I moti del 1820-21
Realizzato dall’alunna Violetta Bucceri
Classe IV D
a.s. 2016/2017
I CARATTERI COMUNI
Tra il 1820-21 si verificarono in Spagna, Italia e Russia dei moti che
impegnarono la Santa Alleanza in un’opera di repressione. Questi moti
presentavano degli elementi comuni:
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Il ceto sociale degli insorti , ovvero uomini appartenenti all’alta
borghesia o al ceto nobiliare. La partecipazione popolare fu ovunque
scarsa.
-
Le richieste degli insorti : tutti gli insorti chiedevano una Costituzione,
la nascita di parlamenti liberamente eletti e garanzie di libertà politica.
Tutto ciò si può sintetizzare con la fine dell’assolutismo monarchico.
-
L’organizzazione mediante società segrete , di cui le più importanti
furono : la Massoneria e la Carboneria.
1820: Spagna
Nel corso dell’occupazione napoleonica , le Cortes avevano promulgato la
Costituzione di Cadice , che era stata abolita in seguito al ritorno di
Ferdinando VII. Egli governò da sovrano assoluto, ma vi erano numerosi fermenti,
soprattutto da parte dell’esercito. Ferdinando aveva promesso di mantenere la
Costituzione, ma cacciati i francesi, tradì la promessa.
Si creò così una grande mancanza di fiducia tra il sovrano e il popolo e molti
ufficiali aderirono alla Carboneria, attendendo l’occasione giusta.
Questa si presentò nel gennaio del 1820, perché numerose truppe si erano
raccolte nel porto di Cadice. L’insurrezione poté scoppiare ed ebbe successo,
facilitata dalla presenza di queste truppe.
Ferdinando dovette rimettere in vigore la Costituzione e nell’agosto 1820 i
militari costrinsero anche il sovrano del Portogallo a seguire l’esempio del re
spagnolo.
1820: Regno delle due Sicilie
Gli eventi accaduti in Italia furono una conseguenza di quelli spagnoli. Infatti alla
notizia di ciò che era successo in Spagna, alcuni reparti dell’esercito del Regno delle
Due Sicilie insorsero, imponendo al re Ferdinando I la concessione di una
Costituzione.
In Italia vi fu una complicazione dovuta alle aspirazioni indipendentistiche della Sicilia,
che non aveva mai accettato la dipendenza da Napoli.
Nell’isola avvenne un moto insurrezionale, ma venne represso e rispristinato
l’assolutismo regio.
Le difficoltà che emersero furono dovute alla troppa segretezza della Carboneria, al
mancato coinvolgimento del popolo e alle divisioni tra gli insorti e i conflitti fra
Napoli e la Sicilia. Per questo motivo l’insurrezione non poté assumere le dimensioni
di massa.
Le potenze della Santa Alleanza chiedevano di intervenire a Napoli e tra ottobre e
novembre del 1820 proclamarono il diritto di intervento.
Ferdinando I di Borbone aveva assicurato ai rivoltosi napoletani di difendere la
Costituzione, ma in realtà chiese l’intervento militare contro gli insorti e nel marzo
1821 venne restaurato il trono di Ferdinando I.
1821: Piemonte e Carlo Alberto Di
Savoia
Nel marzo del 1821 alla corte di Vittorio Emanuele , a Torino, le riforme
napoleoniche furono abolite e si creò un forte malcontento nell’esercito.
Anche in questo caso i protagonisti furono alcuni ufficiali, vicini all’erede al trono
Carlo Alberto che aveva la fama di essere incline a posizioni liberali.
Gli insorti furono guidati da Santorre di Santarosa che mirava a costituire un
regno unitario nel Nord Italia.
Di fronte alla richiesta degli insorti di concedere la Costituzione, il re abdicò in
favore del fratello Carlo Felice.
La reggenza passò a Carlo Alberto, il quale concesse la Costituzione.
Carlo Felice sconfessò l’operato del nipote , represse l’insurrezione e poté
tornare a Torino. Carlo Alberto era in una posizione difficile perché sembrava che
avesse favorito gli insorti, per questo motivo dovette dare prova di fedeltà.
Anche in Sardegna erano presenti sentimenti sfavorevoli all’Austria e
desideravano liberarsi dalla sua tutela.
La Santa Alleanza , dopo aver represso l’insurrezione napoletana e sostenuto
Carlo Felice, convocò un Congresso a Verona dove venne deciso l’intervento
militare in Spagna.
L’incarico fu affidato alla Francia che riportò al potere il legittimo sovrano.
Poco dopo la medesima cosa accadde anche in Portogallo.
1825: La Russia
Il moto del 1825 in Russia, che passò alla storia come moto decabrista
perché avvenuto in dicembre, è assimilabile ai moti del 1820-21 perché ha
caratteristiche simili.
Venne organizzato da ufficiali della guardia imperiale che desideravano
introdurre in Russia le riforme che avevano visto in Francia e imporre una
Costituzione.
Il moto scoppiò a San Pietroburgo il giorno dell’incoronazione del nuovo czar
Nicola I, contrario alle idee liberali , il quale non riscontrò alcuna difficoltà a
reprimere il moto.
Le condanne a morte e le deportazioni fecero sì che questa azione
insurrezionale si facesse strada nella coscienza collettiva russa e la cultura
dell’epoca esaltò l’azione di questi giovani che avevano combattuto per la
patria e per la libertà.
1820-1830: insurrezione e guerra
indipendentistica.
L’insurrezione in Grecia ebbe alcune caratteristiche simili a quelle della Spagna e
dell’Italia , ma avvenne in un contesto diverso perché la Grecia non era uno stato
indipendente, ma parte dell’Impero turco.
L’insurrezione assunse il carattere di un movimento di indipendenza nazionale.
Questo moto prese le mosse dall’azione di un’associazione segreta, la Eteria.
La Russia intendeva erigersi a protettrice dei Greci ortodossi, perché
l’indipendenza della Grecia avrebbe favorito la penetrazione russa nei Balcani.
A queste aspirazioni russe si opponevano le altre potenze europee. Scoppiata
l’insurrezione , ottenne presto l’appoggio popolare, divenendo una vera e propria
guerra d’indipendenza.
I Turchi tentarono di reprimere il movimento indipendentista , ma non vi
riuscirono.
Quando i Greci al Congresso di Epidauro del 1822 dichiararono
l’indipendenza della Grecia, la Santa Alleanza non prese una posizione.
La guerra si protrasse per anni. La svolta si ebbe quando l’Inghilterra, la
Francia e la Russia imposero alla Turchia di riconoscere l’indipendenza greca e,
al suo rifiuto, inviarono una flotta, sconfiggendola nella battaglia navale a
Navarino.
Le operazioni militari si conclusero con la Pace di Adrianopoli con cui
nacque la Grecia indipendente moderna. Con la Conferenza di Londra ne
divenne sovrano Ottone di Baviera.
L’indipendenza della Grecia rappresentò una modifica dell’ordine europeo
scaturito dal Congresso di Vienna e un fallimento per la logica della Santa
Alleanza.