Famiglia e stratificazione sociale • La stratificazione sociale è il sistema delle disuguaglianze strutturali di una società nei suoi due aspetti principali: quello distributivo (risorse materiali) e quello relazionale (rapporti di potere tra individui o gruppi). • Strato è un insieme di individui (o di famiglie) che godono della stessa quantità di risorse (ricchezza, prestigio) o che occupano la stessa posizione nei rapporti di potere (caste, ceti, classi, genere, età, etnia). La famiglia nella stratificazione sociale • Appartenere ad una famiglia piuttosto che ad un’altra significa avere il destino abbastanza segnato perché l’origine della famiglia è ciò che permette la possibilità o meno di accedere a determinate risorse non solo economiche, ma anche culturali. Collocazione del capofamiglia (maschio) nella stratificazione occupazionale: Ceto medio rurale Capo famiglia operaio urbano Capofamiglia Capofamiglia • Questo è un modello elementare che considera solo il capofamiglia. Oggi non è più esauriente perché la donna ha un diverso status. Barbagli • Famiglie crossclass: media tra le due classi di appartenenza individuali tra marito e moglie. Schizzerotto • Posizione sociale dominante: assumere classe di chi sta più in alto. Famiglia e stratificazione • Essere inseriti in uno strati significa essere socializzati in un determinato modo. • Operai insegnano obbedienza e solidarietà. • Professionisti insegnano autonomia e individualismo. Appartenenza di classe ha effetti sulla struttura della personalità e sul rendimento e successo scolastico • . Famiglia e stratificazione • Istruzione-mobilità sociale: ma l’istruzione da sola non riesce a rendere meno forti le disuguaglianze di provenienza familiare. • Mobilità è affidata al controllo della famiglia attraverso la trasmissione non solo di risorse economiche ma di un vero e proprio capitale culturale. Eredità intergenerazionale della disuguaglianze • L’origine di classe familiare, e le disuguaglianze di classe di partenza, segnano le possibilità di mobilità degli individui. • Per esempio in Italia dopo la seconda guerra grande mobilità sociale. • Ma la mobilità relativa è più lenta. • Competenze e motivazioni cognitive dei bambini e il loro futuro sono fortemente influenzati dall’istruzione dei genitori, dal capitale culturale più che dal reddito. Economia della famiglia • La famiglia è la fonte principale di redistribuzione sia di cura sia di reddito. • Oggi solo agli anziani è garantita la pensione come fonte autonoma fuori dalle cure della famiglia. Alcuni paesi europei la prevedono anche per i giovani. • Il reddito da lavoro dipende dal suo valore d’acquisto. Ma anche da quanti devono vivere con quel reddito, in quanti lo devono dividere. Economia della famiglia • Tenore di vita, redistribuzione e combinazione dei redditi: spesso i redditi da soli sono insufficienti, insieme diventano sufficienti. • Oppure si provvede ad una combinazione di reddito formale e di reddito informale. Famiglia come unità di consumo. • La famiglia è un attore sul mercato di beni e servizi. La famiglia come protagonista della società dei consumi. Consumi che implicano scelte per cui si creano gerarchie di bisogni Famiglia come unità di consumo. • Queste gerarchie producono disuguaglianze sia tra diverse famiglie, sia tra membri della stessa famiglia (per es. vacanze). Oppure acquisto elettrodomestici. Consumi familiari •Come cambia •a spesa alimentare: Anni ’50: 50% cibo Anni ’80: 30% e nel sud 37% 2005: 20% nord, 30,9% sud Oggi maggiori consumatori individuali: ogni membro ha i suoi bisogni da soddisfare diversi • . Famiglia e povertà • Povertà: è la condizione di singole persone o collettività umane nel loro complesso che si trovano a avere, per ragioni di ordine economico, un limitato (o del tutto mancante in condizioni di miseria) accesso a beni essenziali e primari ovvero a beni e servizi sociali d’importanza vitale. Famiglia e povertà • La famiglia compone e ridistribuisce le risorse. Può proteggere dalla povertà oppure rendere i membri più vulnerabili ad essi. • Redditi a rischio: tempo determinato, stagionali, bassi salari, disoccupazione. • Giovani e donne che hanno lavori non stabili, oppure giovani che perdono il lavoro o uomini/donne dopo la separazione. Famiglia e povertà • Lavoratori poveri ma che sommando il loro reddito a quello familiare riescono ad ottenere un tenore di vita superiore. • Al contrario un reddito alto per una sola persona o due potrebbe diventare insufficiente se ci sono molti membri. • Rischio anziani, famiglie monogenitore (rottura reddito familiare), famiglie numerose (non ci sono risorse aggiuntive da parte dei servizi),emigrati, minori fino a sedici anni. Paesi nordici basso grado di povertà persone sole emigrati. Paesi anglosassoni Medio grado adulti soli •madri sole •e loro figli. Italia Medio grado anziani famiglie numerose Famiglia e povertà • Chi nasce in una famiglia povera ha più possibilità di vedere il proprio destino segnato dalla mancanza di determinate opportunità • Perché: l’origine sociale familiare (a chi appartieni) quindi la parentela media l’accesso alle risorse e quindi segna il destino. Famiglia e lavoro • Lavoro: serve a trasformare le risorse in cibo, attrezzature e altri beni (produzione). Famiglia e lavoro Modo di produzione domestico (famiglia si autosostegno); Famiglia e lavoro Società industriali (si lavora per altri). Famiglia e lavoro Perché la gente lavora? Perché deve vivere. Se nessun adulto lavorasse sarebbe il caos. Ma perché si lavora più del dovuto? Profitto; ma non è un elemento universale perché è presente nelle economie monetarie ma non in quelle di sussistenza. Famiglia e lavoro Ma perché si lavora più del dovuto? Perché in famiglie si è pochi a poter lavorare e molti da dover essere sostenuti. Si desidera uno stile di vita più elevato. Per uno scopo: lavoro piacevole, rispetto per gli altri. Tutte le società hanno un qualche tipo di divisione del lavoro (donne/ uomini, adulti/bambini) del lavoro Divisione del lavoro Uno dei primi fattori di cambiamento fu lo studio della condizione femminile negli anni '70: Le donne nel mercato del lavoro; Il lavoro domestico. Da questo per vedere come uomini e donne si organizzano per tenere insieme una famiglia. Divisione del lavoro Anni '70: Uomini giovani adulti sul mercato; Donne giovani adulte a casa. Le donne stavano in casa di più in presenza di figli piccoli anche per la mancanza di servizi (asili, mense). USA: part-time, donne con due ruoli o due lavori. Divisione del lavoro Lavoro domestico: donne Lavoro per autoconsumo: anziani. Lavoro nero e per il mercato uomini Divisione del lavoro Negli ultimi decenni le donne hanno investito in istruzione ed è aumentata la loro partecipazione al mercato del lavoro. In Italia il lavoro cala tra gli anni ‘60 e ‘70 e aumenta alla fine degli anni ‘70. Domanda di lavoro cala quella dell'industria aumenta la domanda sul terziario sale l'occupazione femminile. Offerta di lavoro: decisioni prese in famiglia condizionate dal CONTESTO SOCIOISTITUZIONALE welfare politiche di sostegno alle madri che lavorano modelli culturali. Caratteristiche del lavoro I figli piccoli condizionano la partecipazione delle donne al mercato del lavoro. Paradossalmente però accade: che maggiore scolarizzazione maggiore instabilità coniugale maggiore numero di madri con figli piccoli che devono lavorare. Caratteristiche del lavoro delle donne • • • • • Donne con alta/bassa istruzione. Donne con/senza figli. Part-time Lavoro delle donne contro la povertà. Doppia presenza Lavoro delle donne e domanda di servizi: quindi altro lavoro per altre donne che lavorano. nei servizi • Insegnanti, pubblica amministrazione…. • • • • Altre: Servizi di cura: badanti, baby sitter; Lavanderie; Ristorazione; Divisione sessuale del lavoro Donne: devono anche per il mercato. Uomini: non possono per il domestico. Entrambi: possono nelle famiglie mono o quando entrambi sono in carriera. Divisione sessuale del lavoro Male breadwinner: è in crisi perché le donne portano anch'esse reddito, ma gli uomini non supportano nel lavoro domestico. Anche in Italia le coppie a doppia partecipazione non sono il modello prevalente anche se tende ad aumentare. Europa: Dual earner one and a half earner Italia: due percettori di reddito 55% nord-est 52% nord-ovest 47,8% centro 28,3% sud Donna lavoratrice: Ok Padre domestico: ko. Orari e remunerazioni differenti Lavoro domestico familiare Nulla può essere consumato se prima non viene trasformato e di questo si occupa la madre. Lavoro domestico familiare Maggior possesso di elettrodomestici= diverso standard: si lava di più, si stira di più... Lavoro domestico familiare Casalinga: simbolo del benessere del marito; portatrice di reddito indiretto. Lavoro familiare Lavoro di cura Lavoro domestico Lavoro di consumo Lavoro di rapporto. Lavoro familiare come un non detto, un apriori che tocca alle donne nel matrimonio Lavoro familiare Le madri lavorano per tre volte rispetto ai padri. Se l'orario del lavoro domestico diminuisce è perché si fanno meno cosa: meno pasti (ristorante), meno pulizie, meno figli. Lavoro familiare • Ma se i figli ci sono aumentano sia il lavoro di cura sia quello domestico per le donne .