FLEBECTOMIA AMBULATORIALE
SCLEROTERAPIA
LASER
NEL TRATTAMENTO DEI CAPILLARI E
DELLE ANGIODISPLASIE
Dr. Roberto Nobile
Specialista in Chirurgia Generale
http://www.medicitalia.it/robertonobile
FLEBECTOMIA AMBULATORIALE
Robert Müller ha chiamato la sua metodica “Flebectomia Ambulatoriale”
intendendo con ciò una tecnica chirurgica che in regime assolutamente
ambulatoriale, in anestesia locale e senza punti di sutura, permettesse di
asportare dall’esterno le varici e varicosità attraverso piccole incisioni di 1-2
millimetri per mezzo di uncini.
Se correttamente eseguita la metodica è caratterizzata da quattro
vantaggi:
1.
2.
3.
4.
Radicale: poiché offre maggiore radicalità nell’eliminazione dei
tratti varicosi rispetto allo stripping
Innocua: nel senso che non ha praticamente controindicazioni
Ambulatoriale: poiché permette la deambulazione immediata del
paziente senza interruzione dell’attività lavorativa
Estetica: perché, oltre ai buoni risultati clinici, offre anche
indubbi vantaggi dal punto di vista estetico.
La Flebectomia Ambulatoriale non è una “strategia chirurgica”
ma una “tecnica chirurgica” che può essere adottata in ogni fase della
flebochirurgia.
Quando è necessaria deve essere eseguita prima una crossectomia radicale
oppure un trattamento antireflusso con le metodiche tradizionali.
L’intervento chirurgico deve sempre essere preceduto da una precisa diagnostica
clinica e strumentale che dovrà indicare la migliore strategia terapeutica.
Si passa quindi ad una preparazione cartografica eseguendo una mappa delle
varici da correggere con una matita demografica
Quando la cartografia è completa, il paziente viene fatto adagiare sul lettino in
posizione di Trendelemburg.
L’arto, che è stato precedentemente depilato nelle zone da trattare, viene
disinfettato con soluzione colorata e poi viene preparato il campo chirurgico.
Si passa quindi alla fase dell’anestesia.
Tutte le varici possono essere trattate con una anestesia locale che viene eseguita
con infiltrazioni intradermiche o sottocutanee di una miscela di xilocaina con
aggiunta di bicarbonato di sodio.
Dopo aver eseguito l’incisione a lato della varice nel tratto disegnato si introduce
l’uncino di Müller o di Oesch che, con delicati movimenti rotatori, disseca il
sottocute e prepara il piano di clivaggio.
Quindi, con lo stesso uncino differentemente utilizzato, si afferra l’avventizia della
varice che viene poi pinzata con una pinza.
Occorre stare attenti nella fase di scollamento poiché un’azione troppo energica
causerà l’apparizione di teleangectasie intorno alle incisioni.
La vena esteriorizzata è mantenuta fra due pinze che serviranno anche da punto
di trazione e di repere per i tronchi varicosi contigui o per le perforanti di
appartenenza.
Esercitando una leggera trazione sulla varice, questa si evidenzierà sotto la cute
come un cordoncino.
Tale manovra permetterà quindi un migliore scollamento e faciliterà la presa del
tratto contiguo della varice, introducendo lo strumento nell’incisione più vicina e
ripetendolo stesso movimento.
Occorre fare attenzione e mantenere gli stessi piani anatomici per non rompere
il vaso e rendere più complicata la dissezione e l’asportazione.
Una volta agganciata e scollata la varice, si fa trazione sul tratto inferiore in
modo tale da sfilare dolcemente il tratto varicoso attraverso le varie incisioni.
Si ripetono quindi gli stessi tempi in modo da seguire la cartografia
precedentemente eseguita.
Tale metodologia richiede pazienza e conoscenza dei piani anatomici per non
rompere i vasi e causare quindi un noioso sanguinamento.
Richiede soprattutto, però, una diagnosi ed una precisa cartografia.
Storicamente la flebectomia ambulatoriale secondo Müller non prevede alcuna
legatura venosa, ma soltanto una compressione mirata ed una compressione
sistemica.
Nel caso di perforanti o comunicanti si può agire sia strappando con la torsione
la perforante sia, talvolta, eseguendo una legatura sottofasciale attraverso la
stessa mini - incisione.
Nelle perforanti più importanti è talvolta utile eseguire alcune legature che
garantiscono un minore sanguinamento e, di conseguenza, l’utilizzazione di una
compressione più leggera e quindi più sopportabile per il paziente.
Terminata la varicectomia si procede ad una minuziosa toilette delle incisioni
ed alla loro disinfezione.
Quindi si accostano i margini dell’incisione utilizzando degli steril-streaps.
Viene quindi applicata una compressione selettiva utilizzando, sopra la
medicazione, un batuffolo di garza mantenuto in sede con una leggera fascia o
con dei cerotti elasticizzati.
La convalescenza non prevede un riposo a letto ma solo un riposo relativo con
periodi di normale deambulazione. Si prescrive quindi una terapia antibiotico a
largo spettro associata a terapia flebotonica.
Non vengono prescritti farmaci analgesici poiché l’effetto dell’anestesia locale
dura per molte ore; inoltre, la stessa compressione offre un sufficiente effetto
analgesico.
Se esiste dolore occorre rivedere la compressione poiché il bendaggio sarà
sicuramente male eseguito o troppo stretto.
La flebectomia ambulatoriale di Müller trova indicazioni in tutte le forme di
varici e varicosità troncurlari e reticolari.
Non è indicata nelle teleangectasie e nelle varicosità reticolari a parete
estremamente fitte come nei casi di soggetti con tessuti molto grassi e
ipodermosclerotici, dove si preferisce utilizzare la terapia sclerosante.
Trova la sua tipica indicazione nelle varici del piede, nella vena di Leonardo e
nella safena esterna.
Viene utilizzata particolarmente nei casi dove necessita anche un risultato
estetico, associata alla terapia sclerosante, con cui non è in antagonismo ma
risulta essere veramente in sinergia.
UNCINI DI OESCH
FLEBECTOMIA SECONDO MULLER
Dopo avere eseguito una mappatura del vaso interessato dal processo varicoso
ed avere praticato con Xilocaina al 2% dei ponfi in prossimità dello stesso si
praticano, nelle aree anestetizzate, delle piccole incisioni cutanee, a distanza
di 8/10 cm. una dall’altra, mediante un bisturi (n° 11) o meglio un ago
(n° 14/16), e quindi con un piccolo uncinetto si asporta il tronco ectasico per
tutta la sua lunghezza.
Le piccole incisioni non necessitano di sutura e l’esito a distanza da un punto di
vista estetico, già dopo soli 15/20 gg. dal trattamento è ottimale.
SCLEROTERAPIA
S. EISHOLTZ (1623 - 88)
D. ZOLLIKOFER (1682)
PRAVAZ (1840)
RYND (1845 )
LINSER (1916)
SICARD (1924)
ORBACH (1944)
MCCAUSLAND (1963)
TOURNAY (1975)
KNIGHT e VIN (1989)
GOLDMAN (1994)
CABRERA (1997)
TESSARI (1999)
Per merito di questi scienziati la tecnica sclerosante si è evoluta sia
nella metodologia che nell’evoluzione degli agenti sclerosanti
utilizzati.
Che cosa è esattamente la
scleroterapia?
E’ una tecnica angiologica che comporta la chiusura di un tratto venoso sede di
varice oppure la sclerosi di un gruppo di capillari (teleangectasie) mediante
l'iniezione, nei vasi stessi, di una soluzione sclerosante che causa
istantaneamente una reazione infiammatoria locale (flebite chimica);
questa reazione provoca in seguito la trombizzazione ed il successivo
riassorbimento del tratto varicoso oppure la cancellazione dei capillari.
DEFINIZIONE DI SCLEROTERAPIA SECONDO GOLDMAN:
….. iniezione nel lume vasale di una sostanza estranea che provoca una
trombosi ed una successiva fibrosi.
….. ottenere il massimo danno endoteliale con il minimo trombo.
Sempre Goldman (2002) asseriva che
lo sclerosante ideale
è indolore, libero da effetti collaterali,
specifico per danneggiare le
vene varicose.
Che cosa è assolutamente
necessario eseguire prima di
iniziare un trattamento
scleroterapico ?
Un EcocolorDoppler Venoso degli Arti Inferiori per una corretta
impostazione diagnostica.
L’esclusione di eventuali situazioni patologiche alla base della
formazione dei capillari è determinante per il buon esito finale del
trattamento scleroterapico.
Che cosa contengono le soluzioni
sclerosanti?
Nelle soluzioni usate per la scleroterapia sono presenti diversi
composti; poiché esistono più di dieci tipi di soluzioni sclerosanti,
diventa lungo elencare qui la composizione chimica di ognuno di
questi.
Nelle soluzioni sclerosanti d'uso più frequente i componenti
principali sono l'alcool polidocanolico, la glicerina cromata, il sodio
salicilato ed il sodio tetradecilsolfato di sodio purificato
(Fibro – Vein ®)usati a varie concentrazioni.
Sono ormai del tutto abbandonate le soluzioni contenenti iodio.
Che cosa è la tecnica chiamata
sclero-mousse ?
La tecnica si basa sull'uso contemporaneo di due siringhe di plastica monouso sterili e di
alcuni particolari raccordi di plastica ugualmente sterili.
Mescolando nelle due siringhe, alle dosi scelte, l'aria ed il Tetradecilsolfato di Sodio
Purificato (Fibro-vein ®), o altri sclerosanti tensioattivi, in pochi secondi si ottiene
una mousse densa e compatta che può essere iniettata alle dosi stabilite.
Quali sono i vantaggi di questa metodica
rispetto alle altre tecniche?
• Utilizzazione di minor quantità totale di farmaco sclerosante e quindi
riduzione delle complicanze legate all'iniezione di eccessive quantità di liquido
sclerosante, o all'eventuale stravaso.
L'uso inoltre del Tetradecilsolfato di Sodio Purificato (Fibro-Vein ®) per la
produzione della sclero-mousse ha permesso di ridurre drasticamente le
complicanze su base allergica.
• Maggior tempo di contatto dello sclerosante con l'endotelio venoso e
pertanto miglior effetto terapeutico
• La scarsa diluizione della sclero-mousse da parte del sangue ed il
dislocamento dello stesso da parte della mousse all'interno del vaso permette
l'utilizzazione di questa metodica anche in patologie molto difficili da trattare
con la scleroterapia, come le displasie vascolari.
• L'ecogenicità della sclero-mousse permette una scleroterapia ecoguidata e di
poter seguire il dislocamento guidato della mousse stessa.
Che cosa è cambiato con
l’introduzione della sclero-mousse ?
L'assioma di Tournay che asseriva che non è importante la
concentrazione del prodotto nella siringa ma all'interno della vena, e
che la zona di contatto dell'agente sclerosante con l'endotelio
decresce con l'aumentare del diametro venoso così che un liquido
sclerosante si diluisce in proporzione diretta al calibro del vaso e alla
distanza dal punto di iniezione, con l'avvento della "sclero-mousse"
perde quasi totalmente il suo valore.
Il tempo di contatto della sclero-mousse con l'endotelio è molto lungo e
la diluizione della stessa, che è minima, non è più strettamente in
rapporto al calibro del vaso né al punto di iniezione.
Iniettando la soluzione sclerosante in
vena e provocando perciò una flebite
chimica, ci sono rischi di provocare
emboli o di avere una flebite di
grosse dimensioni?
No.
L'azione lesiva della soluzione sclerosante è limitata alla parete venosa
nel punto d'iniezione; già a breve distanza dal punto sottoposto a
sclerosi il composto è così diluito da essere inoffensivo.
Quali sono i distretti venosi cui è
applicabile la scleroterapia?
La scleroterapia è particolarmente indicata per la rimozione di capillari
(teleangectasie), di piccole varici e degli angiomi cutanei; tuttavia
anche le vene varicose di grosse dimensioni sono rimosse con
successo.
La possibilità di adottare composti sclerosanti sotto forma di schiuma
(sclero mousse) consente, nei casi selezionati, di rimuovere varici di
calibro discreto.
Quale percentuale di riuscita
possiede la scleroterapia?
Basandosi sui dati disponibili nella Letteratura Scientifica, circa l'80%
delle teleangectasie e il 75% delle microvarici trovano soluzione
definitiva con la scleroterapia.
Come esperienza personale, nella mia casistica ho ottenuto percentuali
sovrapponibili.
La scleroterapia è una tecnica
dolorosa?
Poco o nulla; gli aghi ipodermici monouso usati per la scleroterapia
sono di calibro ridottissimo ( 30G).
Nei soggetti particolarmente sensibili è possibile far precedere
l'iniezione dall'applicazione di una pomata anestetica.
Quali sono le controindicazioni a
questa tecnica?
Controindicazioni assolute sono la gravidanza, le lungodegenze che
obbligano il paziente a letto, episodi recenti (meno di dodici mesi) di
tromboflebite superficiale o di trombosi venosa profonda, , il diabete
mellito scompensato, la presenza di tumori maligni, le malattie del
surrene, la tubercolosi, alcune malattie renali (glomerulonefriti e
nefrosi).
Controindicazioni relative sono alcune malattie del fegato (epatiti acute
virali, tossiche o da farmaci; cirrosi epatica), gli stati febbrili, l'asma
allergico e bronchiale, alcune malattie del cuore (miocarditi e
endocarditi), le discrasie ematiche.
Esiste un periodo dell'anno specifico
per eseguire la scleroterapia?
La scleroterapia viene eseguita di solito nel periodo freddo dell’anno,
ciò non tanto per l'assenza della venodilatazione dovuta al calore,
quanto per evitare che gli UV, colpendo direttamente la parte
sclerosata, creino pigmentazioni della pelle difficili poi da
rimuovere.
E' buona norma comunque evitare di sottoporsi a scleroterapia nei
mesi molto caldi (luglio-agosto).
Dopo la sclerosante come si presenta
la pelle sovrastante la zona trattata?
La cute della zona sottoposta a sclerosi non è di norma interessata dal
processo chimico, il quale avviene all'interno della parete dei vasi;
nel caso dei capillari è normale che parte della soluzione sclerosante
fuoriesca nei tessuti vicini (data la sottigliezza della loro parete); in
tal caso il fenomeno più frequente consiste in un modesto
arrossamento (eritema), della durata di 1 o 2 ore al massimo della
parte sottoposta a sclerosi, che può, al limite, trovare beneficio dal
trattamento locale mediante pomate contenenti estratti di
hamamelis, centella asiatica ed altre sostanze emollienti.
Dopo la scleroterapia è necessario
applicare un bendaggio sulla parte
trattata?
Sì, nel caso vengano trattate varici di un certo calibro.
L'applicazione di un bendaggio elastico adesivo sulla parte sottoposta a
scleroterapia è un passaggio fondamentale per la buona riuscita
della sclerosi.
In alternativa, o in associazione, si usano calze elastiche terapeutiche di
compressione 18mmHg o K1.
No, nel caso vengano trattati capillari od angiomi.
In questo caso sarà sufficiente utilizzare dei batuffoli di garza e dei
cerotti elastici da tenere per un paio di giorni, sui punti trattati.
La scleroterapia può provocare effetti
indesiderati?
Anche se raramente, la terapia sclerosante può presentare complicanze;
esse sono essenzialmente dovute:
1). all'eccessiva aggressività della soluzione sclerosante nei confronti
della parete venosa e dei tessuti circostanti.
2). al fenomeno conosciuto come "matting".
Quale è l'effetto locale dovuto
all'aggressività della soluzione
sclerosante?
L'eccessiva aggressività del composto può provocare la comparsa
d'ematomi ed arrossamenti nel punto dell'iniezione: in soggetti con
marcata reattività personale verso il composto oppure con pelle
delicata o molto chiara ciò può anche risultare in un livido di colore
blu-verdastro (questo accade specialmente nei pazienti con i capelli
rossi).
Quanto tempo rimane visibile un
livido comparso dopo scleroterapia?
In genere il livido scompare dopo due/otto settimane (è importante
non esporre la parte livida all'azione del sole o dei raggi UV, perché
si possono creare pigmentazioni difficili da rimuovere); la
persistenza oltre i due mesi di un ematoma è raramente seguita dalla
sua scomparsa completa.
Cosa è il fenomeno chiamato "matting"?
Il "matting" è un fenomeno per cui, dopo la rimozione di capillari e
varici di piccolo calibro mediante la scleroterapia, si assiste alla
formazione di nuovi vasi, che nascono nei pressi della zona
sottoposta a sclerosi o addirittura nello stesso sito.
Statisticamente il "matting" è osservabile nel 2% dei pazienti sottoposti
a scleroterapia.
Qualora il fenomeno si ripeta anche nelle sedute seguenti, la prima
misura d'attuare è quella di cambiare il tipo di soluzione sclerosante
o la sua concentrazione.
Questo accorgimento tuttavia non sempre elimina il fenomeno.
Per fenomeni di "matting" ribelli il rimedio migliore oggi, per
l’eliminazione, è l'uso dei Laser
(Argon-Laser, KTP-Laser, DYE-Laser, Laser a Diodi).
Quante sedute di scleroterapia
servono per eliminare i capillari o le
varici?
Il numero delle sedute scleroterapiche dipende, ovviamente, dal quadro
clinico e dall'estensione della zona da sottoporre a terapia.
La media delle sedute è tre/quattro per gamba ma nei casi più
complicati si arriva anche a dieci/dodici.
Con quale cadenza vengono eseguite
le sedute di scleroterapia?
Di solito, in assenza di effetti indesiderati importanti, esse sono
settimanali o quindicinali.
Dopo la scleroterapia devo assumere
qualche farmaco?
No.
Anzi bisogna evitare di assumere per le 48 successive alla
scleroterapia tutti i farmaci a base di acido acetilsalicilico (Aspirina
etc.), per evitare una riduzione dell'efficacia della soluzione
sclerosante.
Dopo la scleroterapia si può avere un
rialzo termico?
Sì.
In soggetti molto reattivi è possibile osservare un lieve rialzo della
temperatura, soprattutto serale, nelle 48 ore successive alla sclerosi .
In tal caso si può assumere tranquillamente farmaci antipiretici a base
di paracetamolo.
CASI CLINICI
Prima e dopo il trattamento
LASER VASCOLARI
Sono oggi disponibili, sul mercato, dei
laser selettivi appositamente creati per
il trattamento degli inestetismi
vascolari (capillari o telangectasie,
angiomi piani o rilevati, laghi venosi
ed altro ancora).
Come si vedrà il laser, nell’approccio
moderno ai capillari degli arti
inferiori, non sostituisce la
scleroterapia, ma in genere la affianca.
Il trattamento combinato così
concepito è sicuramente l’unico che
consenta il raggiungimento di risultati
soddisfacenti e duraturi.
I capillari (teleangectasie) sono uno degli inestetismi più diffusi e
comuni al giorno d'oggi, e interessano principalmente le gambe, dove
possono manifestarsi in varie zone.
Possono comparire sia negli uomini che nelle donne e ricordiamo che,
pur essendo importanti da un punto di vista estetico, è sempre meglio,
anche in questo caso, effettuare un doppler per scartare la possibilità
di una patologia venosa.
I laser che riscuotono maggior successo per eliminare i capillari sono:
Dye laser | Laser 532 KTP | Laser Nd Yag | Laser a Diodi
LASER VASCOLARI
Argon (488-514)
Nd/YAG df (532)
a coloranti dye laser (570-600)
a vapori di rame (578)
LASER PIGMENTARI
Nd/YAG df (1064 o 532)
Alexandrite (755)
Rubino(694)
Diodo (800-810)
LASER ABRASIVI
CO2 (10.600)
Erbio/YAG (2.900)
DEFINIZIONE
Amplificazione della luce per “emissione stimolata” di radiazioni
L - Light
A - Amplificated
S - Stimulated
E - Emission
R - Radiation
Strumento che genera ed amplifica una luce non esistente in natura:
una sola lunghezza d’onda, monocromatica (un solo colore puro)
coerente (onde sempre nella stessa fase, nel tempo e nello spazio)
SPETTRO ELETTROMAGNETICO
Luce policromatica
Visibile:
Invisibile:
400 - 700nm
VC
100 - 250nm
UVB 250 - 300nm
UVA 300 - 400nm
IR V 700 - 1.000nm
IR L
100.000nm
Luce Visibile 6 colori: Viola - Blu - Verde - Giallo - Arancio - Rosso
Il fascio laser penetra nell’epidermide
senza effetti di rilievo, ed è
assorbito dall’emoglobina
contenuta nei vasi
L’energia assorbita si converte in
calore: questo porta alla
coagulazione ed alla evaporazione
del sangue; il riscaldamento
danneggia le pareti del vaso
Le pareti del vaso collassano ed il
risultato è la sclerosi del vaso
stesso che viene riassorbito nel
corso delle successive settimane o
mesi
TELEANGECTASIE MATTING
Possono comparire dopo la iniezione di sostanze sclerosanti o in seguito ad
interventi di flebectomia.
Non si verificano di frequente e la loro comparsa può dipendere da fattori
predisponenti della paziente oppure da una tecnica di intervento non
corretta (es. se il liquido iniettato ha una concentrazione eccessiva, o se ne
viene iniettato troppo, se è eccessiva la pressione di iniezione, se non viene
fatta una terapia di compressione).
Tra i fattori predisponenti della paziente ricordiamo le terapie ormonali,
l'obesità, la familiarità.
Nella maggior parte dei casi il matting sparisce spontaneamente entro sei
mesi, ma nei casi in cui invece persista, può essere utile ricorrere alla terapia
laser utilizzando
Il dye laser o il laser 532 KTP.
LASER KPT
L’emissione di luce di questo laser è assorbita selettivamente dal sangue nella banda di colori
dal rosso al viola. L’assorbimento a livello dei capillari sanguigni provoca una aumento della
temperatura con la conseguente coagulazione del vaso.
Dopo qualche tempo i capillari sono riassorbiti dall'organismo sino alla loro scomparsa.
Indicazioni
Beneficiano di questo trattamento le patologie vascolari superficiali e anche le
iperpigmentazioni, in particolare:
Capillari (teleangectasie), micro varici
Couperose e rosacea
Angiomi piani
Macchie della pelle, iperpigmentazioni, lesioni pigmentate, macchie solari
Cicatrici ipertrofiche e cheloidi
Va molto bene per i capillari fini e superficiali che non possono essere incannulati con l'ago
della scleroterapia.
I vasi venosi che vengono trattati hanno colori variabili dal rosso al viola e possono essere di
piccole o grandi dimensioni.
Inoltre anche le iperpigmentazioni, ovvero gli accumuli di pigmento della pelle (macchie
solari, macchie senili, lentiggini), possono essere trattate positivamente con il ktp laser.
Gli accumuli di pigmento non vanno confusi con le lesioni pigmentate cellulari (nevi) che, se
indicato, devono essere rimosse completamente con il normale bisturi.
LASER ND YAG A IMPULSO LUNGO
E' indicato in particolare per il trattamento di:
Capillari (teleangectasie), micro varici
Il laser ND-Yag riesce a trattare anche capillari di una certa consistenza (1-3
millimetri di diametro) ed è attualmente viene considerato il sistema laser
che può dare i migliori risultati per le teleangectasie degli arti inferiori, sia
per quelle superficiali di colore rosso ma in particolare per quelle di colore
blu.
L’effetto del calore concentrato sui piccoli vasi sanguigni (capillari) ne
provoca la chiusura e quindi il colore roseo o rosso-blu si attenua o sparisce.
Si tratta di un laser vascolare dotato di una alta penetrazione attraverso la
pelle.
Il capillare viene chiuso dall’energia laser, la cute non viene assolutamente
danneggiata.
Per far scomparire la maggior parte dei capillari presenti sono in genere
necessarie tre sedute, a distanza di due mesi una dall'altra.
Il laser ND YAG a impulso lungo è quello che ha dato i risultati migliori nel
trattamento dei capillari delle gambe.
LASER A DIODI
Il laser diodi è indicato per trattare i seguenti inestetismi:
Capillari e teleangectasie
Angiomi piani e stellari
Couperose
Per quanto riguarda in particolare gli inestetismi vascolari i laser a diodi sono
in grado di trattare i vasi e i capillari situati più in profondità; scarsi risultati si
ottengono invece nei vasi con meno di 0,5 mm di diametro.
DYE LASER
grazie alla sua selettività consente di trattare tutti gli in estetismi cutanei di
colore rosso, ed è indicato in particolare per il trattamento di:
Capillari (teleangectasie)
Couperose e rosacea
Angiomi (piani, stellari, rubino)
Cicatrici in fase infiammatoria
Eritrosi
Matting teleangectasico
Pecilodermia di Civatte (una sorta di couperose sul collo)
Smagliature in fase infiammatoria
Il Dye laser di nuova generazione ad impulso lungo è in grado di trattare come il
KTP solo i vasi superficiali, meglio se di piccole dimensioni.
I risultati sono visibili dopo un paio di mesi con uno sbiadimento, che dovrà
essere ritrattato, o con la cancellazione totale.
Il trattamento è quasi indolore.
PREPARAZIONE AL TRATTAMENTO
E’ necessario evitare assolutamente l'esposizione ai raggi solari e/o a lampade
UVA nelle settimane precedenti al trattamento.
Non bisogna assumere farmaci che aumentino la sensibilità della pelle alla luce.
PERIODO POST-TRATTAMENTO
Sono indispensabili filtri solari prima di esporre la zona trattata per evitare
iperpigmentazioni o ancor meglio evitare l’esposizione diretta ai raggi solari per
almeno 15-20 gg.
CASI CLINICI
Prima e dopo il trattamento
Le Telangiectasie si presentano come
piccole espansioni di vasi sottili della
pelle, rimangono appena sotto la
superficie dell‘epidermide e appaiono
soprattutto sul viso ma anche in altre
zone del corpo.
La Rosacea è una patologia congenita e
non contagiosa della pelle, che non si
presenta solitamente prima dei 30 anni.
I vasi sanguigni si dilatano e conferiscono
un colore rosso „fiorito“. Compaiono
ciclicamente infiammazioni attorno alle
ghiandole sebacee causando pustole, che
non hanno nulla in comune con l‘acne
GRAZIE !!