L`economia di mercato

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I volti della fede
Aprilia, 19 aprile 2013
Leggi di mercato
Giorgio Sirilli
I temi della serata
Leggi
Regole
Mercato
Economia
Società
Politica
Etica
Morale
Il mercato
Il mercato si sta espandendo
L’economia di mercato
La fondamentale giustificazione morale dell’economia di mercato è
che il perseguimento del profitto individuale fornisce anche il
meccanismo migliore per il perseguimento del bene comune
Alcuni pilastri del sistema sociale ed economico
(Bauman)
La crescita economica è il solo modo di affrontare le sfide e
possibilmente risolvere tutti i singoli problemi che la coabitazione
umana crea
Il consumo in perpetuo aumento è il principale modo di soddisfare
la ricerca umana della felicità
La disuguaglianza tra gli uomini è naturale, e accettare tale
“verità” ci avvantaggia tutti, mentre la manomissione dei suoi
precetti non può che portare danno a tutti
La rivalità, e di conseguenza l’elevazione delle persone degne e
l’esclusione di quelle indegne, è condizione necessaria e
sufficiente della giustizia sociale nonché della riproduzione
dell’ordine sociale
Giovanni Calvino
Con Calvino il segno della grazia divina è visibile e
sicuro: è la ricchezza, il benessere generato dal
lavoro. Anzi il lavoro in sé acquistava il valore di
vocazione religiosa: è Dio che ci ha chiamato ad
esso. È quindi il mestiere, il lavoro e il successo che
ne consegue che assicura il calvinista che "Dio è
con lui", che egli è l'eletto, il predestinato.
Di conseguenza il povero è colui che è fuori dalla
grazia di Dio. Chi sa quali colpe egli ha commesso
per essere stato punito con la povertà. La figura del
povero, che nel medioevo cristiano e cattolico era
la presenza di Cristo, lo strumento per acquisire
meriti per il Paradiso, ora è invece il segno della
disgrazia divina.
Gli economisti classici
John Stuart Mill
John Stuart Mill prevedeva l’inevitabile transizione dalla crescita
economica uno stato stazionario
“L’incremento della ricchezza non è infinito. La fine della crescita
porta a uno stato stazionario. “
“Una condizione stazionaria del capitale e della produzione non
implica affatto uno stato stazionario del miglioramento
dell’umanità. Ci sarebbe lo stesso spazio di sempre per tutti i tipi
di cultura mentale, e progresso morale e sociale, altrettanto
spazio per migliorare l’arte del vivere, e molta più probabilità
che essa sia migliorata, se le menti cercassero di essere occupate
esclusivamente a prosperare.”
John Maynard Keynes
John Maynard Keynes prevedeva
l’immancabile avvento del giorno in cui la
società potrà concentrarsi sui fini (felicità,
benessere) anziché, come fino ad ora, sui
mezzi (crescita economica e ricerca
individuale del profitto)
La piramide di Maslow
La promessa di Reagan
La Reaganomics
Il “trickle down”
La ricchezza accumulata al vertice della società “filtra verso il basso”
Promessa mancata clamorosamente
Le risate
L’impatto della Reaganomics
La diseguaglianza
La diseguaglianza sta aumentando rapidamente, e ciò significa che i
ricchi, e specialmente i molto ricchi, diventano più ricchi, mentre i
poveri, e soprattutto i molto poveri, diventano più poveri
Le diseguaglianze
La retribuzione netta dei capi delle grandi aziende degli USA
rispetto alla retribuzione media dei lavoratori della
fabbrica
1960
1974
1980
1990
1999
2000
12 volte
35 volte
42 volte
135 volte
400 volte
531 volte
Distribuzione del reddito
Il reddito dei deputati – Dichiarazione 2011
Concentrazione della ricchezza
Mauro Corona
Silvio Berlusconi
Gli economisti e la domanda della regina
La regina Elisabetta alla London School of
Economics il 5 novembre 2008
Stretta creditizia (credit crunch)
La domanda della regina: ”Perché nessuno l’aveva prevista?”
"Why did nobody notice it?"
Il consumismo e il marketing
Il marketing: “farti desiderare quello che non hai e farti
disprezzare quello che hai”
Oggi la strada della felicità passa attraverso lo shopping
All’indomani dell’attentato terroristico dell’11 settembre,
invitando gli americani a superare il trauma e a ritornare
alla normalità, George W. Bush:
“ritornate a fare shopping”
Non più cattedrali, ma shopping centers
I consumi
Le calze femminili
Il SUV
(Sport Utility Vehicle) - (Fuoristrada)
I consumi
Che fare?
L’austerità di Berlinguer (1977)
Che fare?
“La politica di austerità quale è da noi intesa può essere
fatta propria dal movimento operaio proprio in quanto essa
può recidere alla base la possibilità di continuare a fondare lo
sviluppo economico italiano su quel dissennato gonfiamento
del solo consumo privato, che è fonte di parassitismi e di
privilegi, e può invece condurre verso un assetto economico e
sociale ispirato e guidato dai principi della massima
produttività generale, della razionalità, del rigore, della
giustizia, del godimento di beni autentici, quali sono la
cultura, l'istruzione, la salute, un libero e sano rapporto
con la natura.
Il feticcio del PIL (prodotto Interno Lordo)
La decrescita felice
La decrescita felice (Latouche)
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Stili di vita
Tecnologia
Politica
Cultura
La decrescita felice
Stili di vita
 Gli stili di vita della decrescita promuovono la sobrietà, la
sostenibilità (ecologica e sociale), la calma e le relazioni fra le
persone. Valorizzano la convivialità, la cooperazione e
l’altruismo a scapito dell’individualismo, della competizione
e dell’egoismo; il gioco disinteressato e il piacere di godere del
proprio tempo libero rispetto alla frenesia del lavoro e del fare
sempre di più!
La decrescita felice
Tecnologie
 Le tecnologie della decrescita sono quelle tecnologie che, a parità
di prestazioni, riducono:
I consumi di energia
I consumi di materie prime
Gli oggetti da smaltire
La decrescita felice
Politica
 Una politica della decrescita favorisce:
l’autosufficienza energetica
le tecnologie della decrescita
l’attuazione degli stili di vita della decrescita
la sovranità alimentare
l’autonomia economica e produttiva dei territori (ovvero la
rilocalizzazione dell’economia)
la de-globalizzazione
La decrescita felice
Cultura
Il paradigma culturale intende superare l’ideologia che regge la
forma della nostra civiltà, che non è fondata su leggi oggettive ed
ineluttabili, ma su una serie di miti secolari: il mito della crescita,
del progresso e dell’economia.
La Fondazione “Bill and Melissa Gates”
Conclusioni
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Il mercato è importante
Il mercato sta “invadendo” altre aree del vivere sociale
La finanza sta prendendo in sopravvento sull’economia reale
Rivedere le regole della società dei consumi
Rapporto tra uomo e natura
Rivedere il rapporto tra ricchezza e benessere
Superare il mito del Pil e misurare meglio il benessere
Proposte di mutamenti radicali (decrescita felice, slow food, ecc.)
Ripensare lo stato sociale
Lo “stato stazionario”?
In sintesi
 Non è tempo per
aggiustamenti
marginali
 Dobbiamo
riprogettare il
futuro rimettendo
al centro l’uomo
 Dobbiamo
“ritornare al
tavolo da
disegno”
Grazie dell’attenzione
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