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DISTURBI DELLA COMUNICAZIONE
Logopedista Michele Marconi
CHE COS’E’ LA COMUNICAZIONE ?
La comunicazione è SCAMBIO di informazioni
tra due o più persone,
VOLONTARIO O NON VOLONTARIO,
che avviene in modo GLOBALE (coinvolgente
cioè tutto l’individuo),
mediante uno o più CANALI COMUNICATIVI
(uditivo-verbale-fonatorio,visivo-mimicogestuale, visivo-grafico-plastico),
in conseguenza di un DESIDERIO o di una
NECESSITA’.
COME SI RICONOSCE UN BUON
COMUNICATORE?
Il buon comunicatore è colui che :
-Percepisce la presenza dell’altro come sempre
comunicante
- Comprende il messaggio in arrivo anche se molto
primitivo (es.la mamma interpreta le esigenze del proprio
lattante, l’infermiere quelle del paziente comatoso,
cogliendo i segni indiretti di sofferenza, fame, dolore)
- Sa interpretare eventuali messaggi inviati
contemporaneamente (il rossore di un viso, il tremito della
voce che tradisce l’ansia, ecc.)
- Sa produrre messaggi di risposta adeguati alle capacità di
comprensione della persona alla quali sono rivolti
Esistono modelli cognitivi che spiegano in modo convincente
il processo di comprensione-produzione
PAROLA UDITA
ANALISI UDITIVA
Informazione elaborata da un sistema di
analisi uditiva alla ricerca di suoni conosciuti
LESSICO FONOLOGICO
DI INPUT
e filtrata dal lessico di input che la confronta
con il materiale lessicale presente alla ricerca
di parole note
SISTEMA SEMANTICO
CONCETTUALE
L’informazione lessicale viene decodificata in
un codice logico- concettuale e viene
elaborata una risposta
LESSICO FONOLOGICO
DI OUTPUT
BUFFER FONEMICO
PROGRAMMAZIONE
ARTICOLATORIA
REALIZZAZIONE FONETICOARTICOLATORIA
COMUNICOPATIA DA SORDITA’
E’ dovuta ad un’alterazione delle capacità comunicative
conseguenti a perdita della funzione uditiva.
Il fenomeno sordità è importante soprattutto nell’anziano
dove la perdita uditiva prende il nome di PRESBIACUSIA,
una perdita uditiva bilaterale di grado medio che interessa
soprattutto le frequenze acute
NON HA SENSO STRILLARE NELL’ORECCHIO
DELL’ANZIANO SORDO!
è opportuno, invece, porsi davanti al paziente parlando in
modo lento e articolato
Alterazioni della capacità uditiva possono portare spesso la
persona anziana all’isolamento
AFASIA
Disturbo acquisito del linguaggio conseguente a
lesione di strutture cerebrali primariamente
implicate nell’elaborazione di aspetti diversi delle
capacità linguistiche (da Denes-Pizzamiglio)
ANARTRIA (o APRASSIA ARTICOLATORIA)
Consiste in un deficit della programmazione articolatoria.
E’ un disturbo della sola articolazione, per cui i movimenti
non articolatori del distretto BLF non sono coinvolti
Il paziente perde la capacità di integrare spazialmente e
temporalmente l’attività dei singoli muscoli che
intervengono nella produzione dei suoni linguistici;
ad es. fonemi fricativi vengono realizzati come occlusivi
perché il soggetto non è in grado di modulare la forza
muscolare
I pazienti anartrici articolano con fatica, danno
l’impressione di una lotta per la realizzazione delle posizioni
articolatorie desiderate.
DISARTRIA
E’ una turbe dell’espressione articolatoria di
sequenze verbali GIA’ PROGRAMMATE
per alterazione dei meccanismi nervosi che regolano
e coordinano l’attività delle strutture foneticoarticolatorie periferiche
LESIONE MN PERIFERICO
DISARTRIA FLACCIDA
(V, VII, X, XII n.c.)
LESIONE BILATERALE M.N. CENTRALI
DISARTRIA SPASTICA
LESIONI CEREBELLARI
DISARTRIA ATASSICA
LESIONE EXTRAPIRAMIDALE
DISARTRIA IPOCINETICA
(m.Parkinson)
DISARTRIA IPERCINETICA
(Corea iperc. rapida)
(Distonia iperc. lenta)
DISARTRIE MISTE
DISARTRIA SPASTICO-
(Lesioni di più sistemi)
FLACCIDA (SLA)
DISARTRIA SPASTICOATASSICA-IPERCINETICA
(m. Wilson)
DISARTRIA VARIABILE (SM)
Ciò che è importante considerare nel paziente
disartrico,oltre ovviamente alla MENOMAZIONE a
livello delle diverse funzioni è la DISABILITA’ e
L’HANDICAP sociale che ne conseguono.
La disabilità conseguente a disartria è
l’ININTELLIGIBILITA’ dell’eloquio
L’handicap è strettamente dipendente dall’uso e dalla
modalità linguistica del soggetto nelle sue attività
quotidiane, lavorative, sociali
DISLALIA ORGANICA
Alterazione di pronuncia causata da lesioni organiche
di labbra , lingua, velo palatino, denti, palato duro,
cavità nasali
Nell’anziano emergono a questo livello i problemi
connessi con l’occlusione dentaria e l’atrofia mucosoghiandolare buccale
DISFONIA
E’ un’alterazione qualitativa e/o quantitativa della voce.
Nel caso in cui si verifichi un’assenza completa di voce si
parla di AFONIA
Come nasce la voce?
Per generare i suoni la specie umana utilizza la SORGENTE
GLOTTICA, dove si trovano le corde vocali, due pieghe
muscolari che costituiscono una valvola;
durante la fonazione, tese in posizione di adduzione e sotto la
P dell’aria espiratoria vibrano con movimento
sostanzialmente PERIODICO di apertura e chiusura che
genera un segnale altrettanto periodico
Questo prodotto glottico viene successivamente FILTRATO e
MODIFICATO ad opera dei componenti del vocal tract
Si può avere disfonia per :
DISTURBI ORGANICI (es. lesione n.laringeo, nodulo, polipo, cisti,
tumore, cause iatrogene, ecc)
DISTURBI DISFUNZIONALI
“La voce rappresenta il nodo di congiunzione tra affetti e
cognizioni, tra il raziocinio dei segni linguistici e il vissuto
emozionale dell’individuo” (Giuliani)
E’ il mezzo usato per esprimere le proprie idee, le proprie
emozioni, i propri stati d’animo, la classe sociale di
appartenenza.
Attraverso le sfumature della propria voce l’individuo invia ai suoi
interlocutori una serie di notizie aggiuntive o supportanti il
proprio messaggio verbale
In età senile la voce subisce modificazioni qualitative e
quantitative che si accompagnano a modificazioni anatomiche e
metabolico-ormonali che caratterizzano l’involuzione fisiologica
dell’organismo
DISTURBI MISCELLANEI
DISTURBI COMUNICATIVI DA INADEGUATEZZE SOCIOCULTURALI O EMOTIVO-AFFETTIVE:
ecc)
Situazioni di appartenenza a minoranze (etniche-religiose,
Stati prolungati di isolamento, abbandono, deprivazione
E’ quest’ultimo il caso del soggetto anziano, soprattutto se
ospedalizzato o istituzionalizzato, che si può trovare solo, può
sentirsi abbandonato dalla famiglia, senza un ruolo sociale,
depresso e poco motivato a comunicare
Inoltre l’immobilità, l’allettamento, l’uso della carrozzina, problemi
sensoriali o fisici creano nell’anziano il senso di una continua
DIPENDENZA in ogni cosa dagli altri e fa si che gli altri si
sostituiscano a lui anche nelle scelte che si possono operare
tramite il linguaggio
DISTURBI COMUNICATIVI NEGLI STATI DI ALTERAZIONE DELLA
COSCIENZA (pazienti in stato comatoso o a minima responsività)
E’ possibile parlare di comunicazione con un paziente comatoso o
a minima responsività?
La risposta è SI’!
Il soggetto in situazione comatosa o a minima responsività
comunica attraverso uscite motorie e non, non verbali e talora
verbali ed a lui possono afferire messaggi ed informazioni a
valenza comunicativa
Il soggetto in situazione comatosa è comunque in grado di
PROCESSARE, quantomeno nella parte bassa delle vie sensoriali
centrali, le informazioni sensoriali in arrivo e di TRASFERIRE
ALL’ESECUZIONE (motoria, secretoria, vascolare, ecc.) il risultato
dell’elaborazione percettiva
appare quindi utile valorizzare ed esercitare queste funzioni
di COMUNICAZIONE SUBCORTICALE
COME COMUNICARE, STIMOLARE LA
COMUNICAZIONE E VALUTARE I PREREQUISITI
COMUNICATIVI CON IL PAZIENTE COMATOSO O A
MINIMA RESPONSIVITA’
Effettuare SISTEMATICAMENTE (considerando cioè tutti gli ingressi
sensoriali) le stimolazioni sensoriali:
-Eliminando stimoli distraenti sullo sfondo
-Rispettando un intervallo di silenzio sensoriale dopo ogni stimolo
-Proponendo stimoli unisensoriali e per breve durata
-Considerando l’importanza del contenuto affettivo e della
gradevolezza dello stimolo
-Portando anche stimoli molto sofisticati come i messaggi verbali,
tenendo conto che il loro contenuto è verosimilmente melodico,
prosodico, e (???)non semantico
Valutare attentamente TUTTE LE USCITE ESECUTIVE
sull’ambiente esterno e il loro significato comunicativo attuale
o potenziale:
-Secrezioni, specie salivari e sudorali
-Reazioni vasomotorie, compresa l’erezione e l’ostruzione
nasale
-Escrezioni
-Motricità generale o settoriale, statica (posture) o dinamica
(comprese le motilità patologiche)
-Produzione di rumori e di suoni dal vocal tract
Considerare il momento di assistenza e cura alla persona come
OCCASIONE PRIVILEGIATA di valutazione e stimolazione
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