Famiglia e stratificazione sociale e lavoro21

Famiglia e stratificazione sociale
• La stratificazione sociale è il sistema delle
disuguaglianze strutturali di una società nei suoi
due aspetti principali: quello distributivo (risorse
materiali) e quello relazionale (rapporti di potere
tra individui o gruppi).
• Strato è un insieme di individui (o di famiglie)
che godono della stessa quantità di risorse
(ricchezza, prestigio) o che occupano la stessa
posizione nei rapporti di potere (caste, ceti,
classi, genere, età, etnia).
La famiglia nella stratificazione
sociale
• Appartenere ad una famiglia piuttosto che
ad un’altra significa avere il destino
abbastanza segnato perché l’origine della
famiglia è ciò che permette la possibilità o
meno di accedere a determinate risorse
non solo economiche, ma anche culturali.
Collocazione del capofamiglia (maschio) nella
stratificazione occupazionale:
Ceto medio
rurale
Capo
famiglia
operaio
urbano
Capofamiglia
Capofamiglia
• Questo è un modello elementare che
considera solo il capofamiglia. Oggi non è
più esauriente perché la donna ha un
diverso status.
Barbagli
• Famiglie crossclass: media tra le
due classi di
appartenenza
individuali tra marito e
moglie.
Schizzerotto
• Posizione sociale
dominante:
assumere classe di
chi sta più in alto.
Famiglia e stratificazione
• Essere inseriti in uno strati significa essere
socializzati in un determinato modo.
• Operai insegnano obbedienza e
solidarietà.
• Professionisti insegnano autonomia e
individualismo.
Appartenenza di classe ha effetti sulla struttura della personalità e sul
rendimento e successo scolastico
• .
Famiglia e stratificazione
• Istruzione-mobilità sociale: ma l’istruzione
da sola non riesce a rendere meno forti le
disuguaglianze di provenienza familiare.
• Mobilità è affidata al controllo della
famiglia attraverso la trasmissione non
solo di risorse economiche ma di un vero
e proprio capitale culturale.
Eredità intergenerazionale della
disuguaglianze
• L’origine di classe familiare, e le disuguaglianze
di classe di partenza, segnano le possibilità di
mobilità degli individui.
• Per esempio in Italia dopo la seconda guerra
grande mobilità sociale.
• Ma la mobilità relativa è più lenta.
• Competenze e motivazioni cognitive dei bambini
e il loro futuro sono fortemente influenzati
dall’istruzione dei genitori, dal capitale culturale
più che dal reddito.
Economia della famiglia
• La famiglia è la fonte principale di
redistribuzione sia di cura sia di reddito.
• Oggi solo agli anziani è garantita la pensione
come fonte autonoma fuori dalle cure della
famiglia. Alcuni paesi europei la prevedono
anche per i giovani.
• Il reddito da lavoro dipende dal suo valore
d’acquisto. Ma anche da quanti devono vivere
con quel reddito, in quanti lo devono dividere.
Economia della famiglia
• Tenore di vita, redistribuzione e combinazione
dei redditi: spesso i redditi da soli sono
insufficienti, insieme diventano sufficienti.
• Oppure si provvede ad una combinazione di
reddito formale e di reddito informale.
Famiglia come unità di consumo.
• La famiglia è un
attore sul mercato di
beni e servizi. La
famiglia come
protagonista della
società dei consumi.
Consumi che
implicano scelte per
cui si creano
gerarchie di bisogni
Famiglia come unità di consumo.
• Queste gerarchie
producono
disuguaglianze sia tra
diverse famiglie, sia
tra membri della
stessa famiglia (per
es. vacanze). Oppure
acquisto
elettrodomestici.
Consumi familiari
•Come cambia
•a spesa alimentare:
Anni ’50: 50% cibo
Anni ’80: 30%
e nel sud 37%
2005: 20% nord,
30,9% sud
Oggi maggiori consumatori individuali: ogni
membro ha i suoi bisogni da soddisfare
diversi
• .
Famiglia e povertà
• Povertà: è la condizione
di singole persone o
collettività umane nel loro
complesso che si trovano
a avere, per ragioni di
ordine economico, un
limitato (o del tutto
mancante in condizioni di
miseria) accesso a beni
essenziali e primari
ovvero a beni e servizi
sociali d’importanza
vitale.
Famiglia e povertà
• La famiglia compone e ridistribuisce le risorse.
Può proteggere dalla povertà oppure rendere i
membri più vulnerabili ad essi.
• Redditi a rischio: tempo determinato, stagionali,
bassi salari, disoccupazione.
• Giovani e donne che hanno lavori non stabili,
oppure giovani che perdono il lavoro o
uomini/donne dopo la separazione.
Famiglia e povertà
• Lavoratori poveri ma che sommando il loro
reddito a quello familiare riescono ad ottenere
un tenore di vita superiore.
• Al contrario un reddito alto per una sola persona
o due potrebbe diventare insufficiente se ci sono
molti membri.
• Rischio anziani, famiglie monogenitore (rottura
reddito familiare), famiglie numerose (non ci
sono risorse aggiuntive da parte dei
servizi),emigrati, minori fino a sedici anni.
Paesi nordici
basso grado
di povertà
persone sole
emigrati.
Paesi anglosassoni
Medio grado
adulti soli
•madri sole
•e loro figli.
Italia
Medio grado
anziani
famiglie numerose
Famiglia e povertà
• Chi nasce in una famiglia povera ha più
possibilità di vedere il proprio destino
segnato dalla mancanza di determinate
opportunità
• Perché: l’origine sociale familiare (a chi
appartieni) quindi la parentela media
l’accesso alle risorse e quindi segna il
destino.
Famiglia e lavoro
• Lavoro: serve a
trasformare le risorse
in cibo, attrezzature e
altri beni
(produzione).
Famiglia e lavoro

Modo di produzione
domestico (famiglia si
autosostegno);
Famiglia e lavoro

Società industriali (si
lavora per altri).
Famiglia e lavoro




Perché la gente lavora?
Perché deve vivere. Se nessun adulto lavorasse
sarebbe il caos.
Ma perché si lavora più del dovuto?
Profitto; ma non è un elemento universale perché
è presente nelle economie monetarie ma non in
quelle di sussistenza.
Famiglia e lavoro




Ma perché si lavora più del dovuto?
Perché in famiglie si è pochi a poter lavorare e
molti da dover essere sostenuti.
Si desidera uno stile di vita più elevato.
Per uno scopo: lavoro piacevole, rispetto per gli
altri.
Tutte le società hanno un qualche tipo di divisione
del lavoro (donne/ uomini, adulti/bambini) del lavoro
Divisione del lavoro




Uno dei primi fattori di cambiamento fu lo
studio della condizione femminile negli
anni '70:
Le donne nel mercato del lavoro;
Il lavoro domestico.
Da questo per vedere come uomini e
donne si organizzano per tenere insieme
una famiglia.
Divisione del lavoro





Anni '70:
Uomini giovani adulti sul mercato;
Donne giovani adulte a casa.
Le donne stavano in casa di più in
presenza di figli piccoli anche per la
mancanza di servizi (asili, mense).
USA: part-time, donne con due ruoli o due
lavori.
Divisione
del lavoro
Lavoro domestico:
donne
Lavoro per
autoconsumo:
anziani.
Lavoro nero e
per il mercato
uomini
Divisione del lavoro


Negli ultimi decenni le donne hanno
investito in istruzione ed è aumentata la
loro partecipazione al mercato del lavoro.
In Italia il lavoro cala tra gli anni ‘60 e ‘70 e
aumenta alla fine degli anni ‘70.
Domanda di lavoro
cala quella dell'industria
aumenta la domanda
sul terziario

sale l'occupazione
femminile.
Offerta di lavoro:
decisioni prese in famiglia
condizionate dal
CONTESTO
SOCIOISTITUZIONALE
welfare
politiche di sostegno
alle madri che lavorano
modelli culturali.

Caratteristiche del lavoro


I figli piccoli condizionano la partecipazione
delle donne al mercato del lavoro.
Paradossalmente però accade:
che maggiore scolarizzazione
maggiore instabilità coniugale
maggiore numero di madri
con figli piccoli che devono
lavorare.

Caratteristiche del lavoro delle
donne
•
•
•
•
•
Donne con alta/bassa istruzione.
Donne con/senza figli.
Part-time
Lavoro delle donne contro la povertà.
Doppia presenza
Lavoro delle donne e domanda di servizi: quindi
altro lavoro per altre donne che lavorano.
nei servizi
• Insegnanti, pubblica amministrazione….
•
•
•
•
Altre:
Servizi di cura: badanti, baby sitter;
Lavanderie;
Ristorazione;
Divisione sessuale del lavoro

Donne: devono anche per il mercato.

Uomini: non possono per il domestico.

Entrambi: possono nelle famiglie mono o
quando entrambi sono in carriera.
Divisione sessuale del lavoro





Male breadwinner: è in crisi perché le donne
portano anch'esse reddito, ma gli uomini non
supportano nel lavoro domestico.
Anche in Italia le coppie a doppia partecipazione
non sono il modello prevalente anche se tende
ad aumentare.
Europa:
Dual earner
one and a half earner
Italia: due percettori di reddito







55% nord-est
52% nord-ovest
47,8% centro
28,3% sud
Donna lavoratrice: Ok
Padre domestico: ko.
Orari e remunerazioni differenti
Lavoro domestico familiare

Nulla può essere
consumato se prima
non viene trasformato
e di questo si occupa
la madre.
Lavoro domestico familiare

Maggior possesso di
elettrodomestici=
diverso standard: si
lava di più, si stira di
più...
Lavoro domestico familiare

Casalinga: simbolo
del benessere del
marito; portatrice di
reddito indiretto.
Lavoro familiare





Lavoro di cura
Lavoro domestico
Lavoro di consumo
Lavoro di rapporto.
Lavoro familiare come un non detto, un apriori che tocca alle donne nel matrimonio
Lavoro familiare

Le madri lavorano per
tre volte rispetto ai
padri.

Se l'orario del lavoro
domestico diminuisce
è perché si fanno
meno cosa: meno
pasti (ristorante),
meno pulizie, meno
figli.
Lavoro familiare
• Ma se i figli ci sono
aumentano sia il
lavoro di cura sia
quello domestico per
le donne .