L’Europa fra Legittimità
ed Equilibrio
L’Europa fra Legittimità ed Equilibrio
Il Congresso di Vienna
Dopo la sconfitta di Napoleone a Lipsia (ottobre 1813) e la sua abdicazione
(6 aprile 1814), il 1° novembre 1814 a Vienna si riuniscono in congresso le delegazioni di
circa 200 Stati europei:
» i lavori durano fino al 9 giugno 1815,
poco prima della sconfitta definitiva
di Napoleone a Waterloo (18 giugno
1815);
» un ruolo di primo piano viene giocato
dalle potenze che hanno vinto su
Napoleone (Austria, Inghilterra,
Russia e Prussia) e dalla stessa
Francia, dove è stata ripristinata la
monarchia borbonica.
L’Europa fra legittimità ed equilibrio
La Restaurazione
Il termine “Restaurazione” indica i provvedimenti presi dalle potenze europee riunite a Vienna
per riordinare l’Europa all’indomani della sconfitta di Napoleone.
I sovrani europei, infatti, desiderano:
» ritornare all’Antico Regime spazzato
via dalla Rivoluzione francese;
» restaurare l’assolutismo;
» cancellare le conquiste politiche,
civili e costituzionali che la
Rivoluzione ha prodotto.
L’Europa fra legittimità ed equilibrio
Il principio di legittimità
Il ministro degli Esteri francesi Talleyrand
(che rappresenta la monarchia borbonica
tornata sul trono) riesce a far passare il
principio di legittimità come uno dei criteri
per definire il nuovo assetto geopolitico
dell’Europa.
In base a esso i troni devono essere restituiti
ai loro legittimi sovrani, spodestati da
Napoleone.
L’Europa disegnata a Vienna, secondo
questo principio, dovrebbe dunque ricalcare
la geografia politica prerivoluzionaria.
L’Europa fra legittimità ed equilibrio
Il principio di equilibrio
Oltre che sul principio di legittimità,
le decisioni prese dalle grandi potenze
europee si basano sul principio di equilibrio,
caldeggiato dal primo ministro austriaco
Metternich.
Con questo principio si vuole impedire a uno
Stato di prevalere sugli altri.
In questo modo, Metternich punta a:
» scongiurare nuove mire egemoniche
da parte delle potenze europee;
» affidare all’Impero austriaco il
compito di garante dei nuovi equilibri
continentali.
L’Europa fra legittimità ed equilibrio
A Vienna si ridisegna l’Europa politica
Per evitare le conseguenze di un nuovo eventuale movimento rivoluzionario, intorno alla
Francia viene formato una sorta di cordone sanitario rafforzando gli Stati limitrofi.
Paesi Bassi, Confederazione
germanica, Confederazione
svizzera e Regno di Sardegna
diventano, dunque, una sorta di
Stati-cuscinetto.
Inoltre, alle potenze che hanno
vinto Napoleone vengono
concessi ingrandimenti territoriali.
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Una restaurazione impossibile
L’applicazione dei due principi porta a un nuovo assetto geopolitico diverso, però, da quello
prerivoluzionario.
Il ritorno integrale al passato non avviene neanche sul piano istituzionale.
I sovrani della Restaurazione, infatti:
» capiscono che alcune riforme
introdotte da Napoleone sono
comunque utili;
» non cancellano le innovazioni
nell’apparato burocratico
(come il codice civile, i censimenti
e la centralizzazione del potere),
che favoriscono una gestione
efficiente dello Stato.
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Le nuove aspirazioni dei popoli
Da Vienna esce un ordine stabilito a tavolino che
mostra grossi limiti.
In particolare, perché:
» il passaggio di Napoleone ha risvegliato
nei popoli europei un prorompente
bisogno di libertà;
» grazie alla cultura del Romanticismo si è
diffusa l’idea di nazione, che propone il
recupero delle identità nazionali contro
l’astrattezza del cosmopolitismo
illuministico.
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La Santa Alleanza
Ben presto l’ordine imposto dal Congresso
di Vienna mostra i suoi limiti di fronte alla
richiesta di libertà proveniente dai popoli
europei.
Per difendere l’ordine restaurato in Europa, il
26 settembre 1815 Russia, Austria e Prussia
danno vita alla Santa Alleanza.
Questa Alleanza, però, si trasforma ben
presto in uno strumento di controllo
poliziesco.
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L’Italia della Restaurazione
Metternich definisce l’Italia della Restaurazione solo un’“espressione geografica”. L’intero
assetto della penisola viene modificato e rimangono in vita solo pochi Stati:
il Regno di Sardegna
(che comprende anche l’ex repubblica di Genova);
» il Lombardo-Veneto (sotto l’Austria);
» il granducato di Toscana;
» il Regno delle Due Sicilie;
» lo Stato della Chiesa;
» alcuni Stati più piccoli, come il ducato di
Lucca e i ducati padani (ducato di Parma
e Piacenza e ducato di Modena e Reggio).
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Le società segrete
L’impossibilità di rendere manifesta
l’opposizione politica produce un fiorire di
associazioni (sette) segrete, che:
» sono avverse all’assolutismo;
» hanno in genere come modello la
massoneria (una società segreta
nata a fine in Inghilterra alla fine del
Settecento).
L’ingresso dei nuovi adepti avviene con un
complesso rituale di iniziazione.
Le sette hanno, inoltre, una struttura fortemente gerarchizzata e a diversi livelli di iniziazione
corrisponde una più ampia conoscenza dei fini che l’associazione stessa si prefigge.
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Il carattere elitario delle società segrete
Le società hanno un carattere elitario:
» esprimono la protesta dei ceti aristocratici
e dell’alta borghesia;
» annoverano tra gli iscritti molti ex ufficiali
dell’esercito napoleonico.
Il popolo, invece, resta lontano da questa realtà, perché:
» è deluso dalla guerra e spaventato dalla
repressione poliziesca;
» è incapace di comprendere concetti astratti
come quelli di libertà e uguaglianza.
La più importante tra le società segrete è la Carboneria,
diffusa in Francia, Spagna, Germania e particolarmente
attiva in Italia.
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Una stagione di rivolte
Le società segrete organizzano una serie di
rivolte (moti), che scoppiano un po’ ovunque
tra gli anni Venti e gli anni Trenta.
I primi moti contro l’ordine restaurato si
hanno tra il 1820 e il 1821.
Le rivolte non hanno però successo, perché
o sono ordite da società segrete prive di
seguito popolare, o sono frutto di
pronunciamenti militari nati in seno agli
elementi più “illuminati” degli eserciti.
Unica eccezione in Europa è l’insurrezione
della Grecia.
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I moti in Spagna e nel Regno di Napoli
Nel gennaio del 1820 reparti dell’esercito
spagnolo si ammutinano e ottengono dal
re la concessione della Costituzione:
è il primo attacco all’ordine voluto dal
Congresso di Vienna.
Nel 1821, però, la Santa Alleanza interviene in
Spagna e la Costituzione viene cancellata.
Nel Regno delle Due Sicilie, un’insurrezione
militare ottiene dal re Ferdinando I la
Costituzione (luglio 1820).
Il sovrano chiede però l’aiuto dell’Austria, che invia le sue truppe a ripristinare il regime
assolutistico.
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I moti in Piemonte e in Lombardia
Nel Regno dei Savoia un tentativo costituzionale dei liberali piemontesi fallisce, quando l’erede
al trono Carlo Alberto fa mancare il suo sostegno all’insurrezione (marzo 1821).
Anche qui l’ordine viene riportato dalle truppe
austriache.
Nel Lombardo-Veneto, L’Austria fa arrestare e
deportare i patrioti appartenenti alla società segreta
Federazione italiana.
Tra i condannati al carcere ci sono Piero Maroncelli,
Federico Confalonieri e Silvio Pellico. Quest’ultimo,
nel carcere moravo dello Spielberg, scriverà il librodenuncia Le mie prigioni.
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L’indipendenza greca
In Grecia (sottoposta al dominio ottomano) una ribellione indipendentista (gennaio 1822) viene
inizialmente repressa nel sangue dai turchi.
La rivolta greca però:
» attira le simpatie di intellettuali
romantici, come il poeta inglese
George Byron;
» desta l’interesse delle potenze
europee, interessate a espandersi
nella regione.
Russia, Inghilterra e Francia intervengono
così a fianco degli insorti e costringono i
turchi a concedere l’indipendenza alla
Grecia (pace di Adrianopoli, 1829).
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