Lo sviluppo umano Dalla natura alla cultura Natura e cultura si intrecciano nell’esistenza umana. Gli esseri umani sono esseri biologici, però essi non si sono limitati ad adattarsi all’ambiente ma l’hanno trasformato: hanno utilizzato le risorse a loro disposizione, trasformando la natura secondo le proprie necessità, organizzandosi in gruppi, stabilendo regole, creando forme di comunicazione, di espressione artistica, di pensiero. In altre parole, hanno prodotto cultura. Lo sviluppo umano > Dalla natura alla cultura Sviluppo organico e cultura Le caratteristiche fisiche che hanno favorito lo sviluppo culturale della specie sono: • stazione eretta: essa ha permesso un maggior controllo del territorio; • pollice opponibile: ha permesso una miglior presa e una maggior precisione; • maggior sviluppo del cervello: il cervello dell’uomo è il triplo di quello delle scimmie antropomorfe; • ovulazione nascosta: la disponibilità della donna all’attività sessuale non solo nel periodo fecondo, ma durante tutto l’anno ha prodotto un aumento del desiderio e la tendenza alla costruzione di relazioni stabili; • linguaggio: la dotazione di un apparato fonico che permette di emettere suoni articolati ha favorito la comunicazione e quindi lo sviluppo della cultura. Lo sviluppo umano > Sviluppo organico e cultura Lo sviluppo del bambino Anche nello sviluppo individuale il rapporto tra natura e cultura è fondamentale. L’individuo è in continua evoluzione, dall’infanzia alla vecchiaia. I sensi cominciano a svilupparsi già nel grembo materno, e possono quindi svilupparsi rapidamente a partire dalla nascita. La vista è il senso meno sviluppato alla nascita. Gradualmente il bambino acquisisce abilità nei movimenti e la posizione seduta ed eretta. Lo sviluppo umano > Lo sviluppo del bambino Lo sviluppo del linguaggio I primi tre anni di vita sono fondamentali per lo sviluppo del linguaggio. Nel periodo prelinguistico (dal primo all’ottavo mese) il linguaggio è caratterizzato da una sperimentazione di suoni che prende il nome di lallazione. Nel periodo linguistico, che inizia verso i dieci mesi, compaiono le prime parole. Lo psicopedagogista svizzero Jean Piaget ritiene che lo sviluppo del linguaggio sia legato allo sviluppo cognitivo: per questo i messaggi intenzionali non compaiono prima degli otto/dieci mesi. Secondo Colwyn Trevarthen invece l’intenzionalità comunicativa è presente fin dalla nascita. Jerome Bruner sottolinea come la comunicazione si sviluppi grazie all’ambiente sociale e alle relazioni con gli altri. Lo sviluppo umano > Lo sviluppo del linguaggio Lo sviluppo cognitivo 1 Il comportamentismo John Watson ritiene, partendo dagli esperimenti di Ivan Pavlov, che l’apprendimento avvenga per condizionamento e risulti dalla associazione tra uno stimolo e una risposta (condizionamento classico). John B. Watson (1879-1958) Burrhus F. Skinner (1904-1990) Qualche anno più tardi, Burrhus F. Skinner sviluppò tale concezione con la teoria del rinforzo: i rinforzi possono essere positivi (una ricompensa) o negativi (l’eliminazione di uno stimolo spiacevole) e rafforzare un comportamento appreso (condizionamento operante, detto così perché la risposta produce un effetto sull’ambiente). Lo sviluppo umano > Lo sviluppo cognitivo 1 Lo sviluppo cognitivo 2 Il costruttivismo Jean Piaget intende lo sviluppo come un continuo equilibrarsi, cioè come un passaggio da uno stato di minore equilibrio ad uno di equilibrio superiore. Alla base dello sviluppo vi sono due meccanismi, l’assimilazione (il soggetto incorpora i nuovi dati negli schemi mentali già esistenti) e l’accomodamento (le strutture preesistenti sono riadattate alle nuove informazioni). Inoltre tale sviluppo avviene attraverso quattro stadi. Lo sviluppo umano > Lo sviluppo cognitivo 2 1 stadio senso-motorio (0-2 anni): schemi percettivi e motori - il bambino impara a manipolare gli oggetti 2 stadio preoperatorio (2-7anni): pensiero simbolico - il bambino è capace di costruire rappresentazioni mentali delle cose anche in loro assenza 3 stadio delle operazioni concrete (7-12 anni): capacità di classificare e ordinare gli oggetti in serie; conservazione della quantità, della sostanza, del numero; pensiero reversibile 4 stadio delle operazioni formali (adolescenza): capacità di astrazione e di riflessione spontanea Lo sviluppo cognitivo 3 La scuola storico-culturale Lev S. Vygotskij sottolinea l’influenza dell’ambiente sullo sviluppo cognitivo, per cui esso è l’esito delle attività e delle interazioni sociali. Non si tratta quindi della maturazione più o meno spontanea di alcune strutture psichiche ma è fondamentale l’interazione con gli adulti. Vygotskij parla di una zona di sviluppo prossimale e del passaggio, grazie ad un supporto psicopedagogico esterno (famiglia e scuola), dal livello di sviluppo attuale al livello di sviluppo potenziale. Lo sviluppo umano > Lo sviluppo cognitivo 3 Vygotskij individua tre fasi nello sviluppo dei concetti: •sintesi: il bambino coglierà soprattutto le somiglianze delle cose •generalizzazione: capacità di creare nessi concreti fra le cose al di là delle semplici somiglianze •astrazione: creazione dei concetti veri e propri Nello sviluppo del linguaggio Vygotskij distingue: •linguaggio egocentrico: il bambino parla a se stesso per spiegarsi ciò che vede e ciò che fa •linguaggio comunicativo: strumento per interagire con gli altri •linguaggio interiore: utilizzato senza suoni nei processi di pensiero Lo sviluppo cognitivo 4 Il cognitivismo Contro l’automatismo del comportamentismo, Jerome Bruner elabora la teoria motivazionale. Egli ritiene che il comportamento intelligente dell’uomo si differenzia da quello degli animali Jerome S. Bruner (1915) perché egli è capace di selezionare le informazioni, e la sua mente è capace di compiere generalizzazioni altamente astratte. Distingue poi tra: • rappresentazioni esecutive, legate ad azioni pratiche (compaiono nel primo anno di vita); • rappresentazioni iconiche, basate su immagini mentali (compaiono verso i dodici mesi); • rappresentazioni simboliche, basate sull’uso di segni convenzionali, caratteristiche del pensiero logico-scientifico (compaiono verso i diciotto mesi sviluppandosi fino all’adolescenza). Lo sviluppo umano > Lo sviluppo cognitivo 4 Lo sviluppo oltre l’adolescenza Lo sviluppo cognitivo non si esaurisce con l’adolescenza. Durante l’età adulta l’individuo continua a fare esperienze e ad apprendere da tali esperienze ampliando le sue conoscenze e specializzandosi in alcuni campi. L’invecchiamento solitamente viene collegato al deterioramento delle capacità cognitive: ma al riguardo dobbiamo tener conto della distinzione fatta da Raymond Cattel tra intelligenza fluida (capacità di risolvere problemi in situazioni nuove senza ricorso a esperienze pregresse) e intelligenza cristallizzata (abilità che derivano dall’esperienza e dalle conoscenze acquisite). Con la vecchiaia declina solo la prima. Lo sviluppo umano > Lo sviluppo oltre l’adolescenza Raymond B. Cattel (1905-1998) Lo sviluppo emotivo Le emozioni sono stati complessi dell’organismo caratterizzati da fattori psicologici e fisiologici. Le emozioni influenzano l’attenzione, la motivazione e gli interessi personali e condizionano i processi di valutazione. Pertanto lo sviluppo emotivo è altrettanto fondamentale di quello percettivo-motorio e cognitivo: uno sviluppo emotivo regolare faciliterà la maturazione cognitiva e le abilità e le conoscenze aiuteranno il bambino a riflettere e a comprendere i suoi stati d’animo. Per un adeguato sviluppo è fondamentale il modo in cui la madre fa da specchio per le emozioni che il bambino prova. Lo sviluppo umano > Lo sviluppo emotivo Gustav Klim, Madre e figlio, dettaglio da Le tre età della donna, 1905 Lo sviluppo del sé Lo sviluppo emotivo del bambino è possibile grazie all’integrazione delle dimensioni cognitive, percettive e motorie con il proprio sé. La prima consapevolezza di sé avviene con il riconoscimento del proprio corpo: i bambini dai nove mesi ai due anni, posti di fronte a uno specchio, mostrano una certa capacità di auto-riconoscimento. Lo sviluppo umano > Lo sviluppo del sé Si può definire il sé come la totalità delle componenti psichiche individuali che permettono di fare proprie le esperienze esterne, distinguendo ciò che appartiene a se stessi da ciò che appartiene alla realtà esterna Approcci teorici Teoria della differenziazione (K. Bridges) alla nascita, i bambini provano solo una generica eccitazione, ovvero emozioni indifferenziate che si manifestano con movimenti disordinati e pianto; solo in seguito si distinguono sofferenza e piacere e man mano tutte le altre emozioni Approccio differenziale (C. Izard) il bambino sarebbe in grado fin dalla nascita di provare interesse, gioia, disgusto e dispiacere, e anche di manifestarle: con il pianto la fame e con il sorriso la soddisfazione; altre emozioni, come rabbia e paura, comparirebbero più tardi Approccio funzionale l’organizzazione generale delle emozioni sarebbe presente già nei neonati in forma rudimentale, per differenziarsi successivamente nel rapporto tra individuo e ambiente, favorendo il processo di adattamento e regolando sia gli elementi psicologici interni che i comportamenti sociali Lo sviluppo umano > Approcci teorici Lo sviluppo sociale nell’infanzia • Nei primi due anni: il bambino è un essere sociale fin dalla nascita e, pur mostrando predilezione per la figura materna, si relaziona anche con figure diverse come il padre, i nonni e le educatrici; quindi per il bambino, inizialmente è più semplice interagire con un adulto che con un coetaneo, anche se alcuni studi hanno dimostrato che è possibile favorire le relazioni fra pari a partire almeno dai nove mesi; • tra i sei e gli undici anni: l’ingresso nella scuola dell’obbligo rappresenta un momento di forte discontinuità con l’arrivo di richieste più impegnative che implicano una competenza sociale maggiore (K. Dodge): i bambini devono affrontare nuove amicizie e rispettare nuove regole. • dai due ai sei anni: il mondo sociale dei bambini si allarga sia all’interno della famiglia che al di fuori. Il mondo esterno si configura come un sistema costituito di reti di influenze (sistemi ecologici di L. Bertalanffy e di U. Bronfenbrenner); Il gioco è una delle attività che più favorisce la socializzazione e l’apprendimento di regole. Piaget parla infatti del gioco di ruolo, nel quale i bambini imparano a mettersi nei panni degli altri Lo sviluppo umano > Lo sviluppo sociale nell’infanzia Lo sviluppo sociale nell’adolescenza L’adolescenza è una condizione di confine: si esaspera il conflitto tra scelta e identità, cioè il divario tra il non sapere chi si è e la paura di perdere ciò che si potrà essere. Inoltre in questa fase si cercano, in modo conflittuale e contraddittorio, autonomia ed emancipazione dalla famiglia d’origine adottando spesso comportamenti oppositivi a quelli indicati dai genitori. Nel corso dell’adolescenza acquista importanza il sentimento di amicizia e si intensificano le relazioni con i coetanei con i quali si rafforza sia il senso di identità personale he quello di gruppo, sperimentando nuove appartenenze. Lo sviluppo umano > Lo sviluppo sociale nell’adolescenza Le differenze di genere Uno degli aspetti più importanti riguarda la sessualità nel senso più ampio: per identità di genere s’intende la consapevolezza, che si sviluppa gradualmente, di appartenere alla categoria maschile o a quella femminile. Lo sviluppo è determinato dall’interazione di fattori biologici e da influenze ambientali subite nel processo di socializzazione. Alcuni studiosi americani, come Sandra Bem, criticano la polarizzazione dei due concetti e preferiscono parlare di mascolinità, femminilità, androginia: quest’ultima indicherebbe l’equilibrio iniziale tra caratteristiche maschili e femminili come condizione naturale per ogni individuo; solo verso i 6-7 anni si svilupperebbe l’idea di costanza dell’identità sessuale. Secondo Freud è durante la fase fallica dello sviluppo psico-sessuale, cioè tra i 3 e i 6 anni, che i bambini di entrambi i sessi scoprono le differenze tra maschi e femmine e si compie l’identificazione con il genitore del proprio sesso passando attraverso il superamento del complesso edipico. Lo sviluppo umano > Le differenze di genere L’orientamento sessuale Per orientamento sessuale s’intende la preferenza erotica per un partner del senso opposto (relazione eterosessuale) o dello stesso sesso (omosessuale), o per entrambi (bisessuale). L’omosessualità si può definire come una variante del comportamento umano. In realtà, nel processo di sviluppo Renè Magritte, Gli amanti, 1928 possono manifestarsi in tutti gli individui alcune tendenze omosessuali che, se temporanee, costituiscono una fase transitoria indice di una flessibilità di genere; talvolta esse sono invece il preludio di una condizione esistenziale permanente. L’omosessualità in genere esprime una libera scelta nell’orientamento sessuale e per questo non va considerata una patologia. Lo sviluppo umano > L’orientamento sessuale Il ciclo di vita 1 Oggi si tende a considerare lo sviluppo in relazione all’intera durata della vita dell’individuo che affronta una serie di sfide e attraversa vari passaggi. Infanzia e teorie dello sviluppo L’adolescenza Freud ha parlato dello sviluppo psicosessuale individuando, secondo un ordine cronologico una fase orale, anale, fallica, in relazione alle diverse zone erogene interessate; dopo una fase di latenza, nell’adolescenza si giunge alla fase genitale vera e propria che corrisponde alla sessualità matura. Erik H. Erikson ha parlato invece dello sviluppo psicosociale, nel quale ha individuato una serie di crisi in corrispondenza di età differenti. L’adolescenza è caratterizzata dal susseguirsi tumultuoso di cambiamenti connessi allo sviluppo somatico e psichico, tra cui il consolidamento dell’identità di genere: per questo essa è il tempo dell’incertezza e si accompagna al malessere psicologico. Lo sviluppo umano > Il ciclo di vita 1 I giovani adulti Negli ultimi anni si è delineata una nuova fase di sviluppo (19-28 anni), nella quale, anche se grandi, i giovani sperimentano una prolungata convivenza con i propri genitori sia per ragioni economiche che culturali. Il ciclo di vita 2 La maturità La tarda età adulta Con l’espressione mezza età si definisce il periodo centrale dell’età matura, che può coincidere con una crisi causata dalla diminuzione di opportunità, perché ormai il lavoro e il tipo di vita sembrano stabilizzati. Inoltre si sperimenta la sindrome del nido vuoto, con la definitiva uscita di casa dei figli e la morte dei genitori. Dai 55 ai 75 anni si entra nella tarda età adulta o terza età in cui si notano i cambiamenti legati all’invecchiamento biologico e psichico e gli effetti di andro e menopausa. In questa fase il pensionamento è un’altra tappa significativa che può accompagnarsi a sentimenti di tristezza, sensazione di vuoto e problemi economici. La vecchiaia L’allungamento della vita media ha aggiunto una nuova fase dell’esistenza, la cosiddetta quarta età, che può essere affrontata per realizzare un invecchiamento riuscito, bilanciando un minimo numero di insuccessi e un massimo numero di successi: bisogna operare un processo di selezione dei fini da raggiungere e di ottimizzazione dei mezzi a disposizione. Lo sviluppo umano > Il ciclo di vita 2 Alterazioni nello sviluppo cognitivo Non sempre lo sviluppo individuale avviene regolarmente. Si possono verificare alterazioni dovute sia a fattori biologici che psico-ambientali. Si parla di ritardo mentale in particolare quando ci troviamo di fronte a deficit cognitivi che comportano uno sviluppo cognitivo atipico, che interessa circa il 3% della popolazione. Tra le principali cause fisiologiche del ritardo vengono individuate alcune malattie metaboliche: • mutazioni cromosomiche (sindrome di Down) • problemi durante la gravidanza o durante il parto (pre o perinatale) • problemi medici durante l’infanzia (infezioni, traumi, mancanza di stimolazioni sensoriali e sociali) Lo sviluppo umano > Alterazioni nello sviluppo cognitivo Disturbi della comunicazione Disturbi d’apprendimento Disturbi del linguaggio • disturbi centrali detti afasia • disturbi di produzione o emissione, come la balbuzie • disturbo della fonazione, ovvero incapacità di usare i suoni del linguaggio • dislessia: problemi legati alla capacità di lettura • disortografia: difficoltà di scrittura • discalculia: incapacità di fare calcoli Difficoltà di scrittura • agrafia lessicale: il soggetto scrive le parole come le pronuncia • agrafia fonologica: il soggetto ha difficoltà a scrivere le parole senza senso • agrafia profonda: il soggetto scrive commettendo errori semantici, ad es. scrive “orologio” invece di tempo • agrafie periferiche: il soggetto omette o scambia la disposizione delle lettere Lo sviluppo umano > Disturbi della comunicazione L’autismo L’autismo è una delle psicosi più temute in età evolutiva. Il termine indica individui completamente assorbiti dalle proprie esperienze interiori con conseguente perdita di interesse per la realtà esterna. Esso ha cause organiche, biologiche o psicologiche. Il bambino autistico mostra totale indifferenza verso il mondo esterno e non è in grado di stabilire rapporti con gli altri; durante i primi mesi passa spesso da stati di apatia ad altri di agitazione. La maggioranza di loro diventano anaffettivi: non sorridono e si oppongono a ogni manifestazione di affetto. Si presentano inoltre notevoli difficoltà nella comunicazione. Tipica la ritualità del dondolarsi fino ad arrivare a picchiare la testa contro la culla. Lo sviluppo umano > L’autismo Il libro di Bruno Bettelheim, La fortezza vuota, dedicato all’autismo Il bullismo Il termine bullismo indica un fenomeno di deviazione relazionale tra pari sia dell’infanzia che dell’adolescenza. Un fenomeno che si manifesta anche nell’età adulta sul luogo di lavoro e prende il nome di mobbing. Il bullismo comprende forme di violenza e sopraffazione perpetrate tra coetanei, quasi sempre organizzati in gruppi, e che si svolgono soprattutto in ambito scolastico. Tale comportamento vessatorio, intenzionale e persistente rischia di compromettere l’integrità psicologica emotiva e fisica della vittima. Lo sviluppo umano > Il bullismo • Metodi diretti: riguardano forme come l’aggressione fisica, l’umiliazione, le minacce. Le molestie sessuali, le vessazioni verbali • Metodi indiretti: comprendono strategie più sottili come pettegolezzi e calunnie finalizzati all’isolamento della vittima I disturbi alimentari Nell’adolescenza i cambiamenti fisici e ormonali producono spesso stati di angoscia relativi al nuovo aspetto fisico: il disturbo alimentare è la manifestazione della mancata accettazione del proprio corpo. Anoressia nervosa Il più noto tra i disturbi alimentari consiste nel rifiuto del cibo e nella volontà di perdere peso con una ferrea disciplina; può comparire tra i 10 e i 30 anni ma anche nell’infanzia ed è più comune tra le femmine. I sintomi sono: perdita di peso, calo della temperatura corporea, interruzione o assenza delle mestruazioni. L’anoressica, attraverso la privazione del cibo, cerca di controllare e dominare la realtà. Lo sviluppo umano > I disturbi alimentari Bulimia nervosa Consiste in una condotta impulsivo-compulsiva, cioè in una perdita di controllo su di sé, che spinge prima ad una grande abbuffata e poi alla necessità di svuotarsi con il vomito o assumendo lassativi. Essa si presenta tra i 12 e i 35 anni con particolare presenza introno ai 18. Anoressia e bulimia sono spesso connesse. Le dipendenze Droga L’uso abituale di droga porta alla tossicomania, la quale può essere definita il desiderio prolungato (da cui la dipendenza) di alcune sostanze dall’effetto analgesico o euforizzante. La sospensione comporta una sindrome di astinenza, ovvero febbre improvvisa, sudorazione, tachicardia, tremori e dolori, crampi muscolari, deliri, disturbi alla vista e difficoltà respiratorie. Lo sviluppo umano > Le dipendenze Alcol e tabacco L’alcolismo rappresenta un problema diffuso e pericoloso; come nell’età adulta esso comporta modificazioni del carattere e dell’affettività, stati depressivi e compromissione di alcuni organi come il fegato. Anche il tabagismo, cioè l’uso di tabacco, comporta dipendenza: si tratta della tossicodipendenza più tollerata, ma non per questo meno pericolosa.