PSICODIAGNOSTICA
INTRODUZIONE
MATERIALE PER L’ESAME



SLIDES LEZIONE
Codispoti, Bastianoni, La diagnosi psicologica in età
evolutiva. Le bussole, Carocci, 2007. Da fare per
intero
Lis, Di Riso, Mazzeschi, Chessa, La valutazione
dell'adattamento psicologico del bambino. Milano:
Raffaello Cortina, 2013. Da fare per intero
LA PSICODIAGNOSTICA

DEFINIZIONE

FINALITA’

SPECIFICITA’ IN ETA’ EVOLUTIVA
LA PSICODIAGNOSI
È un processo di “conoscenza attraverso”
È un processo legato al contesto teorico di
riferimento
Richiede strumenti altamente specifici e
differenziati
Ha come scopo quello di individuare
“caratteristiche di funzionamento
psicologico”
CONCETTO DI NORMALITA’
Nel linguaggio comune normalità ha un significato di “regola,
esempio, modello”
Definizione di anormalità (dal dizionario) “non conforme
alla norma, irregolare”
Definizione di disadattamento “incapacità di risolvere i
problemi posti dall’ambiente”
Definizione di patologia “un insieme di condizioni atipiche o
degenerate rispetto alla norma nel funzionamento di un ente o di
una persona”
Una visione critica del termine porta a vedere la normalità
come concetto relativo (come dall’etimologia del termine)
I criteri rispetto a cui è specificata la relatività sono diversi; con il
contrario di “nomale” sono stati usati tre termini: anormale,
patologico e disadattato. Tutti questi termini hanno una
connotazione negativa, ma significati differenti.
Normalità
Rispetto ad un criterio esterno
Rispetto ad una norma
statistica
In funzione dell’ideale, della
regola
Sulla base della maggioranza Riflesso degli ideali socialmente
comportamenti o punti di vista stabiliti
Rispetto a salute vs patologia
Modello medico
Approccio descrittivo-operazionale del DSM
(Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders, APA)
Rispetto a criteri interni
- su base funzionale
- su base temporale
- su base strutturale
normalità definita in base al
funzionamento interiore delle
persone.
Il suo opposto è il disadattamento
la salute mentale è un processo che
continua durante tutta la vita della
persona. Attenzione verso il passato e
alla sua influenza sulla vita della
persona
crescita della personalità può essere
vista utilizzando la metafora di una
casa. Differenza tra sintomi (quello
che è esterno) e struttura su cui si
costruisce la personalità.
Normalità e patologia
come un continuum tra processi consci
ed inconsci
Non esistono differenze qualitative tra normalità e patologia
(Freud)
Infatti sono identici i meccanismo psichici
che determinano l’equilibrio o la sua rottura
Normalità dal punto
di vista del paziente
Normalità e vissuto
soggettivo
- ci si può sentire
- si può essere malati ma non sentirsi
malati ma non esserlo tali (molte persone infatti possono
avere delle patologie ma non le
vivono come tali)
La sofferenza di una persona può essere dovuta:
- al non sentirsi “come gli altri”
- al sentirsi diverso da un proprio
ideale
- al sentirsi diverso da una norma
- al sentirsi diverso rispetto ad un
precedente livello di funzionamento
In tutti i casi la diagnosi
deve tenere conto
della sofferenza
e dei vissuti soggettivi
e non soltanto di criteri
oggettivi
LIVELLI DI SVILUPPO





BIOLOGICO
COGNITIVO
EMOTIVO
FAMILARE
SOCIALE
Normalità e patologia in età
evolutiva

Bambini sani vs bambini patologici



Teoria dello sviluppo normale
Età cronologica vs età mentale
COMPORTAMENTI TIPICI:
18-24 mesi: sfuriate, rifiuti, richiesta attenzione, iperattività,
disattenzione, timori specifici.
3-5 anni: paure specifiche, falsità, negativismo.
6-10 anni: sfuriate, iperattività, ipersensibilità, problemi scuola,
riservatezza.
11-14 anni: sfuriate, ipersensibilità, malinconia, riservatezza.
15-18 anni: problemi scolastici, assenze a scuola, trasgressioni.

Individuare un disturbo e poterlo definire nella sue
caratteristiche specifiche

Classificazione dei disturbi

Ricostruzione della storia naturale del disturbo

Capire come il disturbo possa trasformarsi
 Psicopatologia dello sviluppo


Fondamentale sottolineare il ruolo dei cambiamenti
evolutivi nel determinare ORIGINE, SINTOMI,
EVOLUZIONE psicopatologia.
Valutare: NATURA e SIGNIFICATO del “problema”


Comportamenti atipici rispetto ad uno standard
normativo e alla cultura di riferimento.
Compiti evolutivi (Havighurst, 1952): interazione tra
maturazione biologica e attese sociali.
Continuità/discontinuità

Es. ipotesi continuità Attaccamento

Es. ipotesi discontinuità “crisi adolescenziale”

Disturbo nell’infanzia conduce al persistere del
disturbo in età successiva o l’influenza di interazioni
familiari-ambientali positive può portare ad esiti
differenti?



Continuità non necessaria, né eventuale indice
prognostico. Vs ipotesi causalità lineare.
Sanavio & Cornoldi (2001) parlano di soglia
arbitraria di psicopatologia in età evolutiva.
Necessario parlare di PERCORSI DEVIANTI E
TRAIETTORIE DI SVILUPPO
Obiettivi della diagnosi in età evolutiva


Identificare le ragioni che hanno portato il bambino alla
valutazione;
Ottenere un quadro del funzionamento psicologico
secondo un’ottica evolutiva
Tappe evolutive
 Difficoltà strutturali (deficit dell’Io)?
 Difficoltà da «blocco evolutivo»?
 Difficoltà nel passato o attuali?


Identificare i fattori familiari e ambientali correlati al
suo funzionamento

Stabilire se è presente un disturbo psicopatologico, e
porre una diagnosi differenziale;



Strumenti testistici
Manuali di classificazione dei disturbi mentali
Stabilire se è necessario un trattamento, e, in caso
affermativo, sviluppare le linee guida di un programma
terapeutico.

Profilo funzionale del bambino


Livello e sviluppo delle competenze (motoria, linguistica,
simbolica, logica, comunicativa)
Profilo affettivo del bambino

Organizzazione della sua struttura di personalità
Implicazioni della diagnosi in età evolutiva
Alcuni comportamenti problematici non sempre assumono una
valenza clinicamente significativa (Kazdin, 1993).
I.
I.
II.
I.
Mentire
Iperattività
Distinguere la presenza di psicopatologia franca da
semplici variazioni dalla norma senza significato
psicopatologico ( intensità, pervasività, invalidanti??)

Alcune manifestazioni comportamentali potenzialmente
“patologiche” compaiono solo in specifiche fasi dello
sviluppo perché caratteristiche di una particolare
interazione tra diversi fattori tipici di quel periodo
psicologico
 Angoscia
dell’estraneo (8 mesi)
 Comportamenti impulsivi in adolescenza
•
Spesso ci possono elementi di continuità tra i disturbi
in età evolutiva e in età adulta
–
Continuità omotipica
•
–
Disturbo il cui esordio è in età evolutiva e perdura (bipolare)
Continuità eterotipica
•
Lo stesso disturbo è espresso in modo diverso nelle diverse
fasi (ansia)
Anche il bambino patologico cresce e con lui anche il
suo disturbo
Capire come un determinato sintomo può cambiare nel
tempo (è guarito o ha solo cambiato manifestazione?)
Uno specifico disturbo clinico può scomparire ed essere
sostituito da un altro disordine tipico di uno step
evolutivo successivo. Questo fenomeno è definito
“developmental symptom substitution” (Levitt, 1971).
•
Anche se per convenzione si fa, non sarebbe corretto
trasferire i quadri nosografici della psicopatologia
degli adulti a bambini e adolescenti
•
Alcuni disturbi non si presentano in età evolutiva.
•
•
Altri sì, ma con descrizione sintomatologica molto differente.
•

Dipendenza da sostanze
Disturbo antisociale
In età evolutiva (adolescenza)
Più semplice riconoscere comportamenti manifesti
 Più difficile cogliere le difficoltà intrapsichiche



C’è un percorso normativo dello sviluppo del
bambino e l’interazione di diversi fattori *possono
implicare una deviazione in senso disadattivo** che
perdura nel tempo
Traiettoria evolutiva/linee evolutive (A. Freud, 1969)
Esempi linee/traiettorie evolutive
1° anno
5
Visione del
egocentrismo/so mondo molto
cievolezza
narcistsica ed
egocentrica
6. Corpo/gioco
2° anno
3° anno
Gli altri bambini
sono considerati
come oggetti
inanimati
Gli latri bambini
sono visti come
elementi di aiuto
per scopi
desiderati
Passaggio ai
giocattoli, e loro
uso in funzione
dell’attività e
conquiste dell’
Io
Gioco
Oggetto
autoerotico e
transizionale
coinvolge il
corpo della
madre e proprio

Le traiettorie di sviluppo sono influenzate da:
 Fattori
di rischio
>
probabilità di esacerbarsi della psicopatologia
 > vulnerabilità
 Interni ed esterni
 Fattori
<
di protezione
probabilità di esacerbarsi della psicopatologia
 < vulnerabilità
 Interni ed esterni

In età evolutiva non si può mai prescindere dal
valutare il contesto relazione entro il quale si
sviluppa il sintomo (almeno 0-3 anni)
 Funzionamento
familiare
 Caratteristiche individuali dei genitori
 Caratteristiche della relazione adulto bambino
 Fantasie del genitore sul disturbo del bambino
RESILIENZA




Capacità di raggiungere esiti positivi (adattamento
e sviluppo) nonostante una condizione ad alto
rischio.
Mantenimento di un buon livello di competenza in
condizioni di stress o pericolo ambientale.
La “riparazione” del trauma.
Competenza tesa al mantenimento dell’integrità
personale.
Valutazione del contesto





Sviluppo in termini di adattamento: interazione tra
bambino e contesto
Microsistema: esperienza diretta quotidiana
Mesosistema: relazioni tra microsistemi
Esosistema: contesti in cui il bambino non è coinvolto
direttamente ma che influenzano il suo
funzionamento (es. orari lavoro genitori)
Macrosistema: cultura riferimento
Valutazione del contesto

Cos’è importante valutare:
Sono funzionali alle esigenze evolutive del
bambino?
Qualità della comunicazione tra i sistemi
Fattori protettivi o di rischio

Capacità problem solving



Peculiarità della diagnosi età evolutiva


Scarsa capacità di descrivere se stessi
I. “Non lo so” attenzione
II. No difesa o ritiro
“I bambini non si auto segnalano” (Siegel, 1987)
I. Ambiente non familiare
II. School-testing, assenza di feedback (ansia,
difese, sentirsi stupidi)


Fornire un ambiente di contenimento (Winnicott,
1965)
I.Gioco e non performance scolastica
Gestione della fase test.
I. Possibilità di rivedere le prove
II. Bambini con problemi più vulnerabili, cattivo senso
di se

Il riconoscimento del problema in età evolutiva
 Meno «sofferenza interna»
 Più «fattori esterni»
 Importanza del coinvolgimento dei genitori
Problemi strutturali
 Problemi reattivi
 Crisi evolutive

Si parte dai genitori

Colloquio coi genitori

Strumenti testistici per i genitori
 Approccio
 Aspetti



riguardanti i genitori
Sintomi
Aspetti di personalità
Profilo di attaccamento
 Approccio

multi-method
multiple-informant
Bambino e genitori (insegnanti)
Processo diagnostico

Fasi

Setting
Spazio-Tempo

Teorie riferimento

Attenzione alla persona

Segnalazione

Invio esterno

Segnalazione genitori



Perché?
Perché adesso?
Domanda manifesta/latente
Il lavoro coi genitori




Cosa succede dopo la segnalazione?
Fissare un primo colloquio coi genitori SENZA il
bambino.
Capire se il “soggetto” della consultazione è
davvero il bambino ( a chi appartiene il disagio
che segnalano??)
Problema intrapsichico vs patologia del legame
Perché è importante che vengano da
soli

Capire meglio il problema, esprimersi liberamente

Informazioni di cui il bambino non è a conoscenza


Evitare che parliamo davanti a lui “come se” non ci
fosse
DIVERSI CONTESTI /privato/ NPI/
-
-
-
E’ importante che i genitori si sentano motivati ad
approfondire la situazione del figlio perché :
Comunica il loro interesse al bambino.
Permette di avere una più ricca anamnesi sul
bambino.
Permette di vedere come ognuno si rappresenta il
bambino
Permette di osservare le dinamiche di coppia e
familiari.
-
-
Sul piano legale nessuno può vedere il bambino se non
c’è il consenso di entrambi i genitori.
Attenzione in caso di genitori separati.
- Sul piano psicologico il figlio, nasce, cresce e si sviluppa
all’interno di una famiglia e da essa è influenzato.
Una mancata alleanza con i genitori può
compromettere l’alleanza terapeutica con il bambino

“ nessun bambino giunge alla consultazione per un
disagio psicologico se i genitori non lo consentono”
(A. Freud, 1965)
Colloquio con i genitori




ANALISI DELLA DOMANDA
Spostare l’attenzione dal sintomo alla modalità
relazionale implicita e al contesto che l’ha motivata.
Perché proprio adesso?
La richiesta è l’espressione di un intreccio relazionale e
di conflitti interni o esterni che si riflettono nelle
fantasie e nelle aspettative della consultazione.
Se DIRETTA dal genitore
 Realmente preoccupato
 A disagio col problema del figlio (difensivo,
ambivalente)

Se INDIRETTA
 Psicologo come “giudice” che medi il conflitto con
la scuola.



Verbalizzare e capire queste dinamiche, non agirle
 condivisione di un obiettivo comune
Snocciolare:
a)Cosa ha portato il genitore da noi.
b) Perché adesso?
c) c’è una domanda CHIARA di aiuto?
d) A chi e come è stata formulata?
e) Chi e cosa c’è dietro?
f) Cosa ci si aspetta dallo psicologo?
g) Ansie e speranze?
h) Assume responsabilità o vuole che lo psicologo colluda?
Aree del colloquio coi genitori

1.
2.
3.
4.
MOTIVO DELLA CONSULTAZIONE
Riconoscono il disagio psicologico?
Indagare e accrescere, se necessario la motivazione
INTRINSECA della coppia genitoriale.
Atteggiamento emotivo parentale nei confronti del
disagio
Grado di coinvolgimento (disturbati, frustrati, in
colpa…)
COME PRESENTANO IL DISAGIO DEL FIGLIO.





Sintomi (approfondimento)
Segnalazione per difficoltà in “specifici momenti
sociali”.
L’attenzione è su fattori esterni
Lo psicologo deve analizzare cosa c’è sotto il
sintomo ossessivo ad esempio
Es. Ingresso asilo/ Ingresso scuola elementare
ASPETTI DI PERSONALITÀ
Normalità vs patologia (figlio come oggetto separato o no?)
Meccanismi di difesa
 Aspettative
Io e Super Io
 Fantasie



Ogni fase dello sviluppo del figlio risveglia vissuti della
stessa fase come vissuta dai genitori.
Attenzione a non “mettersi dalla parte del bambino”
DESCRIZIONE DEL BAMBINO ATTUALMENTE E NEL
PASSATO
1. Il bambino non sa ancora integrare le esperienze passate,
presenti e future come parti di sé
2. Il bambino piccolo si vive solo “nel presente”.
 STORIA DEL BAMBINO
1.
Confronto “investimento ideale” e “investimento reale”.
2.
Attenzione se è solo “fattuale” o “emotiva”
3.
Come ricorda, come si è sentito il quel momento
4.
Sviluppo biologico vs sviluppo psicologico
5.
Gravidanza, parto, linguaggio, controllo sfinterico, cura
del corpo,processo di separazione, amicizia, gioco,
scuola, tempo libero.


1.
2.
3.
4.
5.
CONTESTO FAMILIARE ATTUALE E PASSATO
Il problema del bambino interferisce nelle dinamiche di
coppia?
Quali accorgimenti sono stati adottati fino a quel
momento?
Rapporti con altri figli
Altri significativi
Eventi importanti della famiglia


1.
2.
STILI FAMILIARI ED EDUCATIVI ATTUALI E PASSATI
RELAZIONE DI COPPIA
Affidamento reciproco per la crescita del bambino
Capacità vs aspettative
Anamnesi

Uno/due incontri con i genitori

Focalizzarsi sulle aree

Strutturato

Importanza delle tappe evolutive, oltre alla
descrizione fattuale soffermarsi sulle aspettative, sui
vissuti, gli ideali.
Anamnesi
Concepimento È stato un bambino desiderato?
Quando è arrivato nella storia della coppia, investimenti
affettivi e concreti, bambino ideale.
 Gestazione percorso “medico”, fantasie, paure, vissuti




Partoaspettative, possibili difficolà, “urgenza”
Allattamento storia allattamento. Es. allattato fino a 5
anni
Sonnoritmi familiari, condivisione dei compiti
Anamnesi




Svezzamento età, modalità
Alimentazione selettiva, condivisione momenti
familiari o situazione “unica”
Asilo a che età, motivazioni, inserimento,
separazioni, vissuto Madre, vissuto Bambino
Malattie prime malattie, gravità e percezione
della gravità
Anamnesi



Deambulazione esplorazione ambiente
Linguaggio età, prime parole, informativo,
propositivo
Controllo sfinteri  gestione, atti associati, vissuto
familiare es. bambina Violeta
Anamnesi




Disegno/gioco  spazio/ tempo di investimento,
contenuto, modalità, interazioni con persone
significative
Scuola maternaaveva frequentato nido? Entrata
sociale del bambino. Relazioni pari, investimenti
Scuola elementare apprendimento, vissuti emotivi,
senso di sé.
Scrittura/Lettura investimento, difficoltà, gestione
compiti
Anamnesi



Fratelli ordine genitura, differenze età, vissuti per
le nascite, possibili regressioni, condivisione della
nuova nascita, differenze, attribuzione “ruoli
familiari”
Amici  capacità di investimento, tipologia di
relazione
Relazioni familiari: stili genitoriali, comunicazione
(anche affettiva e non verbale), famiglia allargata
(radici, identità).
Anamnesi

Eventi potenzialmente traumatici o stressanti
Emergono anche…



Aspetti di personalità dei genitori;
Disponibilità alla fase diagnostica e poi
terapeutica;
Attenzione se ci sono sempre entrambi
Il ruolo del padre





Dovrebbe essere presente alla consultazione
Ruolo e funzione del padre
Vissuto del bambino, entrambi si preoccupano per lui
Interazione con la moglie
Non è la stessa cosa se dedotte dai racconti della
mamma
Valutazione del contesto familiare








Adattamento al ruolo di genitore:
Cure fisiche ed emotive adeguate per età e bisogni
specifici?
Consapevoli processi di attaccamento?
Responsabilità ruolo e accettazione conseguenze?
Atteggiamenti verso i compiti di cura?
Riconoscono problemi e bisogni dei figli?
Attribuzioni causali per spiegare eventi (interneesterne)
Coerenza interna e interparentale
Emozioni e risposte allo stress



Come rispondono al pianto ma anche al riso
Come interpretano l’ansia e lo stress
Come rispondono di fronte a comportamenti
disturbanti
Rapporto con i figli






Sentimenti
Empatia
Propri bisogni vs quelli dei figli
Riescono a considerare i figli come soggetti
separati e distinti
Spazio di gioco comune
Offrono oltre alle cure primarie anche spazio/
tempo di condivisione altra
Influenze familiari







Livello di consapevolezza rispetto alle esperienze
di accudimento da parte dei propri familiari
Come lo valutano
Influenze transgenerazionali
COPPIA: sostegno reciproco, conflitti quale ruolo
per i figli?,
Che significati il figlio assume per i genitori
Atteggiamenti del figlio nei confronti dei genitori
Risorse economiche familiari
Fattori temporalmente aggravanti

Specificità del momento e del ciclo di vita familiare
che hanno caricato i genitori di alti livelli di stress o
vulnerabilità
Interazione con l’ambiente esterno



Presenti sostegni esterni?
Relazione tra famiglia e altre istituzioni
Il bambino può usufruire di altre relazioni
significative in altri sistemi?
Fattori prognostici

Atteggiamento genitori
Atteggiamenti culturali

Storie familiari precedenti

Come potrebbero arrivare i
genitori…

Chiusi
Diffidenti
Irritati

Spinti dall’insegnante o dal pediatra ad esempio



CompiacentiIdealizzanti il professionista come
“esperto” “salvatore”



NECESSARIO creare un’atmosfera di disponibilità e
di fiducia
Accogliere e lavorare sulle perplessità
Lavorare sulle diverse rappresentazioni del disagio
del bambino
Se patologici…



Patologia genitoriale presenta un ruolo importante
nello strutturarsi della problematica del figlio (uno dei
principali fattori di rischio).
Comunque è il figlio il centro dell’attenzione
“creare uno spazio mentale dove il bambino possa
nascere ed evolvere nella mente del genitore”.
Domanda Famiglia







Visione di Coppia o singolo genitore
Sintonica/Distonica
Paziente designato
Riconoscimento dei bisogni propri-del figlio
Meccanismi di difesa  scissione, proiezione,
negazione …
ASPETTATIVE
Il bambino non può essere aiutato senza la
collaborazione dei genitori “creazione spazio
mentale”
VINELAND
Dai genitori al bambino

Cosa cambia:

SETTING
TEMPI
SPAZI
PSICOLOGO

Perché? Investimenti, identificazioni, alleanza



Alcune precisazioni
Il colloquio col bambino è sempre preceduto
dal colloquio coi genitori  si concorda come
presentarsi-cosa comunicare
 Il colloquio clinico è uno strumento
imprescindibile anche con il bambino.


L’utilizzo di tecniche testistiche, gioco e disegno
non sostituisce il momento di colloquio.







Non è un processo dello psicologo sul bambino ma
col bambino, attraverso l’interazione, lo scambio, la
relazione.
Pre-requisiti:
SENSO di REALTA’ del bambino
STATO EMOTIVO che prevale
COME SI PERCEPISCE
COME SI PROPONE
COME SPERIMENTA IL DISAGIO(potrebbe non
corrispondere alla motivazione genitoriale)
Alcuni aspetti tecnici

Il setting
 Età
specifico
 Ambiente e psicologo a misura di bambino
 Materiale per disegnare
 Giocattoli
 Simbolici
 Giochi
 No
in scatola
ambiente sovrastimolante
 Strutturazione del primo incontro ambiente contenitivo
 Clinico all’altezza del bambino
Importante

COMUNICAZIONE

Presentarsi

Sai perché sei qui?
Ci serve per capire le sue rappresentazioni

Chiarire che non sarà un contesto di solo gioco

Come entra nella stanza

Separazione dai genitori

Altri contesti

Primo obiettivo attenzione al bambino, affetti,
rappresentazioni
Incontro col bambino
Presentazione reciproca
 Cosa pensa, prova
 Sue motivazioni e aspettative
 Livello di rappresentazione dell’altro e di sé

Possibile resistenza all’incontro
 -fantasie –esperienze passate

Alcuni aspetti teorici

Il primo contatto col bambino
 “Spazio
mentale potenziale” e holding del
clinico (Winnicott, 1971)
 Spazio intersoggettivo e intrapsichico (Bertolini,
Giannakoulas e Hernandez , 2003)
 Differenziare
la problematica che il bambino
presenta e il significato che le attribuisce, da
quella presentata dai genitori (Sai perché sei
qui?)

Peculiarità:
 Necessità
del clinico di adattarsi allo stile, al
linguaggio,
alla
personalità,
al
mondo
rappresentazionale e allo stadio di sviluppo del
bambino (Greenspan, 1999; Piaget, 1926)
 Attenzione a “cosa fa”, non solo “cosa dice”: non
racconta ciò che lo preoccupa, ma agisce le sue
preoccupazioni (Winnicott, 1971).
 Come il bambino è capace di immaginarsi nel
futuro, tendenze regressive e progressive e
capacità di storicizzarsi in rapporto all’età
cronologica (Piaget, 1946)
 Le aree nei primi colloqui col bambino


Come vive il suo malessere: rappresentazione
Informazioni descrittive e affettive su:
Famiglia (aspetti relazionali, ruoli, identificazioni,
conflitti)
 Pari (aspetti relazionali)
 Giornata: organizzazione spazio e tempo (scelte,
imposizioni, piacere)
 Scuola
 Focus su FUNZIONAMENTO e IMMAGINE INTEGRATA non
su ciò che non funziona.

 Come
rivolgersi ai bambini
 Iniziare con domande ampie e generali
 Domande specifiche relative alla problematica
 Basarsi sulle prime risposte fornite dal bambino
per orientarsi in seguito verso l'approfondimento
di ciò che piano piano emerge dall’incontro col
bambino stesso e dalle sue stesse parole
L’adolescenza







Problematiche evolutive tipiche
Possibili fonti di conflittualità
Consolidare immagine di sé
Rinnovata identità che integri i cambiamenti
evolutivi: chi è e chi vorrebbe essere
Nuove fantasie, pensiero astratto e razionale
Dimensione del privato
Senso di sé autonomo

Psicologo minaccioso per eccessiva dipendenza
Tutti hanno paura di me

Scelte oggettuali

Segnalazione adolescente



Potrebbe arrivare da solo
Scopo indagine diagnostica è la ricostruzione
dell’immagine di sé dell’adolescente e la
restituzione di essa a lui: conoscere i processi di
individuazione, l’uso delle difese (Senise, 1990)
Riuscire a costruire un campo relazionale,
un’esperienza, in cui poco a poco il paziente si
sentirà al sicuro quando parlerà delle sue fantasie,
debolezze e capacità.
Segnalazione adolescente







Questa è mia figlia, voglio che le parli
Problema familiare
Quando diventa un problema
Costruzione alleanza
Fiducia
Scelte comunicative
Rischio
Adolescente


“Essere in contatto con il paziente significa essere
sensibili alla sua età, apprezzare il significato
affettivo della sua esperienza attuale, come base
per una comprensione delle sue problematiche
collegate a fantasie e a deficit e dei suoi tentativi
di soluzione”
Rischio di confondere “crisi” per patologia o
viceversa
Colloquio adolescente








Immagine di sé: vissuto, atteggiamento, aspettative.
Pulsioni aggressive e libidiche: espressione,
contenimento, agiti.
Attitudine verso la realtà.
Conflitto dipendenza/indipendenza.
Spinta all’autonomia.
Rapporto con l’infanzia.
Relazioni significative.
Differenziare vissuti emotivi.
Colloquio Adolescente
Tappe evolutive e compiti di sviluppo
Quale è la situazione attuale del ragazzo rispetto alle competenze
cognitive e sociali e all’assetto emotivo? E nel passato? Cosa si
aspetta il ragazzo? Cosa si prepara ad essere nel futuro?
L’esperienza del cambiamento corporeo
Come si pone il ragazzo nei confronti di questi cambiamenti? Quale
ruolo informativo hanno la famiglia, la scuola e il gruppo dei pari?
Qualità delle relazioni tra l’adolescente e la famiglia
Che tipo di rapporto ha il ragazzo con la famiglia? (evoluzione del
processo di distacco, influenza degli altri significativi sul disagio,
modalità del ragazzo di veicolare e gestire le emozioni all’interno
della famiglia etc.)
Gruppo dei pari
Che tipo di rapporti ha il ragazzo con il gruppo dei pari? Che
importanza ha il gruppo dei pari per la costruzione della propria
identità?
GENITORI
SCUOLA
Adolescenza
GRUPPO
DEI PARI
“qualcosa si è rotto”…
Isolamento e Ritiro sociale
Noia e disinteresse
Vergogna
Agito dirompente
Provocazione e spavalderia
Comportamenti a rischio
Blocco evolutivo
Forte resistenza alle relazioni d’aiuto
ASSESSMENT SPECIFICO
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DOMANDA
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LIVELLO DI FUNZIONAMENTO

IPOTESI DIAGNOSTICHE