Capitolo 2 I dati della macroeconomia 1 Il percorso Teoria e verifica empirica Le teorie economiche hanno origine nell’osservazione della realtà. Vengono costruite sulla base della conoscenza del funzionamento dell’economia. Vengono testate utilizzando i dati disponibili: verifica empirica. 2 I dati e documenti ufficiali I dati macroeconomici: L’Istat (Istituto italiano di statistica: http://www.istat.it) è la fonte ufficiale per l’Italia per la maggior parte delle statistiche economiche. L’Istat cura il rilevamento dei dati relativi ai censimenti della popolazione, alla contabilità nazionale, ai bilanci delle famiglie, agli indici dei prezzi, alle forze di lavoro, alla produzione industriale, ecc. Sempre per l’Italia, il sito del Ministero dell’Economia e delle Finanze (http://www.tesoro.it) contiene numerose informazioni tra cui il Documento di programmazione Economica e Finanziaria Nel sito della Banca d’Italia (http://www.bancaditalia.it) si trova la Relazione annuale e il Bollettino economico Sito dell’Unione Europea: http://europa.eu.int L’OECD (http://www.oecd.org) pubblica autorevoli rapporti (OECD Economic Outlook) e rassegne periodiche (Economic Surveys) sulla situazione macroeconomica dei paesi membri Il Fondo Monetario Internazionale (http://www.imf.org) pubblica una rassegna congiunturale World Economic Outlook e un bollettino mensile International Financial Statistics con tavole-paese costruite in modo che le principali statistiche macroeconomiche siano comparabili tra paesi La Banca Mondiale (http://worldbank.org) ha un sito di particolare interesse per i temi dello sviluppo economico e pubblica il World Development Report 3 La contabilità nazionale Gli economisti utilizzano i dati per testare il funzionamento dei modelli. TRE indicatori sono particolarmente rilevanti: 1 Prodotto interno lordo 2 L’indice dei prezzi al consumo (inflazione) 3 Tasso di disoccupazione 4 Il PIL Il prodotto interno lordo misura il flusso monetario corrispondente allo scambio di beni e servizi tra gli individui e le imprese all’interno di un sistema economico. Tre modi per calcolare il PIL: somma delle componenti della spesa in beni finali; somma dei redditi dei fattori della produzione valore aggiunto=valore della produzione consumi intermedi Contabilmente risulta sempre verificata l’identità: Spesa in beni finali=Redditi=Valore Aggiunto 5 Il prodotto interno lordo Cos’è e come si calcola Si considerino le prime due definizioni del PIL: 1. spesa totale in beni e servizi finali prodotti nel paese in un anno 2. reddito totale prodotto dai fattori di produzione localizzati nel paese durante un anno 6 Identità del reddito nazionale Reddito aggregato = spesa aggregata Perché due definizioni? In ogni transazione economica la spesa sostenuta dall’acquirente è pari al reddito ricevuto del venditore. Quindi, la somma di tutte le spese è pari alla somma di tutti i nuovi redditi prodotti. 7 Ricavo beni e Servizi venduti MERCATI DI BENI E SERVIZI Le imprese vendono Le famiglie comprano Salari, rendite e profitti Figura 2-1 beni e servizi comprati IMPRESE Producono e vendono beni e servizi Utilizzano lavoro e fattori di produzione Fattori di produzione Spesa FAMIGLIE Comprano e consumano beni e servizi. Possiedono e cedono fattori di produzione MERCATI DEI FATTORI DI PRODUZIONE Le famiglie vendono Le imprese comprano Terra, lavoro, e capitale Reddito = Flusso di beni e servizi = Flusso di moneta 8 Identità del reddito nazionale Reddito aggregato = spesa aggregata Esempio: Valore della produzione = 1000 euro 1. Chi acquista la produzione? Consumatori e imprese 900 +100 (inv. in scorte)=1000 (PIL come spesa) 2. Come si distribuisce il reddito? Salari + interessi + materie prime = reddito dei fattori 450 + 50 + 300 = 800 Profitto = 1000 - 800 = 200 = reddito del proprietario 9 PIL: come spesa in beni finali o aggregata Il valore di mercato di tutti i beni e i servizi finali prodotti in un paese in un dato periodo di tempo 10 PIL valore di mercato: i beni e servizi vengono considerati secondo il loro valore di mercato misurato dai Prezzi di Mercato Non vengono considerati nel PIL alcuni beni e servizi che non vengono scambiati sul mercato, ad esempio i lavori domestici delle casalinghe o l’insegnamento impartito dai genitori ai figli. I servizi delle Amministrazioni Pubbliche sono valutati ai costi sostenuti per la loro produzione. 11 I prezzi dei beni Sommare arance e mele Diversi beni e servizi hanno un valore diverso. I valori dei beni sono espressi attraverso i prezzi di mercato. Esempio: Produzione = 4 mele + 3 arance PIL = 4 x prezzo di una mela + + 3 x prezzo di un arancia 12 PIL di tutti (problema per identificare il valore di mercati di i beni e servizi: vengono computati sia beni finali: ottenuti nella fase terminale del processo alcuni beni, quali attività illecite, beni prodotti per l’autoconsumo,…) tangibili sia servizi non tangibili (pulizie domestiche, taglio capelli, …) produttivo. Sono esclusi i Beni e servizi intermedi che sono i beni utilizzati nella produzione di altri beni e servizi e che rappresentano, quindi, una fase transitoria del processo produttivo. Invece, sono considerati nel calcolo del PIL quando non sono utilizzati immediatamente nella produzione ma rimangono in magazzino come le scorte (investimenti in scorte). 13 PIL prodotti : in un paese: il PIL misura il valore della beni e servizi prodotti attualmente e non le transazioni che riguardano i beni prodotti nel passato perché contabilizzati nel PIL dei corrispondenti anni produzione nell’ambito dei confini geografici di un paese indipendentemente dalla nazionalità del produttore (PIL ‡ PNL=beni prodotti da un individuo RESIDENTE in Italia) in un dato periodo di tempo: Periodo di tempo considerato, in genere, anno o trimestre. 14 Quali transazioni entrano nel computo del PIL? Beni usati? No, perché è un trasferimento di ricchezza già esistente. Le scorte di magazzino? Sì, perché rappresentano produzione di nuova ricchezza (anche se verranno vendute in futuro). Beni intermedi? No. Viene calcolato il valore dei beni finali (quindi il pane ma non la farina venduta per produrlo). 15 PIL = Spesa aggregata finale Le componenti della spesa aggregata Consumo Investimenti Spesa pubblica Esportazioni nette (C) (I) (G) (NX) 16 Identità del reddito nazionale Reddito totale = Y Spesa totale = C + I + G + NX quindi: PIL = Y = C + I + G + NX 17 Le componenti della spesa aggregata Consumo (C ) Definizione: acquisto di beni di consumo, sia di produzione nazionale che estera, da parte delle famiglie. Comprende: Beni durevoli: Esempi: automobili, case, elettrodomestici Beni non durevoli Esempi: cibo, vestiti Servizi lavori fatti per gli individui 18 Le componenti della spesa aggregata Investimenti (I ) Definizione: Beni acquisiti per uso futuro. Investimenti fissi delle imprese: Esempi: Impianti e attrezzature Investimenti residenziali Esempi: Immobili industriali o abitativi Investimenti in scorte Esempio: Magazzino 19 Le componenti della spesa aggregata La spesa pubblica (G ) Definizione: Acquisti, sia di produzione nazionale che estera, di beni e servizi (incluso servizi lavorativi) da parte del settore pubblico (Stato, Regioni, Comuni, ecc.) Esempi: Infrastrutture, dipendenti pubblici, spesa militare, polizia. Esclude le spese per redistribuzione e trasferimenti in quanto non rappresentano produzione di nuova ricchezza. 20 Le componenti della spesa aggregata Le esportazioni nette (NX ) Definizione: Valore totale delle esportazioni (EX) meno valore totale delle importazioni (IM ) NX = EX – IM NX Bilancia commerciale (NX>0 avanzo; NX<0 disavanzo) EX domanda di beni nazionali da parte dei non residenti IM domanda di beni esteri proveniente dai residenti 21 Tavola 1 - Conto economico delle risorse e degli impieghi (milioni di euro) AGGREGATI VALORI A PREZZI CORRENTI RISORSE 2002 2003 2004 2005 2006 Prodotto interno lordo ai prezzi di mercato 1,295,226 1,335,354 1,390,539 1,423,048 1,475,401 Importazioni di beni e servizi fob 320,776 320,512 342,791 371,780 422,843 Totale 1,616,002 1,655,866 1,733,329 1,794,828 1,898,244 IMPIEGHI Consumi nazionali Spesa delle famiglie residenti Spesa delle Amministrazioni pubbliche e delle Isp (a) Investimenti fissi lordi Investimenti fissi netti Ammortamenti Variazione delle scorte Oggetti di valore Esportazioni di beni e servizi fob Totale 1,009,106 1,051,968 1,091,458 1,130,291 1,174,481 755,855 784,333 810,148 834,264 869,209 253,250 267,635 281,310 296,027 305,272 270,889 271,776 285,084 292,621 306,605 77,607 70,430 73,172 70,397 74,934 193,282 201,346 211,912 222,223 231,672 1,070 2,435 1,629 - 1,191 3,672 1,718 1,773 2,308 2,377 2,754 333,219 327,913 352,851 370,731 410,732 1,616,002 1,655,866 1,733,329 1,794,828 1,898,244 22 Le componenti della spesa aggregata nel 2006 2006 % Consumi 869,209 59% Spesa delle AA.PP 305,272 21% Investimenti fissi lordi 313,035 21% Esportazioni nette - 12,110 -1% PIL 1,475,406 100% 23 Il PIL come Valore Aggiunto Ogni bene è prodotto attraverso una serie di fasi intermedie. Il PIL rappresenta il valore totale dei beni e servizi finali. Il prezzo dei beni intermedi è compreso nel prezzo dei beni finali che concorrono a produrre. Un altro modo per contabilizzare il PIL è sommare il valore aggiunto di ciascuna fase della produzione. Il valore aggiunto è pari al valore del prodotto finale meno il valore dei beni intermedi utilizzati per produrlo (consumi intermedi). VA=Produzione - Consumi intermedi 24 Tre modi calcolare il PIL: esempio somma delle componenti della spesa in beni finali; somma dei redditi dei fattori della produzione valore aggiunto = valore della produzione consumi intermedi Spesa in beni finali=Redditi=VA Esempio: vedi file word 25 PIL reale e nominale Il PIL è una misura efficace del benessere? Esempio PIL = quantità di mele x prezzo delle mela + quantità di arance x prezzo delle arancia Il PIL può aumentare sia perché aumentano le quantità sia perché aumentano i prezzi!!! Il benessere viene correttamente misurato dal PIL in termini reali e non nominali!!! Infatti, supponiamo che i prezzi di mele e arance raddoppino. Di quanto aumenta il PIL nominale? Di quanto aumenta il PIL reale? 26 PIL reale e nominale Il PIL misura il valore dei beni e servizi prodotti in un certo anno (aumenta lo stock di ricchezza). Il PIL nominale misura questo valore a prezzi correnti Il PIL reale misura questo valore utilizzando come numerario di riferimento i prezzi di un anno base (prezzi costanti) 27 Il PIL reale tiene conto dell’inflazione Le variazioni del PIL nominale sono dovute a: variazione delle quantità di beni e servizi variazione dei prezzi Se tutti i p raddoppiassero e non variasse la quantità, il PIL raddoppierebbe MA ciò non implicherebbe un aumento del benessere!!! Una misura più efficace del benessere deve tener conto della produzione di beni e servizi, senza essere influenzata dalle variazioni dei prezzi. A tale scopo si ricorre al PIL reale. Come si ottiene? => Neutralizzando la variazione dei prezzi 28 Il PIL reale tiene conto dell’inflazione Il calcolo del PIL viene effettuato utilizzando i prezzi di un anno di riferimento. In questo modo i PIL in diversi anni è confrontabile. Usando la seguente notazione: Quantità di mele 2002 Quantità di arance 2002 Prezzo mele 2002 Prezzo arance 2002 = = = = Qm02 Qa02 Pm02 Pa02 Mentre denotiamo con Qm03 i valori per il 2003 29 Il PIL reale tiene conto dell’inflazione Calcoliamo il PIL nominale e il PIL reale nel 2002 e nel 2003 prendendo il 2002 come anno base: Anno 2002: PIL nominale = PIL reale PIL = (Qm02 x Pm02) + (Qa02 x Pa02) Anno 2003: PIL nominale = (Qm03 x Pm03) + (Qa03 x Pa03) PIL reale = (Qm03 x Pm02) + (Qa03 x Pa02) 30 Il PIL reale tiene conto dell’inflazione Esempio numerico: Pbene1 Qbene1 Pbene2 Qbene2 2001 1 euro 100 2 euro 50 2002 2 euro 150 3 euro 100 PIL nominale 2001 (1euro x 100) + (2euro x 50) = 200 euro 2002 (2euro x 150) + (3euro x 100) = 600 euro PIL reale (anno base 2001) 2001 (1euro x 100) + (2euro x 50) = 200 euro 2002 (1euro x 150) + (2euro x 100) = 350 euro Conclusione: Dato che il PIL reale è passato da 200 a 350 possiamo essere certi che tale incremento è dovuto esclusivamente a aumenti delle quantità di beni prodotti, dato che i prezzi sono stati mantenuti costanti. 31 Dai valori nominali a quelli reali Inflazione Confrontando PIL nominale e reale si ottiene un terzo dato statistico: DEFLATORE DEL PIL. Ci dice quanta parte della crescita del PIL nominale è attribuibile a variazioni di prezzo, invece che a variazioni di produzione. Viene utilizzato per deflazionare il PIL, cioè per depurare il PIL dall’inflazione. Ma cos’è l’inflazione? 32 Dai valori nominali a quelli reali Inflazione Il livello generale dei prezzi misura il costo di un paniere di beni e servizi Esempio: Nell’anno t Px=10 unità di X=4 Py=20 unità di Y=3 Il livello generale dei prezzi P è una media dei prezzi dei singoli beni ponderata con le quantità acquistate Pt=10x4 + 20x3= 40 + 60 = 100 33 Dai valori nominali a quelli reali Inflazione Nell’anno t+1 Px=12 (+20%) unità di X=4 Py=22 (+10%) unità di Y=3 Pt+1=12x4 + 22x3= 48 + 66 = 114 Il tasso di inflazione è il tasso di crescita del livello dei prezzi: Π = Pt+1- Pt / Pt =114-100/100 = 0,14 Il tasso di inflazione misura di quanto varia la spesa che occorre sostenere per acquistare lo stesso paniere di beni nel periodo successivo Nell’esempio, nell’anno t+1 si può continuare ad acquistare il paniere composto da 4 unità del bene X e 3 unità del bene Y con un aumento di spesa pari al 14%. 34 Dai valori nominali a quelli reali Inflazione Inflazione si misura generalmente con riferimento a: 1. 2. 3. Deflatore del PIL Indice dei prezzi al consumo (IPC) Indice dei prezzi alla produzione (IPP) 35 Dai valori nominali a quelli reali 1.Deflatore del PIL Una misura del livello dei prezzi è appunto il deflatore del PIL che viene implicitamente definito come: PIL nominale Deflatore del PIL 100 PIL reale PIL nominale PIL reale Deflatore del PIL Per questo abbiamo detto che viene utilizzato per deflazionare il PIL, cioè per depurare il PIL dall’inflazione 36 Dai valori nominali a quelli reali 1.Deflatore del PIL PIL nominale Deflatore del PIL 100 PIL reale Questa formula premette di capire la ragione per la quale il deflatore misura il livello dei prezzi: una variazione nel prezzo di un bene che non sortisca effetti sulla produzione influenza il valore del PIL nominale, ma non di quello reale; di conseguenza tale variazione di prezzo viene rilevata dal deflatore del PIL 37 Il PIL reale tiene conto dell’inflazione Riprendiamo l’esempio numerico: Pbene1 Qbene1 2001 1 euro 100 2002 2 euro 150 PIL nominale 2001 (1euro x 100) + (2euro 2002 (2euro x 150) + (3euro PIL reale (anno base 2001) 2001 (1euro x 100) + (2euro 2002 (1euro x 150) + (2euro Pbene2 Qbene2 2 euro 50 3 euro 100 x 50) = 200 euro x 100) = 600 euro x 50) = 200 euro x 100) = 350 euro DEFLATORE DEL PIL 2001 (200euro/200euro) x 100 = 100 euro 2002 (600euro/350euro) x 100 = 171 euro Conclusione: poiché il deflatore del PIL è cresciuto in un anno da 100 a 171, si può affermare che il livello dei prezzi è aumentato del 71%. 38 Dai valori nominali a quelli reali 2.IPC, indice dei prezzi al consumo Misura il livello dei prezzi di un paniere di beni e servizi acquistato da una famiglia “media” Pubblicato dall’Istat Usato per: misurare il cambio del «costo della vita» delle famiglie. indicizzare i contratti all’inflazione. calcolare i valori reali e confrontare i dati di anni diversi. 39 La composizione del paniere IPC, Italia 2004 Alimentari e bevande Alcol e tabacchi Abbigliamento e calzature Abitazione, acqua ed energia Mobili e casa Salute Trasporti Comunicazioni Ricreazione, spettacolo e cultura Istruzione Alberghi e ristoranti Altri beni e servizi 40 Costruzione dell’IPC Inchieste per determinare il paniere di consumo tipico Raccoglie dati e calcola l’indice Costo del paniere nel periodo in corso IPC 100 Costo del paniere nel periodo base 41 Esempio Costruzione Indice prezzi Anno Base: 2003 P pane P latte Q pane Q latte 2003 0.9 0.8 2 1 2004 1 0.9 2 1 2005 1.1 1 2 1 Indice dei Costo Prezzi Paniere (2003=100) 2.6 100.00 2.9 111.54 3.2 123.08 123 - 111.5 Inflazione 2005 100 10.4% 111.5 42 Indice generale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati compresi ed esclusi i tabacchi Periodo 2006 (1995=100) gennaio febbraio marzo aprile maggio giugno luglio agosto settembre ottobre novembre dicembre 2007 (1995=100) gennaio febbraio marzo Compresi i tabacchi Variazioni % Rispetto al Rispetto al corrisponden Indici periodo te periodo precedente dell’anno precedente Esclusi i tabacchi Variazioni % Rispetto al Rispetto al corrisponden Indici periodo te periodo precedente dell’anno precedente 127.3 127.6 127.9 128.3 128.5 128.7 129.2 129.4 129.3 129.0 129.3 129.3 +0,2 +0,2 +0,2 +0,3 +0,2 +0,2 +0,4 +0,2 -0,1 -0,2 +0,2 0,0 +2,2 +2,1 +2,2 +2,1 +2,1 +2,1 +2,3 +2,2 +2,1 +1,7 +1,8 +1,8 126.6 126.9 127.1 127.4 127.8 127.9 128.2 128.4 128.4 128.2 128.3 128.4 +0,2 +0,2 +0,2 +0,2 +0,3 +0,1 +0,2 +0,2 0,0 -0,2 +0,1 +0,1 +2,2 +2,1 +2,1 +2,0 +2,2 +2,1 +2,1 +2,1 +2,0 +1,7 +1,7 +1,7 129.4 129.8 129.9 +0,1 +0,3 +0,1 +1,6 +1,7 +1,6 128.5 128.8 129.0 +0,1 +0,2 +0,2 +1,5 +1,5 +1,5 43 Inflazione, deflatore e IPC L’inflazione può essere misurata dalla variazione percentuale di deflatore oppure variazioni dell’IPC Deflatore IPC Beni considerati Tutti Paniere consumo Prodotti Italia Italia ed estero Pesi dei beni Variabili Fissi 44 IPC L’ISTAT calcola l’IPC in tre versioni: L’indice per l’intera collettività nazionale (NIC) misura l’inflazione a livello dell’intero sistema economico: considera l’Italia come se fosse un’unica grande famiglia di consumatori. E’ utilizzato per la realizzazione delle politiche economiche (ad esempio per indicare nel DPEF il tasso di inflazione programmata, cui sono collegati i rinnovi dei contratti di lavoro) L’indice per le famiglie di operai e impiegati (FOI) si riferisce ai consumi delle famiglie residenti in Italia facenti capo ad un lavoratore dipendente extra-agricolo. E’ usato per adeguare periodicamente valori monetari (es. canoni di locazione) L’indice armonizzato dei prezzi al consumo per i paesi dell’UE (IPCA) assicura una misura dell’inflazione comparabile a livello europeo. Viene assunto per verificare la convergenza delle economie dei paesi UE, ai fini dell’accesso e della permanenza nell’Unione Monetaria 45 Dai valori nominali a quelli reali 3 Indice dei prezzi alla Produzione (IPP) L’IPP misura il costo di un paniere di beni e servizi nel primo stadio di commercializzazione. Nell’esempio, X e Y sono le quantità vendute da un’impresa. I pesi sono calcolati sulla base dei dati della produzione industriale italiana. In Italia, l’ISTAT calcola l’IPP in due versioni: 1. IPP per destinazione economica (beni finali di consumo, di investimento e beni intermedi) 2. IPP per settore di attività economica (es. prodotti del settore tessile, alimentari, ecc.) 46 Misure alternative della ricchezza Prodotto interno e prodotto nazionale La produzione dei cittadini italiani è misurata dal Prodotto nazionale lordo (PNL) che si ottiene dal PIL: sommando i redditi da lavoro e da capitale (interesse, dividendi, profitti)) degli italiani all’estero sottraendo i redditi da lavoro e capitale degli stranieri in Italia 47 Misure alternative della ricchezza Prodotto interno e prodotto nazionale Quindi, Prodotto interno lordo (PIL): prodotto in Italia. Reddito totale ottenuto dai fattori di produzione localizzati in Italia anche se esteri Prodotto nazionale lordo (PNL): prodotto da cittadini italiani. Reddito totale ottenuto dai fattori di produzione nazionali localizzati anche all’estero 48 PNL, PNN, reddito nazionale Prodotto nazionale netto = PNL – ammortamenti Reddito nazionale = PNN – imposte indirette Reddito personale = RN +/– trasferimenti a/da imprese e P. A. (non tasse) Reddito personale disponibile = RP – tasse P.A. 49 La popolazione Avevamo detto ad inizio lezione che gli economisti utilizzano i dati per testare il funzionamento dei modelli e che TRE indicatori sono particolarmente rilevanti: 1 Prodotto interno lordo 2 L’indice dei prezzi al consumo (inflazione) 3 Tasso di disoccupazione Resta da analizzare il terzo indicatore. 50 Il tasso di disoccupazione Alcune definizioni: Popolazione, Forza lavoro, Occupati, … La popolazione è divisa in: Attiva: età tra 15 e 64 (pensionati). Passiva: bambini e anziani. La popolazione attiva è classificata sulla base della condizione lavorativa. Forza lavoro Disponibilità di lavoro nell’economia: occupati + disoccupati Occupati Coloro che hanno un lavoro retribuito Disoccupati I non occupati in cerca di lavoro Fuori forza lavoro Non occupati non in cerca di lavoro e non attivi 51 Tasso di disoccupazione e di partecipazione I valori percentuali sono più informativi Tasso di disoccupazione Percentuale della forza lavoro disoccupata = Numero di disoccupati/Forza Lavoro Tasso di partecipazione Percentuale di appartenenti alla forza lavoro sulla popolazione adulta = Forza lavoro/popolazione adulta 52 Occupati comprendono le persone di 15 anni e più che nella settimana di riferimento: hanno svolto almeno un’ora di lavoro in una qualsiasi attività che preveda un corrispettivo monetario o in natura; hanno svolto almeno un’ora di lavoro non retribuito nella ditta di un familiare nella quale collaborano abitualmente; sono assenti dal lavoro (ad esempio, per ferie o malattia). I dipendenti assenti dal lavoro sono considerati occupati se l’assenza non supera tre mesi, oppure se durante l’assenza continuano a percepire almeno il 50% della retribuzione. 53 Persone in cerca di occupazione comprendono le persone non occupate tra 15 e 74 anni che: − hanno effettuato almeno un’azione attiva di ricerca di lavoro nei trenta giorni che precedono l’intervista e sono disponibili a lavorare (o ad avviare un’attività autonoma) entro le due settimane successive all’intervista; − oppure, inizieranno un lavoro entro tre mesi dalla data dell’intervista e sono disponibili a lavorare (o ad avviare un’attività autonoma) entro le due settimane successive all’intervista, qualora fosse possibile anticipare l’inizio del lavoro. 54 Forze di lavoro per condizione - dati destagionalizzati (migliaia di unità e variazioni congiunturali percentuali) Forze di lavoro Valori assouti Periodo 2003 (*) 2004 2005 2006 IV Trimestre I Trimestre II Trimestre III Trimestre IV Trimestre I Trimestre II Trimestre III Trimestre IV Trimestre I Trimestre II Trimestre III Trimestre IV Trimestre 24,385 24,261 24,348 24,405 24,444 24,440 24,458 24,432 24,547 24,639 24,702 24,669 24,668 Variazioni percentuali rispetto al trimestre precedente 0.2 -0.5 0.4 0.2 0.2 0.0 0.1 -0.1 0.5 0.4 0.3 -0.1 0.0 Occupati Valori assouti 22,385 22,262 22,390 22,471 22,512 22,526 22,559 22,571 22,689 22,871 23,003 23,012 23,057 Variazioni percentuali rispetto al trimestre precedente 0.5 -0.5 0.6 0.4 0.2 0.1 0.1 0.1 0.5 0.8 0.6 0.0 0.2 Persone in cerca di occupazione Valori Variazioni assouti percentuali rispetto al trimestre precedente -2.8 2,000 -0.1 1,999 -2.0 1,958 -1.3 1,934 -0.1 1,932 -0.9 1,914 -0.8 1,899 -2.0 1,861 -0.2 1,858 -4.9 1,768 -3.9 1,699 -2.5 1,657 -2.8 1,611 55 Tasso di disoccupazione - dati destagionalizzati (valori percentuali e differenze congiunturali assolute) Periodo 2003 2004 2005 2006 IV Trimestre I Trimestre II Trimestre III Trimestre IV Trimestre I Trimestre II Trimestre III Trimestre IV Trimestre I Trimestre II Trimestre III Trimestre IV Trimestre Valori assouti Variazioni in punti percentuali rispetto al trimestre precedente 8.2 8.2 8.0 7.9 7.9 7.8 7.8 7.6 7.6 7.2 6.9 6.7 6.5 -0.3 0.0 -0.2 -0.1 0.0 -0.1 -0.1 -0.1 0.0 -0.4 -0.3 -0.2 -0.2 56 Analisi di un caso: La legge di Okun Legge di Okun Una crescita del 2% del PIL reale è associato a una riduzione dell’1% del tasso di disoccupazione Variazione % PIL reale 10 8 6 1951 1984 2000 4 1999 1993 2 1975 0 -2 -3 1982 -2 -1 0 1 2 3 4 Variazione del tasso di disoccupazione 59 In sintesi TRE indicatori sono particolarmente rilevanti: 1 Prodotto interno lordo 2 Indice dei prezzi (Inflazione) 3 Tasso di disoccupazione 1. PIL Tre modi per calcolare il PIL : Spesa in beni finali = Redditi dei fattori di produzione = Valore Aggiunto Il PIL nominale misura il reddito ai prezzi correnti mentre il PIL reale lo misura a prezzi costanti. Variazioni della produzione cambiano entrambe le misure ma variazioni dei prezzi hanno effetti soltanto sul PIL nominale. Il PIL è la somma di consumo, investimenti, spesa pubblica ed esportazioni nette. 60 In sintesi 2. Indice dei prezzi Il livello complessivo dei prezzi può essere misurato sia: Il deflatore del PIL, il rapporto tra il PIL nominale e reale Dall’indice dei prezzi al consumo (IPC), ovvero il prezzo di un paniere fisso di beni acquistato dal consumatore tipico. Dall’Indice dei prezzi alla produzione (IPP) 3. Tasso di disoccupazione Il tasso di disoccupazione è la frazione di forza lavoro che non è impiegata. È’ negativamente correlato alla crescita del PIL (legge di Okun) 61