Il linguaggio
di
Eleonora Bilotta
Struttura e sviluppo del linguaggio
Wilhelm Wundt svolse importanti ricerche bsulla
psicologia del linguaggio, interessandosi
soprattutto alla relazione tra l’esperienza e le
parole che vengono usate per descriverla.
Il linguaggio, così come la nostra attenzione,
mette in risalto alcuni aspetti della realtà,
relegandone altri nello sfondo.
Wundt ha descritto le relazioni tra le singoli
componenti che costituiscono una specifica
esperienza per mezzo di diagrammi ad albero.
Struttura e sviluppo del linguaggio
La nostra esperienza contiene le relazioni
IDEA
tra i diversi aspetti di una situazione che
potrebbero essere espressi per mezzo di
VOLUME
parole e rappresentate con un digramma, SONORO MUSICA
come quello nell’esempio, dove la musica
può essere descritta come il soggetto di una
frase e il volume sonoro come il predicato.
Il processo linguistico procede da un livello
in cui un certo numero di relazioni sono
presenti simultaneamente ad un livello in cui
queste relazioni sono ordinate una dopo
l’altra come una successione di parole.
L’ascoltatore può ricostruire l’esperienza del
parlante invertendo il processo per mezzo
del quale il parlante ha generato la frase.
Grammatica trasformazionale
Chomsky si è occupato del problema della produzione
delle frasi.
Una frase è un enunciato grammaticale e, in quanto tale,
è riconosciuta dai parlanti della lingua in cui è espressa.
Chomsky ha notato che in qualunque lingua non vi è
limite al numero di nuove frasi generabili.
La grammatica è l’insieme delle regole che i parlanti
usano per generare le frasi della loro lingua, ma
Chomsky ha notato che una frase grammaticalmente
corretta non è necessariamente una frase dotata di
significato, pertanto ha ritenuto importante distinguere
tra grammatica e semantica (studio dei significati).
Grammatica a stati finiti
Una grammatica deve essere in grado di generare tutte
le frasi possibili in una lingua, mentre una grammatica a
stati finiti non può; essa è troppo semplice per rendere
conto della complessità di una lingua naturale.
Le grammatiche a stati finiti operano ad un solo livello: le
frasi vengono generate per mezzo di un processo che
opera da sinistra a destra, in maniera sequenziale.
Chomsky ha proposto in alternativa un tipo di processo
top-dpwn che opera dall’alto verso il basso e che fa uso
di regole di struttura sintagmatica e di regole
trasformazionali.
Regole di struttura sintagmatica
Le regole di struttura sintagmatica consistono in
un insieme di simboli e di regole di riscrittura.
1.
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Frase (F)Sintagma Nominale (SN) + Sintagma Verbale (SV)
SN Articolo (Art) + Nome (N)
SVVerbo (V) + SN
Artun, il
Nautomobile, ragazza, ragazzo
Frase
Vaiutare, amare
Sintagma nominale
Articolo Nome
Sintagma verbale
Verbo
Sintagma nominale
Articolo
Nome
aiuta
Un
ragazzo
la
ragazza
Regole di struttura sintagmatica
Pre mezzo di queste regole possono essere costruite
molte frasi diverse.
Le regole di riscrittura operano su singoli simboli.
La frase presentata può essere analizzata e viene
prodotta secondo le seguenti regole sintattiche:
a) F
SN + SV
Una frase (F) può essere costituita da un sintagma
nominale (SN) più un sintagma verbale (SV).
b) SN
Art + (Agg.) + N
Un sintagma nominale (SN) è formato da un articolo
(Art) più un aggettivo (Agg.) che è opzionale più un
nome (N).
C) SV
V + SN
Competenze ed esecuzione
Per Chomsky avere una buona conoscenza di una
lingua significa internalizzare una serie di regole che
mettono in relazione suoni e significati.
Per mezzo di questa competenza linguistica di base,
l’individuo è in grado di comprendere e usare il
linguaggio.
Mentre l’esecuzione linguistica è influenzata non solo
dalla competenza ma anche da fattori cognitivi come la
memoria e la comprensione che un individuo possiede
della situazione.
Inoltre, la forma stessa delle frasi è influenzata dall’età
dei parlanti.
Struttura profonda e
struttura superficiale
Alcune intuizioni che tutti i parlanti di una lingua hanno nel
comprendere il parlato sono esplicitate dalla grammatica sintagmatica
e dalle regole di trasformazione.
– La televisione è stata riparata da un elettrauto
– La televisione è stata riparata da un minuto
Queste due frasi differiscono soltanto per un nome (elettrauto e
minuto) eppure sono uguali nella struttura superficiale ma diverse
nella struttura profonda.
Applicando le regole di trasformazione a tutte e due le frasi abbiamo:
– La televisione è stata riparata da un meccanico. Un meccanico ha
riparato la televisione.
– La televisione è stata riparata da un minuto. Un minuto ha riparato
la televisione.
Una frase è ambigua sintatticamente quando può essere parafrasata
in modi diversi. Le frasi ambigue possono essere meglio comprese
quando si confronta la loro struttura superficiale con la loro struttura
profonda.
Ipotesi innatista:
argomento della povertà dello stimolo
Chomsky credeva che la competenza linguistica fosse
innata, dato che il parlato a cui è esposto un bambino in
età evolutiva costituisce un campione inadeguato delle
strutture della lingua.
Lo stimolo linguistico è insufficiente per mettere in grado
i bambini di usarlo in maniera efficace. L’aquisizione del
linguaggio avviene troppo rapidamente perché possa
iniziare dal nulla, di conseguenza si ritiene che i bambini
posseggano un meccanismo a base innata per
l’acquisizione del linguaggio (LAD).
Secondo Skinner l’apprendimento del linguaggio
dipende dal rinforzo ricevuto dai bambini per gli enunciati
prodotti, d’altronde i genitori quasi mai correggono gli
enunciati grammaticalmente sbagliati.
Specificazione di parametri
Secondo Chomsky la grammatica contiene una serie di
interruttori di controlli (switches) che possono assumere
diversi valori o parametri. Un parametro è un aspetto
universale del linguaggio che può assumere un
determinato valore all’interno di una limitata serie di
alternative.
L’ipotesi della specificazione dei parametri implica che i
bambini vengono istruiti ad apprendere una determinata
lingua. L’esposizione ad una determinata lingua fa in
modo che gli interruttori di controllo assumano i valori
che sono specifici a quella determinata lingua.
Ad esempio, la posizione del verbo in una frase varia da
lingua a lingua.
Lingue pidgin e creola
Bickerton ha formulato l’“ipotesi del bioprogramma del linguaggio”,
secondo la quale ci sarebbe una facoltà innata che contiene un modello
del linguaggio che opera in assenza di input adeguato così come in
presenza di sole evidenze positive.
Bickerton, ha studiato la struttura della facoltà del linguaggio e ha distinto
tra i protolinguaggi, come il pidgin, e le lingue vere e proprie.
Il pidgin è un gergo anglo-cinese costituito da una base grammaticale
cinese e un lessico inglese, usato nelle località portuali come mezzo di
comunicazione tra inglesi e cinesi.
Bickerton ha notato che gli enunciati sono costituiti da assenza di una
sintassi coerente, pertanto, i figli dei parlanti pidgin sono esposti ad uno
stimolo linguistico impoverito. Dopo una sola generazione questi bambini
sono in grado di produrre il creolo, una lingua estremamente più
sofisticata del pidgin.
Bickerton ha individuato una componente concettuale e una componente
computazionale all’interno della facoltà del linguaggio. La componente
concettuale fornisce i significate base e la componente computazionale
organizza e traduce questi significati in enunciati linguistici.
Il pidgin e il creolo corrispondono a due stadi nello sviluppo del
linguaggio.
Vygotskij e il contesto sociale del
linguaggio
Vygotskij era interessato alle interazioni tra pensiero e linguaggio. Credeva
che i bambini dal secondo anno di vita inizino a pensare a quello che dicono
e così il pensiero e il linguaggio iniziano ad influenzarsi reciprocamente.
Vygotskij, riesaminando criticamente alcune teorie piagettiane, avanzò
l’idea che il linguaggio egocentrico possa essere definito come un
linguaggio per sé, mentre il linguaggio sociale un linguaggio per gli altri.
Sostenne inoltre che il linguaggio egocentrico non scompare ma si
trasforma in linguaggio interno.
Il linguaggio interno:
–
–
–
–
–
–
Gioca un ruolo importante nella regolazione del pensiero;
È tacito;
Costituisce una forma di rappresentazione condensata;
Fa uso dei predicati;
Trasmette il significato convenzionale, pertanto è un medium molto ricco;
Permette di pianificare le operazioni cognitive e di organizzare i pensieri.
Zona di sviluppo prossimale
“…è la distanza tra il livello attuale che può essere stabilito in
base al rendimento nei compiti di soluzione indipendente di
problemi, e il livello di sviluppo potenziale, che può essere
stabilito in base al rendimento nei compiti di soluzioni di
problemi sotto la guida di adulti o di coetanei più capaci”
Vygotskij.
Secondo Bruner il processo di acquisizione del linguaggio è
un processo che necessita di supervisione, da parte di un
tutore che conosce ciò che il bambino non conosce. Ad
esempio la madre può agire come un tutore dal momento che
è impegnata in varie attività all’interno della zona di sviluppo
prossimale del bambino.
Le attività del tutore (leggere con il bambino o interrogarlo)
costituiscono una specie di impalcatura che il bambino può
usare per fare progredire le proprie capacità linguistiche.
Gesti e linguaggio interno
L’atto linguistico è accompagnato da segnali non verbali.
McNeill ha distinto tra gesti iconici e gesti metaforici.
– Un gesto iconico esprime un significato simile a quello espresso
verbalmente;
– I gesti metaforici hanno una relazione indiretta con quanto viene
espresso verbalmente. Spesso costituiscono l’illustrazione
concreta di un concetto astratto.
Gesti e linguaggio si accompagnano reciprocamente sin
dai primi stasi del processo di acquisizione del
linguaggio.
I gesti costituiscono l’espressione diretta dei processi di
pensiero che precedono il linguaggio esterno e sono
espressione esteriore delle immagini che accompagnano
il linguaggio interno.
Comunicazione e comprensione
Capire il linguaggio, parlato o scritto, significa capire le intenzioni
semantiche che hanno animato colui che ha generato il messaggio.
Quillian affronta il problema di come gli individui siano in grado di
estrarre significati dal linguaggio. Il contesto all’interno del quale
l’ascoltatore riceve il messaggio linguistico è estremamente
importante nel determinare l’interpretazione attribuita al messaggio.
Clark and Clark distinguono tra informazione data e informazione
nuova: attraverso un nuovo contratto il parlante aggiunge nuove
informazioni a quelle dell’ascoltatore.
Secondo Sperber e Wilson la comunicazione segue talvolta il
modello del codice, talvolta il modello inferenziale:
– Il modello del codice, secondo il quale la comunicazione è caratterizzata
da un processo di codifica, trasformazione del segnale acustico e
decodifica;
– Il modello inferenziale costituisce uno sviluppo del modello di Grice.
Il modello della comunicazione di
Grice
Tutti coloro che partecipano ad una conversazione devono
condividere alcune regole di base.
La prima è quella che è stata indicata da Grice (1975) come
principio di Cooperazione. Secondo tale principio ai partecipanti
viene assegnato il compito di “fornire il proprio contributo così come
è richiesto, al momento opportuno, dagli scopi e dall’orientamento
dei discorsi in cui uno è impegnato”.
Tale principio generale viene declinato secondo quattro massime:
– massima di Qualità: i partecipanti devono cercare di fornire un
contributo vero, in particolare devono: a) non dire cose che ritengono
false, b) non dire cose per le quali non si hanno prove adeguate;
– massima di Quantità: a) fornire un contributo che soddisfi la richiesta
di informazioni in modo adeguato agli scopi del discorso, b) non fornire
un contributo più informativo del necessario;
– massima di Relazione: fornire contributi pertinenti al tema del discorso;
– massima di Modo: è necessario essere chiari, in particolare a) evitare
oscurità di espressione, b) evitare le ambiguità, c) essere brevi, d)
procedere in modo ordinato.
Ironia
La definizione di ironia è strettamente connessa con i termini di satira
e sarcasmo. L’ironia e il sarcasmo sono degli strumenti per realizzare
la satira.
Una frase ironica intende comunicare l’opposto di quello che è il suo
significato letterale.
Clark e Gerring hanno sostenuto che l’ironia comporta l’uso della
simulazione: il parlante finge soltanto di dire quello che dice.
L’ironia possiede le seguenti tre caratteristiche:
– Asimmetria dell’affetto (colui che formula un’ironia solitamente si esprime
positivamente nei confronti di qualcosa che viene valutata
negativamente);
– L’ironia ha le sue vittime: Vittime immaginarie;
– Particolare tono di voce.
Teoria convenzionale dell’ironia: l’ascoltatore interpreta l’enunciato
ironico in modo letterale, per rendersi conto in seguito che il parlante
ha voluto dire l’opposto (AAVV).
Teoria del promemoria ecoico: gli ascoltatori comprendono che
l’enunciato allude a pensieri, opinioni o parole di una persona diversa
da colui che parla.
Competenza testuale
“La competenza testuale ci consente di partecipare a certe forme di
del discorso , che uno sappia scrivere o no,… ci consente di parlare
dell’atto linguistico, delle domande, delle risposte e corrisponde alla
capacità di usare 9il metalinguaggio” (Olson and Astington).
La capacità di percepire e manipolare le proprietà testuali consente
agli individui di discutere le molteplici interpretazioni dei più svariati
testi.
Heath (1986; 1989) ha messo in evidenza il fatto che gli individui di
colore abbiano una tradizione orale molto ricca, un fatto a cui la
cultura bianca non dà molta importanza.
All’interno della cultura bianca le competenze testuali vengono
considerate come capacità individuali prive di connotazioni sociali,
tanto che nelle istituzioni scolastiche viene posta molta enfasi sullo
sviluppo delle capacitò individuali nella lettura e nella scrittura,
l’enfasi non viene posta sulla capacità di svolgere il proprio lavoro in
collaborazione con altri individui capaci e sulla capacità di
commentare l’operato di altri individui.
Lingua e cultura:
relatività linguistica
Whorf, uno dei più influenti linguisti, è stato anche
impiegato assicurativo e si occupava delle cause degli
incendi e delle esplosioni.
Whorf si rese conto che spesso la causa degli incendi
andava ricercata nel modo in cui gli individui
percepivano un luogo. Il modo in cui quella situazione
viene percepita dipende da modo in cui viene descritta.
Ad esempio, gli individui tendono a comportarsi con
molta cautela nelle vicinanze di contenitori su cui è
scritto “barili di benzina”, se sui contenitori è scritto “barili
di benzina vuoti”, gli individui nei paragi tendono a
comportarsi con minore cautela.
Questo esempio mette in evidenza la relazione che vi è
tra le parole e la percezione.
Ipotesi Sapir-Whorf
Le differenti categorie grammaticali, come il plurale, il genere, i tempi
e le forme verbali, le classificazioni delle parti del discorso,
possedute da lingue diverse, contribuiscono a creare specifici
sistemi categoriali, i quali fanno in modo che gli individui organizzino
in modo diverso le loro esperienze.
Secondo Whorf, se due lingue sono molto diverse fra loro, allora
anche l’esperienza del mondo di coloro che parlano queste lingue
sarà diversa.
Whorf ha raggruppato le lingue europee in un gruppo chiamato
standard average European (SAE). Queste sarebbero in contrasto
con le lingue amerindiane, poiché avrebbero una struttura
fondamentalmente diversa da quelle delle lingue europee.
Ad esempio, in Europa la parola pane indica la sostanza, eppure la
parola fornisce alcuna indicazione sulla forma e sulla quantità.
Nella lingua hopi la parola acqua indica una precisa quantità di
acqua.
Worf ha condotto anche delle ricerche sulle parole usate dagli
eschimesi per denotare la neve.
Lingua e cultura
Bloom ha studiato il modo in cui i cinesi monolingue e gli occidentali si
rapportano ai controfattuali.
Con le sue ricerche Bloom ha provato che gli occidentali sono in grado di
considerare uno stato di cose che è chiaramente falso, allo scopo di
considerare le implicazioni che ne deriverebbero se fosse vero. Al contrario, la
lingua cinese non permette la formulazione di enunciati controfattuali per
questo motivi tali enunciati non sempre vengono compresi dai parlanti cinesi.
Un altro tema su cui si è focalizzata la ricerca riguarda la relazione tra la
percezione e denominazione dei colori.
La percezione delle diverse tonalità cromatiche viene prodotta da diverse
lunghezze d’onda dell’energia radiante.
Lo spettro visibile corrisponde all’insieme delle lunghezze d’onda correlate
alla percezione del colore.
Il problema è quello di capire se i nomi dei colori facciano riferimento alle
medesime porzioni dello spettro visibile indipendentemente della cultura di
appartenenza.
Berlin e Kay hanno avanzato l’ipotesi che ci siano 11 nomi di colori
fondamentali e che ci sia una sequenza invariante che regola l’emergere di
questi nomi nella storia di ciascuna lingua.