A: SUSSIDIO FORMAZIONE COMUNICAZIONE SOCIALE capitolo 3° 22 2° NUCLEO QUASI … UN VOCABOLARIO 3. LA COMUNICAZIONE UMANA La comunicazione è un elemento essenziale della vita di ogni essere umano e della società in genere. E' importante che il salesiano abbia una conoscenza base degli aspetti che costituiscono la comunicazione umana per essere effettivo nel comunicare sia in group media sia mass media. Di seguito presentiamo in breve tutto ciò che costituiscono la comunicazione: il processo, obiettivo fondamentale, le caratteristiche della comunicazione umana; i contesti comunicativi, fattori di comunicabilità, modelli di comunicazione, mezzi per partecipare alla comunicazione; i codici e le categorie della comunicazione. Il processo della comunicazione sociale E' il processo mediante il quale si attua un passaggio di informazioni tra due "poli": un emittente (E) che trasmette un messaggio (T) a un ricevente (R), usando uno o più mezzi espressivi (M) e un codice (C) conosciuto sia dall'emittente che dal ricevente. Il messaggio di ritorno - feed-back - avviene quando il ricevente risponde all'emittente. Il contesto comunicativo influenza il processo della comunicazione. E T M R Feedback Contesto socio-culturale Contesto socio-culturale [Fig: 1. Un esempio del processo della comunicazione] Spiegando i vari elementi della comunicazione: Qualsiasi processo comunicativo richiede la presenza di una serie di elementi-base indispensabili alla sua realizzazione. Tali elementi sono: L'emittente: la persona da cui ha normalmente origine l'azione comunicativa. Essa invia il messaggio stimolando così una reazione. Il ricevente: sta tra l'emittente e il ricevente e rappresenta il contenuto trasmesso dall'uno verso l'altro. Il messaggio: sta tra l'emittente e il ricevente e rappresenta il contenuto trasmesso dall'uno verso l'altro. Il canale: il mezzo usato per trasmettere il messaggio. Esso può essere la semplice voce umana o un mezzo tecnico. Ia codifica: il processo di espressione del messaggio tramite dei segni che il ricevente, durante il processo di decodifica, legge ed interpreta. Qualsiasi A: SUSSIDIO FORMAZIONE COMUNICAZIONE SOCIALE capitolo 3° 23 processo di codifica ha bisogno di un relativo processo di decodifica per dar luogo ad un'efficace comunicazione. Il contesto: influisce sul messaggio e sulla selezione del canale di trasmissione. Determina, inoltre, il processo di codifica e decodifica. Il contesto può essere considerato sia da un punto di vista generale che in relazione ai singoli elementi del processo comunicativo. Il feedback: la reazione del ricevente che, a sua volta, può stimolare una reazione da parte dell'emittente. Esso indica se e come il messaggio è stato recepito dal ricevente. Può migliorare o peggiorare il corso della comunicazione. Obiettivo fondamentale della comunicazione umana: è la creazione, l'arricchimento o la modificazione dei rapporti di relazione e di socializzazione. Ciò si verifica condividendo il significato del messaggio (dell'informazione). Quando il contenuto e il significato profondo del messaggio vengono ricevuti e condivisi è proprio il momento della condivisione critica a generare nuove relazioni e nuove socializzazione. Le caratteristiche della comunicazione: assidua; la comunicazione è sempre presente. non possiamo impedirci di dare un significato alle parole e alle azioni che avvengono attorno a noi. in altre parole non possiamo non comunicare. influenza personale; viviamo, infatti, in una duplice situazione: il mondo esterno e quello interiore. Questo mondo interiore (atteggiamenti, valori ed esperienze) determina il modo con quale vediamo ed interpretiamo gli oggetti, la gente e gli eventi che stanno aldilà del 'nostro mondo'. Ogni volta che comunichiamo, la nostra esperienza passata influisce sul mondo in cui interpretiamo un messaggio. circolare: si tratta di una serie di azioni e reazioni che sembrano non avere un inizio o una fine precisi; irreversibile; l'informazione, una volta trasmessa, non può essere rimossa dalla mente dei ricettori e restituita al emittente senza caricarla con la propria interpretazione. La competenza comunicativa: La competenza comunicativa comporta conoscere e saper scegliere all'interno di un'ampia gamma di comportamenti comunicativi (schemi della comunicazione) possibili quelli più adatti ed accettabili in una data situazione e in una data cultura (la cultura stabilisce le norme di interazione comunicativa e di interpretazione). Essa consiste nella capacità di usare la comunicazione e in quella di realizzare (perform) una certa azione comunicativa. La competenza comunicativa implica: acquisire un certo comportamento comune a tutti gli individui medi di una data società; acquisire un livello medio di comprensione cognitiva dei processi comunicativi e dei condizionamenti che agiscono sul comportamento comunicativo; A: SUSSIDIO FORMAZIONE COMUNICAZIONE SOCIALE capitolo 3° 24 sviluppare una reazione positiva nei riguardi della comunicazione. La competenza deve infine diventare un comportamento abituale e selettivo dell'individuo. Le abilità una volta sono state non vengono più praticate tendono ad essere perdute col passare del tempo. I contesti comunicativi Ogni comunicazione ha luogo entro un contesto ben preciso che influenza (ed è a sua volta influenzata da) il comportamento comunicativo degli individui, la selezione degli strumenti e del contenuto della comunicazione. I contesti comunicativi sono esternamente determinati dalla società e dalla cultura ed interiormente dalla condizione psicologica degli individui. Evidenziamo graficamente i contesti comunicativi di seguito. ESTERNO Cultura: Società: CONTESTO INTERIORE Cond. Psicol: Spiegando la figura n. 2 Con il termine cultura intendiamo il linguaggio comune, i valori, le credenze, le norme e le esperienze storiche condivise da un certo gruppo di persone e che sono divenute nel tempo un patrimonio relativamente fisso. Il contesto sociale si riferisce alle strutture della società entro cui ha luogo la comunicazione. Tale contesto è stato anche descritto come "l'insieme delle partecipazioni individuali e dei ruoli associati a dette partecipazioni" (D.K. Berlo), come quelli genitori, della famiglia, della famiglia estesa, degli operai, dei contadini, dei professionisti, ecc. Il contesto psicologico della comunicazione è il risultato delle esperienze individuali (proprio carattere, storia personale e esperienze interiori) di una persona, sia essa parte attiva o meno del processo comunicativo. Queste, talvolta limitano la capacità dell'individuo di partecipare in maniera piena ed efficace alla comunicazione con gli altri o può incoraggiare la persona a comunicare in modo spontaneo e vivace. E' difficile stabilire in concreto e in che misura i vari contesti culturale, sociale e psicologico) abbiano gradi di importanza diversi. La loro "mescolanza" varia a seconda delle situazioni in cui avviene la comunicazione. Sarà di grande utilità al giovane salesiano sviluppare la consapevolezza della presenza e dell'influenza di tali contesti. Questa consapevolezza lo aiuta nella analisi dei processi comunicativi e nelle sue relazioni. Fattori di comunicabilità La qualità della comunicazione dipende dalla distanza che esiste tra l'emittente ed il ricevente. La distanza, può provocare fenomeni di distorsione tra l'intenzione dell'emittente del messaggio e la sua corretta comprensione da parte A: SUSSIDIO FORMAZIONE COMUNICAZIONE SOCIALE capitolo 3° 25 del ricevente. La distanza non è un'entità fisica misurabile, perché i fattori che la determinano hanno un carattere specificamente qualitativo. Ecco una serie di fattori che modificano la comunicazione. fattori tecnici: conoscenza del codice (o il linguaggio adottato / il sistema che correla i segni - es. sistema musicale); sensibilità grammaticale (se si tratta di una lingua, pronuncia ed articolazione); mobilità mentale (velocità del pensiero); mobilità verbale (velocità della parola). fattori intellettuali: grado di acculturazione; capacità di ragionamento astratto; forza di ideazione; organizzazione del ragionamento. fattori sociali e culturali: differenza di classe; diverso livello gerarchico; "valori" sociali e culturali del gruppo. fattori ambientali: ambiente rumoroso; disturbo continuo da interruzioni: (questi certamente impediscono a stabilire un buon contato fra emittenti e recettori). Quindi, i fattori di un buona conoscenza del codice, della capacità di ragionamento astratto, della comprensione socio-culturale, e un ambiente favorevole possano aiutare alla buona comunicazione. 3.5. Modelli di comunicazione Nel corso degli anni sono stati proposti modelli per ordinare e mettere in relazione i vari elementi-base della comunicazione, e per penetrare i meccanismi e le strutture del processo comunicativo. Dopo una prima fase dominata da modelli di comunicazione di tipo lineare si sono avuti i cosiddetti modelli partecipativi, seguiti, infine, dai modelli semiotici della comunicazione. 1° il modello lineare della comunicazione: si tratta di passare il messaggio al ricevente. L'efficacia della comunicazione viene misurata in quanto l'emittente è riuscito a trasmettere il suo messaggio al ricevente. Importante sono gli effetti dell'emittente sul ricevente. Questo modello pone in primo piano l'emittente. Da questo sarà condizionato tutto il processo della comunicazione. Chi? chi? Che cosa? Con quale effetto? EMITENTE (Fig. 3 MESSAGGIO MEDIUM In quale canale? RICEVENTE A EFFETTI : Il modello lineare della comunicazione di Lasswell) 2° il modello partecipativo della comunicazione: Questo modello non privilegia l'emittente, né le sue aspettative o interessi, ma cerca invece di mettere emittente e ricevente sullo stesso piano. considera il processo di comunicazione che li lega come un evento tra uguali. Secondo questa prospettiva, la comunicazione è un evento congiunto, un reciproco processo di A: SUSSIDIO FORMAZIONE COMUNICAZIONE SOCIALE capitolo 3° 26 scambio di informazione tra due o più persone. Più i partecipanti A e B convergono, più si può raggiungere una comprensione reciproca, più comunicazione avviene. Fig. 4 : un esempio del modello partecipativo della comunicazione 3° il modello semiotico della comunicazione: questo modello non è tanto interessato a descrivere il processo e gli effetti della comunicazione quanto a capire il significato dei segni e dei sistemi segnici perché la reale comunicazione esiste e consiste nella possibilità di scambio / relazioni attraverso segni. Dall'altra parte i segni sono incomprensibili al di fuori di contesto ciò di un sistema che da loro rilevanza. La conoscenza di un determinato sistema segnico si fonda sul contesto socio-culturale e sulle relazioni tra i partecipanti. Nel modello semiotico occorre distinguere tra il segno in sé e per sé, i codici o sistemi entro i quali sono organizzati, le culture all'interno delle quali i codici e i segni operano. Sign Interpretent Object (Fig. 5 : il modello di Peirce del 'elemnts of meaning' ) Mezzi per partecipare alla comunicazione Poiché nella comunicazione umana esiste una capacità di comunicare di tipo attivo e passivo, bisogna distinguere tra i mezzi per partecipare alla comunicazione e i mezzi per ricevere la comunicazione. Se si vuole partecipazione al processo di comunicazione, bisogna sviluppare la capacità di usare determinati segni. "Tutta l'istruzione si basa su cose o segni; ma le cose vengono usate per indicare qualcos'altro" (Sant'Agostino, in De Doctrina Cristiana 1, 2). Si deve costantemente creare ed usare segni per poter comunicare agli altri e con gli altri. I segni stanno tra le persone che comunicare. A: SUSSIDIO FORMAZIONE COMUNICAZIONE SOCIALE capitolo 3° 27 Che cose'è il segno? Il processo della comunicazione umana ha sempre bisogno di segni. Il segno è il mezzo e l'elemento essenziale di qualsiasi comunicazione i quali possono essere audiovisivi o legati anche agli sensi dell'uomo. Ogni segno deve avere le seguenti tre caratteristiche principali: - avere una forma fisica in modo che i sensi possano percepirlo; - riferirsi a qualche cosa di altro da sé; - essere usato e riconosciuto dagli altri nei riferimenti che lo costituiscono. Tre tipi di segni che interagiscono tra di loro (secondo Charles Peirce) L'icona, ovvero la semplice rappresentazione di un oggetto (una fotografica o una cartina geografica); L'indice, ovvero il segno connesso o associato al suo oggetto (il fumo che indica il fuoco); Il simbolo, ovvero il segno arbitrario, derivato da una scelta ben precisa. Esiste per convenzione, per regola o per consenso (i segnali stradali). - I segni non verbali Comunicazione non verbale si configura come una specie di contenitore in cui fanno rientrare tutti quei linguaggi che permettono la comunicazione umana e che hanno come unica caratteristica comune quella di non essere, appunto, 'verbali'. Questo include numerosi ed eterogenei linguaggi e comportamenti: gesti, posizioni, sguardi, distanze, immagini, posizioni, sguardi, segnali di…, insomma qualche fenomeno che non sia linguistico e che possa essere utilizzato significativamente in uno scambio comunicativo. - I segni verbali Il carattere specifico che distingue gli esseri umani da qualsiasi altra creatura è la lingua. I segni sono raggruppati in parole usate secondo certe combinazioni e regolate da una grammatica. Le parole sono segni arbitrai compresi solo dagli appartenenti a uno stesso gruppo linguistico, i quali conoscono anche i diversi modi di combinarle e i significati che esse veicolano. Va precisato, pero, che le parole hanno diversi livelli di significati. Oltre alla semplice immagine della parole rappresentata dal significato pittorico, bisogna distinguere un significato denotativo (il significato diretto) e un significato connotativo (il significato aggiunto secondo la cultura…). 3.8. I codici della comunicazione Per poter costituire e veicolare un dato significato non è sufficiente avere dei segni: bisogna anche che tali segni vengano composti ed organizzati secondo A: SUSSIDIO FORMAZIONE COMUNICAZIONE SOCIALE capitolo 3° 28 certe regole e strutture. L'insieme di queste regole e strutture viene chiamato codice. La combinazione dei segni verbali secondo un codice costituisce appunto una lingua. Perché possa verificarsi la comunicazione non basta conoscere le parole. Occorre conoscere anche i codici e tutto il contesto culturale entro cui la lingua si situa. Considerando il contesto sociale della lingua paralata, si distinguono due tipi di codici (Basil Bernestein): codici ristretti e codici elaborati. Il codice ristretto usa un vocabolario limitato e una struttura della frase semplificata (informale). Il codice elaborato è più complesso, meno prevedibile, viene usato nei ambienti accademici (formale). Quindi, il salesiano che conosce ed è in grado di usare entrambi i tipi di codice, potrà essere più coinvolto nella comunicazione e nel rapporto con i giovani della nostra società. 3.9. Le categorie della comunicazione Il vasto campo della comunicazione umana può essere diviso in diverse categorie, a seconda del modo in cui vengono considerati i vari tipi di comunicazione tra le persone. - a seconda delle persone coinvolte: del loro numero e della relazione che le lega, possiamo distinguere le seguenti categorie: + la comunicazione intrapersonale, ovvero la comunicazione di una persona con se stessa. Fanno parte della comunicazione intrapersonale il monologo interiore, le riflessione su se stessi, sugli altri e sull'ambiente che ci circonda. E' condizionata dall'opinione che abbiamo di noi stessi, opinione a sua volta determinata dalle nostre esperienze passate e presenti e basata sulla visione che abbiamo del mondo e della società in cui viviamo. La comunicazione intrapersonale non è mai una comunicazione autonoma, in quanto è influenzata da tutta una serie di fattori esterni diversi da persona a persona. + la comunicazione interpersonale, ovvero la comunicazione (verbale e non) tra due o più persone, senza alcuna mediazione da parte di tecnologie particolari. La comunicazione interpersonale è necessaria all'origine, allo sviluppo e al mantenimento delle relazioni personali e sociali. I vari gruppi di una società si costituiscono sulla base della comunicazione interpersonale tra i membri di tali gruppi. La semplice giustapposizione degli individui non è sufficiente a costituire un sistema sociale. La comunicazione interpersonale è un prerequisito essenziale per la socializzazione primaria (si riferisce alla struttura basilare della personalità della personalità ed è quasi esclusivamente interpersonale) e secondaria (si riferisce all'incorporazione degli individui nella struttura socio-culturale di un gruppo). + la comunicazione di gruppo, ovvero la comunicazione che avviene tra più di due persone che costituiscono un gruppo ben preciso. (NB: si riprenderà il tema nel capitolo della pedagogia della comunicazione). E' importante, però, indicare che la comunicazione di gruppo può essere a sua volta distinta in comunicazione di piccoli gruppi che avviene tra poche persone; non dipende da mezzi tecnici; è basata su un feedback continuo e diretto e sullo scambio dei ruoli tra i A: SUSSIDIO FORMAZIONE COMUNICAZIONE SOCIALE capitolo 3° 29 partecipanti; comunicazione pubblica che riguarda i discorsi pubblici o le conferenze rivolte a gruppi ben precisi di persone; comunicazione organizzativa o di rete che si riferisce ai mezzi, alle strutture e ai processi di comunicazione che avvengono in organizzazioni come i clan, le reti socio-politiche o culturali, e soprattutto le organizzazioni economiche e le corporazioni. Questo tipo di comunicazione richiede che all'interno dell'organizzazione vi siano precise regole di comunicazione di tipo procedurale, formale ed informale. + la comunicazione di massa, ovvero la comunicazione diretta alla massa nella quale l'individualità si perde e le indicazioni dirette tra emittente e ricevente sono scarse, se non addirittura inesistenti. (NB: si parlerà in modo esteso in uno dei capitoli seguenti). - a seconda delle strutture socio-politiche e culturali: l a comunicazione può assumere un carattere nazionale/internazionale ed inter/intraculturale. La comunicazione nazionale si riferisce a qualsiasi tipo di comunicazione all'interno di una nazione intesa come unità politica. La comunicazione internazionale, invece, trascende i confini di una nazione e riguarda la comunicazione tra unità politiche e geografiche diverse. Invece, la comunicazione intraculturale si riferisce a qualsiasi comunicazione esistente all'interno di uno stesso gruppo culturale. Tale gruppo non è necessariamente limitato e determinato da confini nazionali o politici, ma da un patrimonio culturale, una lingua, una storia, dei valori e delle norme comuni. - a seconda dei gruppi-target: qualsiasi gruppo o parte della società può divenire base costitutiva della comunicazione. Cosi, per esempio, parlano di comunicazione delle donne, dei giovani, della classe operaia, o ancora di comunicazione del villaggio, della tribù, della parrocchia, ecc. - a seconda del contenuto: la comunicazione potrà essere religiosa, politica, economica, sanitaria, ecc. - a seconda degli scopi e degli obiettivi: possiamo avere categorie di comunicazione come la comunicazione rivolta alla scuola e all'educazione in genere, alla politica e all'economia, all'intrattenimento, ecc. - a seconda dei mezzi tecnici: avremo la comunicazione attraverso la stampa, la radio, la televisione, il cinema e la comunicazione audiovisiva in genere. Quindi, è importante per comunicare bene che il salesiano in prima formazione impari a costruire correttamente il pensiero; conosca e sappia scegliere il linguaggio adatto al contesto socio-culturale del destinatario; e mantenga con lui un buon contatto.