente hanno l’uno
dell’altro un’ immagine stereotipata
(L’emittente con uno stereotipo del
pubblico ed il destinatario ha un’
immagine stereotipata di ciò che si deve
aspettare dai media)
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