Teoria vantaggi comparati (nascita e diffusione)
1. Genesi di una teoria:
i) secondo una dinamica interna alla disciplina (affinamento strumenti
analitici es: rendimenti decrescenti)
ii) a partire dal contesto in cui è formulata (Inghilterra: fine blocco
continentale, Corn laws e ascesa della borghesia industriale)
2. Circolazione delle idee e grado di accettazione in un diverso contesto
(Italia prima metà dell’Ottocento):
i) diversa tradizione di pensiero (‘700 italiano e influenza pensiero
francese es., teoria soggettiva del valore)
ii) diverse condizioni politiche, economiche e sociali (prevalentemente
agricola, politicamente ed economicamente divisa). Considerazioni sul
rapporto teoria, realtà e obiettivi di politica economica
Conclusione: relativismo storico e spaziale di una teoria
Fasi di formazione della teoria economica
ANALISI
VISIONE
Interpretazione di
fatti economici
Fase preanalitica,
mediante modelli:
implica un punto di
vista filosofico sociale schemi astratti e
della realtà ovvero una formalizzati che
det. visione del mondo stabiliscono
relazioni fra
variabili
POLITICA ECONOMICA
Insieme delle
strategie di politica
economica
propugnate a partire
dalle principali
conclusioni teoriche
Es. Ricardo per
abolizione Corn
Laws
Smith: teoria dei vantaggi assoluti
Ciascun paese ha convenienza a specializzarsi nella produzione in cui
gode di un vantaggio assoluto (Inghilterra a parità di lavoro
produce una maggiore qtà di stoffa del Portogallo e una minore
qtà di vino)
(prodotto per unità di lavoro)
vino
Inghilterra
4
Portogallo
8
stoffa
2
1
1. i vantaggi da un punto di vista statico sono spiegati da una più
efficiente allocazione delle risorse;
2. da un punto di vista dinamico (dello sviluppo) il commercio estero
consente un maggiore mercato di sbocco alla aumentata capacità
produttiva dovuta alla introduzione della divisione del lavoro
Vantaggi comparati (Ricardo Principles 1817):
(prodotto per unità di lavoro)
Vino (litri)
Inghilterra
Portogallo
12
8
Stoffa (metri)
6
1
costo v/s 2; costo s/v 1/2
costo v/s 8; costo s/v 1/8
hp: rendimenti costanti; coef fissi di produzione; non mobilità internazionale delle
risorse; perfetta mobilità interna…
Interpretazione del modello:
1. Statica: vantaggi della specializzazione in termini di aumento delle
produzione mondiale;
2. Dinamica: sviluppo economico attraverso una redistribuzione del
reddito (a favore del saggio di profitto e a scapito della rendita) nel
caso speciale di importazione di beni salario (grano)
(leggi movimento sistema ricardiano: accumulazione; popolazione,
coltivazione terre marginali, prezzo del grano w nominale, rendita,
r
tendenza allo stato stazionario
Limiti del modello ricardiano nel tempo (mobilità e specializzazione):
1. Effetti redistributivi interni e internazionali. La specializzazione comporta una
redistribuzione del reddito a favore dei capitalisti e a scapito dei proprietari accentuando l’antagonismo fra le due classi.
Se introduciamo l’hp standard di rendimenti agricoli decrescenti non è più possibile
parlare di vantaggi incondizionati per tutti i paesi partecipanti allo scambio. Problema
per i paesi che si specializzano nella y agricola i cui costi aumentano più rapidamente
con la domanda estera, salvo sia incorporata nella ragione di scambio internazionale…;
2. hp della non mobilità internazionale delle risorse: la specializzazione secondo le
‘vocazioni’ di ciascun paese conduce a un equilibrio in cui una merce (la stoffa in
Inghilterra) è prodotta con una tecnica inferiore. Se capitale e lavoro potessero
migrare cambierebbe l’allocazione ottima delle risorse;
3. hp perfetta mobilità interna delle risorse: è in contraddizione con una elevata se non
completa specializzazione. Questa significa un alto grado di specificità dei fattori con
barriere all’entrata crescenti (rende permanente la distinzione fra paesi manifatturieri e
agricoli) maggiore rigidità del sistema e vulnerabilità alle crisi internazionali;
4. Nel lungo periodo non evita lo stato stazionario: l’accelerazione nell’aumento dei
costi della produzione agricola a seguito della domanda estera comprime i profitti in entrambi i paesi e ammessa una ripercussione sulla ragione di scambio i paesi manifatturieri si trovano nuovamente prossimi allo stato stazionario.
Conclusione: nonostante in parte consapevole Ricardo è interessato al problema
contingente dell’abolizione delle Corn Laws
Adattamento italiano del modello ricardiano: la ‘creazione’ di
vantaggi comparati
Tesi storiografica anni sessanta: adesione al libero scambio come scelta
di un modello agricolturista di sviluppo che nell’ambito dello schema
ricardiano collocava il nostro paese tra i fornitori di derrate:
1. Non tiene conto della interpretazione dinamica del modello e della
possibilità di coniugare il criterio dei vantaggi comparati con il
principio della industria nascente;
2. Non tiene conto delle ambizioni industrialiste presenti nella prima
parte dell’800 spiegate da
i. una scarsa conoscenza delle condizioni reali del paese specie al
sud
ii. fiducia nel progresso tecnico
Opzione industrialista nelle forme:
1. Alternanza della produzione manifatturiera e agricola (stagionalità)
2. Distretti agricolo - industriali (no concentrazione di capitali)
3. Grande impresa (introduzione di macchine e rendimenti di scala)
Sviluppo manifatturiero e libero scambio (‘creazione’ di vantaggi
comparati)
Problema per un paese second comer
1. Ridotta domanda interna
basso livello dei salari
(commercio estero come
Ampliamento del mercato: Smith)
ristrettezza geografica del mercato
2. Concorrenza internazionale
Ricardo: divisione internazionale del lavoro
e complementarità dei rapporti
Due paesi possono presentare dei vantaggi
in una medesima produzione: concorrenza
internazionale.
Minore grado di sviluppo e visione concorrenziale
delle relazioni internazionai
i. ruolo attivo dello stato (infrastrutture e infant industry)
ii. dibattito sulle unioni doganali (esigenza di ampliamento del
mercato e limitazione della concorrenza internazionale)
Sviluppo
economico
allocazione efficiente delle risorse (liberoscambio)
progresso tecnico
Fiducia nella innovazione: conseguenze per la teoria ricardiana
1. i vantaggi comparati non sono dati esogenamente e la struttura del
commercio internazionale permanente (effetto anti-trade nel l. termine)
2. L’innovazione si realizza:
i. trasferimento di tecnologie da paesi economicamente avanzati =
apertura dei mercati nell’ipotesi di mobilità internazionale delle risorse;
ii. Esperienza (learning by doing) = protezionismo con l’ipotesi di
mobilità interna dei fattori
Rilettura italiana del modello ricardiano (principio della infant industry
e della ‘creazione’ di vantaggi comparati):
hp di mobilità internazionale
hp mobilità intersettoriale
Mobilità intersettoriale e infant industry: sostenuta da tutti gli economisti
classici e particolarmente rilevante per paesi emergenti:
1. i paesi economicamente giovani presentano un importante vantaggio competitivo
nei costi di riconversione produttiva (maggiore capitale circolante)
2. esiste una remora psicologica a investire in cui settori che pur presentando
opportunità future di profitto sono sottoposti alla concorrenza internazionale (Say
riconosce come la diversa capacità competitiva (iniziale) conduca i paesi a investire
sempre nella stessa direzione (agricoltura…gli eventi storici decidono chi produce cosa)
presupposto per una politica mirante a
orientare i capitali verso i settori che
presenteranno vantaggi comparati (sussidi e protezione)
Mobilità internazionale: non è esclusa ma considerata uno dei maggiori benefici
derivanti dall’integrazione economica.
Commercio estero come i. forma di approvvigionamento di capitali (per le maggiori
opportunità di profitto che l’Italia offre: > rapp. capitale impieghi; > costo del lavoro)
ii. Trasferimento di tecnologie (Cavour e la liberalizzazione
della importazione di macchinari; unioni doganali nel senso di circolazione dei fattori)
Contraddizioni: no emigrazione; finanziamento pubblico di imprese straniere