1 Cristina Cavazzuti, Laura Gandola, Roberto Odone Terra, acqua, aria Capitolo 3. Litosfera: tettonica, terremoti e vulcani 1. Wegener e la teoria della deriva dei continenti 2. La struttura interna della Terra 3. La teoria della tettonica 4. I terremoti e il rischio sismico in Italia 5. La struttura e l’attività dei vulcani 6. I vulcani italiani Cavazzuti, Gandola, Odone Terra, acqua, aria © Zanichelli editore 2014 3 Lezione 1 Wegener e la deriva dei continenti 1. Secondo Alfred Wegener i continenti si sono spostati nel corso del tempo Wegener nel 1912 formulò la teoria della deriva dei continenti. In passato esisteva un unico supercontinente, che egli chiamò Pangèa circondato da un grande mare, la Pantalàssa. In seguito i continenti si sarebbero allontanati gli uni dagli altri, comportandosi come zattere. Cavazzuti, Gandola, Odone Terra, acqua, aria © Zanichelli editore 2014 5 2. Le dorsali oceaniche sono spaccature da cui esce la lava I fondali oceanici non sono affatto piatti e lisci, ma presentano vaste zone pianeggianti intervallate a lunghe catene montuose chiamate dorsali oceaniche e a profonde depressioni dette fosse. Le dorsali sono sede di intensa attività vulcanica con fuoriuscita di lava basaltica. Cavazzuti, Gandola, Odone Terra, acqua, aria © Zanichelli editore 2014 6 2. Le dorsali oceaniche sono spaccature da cui esce la lava Cavazzuti, Gandola, Odone Terra, acqua, aria © Zanichelli editore 2014 7 Lezione 2 La struttura interna della Terra 3. La Terra è formata da crosta, mantello e nucleo La conoscenza diretta che abbiamo dell’interno della Terra è limitata a poche migliaia di metri. Ciò che sappiamo riguardo l’interno del nostro pianeta ha un’origine indiretta. Lo strato più esterno e sottile è la crosta, costituita soprattutto da silicati di alluminio; sotto la crosta c’è il mantello, uno strato prevalentemente solido formato soprattutto da silicati di ferro e magnesio. Al centro della Terra vi è il nucleo, in parte allo stato liquido, composto soprattutto da ferro e nichel. Cavazzuti, Gandola, Odone Terra, acqua, aria © Zanichelli editore 2014 9 4. La crosta terrestre può essere oceanica o continentale La crosta terrestre corrisponde allo strato superficiale solido che si trova sopra il mantello. La crosta continentale è costituita prevalentemente da rocce metamorfiche e ignee, ricoperte da rocce sedimentarie. La crosta oceanica è molto più sottile e uniforme ed è costituita soprattutto da rocce basaltiche. Cavazzuti, Gandola, Odone Terra, acqua, aria © Zanichelli editore 2014 10 5. Il mantello è uno strato di rocce in parte fuse Il mantello si estende in profondità fino a circa 2900 km ed è costituito da rocce che contengono ferro e magnesio. La crosta e la parte superiore del mantello costituiscono la litosfera. Cavazzuti, Gandola, Odone Terra, acqua, aria © Zanichelli editore 2014 11 6. Il nucleo è la parte più interna della Terra Il nucleo è il nocciolo del pianeta e ha un raggio di circa 3500 km. È costituito da una regione più interna solida, mentre quella più esterna è liquida. La superficie che separa il nucleo esterno dal nucleo interno si chiama discontinuità di Lehmann. La composizione chimica del nucleo è stata ricostruita analizzando frammenti di diversi meteoriti. Cavazzuti, Gandola, Odone Terra, acqua, aria © Zanichelli editore 2014 12 Lezione 3 La teoria della tettonica 7. La tettonica delle placche spiega i fenomeni geologici I dati raccolti fino alla metà del secolo scorso permisero di stabilire che non erano i continenti a spostarsi, bensì dei grandi blocchi di litosfera, chiamati placche. La teoria della tettonica delle placche sostiene che le rigide placche della litosfera poggiano sull’astenosfera, sulla quale sono libere di muoversi e spostarsi in senso orizzontale. Le placche sono tutte a contatto tra loro, ma possono muoversi indipendentemente. Cavazzuti, Gandola, Odone Terra, acqua, aria © Zanichelli editore 2014 14 7. La tettonica delle placche spiega i fenomeni geologici Cavazzuti, Gandola, Odone Terra, acqua, aria © Zanichelli editore 2014 15 8. I moti convettivi sono la causa degli spostamenti delle placche Attualmente gli scienziati ritengono che la causa dei movimenti delle placche litosferiche sia un trasferimento di calore che avviene all’interno della Terra; poiché le rocce che formano l’astenosfera sono fuse, il calore proveniente dallo strato di mantello sottostante si trasmette per convezione. All’interno dell’astenosfera si formano dei movimenti circolari (celle convettive) che, come se fossero dei grandi rulli, spostano le rigide placche soprastanti. Cavazzuti, Gandola, Odone Terra, acqua, aria © Zanichelli editore 2014 16 8. I moti convettivi sono la causa degli spostamenti delle placche Cavazzuti, Gandola, Odone Terra, acqua, aria © Zanichelli editore 2014 17 9. Lungo le dorsali oceaniche si forma nuova crosta terrestre La spinta laterale generata dalle correnti convettive dell’astenosfera e la risalita in superficie di magma provocano uno «stiramento» della litosfera e un progressivo allontanamento delle due placche limitrofe. Si formano così i margini divergenti. Attualmente i margini divergenti sono soprattutto sottomarini: l’imponente dorsale medio-atlantica, per esempio, si estende per migliaia di kilometri nell’Oceano Atlantico e determina tuttora l’allontanamento delle Americhe dall’Africa e dall’Europa. Cavazzuti, Gandola, Odone Terra, acqua, aria © Zanichelli editore 2014 18 9. Lungo le dorsali oceaniche si forma nuova crosta terrestre Cavazzuti, Gandola, Odone Terra, acqua, aria © Zanichelli editore 2014 19 10. Lungo i margini convergenti si verifica la subduzione Quando si ha uno scontro tra una placca oceanica e una placca continentale, la litosfera oceanica si piega verso il basso, si immerge nell’astenosfera ed entra lentamente a far parte del mantello; questo fenomeno si chiama subduzione. Cavazzuti, Gandola, Odone Terra, acqua, aria © Zanichelli editore 2014 20 10. Lungo i margini convergenti si verifica la subduzione Poiché la litosfera continentale posta sopra alla zona di subduzione subisce una forte spinta verso l’alto, sulla sua superficie si formano pieghe e corrugamenti che danno origine a catene montuose. Questo processo prende il nome di orogenesi. Cavazzuti, Gandola, Odone Terra, acqua, aria © Zanichelli editore 2014 21 Lezione 4 Le cause dei terremoti 11. I terremoti avvengono lungo i margini delle placche La distribuzione dei terremoti, o sismi, non è omogenea su tutta la superficie terrestre. Alcune placche si muovono parallelamente tra loro, ma in verso opposto, lungo i margini trascorrenti. Cavazzuti, Gandola, Odone Terra, acqua, aria © Zanichelli editore 2014 23 11. I terremoti avvengono lungo i margini delle placche Il punto all’interno della litosfera dal quale ha origine il terremoto si chiama ipocentro; dall’ipocentro partono le vibrazioni elastiche dette onde sismiche. Il punto della superficie terrestre che si trova sulla verticale dell’ipocentro e che viene raggiunto per primo dalle onde sismiche viene detto epicentro. Cavazzuti, Gandola, Odone Terra, acqua, aria © Zanichelli editore 2014 24 12. Ci sono diversi tipi di onde sismiche Le onde longitudinali sono chiamate onde prime (o onde P) e si propagano producendo compressioni e dilatazioni. Al passaggio delle onde trasversali, dette anche onde secondarie (o onde S), le particelle del mezzo attraversato oscillano su e giù, in direzione perpendicolare rispetto alla direzione di propagazione dell’onda. Cavazzuti, Gandola, Odone Terra, acqua, aria © Zanichelli editore 2014 25 12. Ci sono diversi tipi di onde sismiche Quando le vibrazioni prodotte dal terremoto giungono in superficie, cioè all’epicentro, generano un altro tipo di onde, le onde superficiali, che si propagano anche per migliaia di kilometri facendo compiere alle particelle del suolo ampie oscillazioni sia orizzontali sia verticali. Queste onde sono le più lente a propagarsi, ma provocando movimenti sussultori e ondulatori del terreno, sono le principali responsabili del crollo degli edifici e delle strade. Cavazzuti, Gandola, Odone Terra, acqua, aria © Zanichelli editore 2014 26 13. La forza di un terremoto è classificata in base alle scale Mercalli e Richter L’intensità di un terremoto può essere valutata in base agli effetti prodotti dal sisma sull’uomo, sugli edifici e, in generale, sull’area colpita. La scala Mercalli, ideata dal geologo Giuseppe Mercalli (1850-1914), è suddivisa in 12 livelli, o gradi, e si basa proprio su questo principio empirico. Cavazzuti, Gandola, Odone Terra, acqua, aria © Zanichelli editore 2014 27 13. La forza di un terremoto è classificata in base alle scale Mercalli e Richter Cavazzuti, Gandola, Odone Terra, acqua, aria © Zanichelli editore 2014 28 13. La forza di un terremoto è classificata in base alle scale Mercalli e Richter La scala Richter, detta anche «scala delle magnitudo», si basa sulla misura dell’energia sprigionata dal terremoto nel suo ipocentro. Il valore della magnitudo si ottiene confrontando l’ampiezza delle oscillazioni prodotte dal sisma in esame con l’ampiezza delle oscillazioni prodotte da un terremoto campione. Cavazzuti, Gandola, Odone Terra, acqua, aria © Zanichelli editore 2014 29 13. La forza di un terremoto è classificata in base alle scale Mercalli e Richter Cavazzuti, Gandola, Odone Terra, acqua, aria © Zanichelli editore 2014 30 Lezione 5 Struttura e attività dei vulcani 14. L’interno della Terra produce calore che raggiunge la superficie A mano a mano che si scende nella litosfera si avverte un aumento della temperatura; tale variazione, che dipende dalla profondità, è chiamata gradiente geotermico ed è pari a circa 3°C ogni 100 metri per le prime decine di kilometri. L’energia che deriva dal calore interno della Terra si chiama energia geotermica. Cavazzuti, Gandola, Odone Terra, acqua, aria © Zanichelli editore 2014 32 15. Gran parte dei vulcani si trova lungo i margini delle placche La roccia fusa, o magma, è meno densa della roccia solida; essa quindi tende a salire in superficie e ad accumularsi all’interno della crosta terrestre in un serbatoio detto camera magmatica. Dalla camera magmatica, il magma si dirige verso l’alto lungo un condotto, il camino, e fuoriesce attraverso una spaccatura della crosta chiamata cratere. Quando il magma fuoriesce all’esterno della crosta, prende il nome di lava, la quale si accumula nella zona circostante il cratere formando l’edificio vulcanico. Cavazzuti, Gandola, Odone Terra, acqua, aria © Zanichelli editore 2014 33 15. Gran parte dei vulcani si trova lungo i margini delle placche Cavazzuti, Gandola, Odone Terra, acqua, aria © Zanichelli editore 2014 34 16. Un vulcano può emettere materiali solidi, liquidi oppure gassosi L’attività vulcanica emette diversi tipi di materiali solidi; in genere si tratta di frammenti di varie dimensioni, chiamati piroclasti, che vengono lanciati in aria da fenomeni esplosivi o dalla fuoriuscita di gas. Tali frammenti possono essere di dimensioni ragguardevoli come le bombe vulcaniche; possono avere le dimensioni di piccoli ciottoli, come i lapilli; oppure essere piccolissimi e formare la cenere vulcanica. Cavazzuti, Gandola, Odone Terra, acqua, aria © Zanichelli editore 2014 35 16. Un vulcano può emettere materiali solidi, liquidi oppure gassosi Cavazzuti, Gandola, Odone Terra, acqua, aria © Zanichelli editore 2014 36 16. Un vulcano può emettere materiali solidi, liquidi oppure gassosi I materiali allo stato fuso sono rappresentati dalle colate laviche, che hanno temperature diverse in base alla loro composizione chimica e possono perciò essere più o meno viscose. Cavazzuti, Gandola, Odone Terra, acqua, aria © Zanichelli editore 2014 37 16. Un vulcano può emettere materiali solidi, liquidi oppure gassosi I materiali gassosi contengono vapore acqueo, anidride carbonica, zolfo e azoto. Un’attività vulcanica di tipo esplosivo può produrre una nube ardente, che può raggiungere una temperatura interna di 800 °C. Cavazzuti, Gandola, Odone Terra, acqua, aria © Zanichelli editore 2014 38 17. I vulcani hanno forme diverse in base al tipo di lava Se il magma è molto viscoso, la lava che fuoriesce scorre lentamente e solidifica a breve distanza dal cratere; per questo motivo la base del vulcano in genere è poco estesa e il cono vulcanico ha le pareti piuttosto ripide. Cavazzuti, Gandola, Odone Terra, acqua, aria © Zanichelli editore 2014 39 17. I vulcani hanno forme diverse in base al tipo di lava Se il magma è molto fluido e poco viscoso, tende a risalire velocemente verso la superficie e i gas escono liberamente attraverso le fessure della crosta. La lava scorre rapidamente lungo i fianchi del vulcano, quindi gli edifici vulcanici presentano in genere una base larga e pareti poco scoscese; si tratta di vulcani a scudo. Cavazzuti, Gandola, Odone Terra, acqua, aria © Zanichelli editore 2014 40 17. I vulcani hanno forme diverse in base al tipo di lava Quando le fratture tettoniche si trovano in superficie, mostrano spesso una fuoriuscita di lava molto fluida che può raggiungere anche grandi distanze dal luogo di uscita: si formano così i plateau lavici. Cavazzuti, Gandola, Odone Terra, acqua, aria © Zanichelli editore 2014 41 18. I fenomeni vulcanici secondari Quando un vulcano rallenta la propria attività e non si manifesta più alcun fenomeno effusivo o esplosivo, si possono verificare in superficie fenomeni secondari. Molte sorgenti di acque termali, che escono dal terreno anche a 50-60 °C, hanno questa origine. Ci sono anche i geyser, getti intermittenti di acqua bollente, i fanghi bollenti e le fumarole. Cavazzuti, Gandola, Odone Terra, acqua, aria © Zanichelli editore 2014 42