Malattie Infettive Malattie infettive: forme morbose determinate dalla presenza di microrganismi patogeni la cui diffusione avviene tramite il passaggio del patogeno da un ospite all’altro (trasmissibilità o contagiosità) Andamento delle malattie infettive nel mondo I più recenti rapporti OMS confermano come le malattie infettive continuino ad essere la prima causa di mortalità (> 30%) e morbosità a livello mondiale. In Italia rappresentano lo 0,4% delle cause iniziali di morte. Attualmente una solo malattia infettiva è stata dichiarata eradicata dall’OMS: il vaiolo Morire in Italia - trend del XX secolo Ruolo di agenti infettivi nella genesi di malattie cronico-degenerative • • • • • • Helicobacter pylori → ulcera peptica Hepatitis B e C virus→ cirrosi, ca. epatico Human papillomavirus → ca. cervice Epstein Barr Virus → linfoma B cell Coxsackie virus → miocarditi Streptococco B emolitico → valvulopatie Andamento delle malattie Epidemia: quando piu’ casi di malattia si presentano nella stessa popolazione o nello stesso gruppo di individui nello stesso breve periodo di tempo, a condizione che i casi abbiano la stessa origine. Il n° di casi che indica la presenza di un’epidemia varia a seconda dell’agente infettivo, del tempo e luogo in cui si manifesta, della popolazione esposta. Sporadicità: la malattia si presenta raramente ed i casi accertati sono indipendenti gli uni dagli altri Endemia: costante presenza di una malattia in un determinato territorio. La malattia, sotto l’azione di condizioni favorevoli, può passare allo stato epidemico. Pandemia: è un’epidemia che si estende a più nazioni e spesso ad interi continenti Storia naturale Fase libera Fase preclinica Malattia clinica Possibile esposizione ai fattori di rischio (PREVENZIONE PRIMARIA) Diagnosi precoce (PREVENZIONE SECONDARIASCREENING) Possibile guarigione Diagnosi PREVENZIONE TERZIARIA a)Morte b)Guarigione Fattori determinanti per la diffusione delle malattie infettive Fattori agente Agente eziologico A patogenicità virulenza carica infettante Fattori ospite difese aspecifiche immunità Malattia infettiva A CONDIZIONI DI SUFFICIENZA CAUSA NECESSARIA Fattori ambientali FATTORI DI RISCHIO AUMENTANO LA PROBABILITA’ DI CONTRARRE UNA MALATTIA EFFETTO SPECIFICO Basso livello socio-economico: espone ad un maggior rischio di infezioni di qualsiasi genere Affollamento: fattore di rischio per le infezioni trasmesse per via aerea Condizioni microclimatiche sfavorevoli (bassa T°, alta umidità) Fattori relativi all’agente patogeno INVASIVITA’ Capacità di un microrganismo di diffondersi nell’organismo. I microrganismi patogeni hanno un diverso spettro di invasività, alcuni lo sono molto e possono dare danni generalizzati (peste, morbillo etc.) altri meno e si concentrano in un organo o apparato verso il quale hanno tropismo (epatite, pneumococco). L’invasività è una caratteristica che può anche mancare in un patogeno il quale può esercitare la propria azione lesiva in sede (cocchi piogeni) o tramite tossine o prodotti del suo disfacimento (bacillo tetanico) TOSSIGENICITA’ capacità di produzione di sostanze tossiche per l’organismo ad esempio attraverso la produzione di esotossine, endotossine, liberazione di metaboliti tossici, esoenzimi INFETTIVITA’ misura con quanta facilità il patogeno è in grado di dare inizio ad una infezione (penetrare, sopravvivere e moltiplicarsi nell’ospite). Dal punto di vista sperimentale è il numero minimo di agenti necessari a provocare l’infezione nel 50% dei soggetti. Tale numero varia in funzione dell’agente, della via di contagio, dalla sorgente da cui l’agente è stato contratto, dall’età. Es: Il morbillo è ad alta infettività. La lebbra è a bassa infettività. infettività infetti mor ti infetti esposti esposti CARICA INFETTANTE È il numero minimo di microrganismi necessario per dare inizio all’infezione. È molto variabile da una specie all’altra e, nell’ambito della stessa specie, può variare a seconda dello stipite. ES: per molte tossinfezioni alimentari la carica minima infettante corrisponde a 1000000 microrganismi. PATOGENICITA’ capacità di produrre una malattia clinicamente evidente. Con metodiche di laboratorio sensibili e specifiche si può determinare la proporzione di infezioni che dà luogo a malattia (es: raffreddore ha una elevata patogenicità, TBC ha una bassa patogenicità). La patogenicità è influenzata da fattori ambientali e propri dell’ospite, dalla dose di agenti infettanti introdotta, dalla via di entrata, dalla sorgente di infezione. patogenicità malati mor ti malati infetti infetti IMMUNOGENICITA’: capacità dell’infezione di determinare immunità specifica. Virus del morbillo dà immunità per tutta la vita il gonococco no. VIRULENZA . la patogenicità a seconda dello Indica il diverso grado con cui si esprime stipite microbico in causa. Può essere valutata in rapporto alla gravità del decorsoclinico della malattia E’ la proporzione di casi clinici che dà luogo a manifestazioni cliniche gravi Es: il rhinovirus (virus del raffreddore) non è molto virulento. L’agente responsabile del tetano invece ha una grande virulenza. virulenza malati gravi/morti malati mor ti morti malati INFETTIVITA’ Infetti esposti PATOGENICITA’ Malati infetti VIRULENZA Casi gravi ammalati VARICELLA MORBILLO POLIOMELITE VARICELLA RAFFREDDORE MORBILLO TBC LEBBRA MEDIO RAFFREDDORE ROSOLIA ROSOLIA POLIOMELITE BASSO TBC TBC POLIOMELITE MORBILLO MOLTO BASSO LEBBRA LEBBRA VARICELLA RAFFREDDORE ROSOLIA ELEVATO CONTAGIOSITA’ E’ la capacità di un microrganismo di passare da un ospite ad un altro, a seguito della sua eliminazione all’esterno dell’ospite durante il processo infettivo. ES: infezioni da rhinovirus alta contagiosità, meningite minore Dipende da moltissime variabili; fra esse, le più importanti sono, (1) durata del periodo in cui l'ospite è infettante (2) quantità di agente eliminato dall'ospite La contagiosità può anche mancare Malattie infettive contagiose: malattie infettive causate da patogeni che vengono eliminati per diverse vie dall’ospite Malattie infettive non contagiose: gli agenti responsabili non vengono eliminati nell’ambiente e la loro trasmissione richiede l’intervento di vettori o particolari evenienze (es. tetano, botulismo, malaria, leishmaniosi) Condizione legate all’individuo infettato Fattori favorenti: BIOLOGICI: denutrizione,deficit della immunità, comorbidità (presenza di altre malattie croniche) COMPORTAMENTALI: scarsa igiene personale, rapporti sessuali non protetti Fattori aspecifici Fattori specifici 1. Barriera anatomofunzionale (integrità di cute e mucose) 2. Microflora batterica endogena 2. Immunoglobuline 3. Meccanismi unorali: lisozima, proteine della fase acuta dell’infiammazione 3. Linfociti B, T e cellule NK 4. Meccanismi cellulari: monociti, macrofagi, granulociti neutrofili ed eosinofili 4. Immunità indotta tramite vaccini 1. IgA di superficie Periodo di contagiosità Il tempo durante il quale un agente infettivo può essere trasferito direttamente o indirettamente da una persona infetta ad un’altra persona, da un animale infetto all’uomo, da una persona infetta ad un animale, inclusi gli artropodi. PERIODO DI CONTAGIOSITA’ Lebbra: nella maggior parte dei casi la contagiosità viene persa entro 1 giorno dall’inizio della terapia multifarmacologica AIDS: sconosciuto, si presume che si estenda dall’esordio dell’infezione da HIV per tutta la vita del paziente (alta durante i primi mesi dell’infezione, aumenta con il peggioramento della condizione clinica e la presenza di altre MTS) Epatite B: tutti i soggetti HBsAg+ sono potenzialmente contagiosi. Il sangue può essere contagioso già diverse settimane prima dell’esordio dei primi sintomi e rimanere per tutto il periodo acuto della malattia. Salmonellosi non tifoidee: per tutta la durata dell’infezione; estremamente variabile, di solito da diversi giorni a parecchie settimane. L’1% circa dei soggetti infetti e il 5% dei bambini al di sotto di 5 anni può eliminare organismi per oltre 1 anno. Morbillo: da 4 gg prima della comparsa dell’esantema a 4 giorni dopo Meningite meningococcica: fin quando i meningococchi non sono più presenti nelle secrezioni nasofaringee (ovvero dopo le 24 ore successive all’inizio della terapia) PERIODO DI INCUBAZIONE intervallo di tempo tra il contatto iniziale con un agente infettivo e la comparsa del primo segno o sintomo della malattia Lebbra: da alcuni giorni a parecchi anni AIDS: variabile, da 1 anno a 15 anni Epatite B: 60 - 90 giorni (45 - 180 giorni) Meningite meningococcica: 3 - 4 giorni (2 - 10 giorni) Salmonellosi non tifoidee: 12 - 36 ore (6 - 72 ore) Morbillo: 10 - 14 giorni (7 - 18) SERBATOI E FONTI DI INFEZIONE Serbatoio di infezione: la specie vivente o il substrato inanimato nel quale normalmente i microrganismi patogeni vivono e si moltiplicano in modo tale da potere essere trasmessi ad un ospite suscettibile. uomo ( esempio: epatiti virali, meningite c.s.e.) animale (esempio: molte salmonellosi, brucellosi). ambiente (esempio: Legionella pneumophila, Clostridium botulinum, miceti) Fonte o Sorgente di infezione : la persona, l’animale, l’oggetto o la sostanza da cui l’agente infettivo passa ad un ospite. Per serbatoio si intende generalmente la specie o l’ambiente naturale in senso lato, mentre per sorgente si intendono i singoli soggetti infetti in grado di trasmettere l’infezione. Se un microrganismo non raggiunge un organismo ricettivo, nella maggior parte dei casi va incontro a distruzione. Il periodo di sopravvivenza dei microrganismi patogeni è molto variabile e dipende sia dagli organismi e che dall’ambiente Organismi molto resistenti, mediamente resistenti, labili: •molto resistenti i batteri sporigeni, •mediamente resistenti gli enterobatteri •molto labili il Treponema Pallidum, la Neisseria Meningitidis e la Neisseria Gonorrhoeae. Fattori che ostacolano la sopravvivenza dei microrganismi nell’ambiente esterno •Essiccamento •Luce solare •Temperatura •Concorrenza vitale • Modalità di trasmissione »Trasmissione diretta »Trasmissione indiretta (veicoli – vettori) • Vie di penetrazione MODALITA’ DI TRASMISSIONE • TRASMISSIONE PER CONTATTO (diretto o indiretto) • TRASMISSIONE TRAMITE GOCCIOLINE di grandi dimensioni (droplet) • TRASMISSIONE PER VIA AEREA sia per disseminazione di nuclei di goccioline (droplet nuclei), sia di particelle di polveri contenenti l'agente infettivo. Droplet nuclei: residui di diametro di 5 µm o meno di goccioline evaporate contenenti microrganismi che rimangono sospesi nell'aria per un lungo periodo VIE DI INGRESSO DEGLI AGENTI INFETTANTI . I microrganismi patogeni possono penetrare nell’ospite attraverso : Cute: Ferite e lesioni anche microscopiche (tetano, infezioni batteriche) Punture di insetti (malaria) Morsicature di animali (rabbia) Iniezioni parenterali (virus epatitici, HIV) Mucose Apparato digerente (malattie a trasmissione oro-fecale) Apparato respiratorio (malattie a trasmissione aerea) Mucose genitali (malattie a trasmissione sessuale) Mucosa congiuntivale Placenta Trasmissione verticale, che può avvenire dalla madre al feto (infezioni congenite) Un metodo utile per classificare le malattie infettive è pertanto quello che si basa sulla modalità di propagazione. Malattie infettive a trasmissione fecale-orale ospite: ambiente: • fecalizzazione dell’ambiente • igiene degli alimenti • clima • stato immunitario • difese locali Malattie a circuito oro-fecale trasmissibili per via digerente: attraverso la cavità orale possono penetrare nell’uomo microrganismi patogeni veicolati con gli alimenti o portati alla bocca con le mani o con oggetti contaminati. Alcuni esempi di malattie infettive trasmesse per via enterica Salmonellosi: attraverso acqua e cibi (frutti di mare, carne, verdure crude, latte, latticini) contaminati da feci e urine di pazienti e portatori Epatite A: attraverso l’uso di acqua o cibi contaminati (soprattutto verdure, molluschi e frutti di mare ingeriti crudi), ma anche per contatto diretto tra persona e persona. Malattie infettive a trasmissione aerea ambiente: • densità della popolazione • occasioni di contagio • clima ospite: • stato immunitario • difese locali Modello di malattia a trasmissione aerea pavimento Soggetto sano polvere Oggetti d’uso Aria confinata Malato o s portatore o Goccioline di PFLÜGGE PREVENZIONE pavimento Immunizzazione Educazione sanitaria Soggetto sano polvere Oggetti d’uso Aria confinata Malato o s portatore o Goccioline di PFLÜGGE Malattie trasmissibili per via respiratoria: parlando, starnutendo o tossendo possono essere eliminati da un soggetto infetto minuscole goccioline che oltre a contenere muco possono contenere anche microrganismi patogeni. Alcuni esempi di malattie infettive trasmesse per via aerea: •Influenza: la trasmissione avviene per contatto diretto con goccioline espulse con la tosse, lo starnuto e parlando (ma anche attraverso oggetti contaminati con le secrezioni delle vie respiratorie) •Varicella: da persona a persona per contatto diretto con il liquido delle vescicole o con le secrezioni del tratto respiratorio di persone infette. La trasmissione può avvenire per via indiretta attraverso oggetti contaminati di fresco. La varicella è una delle malattie infettive più contagiose, particolarmente nei primi stadi della eruzione. •TBC: attraverso l’esposizione a bacilli tubercolari contenuti nei nuclei aerei di goccioline prodotti da persone con TBC durante sforzi espiratori, come tosse, soffiandosi il naso ecc. Infezioni a trasmissione aerea • • • • • • • • • Tubercolosi Influenza SARS Morbillo solo per fare Rosolia alcuni esempi Parotite Pertosse Difterite Varicella COSA SUCCEDE?? L’agente patogeno penetra attraverso le vie respiratorie Malato o portatore L’agente patogeno è in genere eliminato attraverso le vie respiratorie Soggetto suscettibile Malattie infettive a trasmissione parenterale e sessuale ambiente: ospite: • • • • densità della popolazione occasioni di contagio comportamenti leggi • stato immunitario • difese locali Malattie a trasmissione sessuale Alcuni esempi di malattie a trasmissione sessuale Epatite B: il virus è stato identificato in tutti i liquidi organici ma la sua infettività è stata dimostrata soltanto nel sangue, nella saliva, nello sperma e nel secreto vaginale. La trasmissione avviene quindi per via sessuale (la trasmissione da uomo infetto a donna è tre volte più efficiente di quella da donna infetta a uomo), ma anche per via verticale e attraverso la via parenterale (scambio di siringhe infette nei tossicodipendenti, trasfusioni di sangue infetto, utilizzo di rasoi, forbicine HIV: il rischio di trasmissione sessuale dell’HIV è molto più basso di quanto non lo sia da con altri agenti a trasmissione sessuale. Un singolo rapporto con un individuo infetto presenta un rischio calcolabile tra l’1% ed il 6%. Nei rapporti eterosessuali il sesso femminile è quello che si ritiene a maggior rischio (da 3 a 10 volte in piu’). La presenza di una concomitante malattia a trasmissione sessuale, specialmente se a carattere ulcerativo , può facilitare la trasmissione dell’HIV. Profilassi generale delle infezioni. Gli interventi rivolti a controllare la diffusione delle malattie infettive sono numerosi e possono essere riassunti in 5 punti fondamentali: 1. Identificazione della sorgente di infezione 2. Eradicazione della sorgente di infezione 3. Riduzione della comunicabilità della sorgente 4. Trattamento della sorgente di infezione 5. Interventi rivolti a impedire la trasmissione della infezione FINE