L’INIZIO DEL XX SECOLO:
FERMENTI SOCIALI E TENSIONI
INTERNAZIONALI
La Belle Époque
Il Novecento si apre in un clima di
grande ottimismo.
Il simbolo della Belle Époque è la
grande torre di ferro progettata nel
1889 dall’ingegnere Eiffel per
l’Esposizione universale di Parigi.
La Tour Eiffel rappresenta il progresso
legato alle conquiste scientifiche e
tecnologiche, che lasciano sperare in
un futuro migliore per tutti.
Le novità nella vita domestica
Tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, i progressi realizzati in campo
scientifico si trasformano rapidamente in invenzioni capaci di migliorare la vita
di ogni giorno:
» le case borghesi vengono dotate di acqua corrente e servizi igienici;
» le strade delle città si illuminano con lampioni elettrici;
» l’invenzione della lampadina favorisce la diffusione dell’elettricità per uso
domestico.
La rivoluzione nelle comunicazioni e nei trasporti
La diffusione di telefono, radio e
telegrafo senza fili imprime un forte
impulso al mondo delle comunicazioni.
Nel settore dei trasporti:
» si sviluppano le reti ferroviarie;
» dopo l’automobile e la
metropolitana,
fa la sua comparsa l’aereo;
» grazie ai nuovi motori a turbina
e agli scafi metallici aumenta anche
la velocità dei trasporti marittimi.
I mezzi di comunicazione di massa
Fra Ottocento e Novecento nascono
anche i mezzi di comunicazione di
massa:
» aumentano in modo esponenziale le
copie di riviste e giornali;
» prendono avvio le prime trasmissioni
radiofoniche;
» si diffonde il cinematografo ideato
dai fratelli Lumière.
Il mondo della cultura e dell’arte
Il mondo della cultura e delle arti è
attraversato da un profondo dinamismo.
La scoperta dell’inconscio e
l’elaborazione delle teorie dei quanti e
della relatività mettono in crisi le
certezze del Positivismo.
Si fa strada una nuova visione dell’uomo
e della realtà, soggettiva e parcellizzata.
Fioriscono le avanguardie artistiche, che
interpretano sul piano estetico questa
nuova sensibilità.
Non solo luci…
Quest’epoca, però, è anche piena di
profonde contraddizioni:
» lo sviluppo industriale produce violenti
squilibri sociali tra la borghesia e il
proletariato;
» buona parte degli abitanti dell’Europa
vive al limite o al di sotto della soglia di
sussistenza;
» le principali potenze europee
intraprendono politiche imperialistiche
per motivi economici e di prestigio
politico.
I cambiamenti nella struttura sociale
La struttura della società è in forte
trasformazione:
» la vecchia aristocrazia resta ancora
la classe dominante e concentra
nelle proprie mani la maggior parte
della ricchezza;
» la borghesia è sempre più stratificata
e in forte espansione;
» il nuovo ceto degli operai
specializzati gode di condizioni di
vita migliori e rivendica nuovi diritti.
I cambiamenti nelle fabbriche
Nel mondo delle fabbriche il progresso
tecnologico porta a una migliore
organizzazione del lavoro.
Nelle industrie automobilistiche
americane, infatti, nascono le prime
catene di montaggio.
Sebbene aumentino la produttività
e calino i prezzi dei prodotti,
le innovazioni tecnologiche portano
a una disumanizzazione del lavoro
operaio.
Diseredati e emigranti
L’urbanizzazione diviene un fenomeno
sempre più massiccio: molte città
europee americane e asiatiche
superano il milione di abitanti.
Nei centri urbani aumentano i derelitti
e gli emarginati.
Le diverse opportunità fra città e
campagna e fra Stato e Stato spingono
milioni di donne e uomini a emigrare
dall’Europa alle Americhe.
Il diritto di voto e i partiti di massa
Nei Paesi più industrializzati il processo
di alfabetizzazione e di scolarizzazione
di massa accresce il numero di coloro
che vogliono partecipare alle decisioni
della vita politica.
Si fanno pressanti le richieste di
suffragio universale.
Le associazioni socialiste:
» si trasformano in partiti di massa;
» organizzano operai e contadini
attorno a un programma politico ben
definito.
Le associazioni sindacali
Anche le associazioni sindacali
aumentano i loro iscritti e si
riorganizzano.
Nei principali Paesi europei nascono
sindacati unitari, che organizzano i
lavoratori di tutti i settori industriali.
In seguito all’enciclica Rerum novarum
di papa Leone XIII, anche le
associazioni cattoliche si mobilitano sul
piano sociale in aiuto dei ceti operai.
La nascita dei movimenti nazionalisti
All’inizio del Novecento nascono i
movimenti nazionalisti, che:
» si oppongono alla cosiddetta
“massificazione sociale” espressa dal
sistema democratico;
» esaltano la forza militare e l’amore
verso la propria nazione,considerata
superiore alle altre;
» sostengono una politica estera
aggressiva.
Lo scenario politico internazionale
Gli equilibri politici internazionali iniziano
a entrare in crisi.
La Gran Bretagna è la principale potenza
mondiale, ma alcune parti del suo Impero
diventano di fatto indipendenti.
La Germania avvia una politica estera
aggressiva e desta le preoccupazioni di
Francia, Gran Bretagna e Russia.
La Francia desidera lavare l’onta della
sconfitta nella guerra franco-prussiana
del 1870.
Triplice Alleanza e Triplice Intesa
All’inizio del secolo le potenze europee
sono divise in due blocchi di alleanze
politico-militari:
» la Triplice Alleanza, di cui fanno
parte l’Impero austro-ungarico, la
Germania e l’Italia;
» la Triplice Intesa, di cui fanno parte
la Gran Bretagna, la Francia e la
Russia.
USA, Giappone e Cina
I primi anni del Novecento vedono gli
USA uscire dal loro isolazionismo ed
estendere la loro egemonia su tutto il
continente americano.
In Cina la rivolta xenofoba dei Boxer
viene repressa dalle potenze
imperialiste.
Il Giappone avvia una politica di
espansione militare, conquista la Corea
e sconfigge la Russia in un conflitto per
il controllo della Manciuria.
In Italia va al potere Giolitti
In Italia, dopo il fallimento della
politica autoritaria di Crispi e il
regicidio di Umberto I a Monza, si apre
una nuova fase politica.
Al potere vanno le forze della destra
liberale e nel 1903 Giovanni Giolitti
diventa capo del governo.
Giolitti rimane al potere per più di dieci
anni: per consentire al suo governo di
operare cerca di volta in volta il
sostegno di socialisti, cattolici e
nazionalisti.
La politica interna di Giolitti
In politica interna, il governo di
Giolitti:
» riavvicina i liberali ai socialisti;
» regolamenta lo sciopero e il lavoro
festivo e notturno;
» avvia la nazionalizzazione di ferrovie
e telefoni;
» stimola la produzione industriale con
provvedimenti di tipo protezionistico;
» concede il suffragio universale
maschile.
La politica estera di Giolitti
In politica estera, il governo presieduto
da Giolitti:
» riconferma la Triplice Alleanza;
» si avvicina alla Francia, in previsione
di un’espansione nel Mediterraneo;
» punta a una possibile espansione
nell’area balcanica;
» nel 1911 riprende l’iniziativa
coloniale e avvia la conquista della
Libia.
L’emigrazione e la “questione meridionale”
Durante l’età giolittiana cresce in modo
massiccio il fenomeno migratorio.
Il dramma dell’emigrazione ripropone
la “questione meridionale” e Giolitti
interviene con provvedimenti tesi al
rilancio delle regioni del Sud.
Non viene però affrontato il nodo della
riforma agraria, per non intaccare i
privilegi dei grandi latifondisti.