Politiche dei redditi OBIETTIVO: controllo delle dinamiche salariali , dei profitti e delle rendite (cioè, del costo di tutti i fattori produttivi), così da evitare spinte inflazionistiche, quale effetto del conflitto distributivo La stabilità dei prezzi come bene pubblico (Tarantelli) MODALITA’: possono essere realizzate sotto forma di politiche: a) Dirigistiche: es. “blocco” degli incrementi deciso dal governo b) Di mercato: es. contenimento delle dinamiche “premiato” dal governo attraverso incentivi fiscali c) Istituzionali: “patti sociali” stipulati dalle parti sociali in modo cooperativo Politiche dei redditi “regola aurea” Y.p = w.N + q.w.N PIL TOTALE SALARI quindi p = w.N/Y + q.w.N/Y TOTALE PROFITTI Poichè N/Y è l’inverso della produttività del lavoro (= y) Si ha Accettando una determinata distribuzione iniziale del reddito -e quindi a parità di margini di profitto- se i salari crescono in linea con la produttività, l’inflazione rimane costante POLITICHE DEI REDDITI Le quote distributive • La distribuzione “funzionale” del reddito mette in evidenza come il reddito viene ripartito tra i proprietari dei fattori di produzione Quota di Reddito da lavoro Y= w.N + r.K Quota di Reddito da capitale 1= w.N + r.K Y Y Es: 1 = 0,70 + 0,30 cioè il 70% va ai lavoratori e il 30% va ai proprietari di capitale e di immobili L’ipotesi di politica dei redditi di Tarantelli • La stabilità dei prezzi come bene pubblico, • La stabilità delle quote distributive (legge di Bowley), • Il recupero del potere d’acquisto, dal passato al futuro: la “politica salariale d’anticipo”, • Il rientro dell’inflazione attraverso la programmazione concertata degli scatti di ‘scala mobile’ e la disciplina di prezzi, tariffe e prezzi amministrati (inflazione programmata). LE QUOTE DISTRIBUTIVE Quota Reddito da Lavoro = 0.70 = 70% Redd. Da K = 0,30 Y= w.N + r.K 1= w.N + r.K Y Y La caduta della quota del lavoro in Italia e nei principali paesi avanzati (2005-1992) 1,00 -1,00 -0,7 -2,0 -1,8 -2,5 -3,00 -3,5 -3,3 -3,3 -4,2 -5,00 -5,2 -5,8 -7,00 -7,6 -9,00 -9,8 -11,00 -10,8 -10,4 -10,7 -11,8 K in gd om B el gi u m D en m a rk nc e ra ni te d F U la nd s s N et he r S ta te en ni te d ed U S w an y er m G Ja pa n ar ea in S pa Ita ly ay or w N in la nd E ur o Fonte: Oecd F d Ir el an H un ga r y -13,00 Nel mondo: aumento della quota dei profitti e crescita economica 3,50 3,31 3,00 Elas ticità de lla cre s cita de l Pil all'aum e nto de lla quota de i profitti (1992-2005) 2,50 2,00 1,43 1,50 1,34 0,97 1,00 0,86 0,85 0,82 0,71 0,50 0,50 0,39 0,36 0,35 0,33 0,29 0,26 0,15 U Ita ly Ja pa n or w ay y N un ga r H an y er m G in la nd F ar ea in E ur o S pa d Ir el an la nd s nc e ra et he r N Fonte: Oecd, Eurostat. F K in gd om B el gi u U m ni te d S ta te s S w ed en ni te d D en m a rk 0,00 Politiche dei redditi (PdR) e sistemi di relazioni industriali (SRI) • L’esito della PdR dipende anche dalle caratteristiche del SRI che caratterizza un determinato assetto istituzionale e che ne definiscono il grado di corporativismo (Tarantelli, 1986) DIMENSIONI Neocooptazione Centralizzazione della contrattazione collettiva Neoregolazione del conflitto industriale Il grado di NEOCORPORATIVISMO del sistema di R.I. si misura attraverso tre parametri (Tarantelli) POLITICHE DEI REDDITI IN ITALIA (1) • La necessità di introdurre una politica di controllo dei redditi era stata per la prima volta ufficialmente dichiarata in Italia nel 1963, nella relazione annuale della Banca d’Italia predisposta dall’allora governatore G. Carli. • In realtà, per ben tutto il ventennio successivo, i tentativi di una concreta politica dei redditi risultarono piuttosto fallimentari. Solo nel 1983 e poi nel 1984 – con l’accordo siglato dalle parti sociali il 14 febbraio (denominato appunto “accordo di S. Valentino”)- si è esplicitamente cercato di realizzare un patto sociale di natura neocorporativa (nel senso indicato dall’economista Tarantelli), finalizzato a contenere i conflitti di lavoro e il processo inflazionistico, il cui differenziale rispetto ai principali paesi europei risultava piuttosto elevato. • Altri due accordi triangolari sono stati rispettivamente siglati il 31 luglio del 1992 e il 23 luglio del 1993, dopo che il governo aveva esplicitamente manifestato, attraverso il Documento di programmazione economico-finanziaria del ’91 (per il biennio successivo), la volontà di partecipare al processo di integrazione e all’ unione monetaria europea: il rientro dell’inflazione e il processo di risanamento dei conti pubblici dovevano necessariamente accompagnarsi con il modello concertativo di politica dei redditi, così da puntare concordemente al rispetto dei parametri fissati nel Trattato di Maastricht. • ACCORDO SCOTTI DEL 23 GENNAIO 1983 – • E' il primo caso di concertazione a tre, governo-sindacatiimprenditori, sulla politica dei redditi. • L' accordo, che viene firmato nella notte fra il 22 e il 23 gennaio dopo una trattativa aperta da oltre un anno e mezzo, si compone di 14 punti e di una serie di allegati che riguardano una quantità di argomenti mai affrontati prima in una singola intesa: fisco, assegni familiari, assistenza sanitaria, tariffe e prezzi amministrati, scala mobile, orari di lavoro, rinnovi contrattuali, mercato del lavoro, CIG, fiscalizzazione degli oneri sociali. • La prima novità sta nella premessa, ove le parti si impegnano a vincolare i loro comportamenti a tassi di incremento dei prezzi al consumo nella misura media annua del 13 % per l' 83 e del 10%nell' 84 PRIMI RISULTATI dell’accordo • Sull’efficacia di questo primo accordo i pareri sono piuttosto discordi: • c’è chi sottolinea la sostanziale incapacità mostrata dalle istituzioni preposte nel controllo delle variabili menzionate– prezzi e spesa pubblica- non governate come era nelle intenzioni (Cristini A. 1994); • c’è chi, pur non enfatizzando la portata del provvedimento, fa rilevare risultati non trascurabili sul fronte inflazionistico, anche grazie alla coincidenza di una favorevole congiuntura internazionale: • di fatto l’incremento del costo del lavoro scendeva dal 12,3% del 1983 al 5,4% del 1984 (risalendo leggermente nel 1985), mentre quello dei prezzi al consumo decelerava più lentamente, passando dal 15% del 1983 all’11% del 1984, al 9% del 1985 e al 6% del 1986 (Acocella, 1994). In Italia gli accordi contrattuali degli anni ’80 e ’90 hanno calmierato sia le retribuzioni che l’inflazione Inflazione e retribuzioni di fatto. Anni 1970-2007 (Tassi annui di variazione percentuale) 25,0 Prezzi al consumo (f.o.i.) Referendum abrogativo 20,0 5,0 Decreto di s. Valentino Primo shock petrolifero 10,0 Lodo Scotti Secondo shock petrolifero 15,0 Protocollo di Luglio Disdetta della scala mobile Retribuzione lorda per equivalente t.p. 0,0 1970 1973 1976 1979 1982 1985 Fonte: Elaborazione TRONTI su dati Istat, Conti nazionali 1988 1991 1994 1997 2000 2003 2006 Dopo Tarantelli: la riforma della negoziazione delle retribuzioni • 1991: la Confindustria annuncia la disdetta della scala mobile che era stata istituita nel 1975 • 1992: definitiva abolizione della scala mobile , quando fu sostituita dall’Elemento Distinto della Retribuzione, (E.D.R.), costituito da una somma mensile di Euro10,33 erogata per tredici mensilità • Protocollo di Luglio 1993: viene varato un nuovo meccanismo di negoziazione dei salari che prevede anche l’ammodernamento del sistema produttivo e la riqualificazione del lavoro e delle tecnologie. • 2009 Riforma del sistema contrattuale (sottoscritto da CISL e UIL, ma non dalla CGIL) POLITICHE DEI REDDITI IN ITALIA ’92/’93 (a) Gli accordi avevano i seguenti contenuti in relazione ai rispettivi obiettivi (Brunetta , 1999): • in merito alla inflazione e costo del lavoro: dopo l’erogazione, per il 1992 e ’93, di una cifra forfettaria in sostituzione del meccanismo di scala mobile (ormai eliminato nel dicembre 1991), vengono decisi per gli anni a venire aumenti salariali coerenti con il tasso di inflazione programmato (allineato alla media europea) • in merito agli obiettivi occupazionali: riforma del sistema di formazione, della CIG e dell’istituto della mobilità; sostegno all’occupazione soprattutto per particolari segmenti (giovani, donne lavoratori in mobilità) • in riferimento alle relazioni industriali e alle modalità di contrattazione: esclusione dei livelli contrattuali sovrapposti; i contratti collettivi nazionali (CCNL) vengono rinnovati ogni quattro anni per la parte normativa e ogni due anni per la parte retributiva POLITICHE DEI REDDITI IN ITALIA ’92/’93 (b) • per ciò che concerne prezzi e tariffe pubbliche, viene fissato un tetto di aumento del 3,4% per il 1993 e di un valore coerente con il tasso di inflazione programmato per gli anni successivi; vengono istituite Autorità autonome garanti del controllo e della regolamentazione dei prezzi pubblici • per gli aspetti riguardanti il fisco, viene rivisto il sistema contributivo per contrastare il fenomeno dell’elusione e dell’evasione fiscale • qualche riferimento alla politica industriale viene fatto, nel proposito di sostenere la vitalità del sistema produttivo italiano e di incentivare gli investimenti nella ricerca scientifica e nell’innovazione tecnologica. Nel decennio prima della crisi….. (dal 1995 al 2006) si riduce la produttività del lavoro Tronti 2008 L’incidenza delle rendite da oligopolio sul valore aggiunto cresce al ritmo medio di 0,4 punti percentuali l’anno T Tronti 2008 T Tronti 2008 L’INFLAZIONE CRESCE in Italia più di quanto registrato nell’Area Euro Tronti 2008 Conseguenza: le RETRIBUZIONI REALI in Italia crescono meno della media comunitaria Tronti 2008 Tasso di iscrizione al sindacato in Italia, 1960–2005 (percentuale di lavoratori iscritti al sindacato) 23 Tassi di iscrizione al sindacato negli Stati Uniti, 1900 – 2005 (percentuale di forza lavoro sindacalizzata) 12/8% •Fonte: BORJAS 24 135 130 105 100 IPCA =Indice calcolato in relazione ad un paniere di beni e servizi costruito tenendo conto sia delle particolarità di ogni paese, sia di regole comuni per la ponderazione dei beni che compongono tale paniere SCARSI INVESTIMENTI - BASSA FORMAZIONE/ R&S - BASSA PRODUTTIVITA’ RIFORMA DEL SISTEMA CONTRATTUALE accordo quadro firmato a gennaio (aprile accordo attuativo) 2009 da Confindustria CISL e UIL (non CGIL) Il nuovo modello contrattuale – Punti salienti 1 1 Conferma del doppio livello contrattuale. 2 Durata triennale dei contratti. 3 Indice previsionale al posto dell’inflazione programmata (Ipca depurata dal prezzo dell’energia importata). 4 Base di calcolo degli incrementi di primo livello. 5 Recupero degli scostamenti indice previsionale-inflazione effettiva entro il triennio. Fonte: Tronti 2009 Il nuovo modello contrattuale – Punti salienti 2 6. Ruolo guida del contratto nazionale. 7. Contrattazione in deroga. 8. Richiesta di incentivazione fiscaleretributiva del contratto decentrato. 9. Elemento di garanzia retributiva. Fonte: Tronti 2009