Concerto per viola e pianoforte
UNIVERSITA' DI ROMA TOR VERGATA
FACOLTA' DI LETTERE E FILOSOFIA - AUDITORIUM "ENNIO MORRICONE"
via Columbia 1, piano terra edificio A
GIOVEDI' 16 GIUGNO 2011 ore 16.00-17.30
LA VIOLA NEL NOVECENTO
Concerto per viola e pianoforte
Domenica Pugliese: Viola
Monaldo Braconi : Pianoforte
Ingresso libero
PROGRAMMA:
GEORGE ENESCU, Concertpiece for viola and piano (1943)
REBECCA CLARKE, Sonata per viola e pianoforte (1919)Impetuoso-poco agitato; Vivace;
Adagio-Allegro
PAUL HINDEMITH, Sonata per viola e pianoforte op. 11 n.° 4 (1919)Fantasia; Thema mit 4
variationen; Finale (mit variationen)
Descrizione:
La viola, strumento poco apprezzato, forse perché considerato ‘ di ripieno’ dai compositori del
XVIII e XIX secolo, conobbe verso la fine del XIX secolo un crescente successo, che si
consolidò definitivamente, anche per gli sviluppi tecnici operati da alcuni grandi strumentisti
quali Lionel Tertis o lo stesso Paul Hindemith nel XX secolo; in effetti il suo timbro caldo ed
intenso ispirò molti compositori che crearono per questo strumento una nuova letteratura
musicale. Già lo stesso Brahms aveva composto, tra le sue ultime opere, due meravigliosi lieder
per contralto, viola e pianoforte (Zwei Gesange Op.91) ed aveva trascritto nella versione per
viola le due sonate dell’ op. 120, (originariamente scritte per clarinetto), che sono dei capolavori
assoluti della letteratura violistica. Nel Novecento vengono scritti meravigliosi concerti quali
quello di William Walton o di Bela Bartok, oltre tutta la vastissima produzione di Paul Hindemith,
che vede la viola protagonista sia come strumento solista con orchestra, sia in formazione
cameristica con il pianoforte, sia come strumento solistico.
Il programma proposto incomincia con un breve brano di George Enescu, compositore rumeno,
che tratta la viola in maniera quasi impressionistica, usando la calda timbrica dello strumento
per ‘ dipingere’ infinite sfumature coloristiche.
La Sonata per viola e pianoforte fu il brano che consentì a Rebecca Clarke, compositrice
britannica che operò negli Stati Uniti, di vincere un prestigioso premio: nessuno della
commissione giudicatrice sospettava che tale brano fosse stato scritto da una donna. In effetti
all’ epoca (1919) il coinvolgimento femminile nella composizione musicale veniva ancora visto
con grande pregiudizio, fatte salve alcune eccezioni del passato, quali quella di Clara
Schumann o Fanny Mendelssohn. La scrittura del brano è molto vigorosa ed alterna momenti di
forte impatto emotivo a momenti di grande liricità.
Nello stesso anno (1919), Paul Hindemith terminava la stesura della sua Sonata op. 11 n.° 4,
brano assolutamente originale, quasi lontano da quelli che poi saranno i canoni stilistici del
grande violista e compositore tedesco: già il primo movimento è una Fantasia, con fortissimi
richiami ai colori di Debussy o di Faurè; il secondo è un tema con variazioni, basato su una
melodia dal sapore popolare – «calmo e semplice, come un canto popolare» scrive il maestro
nell’ indicazione agogica – sviluppato poi successivamente in svariati modi che, in un climax
ritmico e dinamico, porterà al terzo movimento anch’ esso basato sul gioco delle variazioni.
Fonte: Uff.Gest.Eventi e Rel.Esterne Facoltà Lettere, dr. M. Carla Di Maria
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