Capitolo 2 - Dipartimento di Economia, Statistica e Finanza

Capitolo 2
I dati della macroeconomia
1
Il percorso
Teoria e verifica empirica
 Le
teorie economiche hanno origine
nell’osservazione della realtà.
 Vengono
costruite sulla base della
conoscenza del funzionamento
dell’economia.
 Vengono
testate utilizzando i dati
disponibili: verifica empirica.
2
I dati e documenti ufficiali
I dati macroeconomici:
L’Istat (Istituto italiano di statistica: http://www.istat.it) è la fonte
ufficiale per l’Italia per la maggior parte delle statistiche economiche.
L’Istat cura il rilevamento dei dati relativi ai censimenti della
popolazione, alla contabilità nazionale, ai bilanci delle famiglie, agli
indici dei prezzi, alle forze di lavoro, alla produzione industriale, ecc.
Sempre per l’Italia, il sito del Ministero dell’Economia e delle Finanze
(http://www.tesoro.it) contiene numerose informazioni tra cui il
Documento di programmazione Economica e Finanziaria
Nel sito della Banca d’Italia (http://www.bancaditalia.it) si trova la
Relazione annuale e il Bollettino economico
Sito dell’Unione Europea: http://europa.eu.int
L’OECD (http://www.oecd.org) pubblica autorevoli rapporti (OECD
Economic Outlook) e rassegne periodiche (Economic Surveys) sulla
situazione macroeconomica dei paesi membri
Il Fondo Monetario Internazionale (http://www.imf.org) pubblica una
rassegna congiunturale World Economic Outlook e un bollettino
mensile International Financial Statistics con tavole-paese costruite in
modo che le principali statistiche macroeconomiche siano comparabili
tra paesi
La Banca Mondiale (http://worldbank.org) ha un sito di particolare
interesse per i temi dello sviluppo economico e pubblica il World
Development Report
3
La contabilità nazionale
Gli economisti utilizzano i dati per testare
il funzionamento dei modelli.
TRE indicatori sono particolarmente
rilevanti:
1
Prodotto interno lordo
2
L’indice dei prezzi al consumo
(inflazione)
3
Tasso di disoccupazione
4
Il PIL
Il prodotto interno lordo misura il flusso
monetario corrispondente allo scambio di beni e
servizi tra gli individui e le imprese all’interno di
un sistema economico.
Tre modi per calcolare il PIL:



somma delle componenti della spesa in beni
finali;
somma dei redditi dei fattori della produzione
valore aggiunto=valore della produzione consumi intermedi
Contabilmente risulta sempre verificata l’identità:
Spesa in beni finali=Redditi=Valore Aggiunto
5
Il prodotto interno lordo
Cos’è e come si calcola
Si considerino le prime due definizioni
del PIL:
1. spesa totale in beni e servizi finali
prodotti nel paese in un anno
2. reddito totale prodotto dai fattori di
produzione localizzati nel paese
durante un anno
6
Identità del reddito nazionale
Reddito aggregato = spesa aggregata

Perché due definizioni?

In ogni transazione economica la spesa
sostenuta dall’acquirente è pari al reddito
ricevuto del venditore.

Quindi, la somma di tutte le spese è pari alla
somma di tutti i nuovi redditi prodotti.
7
Ricavo
beni e
Servizi venduti
MERCATI
DI
BENI E SERVIZI
Le imprese vendono
Le famiglie comprano
Salari, rendite
e profitti
Figura 2-1
beni e
servizi comprati
IMPRESE
Producono e vendono
beni e servizi
Utilizzano lavoro e
fattori di produzione
Fattori di
produzione
Spesa
FAMIGLIE
Comprano e consumano
beni e servizi.
Possiedono e cedono
fattori di produzione
MERCATI
DEI
FATTORI DI PRODUZIONE
Le famiglie vendono
Le imprese comprano
Terra, lavoro,
e capitale
Reddito
=
Flusso di beni
e servizi
=
Flusso di moneta
8
Identità del reddito nazionale
Reddito aggregato = spesa aggregata
Esempio: Valore della produzione = 1000 euro
1. Chi acquista la produzione? Consumatori e
imprese
900 +100 (inv. in scorte)=1000 (PIL come spesa)
2. Come si distribuisce il reddito?
Salari + interessi + materie prime = reddito dei fattori
450 + 50 + 300 = 800
Profitto = 1000 - 800 = 200 = reddito del proprietario
9
PIL: come spesa in beni finali o aggregata
Il valore di mercato di tutti i beni e i
servizi finali prodotti in un paese in un
dato periodo di tempo
10
PIL

valore di mercato: i beni e servizi
vengono considerati secondo il loro
valore di mercato misurato dai Prezzi
di Mercato
Non vengono considerati nel PIL alcuni beni e servizi
che non vengono scambiati sul mercato, ad
esempio i lavori domestici delle casalinghe o
l’insegnamento impartito dai genitori ai figli.
I servizi delle Amministrazioni Pubbliche sono valutati
ai costi sostenuti per la loro produzione.
11
I prezzi dei beni
Sommare arance e mele
Diversi beni e servizi hanno un valore diverso.
I valori dei beni sono espressi attraverso i
prezzi di mercato.
Esempio: Produzione = 4 mele + 3 arance
PIL = 4 x prezzo di una mela +
+ 3 x prezzo di un arancia
12
PIL

di tutti (problema per identificare il valore di mercati di

i beni e servizi: vengono computati sia beni

finali: ottenuti nella fase terminale del processo
alcuni beni, quali attività illecite, beni prodotti per
l’autoconsumo,…)
tangibili sia servizi non tangibili (pulizie domestiche,
taglio capelli, …)
produttivo.
Sono esclusi i Beni e servizi intermedi che sono i beni
utilizzati nella produzione di altri beni e servizi e che
rappresentano, quindi, una fase transitoria del processo
produttivo.
Invece, sono considerati nel calcolo del PIL quando non
sono utilizzati immediatamente nella produzione ma
rimangono in magazzino come le scorte (investimenti in
scorte).
13
PIL

prodotti :

in un paese: il PIL misura il valore della
beni e servizi prodotti attualmente e
non le transazioni che riguardano i beni prodotti nel
passato perché contabilizzati nel PIL dei
corrispondenti anni
produzione nell’ambito dei confini geografici di un
paese indipendentemente dalla nazionalità del
produttore (PIL ‡ PNL=beni prodotti da un individuo
RESIDENTE in Italia)

in un dato periodo di tempo:
Periodo
di tempo considerato, in genere, anno o trimestre.
14
Quali transazioni entrano nel computo del PIL?



Beni usati? No, perché è un trasferimento di
ricchezza già esistente.
Le scorte di magazzino? Sì, perché rappresentano
produzione di nuova ricchezza (anche se verranno
vendute in futuro).
Beni intermedi? No. Viene calcolato il valore dei
beni finali (quindi il pane ma non la farina venduta
per produrlo).
15
PIL = Spesa aggregata finale
Le componenti della spesa aggregata




Consumo
Investimenti
Spesa pubblica
Esportazioni nette
(C)
(I)
(G)
(NX)
16
Identità del reddito nazionale

Reddito totale = Y

Spesa totale = C + I + G + NX
quindi:
PIL = Y = C + I + G + NX
17
Le componenti della spesa aggregata
Consumo (C )
Definizione: acquisto di beni di consumo, sia
di produzione nazionale che estera, da parte
delle famiglie. Comprende:
Beni durevoli:
Esempi: automobili, case, elettrodomestici
 Beni non durevoli
Esempi: cibo, vestiti
 Servizi lavori fatti per gli individui

18
Le componenti della spesa aggregata
Investimenti (I )
Definizione: Beni acquisiti per uso futuro.

Investimenti fissi delle imprese:
Esempi: Impianti e attrezzature

Investimenti residenziali
Esempi: Immobili industriali o abitativi

Investimenti in scorte
Esempio: Magazzino
19
Le componenti della spesa aggregata
La spesa pubblica (G )
Definizione: Acquisti, sia di produzione
nazionale che estera, di beni e servizi
(incluso servizi lavorativi) da parte del settore
pubblico (Stato, Regioni, Comuni, ecc.)
Esempi: Infrastrutture, dipendenti pubblici, spesa
militare, polizia.

Esclude le spese per redistribuzione e
trasferimenti in quanto non rappresentano
produzione di nuova ricchezza.

20
Le componenti della spesa aggregata
Le esportazioni nette (NX )
Definizione: Valore totale delle esportazioni (EX)
meno valore totale delle importazioni (IM )
NX = EX – IM
NX Bilancia commerciale (NX>0 avanzo;
NX<0 disavanzo)
EX domanda di beni nazionali da parte dei non
residenti
IM
domanda di beni esteri proveniente dai
residenti
21
Tavola 1 - Conto economico delle risorse e degli impieghi (milioni di euro)
AGGREGATI
VALORI A PREZZI CORRENTI
RISORSE
2002
2003
2004
2005
2006
Prodotto interno lordo ai prezzi di mercato 1,295,226 1,335,354 1,390,539 1,423,048 1,475,401
Importazioni di beni e servizi fob
320,776 320,512 342,791 371,780 422,843
Totale
1,616,002 1,655,866 1,733,329 1,794,828 1,898,244
IMPIEGHI
Consumi nazionali
Spesa delle famiglie residenti
Spesa delle Amministrazioni pubbliche e
delle Isp (a)
Investimenti fissi lordi
Investimenti fissi netti
Ammortamenti
Variazione delle scorte
Oggetti di valore
Esportazioni di beni e servizi fob
Totale
1,009,106 1,051,968 1,091,458 1,130,291 1,174,481
755,855 784,333 810,148 834,264 869,209
253,250 267,635 281,310 296,027 305,272
270,889 271,776 285,084 292,621 306,605
77,607
70,430
73,172
70,397
74,934
193,282 201,346 211,912 222,223 231,672
1,070
2,435
1,629
- 1,191
3,672
1,718
1,773
2,308
2,377
2,754
333,219 327,913 352,851 370,731 410,732
1,616,002 1,655,866 1,733,329 1,794,828 1,898,244
22
Le componenti della spesa aggregata nel 2006
2006
%
Consumi
869,209
59%
Spesa delle AA.PP
305,272
21%
Investimenti fissi lordi
313,035
21%
Esportazioni nette
- 12,110
-1%
PIL
1,475,406
100%
23
Il PIL come Valore Aggiunto
Ogni bene è prodotto attraverso una serie di fasi
intermedie.
Il PIL rappresenta il valore totale dei beni e servizi finali. Il
prezzo dei beni intermedi è compreso nel prezzo dei beni
finali che concorrono a produrre.
Un altro modo per contabilizzare il PIL è sommare
il valore aggiunto di ciascuna fase della
produzione.
Il valore aggiunto è pari al valore del prodotto
finale meno il valore dei beni intermedi utilizzati
per produrlo (consumi intermedi).
VA=Produzione - Consumi intermedi
24
Tre modi calcolare il PIL: esempio



somma delle componenti della spesa in beni
finali;
somma dei redditi dei fattori della produzione
valore aggiunto = valore della produzione consumi intermedi
Spesa in beni finali=Redditi=VA
Esempio: vedi file word
25
PIL reale e nominale
Il PIL è una misura efficace del benessere?
Esempio PIL = quantità di mele x prezzo delle mela
+ quantità di arance x prezzo delle arancia
Il PIL può aumentare sia perché aumentano le
quantità sia perché aumentano i prezzi!!!
Il benessere viene correttamente misurato dal
PIL in termini reali e non nominali!!!
Infatti, supponiamo che i prezzi di mele e arance
raddoppino. Di quanto aumenta il PIL nominale? Di
quanto aumenta il PIL reale?
26
PIL reale e nominale
Il PIL misura il valore dei beni e servizi
prodotti in un certo anno (aumenta lo
stock di ricchezza).
 Il
PIL nominale misura questo valore a
prezzi correnti
 Il PIL reale misura questo valore
utilizzando come numerario di riferimento
i prezzi di un anno base (prezzi costanti)
27
Il PIL reale tiene conto dell’inflazione
Le variazioni del PIL nominale sono dovute a:


variazione delle quantità di beni e servizi
variazione dei prezzi
Se tutti i p raddoppiassero e non variasse la
quantità, il PIL raddoppierebbe MA ciò non
implicherebbe un aumento del benessere!!!
Una misura più efficace del benessere deve
tener conto della produzione di beni e servizi,
senza essere influenzata dalle variazioni dei
prezzi. A tale scopo si ricorre al PIL reale.
Come si ottiene? => Neutralizzando la
variazione dei prezzi
28
Il PIL reale tiene conto dell’inflazione
Il calcolo del PIL viene effettuato utilizzando i prezzi
di un anno di riferimento. In questo modo i PIL in
diversi anni è confrontabile.
Usando la seguente notazione:
Quantità di mele 2002
Quantità di arance 2002
Prezzo mele 2002
Prezzo arance 2002
=
=
=
=
Qm02
Qa02
Pm02
Pa02
Mentre denotiamo con Qm03 i valori per il 2003
29
Il PIL reale tiene conto dell’inflazione
Calcoliamo il PIL nominale e il PIL reale nel 2002 e
nel 2003 prendendo il 2002 come anno base:
Anno 2002:
PIL nominale = PIL reale
PIL = (Qm02 x Pm02) + (Qa02 x Pa02)
Anno 2003:
PIL nominale = (Qm03 x Pm03) + (Qa03 x Pa03)
PIL reale = (Qm03 x Pm02) + (Qa03 x Pa02)
30
Il PIL reale tiene conto dell’inflazione
Esempio numerico:
Pbene1
Qbene1
Pbene2
Qbene2
2001 1 euro
100
2 euro
50
2002 2 euro
150
3 euro
100
PIL nominale
2001 (1euro x 100) + (2euro x 50) = 200 euro
2002 (2euro x 150) + (3euro x 100) = 600 euro
PIL reale (anno base 2001)
2001 (1euro x 100) + (2euro x 50) = 200 euro
2002 (1euro x 150) + (2euro x 100) = 350 euro
Conclusione: Dato che il PIL reale è passato da 200 a 350
possiamo essere certi che tale incremento è dovuto
esclusivamente a aumenti delle quantità di beni prodotti,
dato che i prezzi sono stati mantenuti costanti.
31
Dai valori nominali a quelli reali
Inflazione
Confrontando PIL nominale e reale si
ottiene un terzo dato statistico:
DEFLATORE DEL PIL.
Ci dice quanta parte della crescita del PIL
nominale è attribuibile a variazioni di
prezzo, invece che a variazioni di
produzione.
Viene utilizzato per deflazionare il PIL,
cioè per depurare il PIL dall’inflazione.
Ma cos’è l’inflazione?
32
Dai valori nominali a quelli reali
Inflazione
Il livello generale dei prezzi misura il costo di un
paniere di beni e servizi
Esempio: Nell’anno t
Px=10
unità di X=4
Py=20
unità di Y=3
Il livello generale dei prezzi P è una media dei
prezzi dei singoli beni ponderata con le
quantità acquistate
Pt=10x4 + 20x3= 40 + 60 = 100
33
Dai valori nominali a quelli reali
Inflazione
Nell’anno t+1
Px=12 (+20%)
unità di X=4
Py=22 (+10%)
unità di Y=3
Pt+1=12x4 + 22x3= 48 + 66 = 114
Il tasso di inflazione è il tasso di crescita del
livello dei prezzi:
Π = Pt+1- Pt / Pt =114-100/100 = 0,14
Il tasso di inflazione misura di quanto varia la spesa che occorre
sostenere per acquistare lo stesso paniere di beni nel periodo
successivo
Nell’esempio, nell’anno t+1 si può continuare ad acquistare il
paniere composto da 4 unità del bene X e 3 unità del bene Y con
un aumento di spesa pari al 14%.
34
Dai valori nominali a quelli reali
Inflazione
Inflazione si misura generalmente con
riferimento a:
1.
2.
3.
Deflatore del PIL
Indice dei prezzi al consumo (IPC)
Indice dei prezzi alla produzione
(IPP)
35
Dai valori nominali a quelli reali
1.Deflatore del PIL
Una misura del livello dei prezzi è
appunto il deflatore del PIL che viene
implicitamente definito come:
PIL nominale
Deflatore del PIL  100 
PIL reale
PIL nominale
PIL reale 
Deflatore del PIL
Per questo abbiamo detto che viene utilizzato
per deflazionare il PIL, cioè per depurare il PIL
dall’inflazione
36
Dai valori nominali a quelli reali
1.Deflatore del PIL
PIL nominale
Deflatore del PIL  100 
PIL reale
Questa formula premette di capire la ragione
per la quale il deflatore misura il livello dei
prezzi:
una variazione nel prezzo di un bene che non
sortisca effetti sulla produzione influenza il
valore del PIL nominale, ma non di quello
reale; di conseguenza tale variazione di prezzo
viene rilevata dal deflatore del PIL
37
Il PIL reale tiene conto dell’inflazione
Riprendiamo l’esempio numerico:
Pbene1
Qbene1
2001 1 euro
100
2002 2 euro
150
PIL nominale
2001 (1euro x 100) + (2euro
2002 (2euro x 150) + (3euro
PIL reale (anno base 2001)
2001 (1euro x 100) + (2euro
2002 (1euro x 150) + (2euro
Pbene2 Qbene2
2 euro 50
3 euro 100
x 50) = 200 euro
x 100) = 600 euro
x 50) = 200 euro
x 100) = 350 euro
DEFLATORE DEL PIL
2001 (200euro/200euro) x 100 = 100 euro
2002 (600euro/350euro) x 100 = 171 euro
Conclusione: poiché il deflatore del PIL è cresciuto in un anno
da 100 a 171, si può affermare che il livello dei prezzi è
aumentato del 71%.
38
Dai valori nominali a quelli reali
2.IPC, indice dei prezzi al consumo
Misura il livello dei prezzi di un paniere di beni e
servizi acquistato da una famiglia “media”
Pubblicato dall’Istat
Usato per:



misurare il cambio del «costo della vita» delle
famiglie.
indicizzare i contratti all’inflazione.
calcolare i valori reali e confrontare i dati di anni
diversi.
39
La composizione del paniere IPC, Italia 2004
Alimentari e bevande
Alcol e tabacchi
Abbigliamento e calzature
Abitazione, acqua ed energia
Mobili e casa
Salute
Trasporti
Comunicazioni
Ricreazione, spettacolo e
cultura
Istruzione
Alberghi e ristoranti
Altri beni e servizi
40
Costruzione dell’IPC


Inchieste per determinare il paniere di
consumo tipico
Raccoglie dati e calcola l’indice
Costo del paniere nel periodo in corso
IPC  100 
Costo del paniere nel periodo base
41
Esempio Costruzione Indice prezzi
Anno Base: 2003
P pane P latte Q pane Q latte
2003
0.9
0.8
2
1
2004
1
0.9
2
1
2005
1.1
1
2
1
Indice dei
Costo
Prezzi
Paniere (2003=100)
2.6
100.00
2.9
111.54
3.2
123.08
123 - 111.5
Inflazione 2005 
 100  10.4%
111.5
42
Indice generale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati compresi ed esclusi i tabacchi
Periodo
2006 (1995=100)
gennaio
febbraio
marzo
aprile
maggio
giugno
luglio
agosto
settembre
ottobre
novembre
dicembre
2007 (1995=100)
gennaio
febbraio
marzo
Compresi i tabacchi
Variazioni %
Rispetto al
Rispetto al corrisponden
Indici
periodo
te periodo
precedente dell’anno
precedente
Esclusi i tabacchi
Variazioni %
Rispetto al
Rispetto al corrisponden
Indici
periodo
te periodo
precedente dell’anno
precedente
127.3
127.6
127.9
128.3
128.5
128.7
129.2
129.4
129.3
129.0
129.3
129.3
+0,2
+0,2
+0,2
+0,3
+0,2
+0,2
+0,4
+0,2
-0,1
-0,2
+0,2
0,0
+2,2
+2,1
+2,2
+2,1
+2,1
+2,1
+2,3
+2,2
+2,1
+1,7
+1,8
+1,8
126.6
126.9
127.1
127.4
127.8
127.9
128.2
128.4
128.4
128.2
128.3
128.4
+0,2
+0,2
+0,2
+0,2
+0,3
+0,1
+0,2
+0,2
0,0
-0,2
+0,1
+0,1
+2,2
+2,1
+2,1
+2,0
+2,2
+2,1
+2,1
+2,1
+2,0
+1,7
+1,7
+1,7
129.4
129.8
129.9
+0,1
+0,3
+0,1
+1,6
+1,7
+1,6
128.5
128.8
129.0
+0,1
+0,2
+0,2
+1,5
+1,5
+1,5
43
Inflazione, deflatore e IPC
L’inflazione può essere misurata dalla
variazione percentuale di deflatore oppure
variazioni dell’IPC
Deflatore
IPC
Beni considerati
Tutti
Paniere consumo
Prodotti
Italia
Italia ed estero
Pesi dei beni
Variabili
Fissi
44
IPC
L’ISTAT calcola l’IPC in tre versioni:
L’indice per l’intera collettività nazionale (NIC) misura
l’inflazione a livello dell’intero sistema economico: considera l’Italia
come se fosse un’unica grande famiglia di consumatori. E’
utilizzato per la realizzazione delle politiche economiche (ad
esempio per indicare nel DPEF il tasso di inflazione programmata,
cui sono collegati i rinnovi dei contratti di lavoro)
L’indice per le famiglie di operai e impiegati (FOI) si riferisce ai
consumi delle famiglie residenti in Italia facenti capo ad un
lavoratore dipendente extra-agricolo. E’ usato per adeguare
periodicamente valori monetari (es. canoni di locazione)
L’indice armonizzato dei prezzi al consumo per i paesi dell’UE
(IPCA) assicura una misura dell’inflazione comparabile a livello
europeo. Viene assunto per verificare la convergenza delle
economie dei paesi UE, ai fini dell’accesso e della permanenza
nell’Unione Monetaria
45
Dai valori nominali a quelli reali
3 Indice dei prezzi alla Produzione (IPP)
L’IPP misura il costo di un paniere di beni e servizi
nel primo stadio di commercializzazione.
Nell’esempio, X e Y sono le quantità vendute da
un’impresa.
I pesi sono calcolati sulla base dei dati della
produzione industriale italiana.
In Italia, l’ISTAT calcola l’IPP in due versioni:
1. IPP per destinazione economica (beni finali di
consumo, di investimento e beni intermedi)
2. IPP per settore di attività economica (es. prodotti
del settore tessile, alimentari, ecc.)
46
Misure alternative della ricchezza
Prodotto interno e prodotto nazionale
La produzione dei cittadini italiani è
misurata dal Prodotto nazionale
lordo (PNL) che si ottiene dal PIL:
 sommando
i redditi da lavoro e da
capitale (interesse, dividendi,
profitti)) degli italiani all’estero
 sottraendo
i redditi da lavoro e
capitale degli stranieri in Italia
47
Misure alternative della ricchezza
Prodotto interno e prodotto nazionale
Quindi,
 Prodotto
interno lordo (PIL):
prodotto in Italia. Reddito totale ottenuto dai
fattori di produzione localizzati in Italia anche se
esteri
 Prodotto
nazionale lordo (PNL):
prodotto da cittadini italiani. Reddito totale
ottenuto dai fattori di produzione nazionali
localizzati anche all’estero
48
PNL, PNN, reddito nazionale
Prodotto nazionale netto =
PNL – ammortamenti
Reddito nazionale =
PNN – imposte indirette
Reddito personale = RN +/– trasferimenti
a/da imprese e P. A. (non tasse)
Reddito personale disponibile = RP – tasse
P.A.
49
La popolazione
Avevamo detto ad inizio lezione che gli
economisti utilizzano i dati per testare il
funzionamento dei modelli e che TRE
indicatori sono particolarmente rilevanti:
1
Prodotto interno lordo
2
L’indice dei prezzi al consumo
(inflazione)
3
Tasso di disoccupazione
Resta da analizzare il terzo indicatore.
50
Il tasso di disoccupazione
Alcune definizioni: Popolazione, Forza lavoro, Occupati, …
La popolazione è divisa in:


Attiva: età tra 15 e 64 (pensionati).
Passiva: bambini e anziani.
La popolazione attiva è classificata sulla base della condizione
lavorativa.
 Forza lavoro
Disponibilità di lavoro nell’economia: occupati + disoccupati
 Occupati
Coloro che hanno un lavoro retribuito
 Disoccupati
I non occupati in cerca di lavoro
 Fuori forza lavoro
Non occupati non in cerca di lavoro e non attivi
51
Tasso di disoccupazione e di partecipazione
I valori percentuali sono più informativi

Tasso di disoccupazione
Percentuale della forza lavoro
disoccupata =
Numero di disoccupati/Forza Lavoro

Tasso di partecipazione
Percentuale di appartenenti alla forza
lavoro sulla popolazione adulta =
Forza lavoro/popolazione adulta
52
Occupati
comprendono le persone di 15 anni e più che nella
settimana di riferimento:



hanno svolto almeno un’ora di lavoro in una
qualsiasi attività che preveda un corrispettivo
monetario o in natura;
hanno svolto almeno un’ora di lavoro non
retribuito nella ditta di un familiare nella quale
collaborano abitualmente;
sono assenti dal lavoro (ad esempio, per ferie
o malattia). I dipendenti assenti dal lavoro
sono considerati occupati se l’assenza non
supera tre mesi, oppure se durante l’assenza
continuano a percepire almeno il 50% della
retribuzione.
53
Persone in cerca di occupazione
comprendono le persone non occupate tra 15 e 74 anni che:
− hanno effettuato almeno un’azione attiva di ricerca di
lavoro nei trenta giorni che precedono l’intervista e sono
disponibili a lavorare (o ad avviare un’attività autonoma)
entro le due settimane successive all’intervista;
− oppure, inizieranno un lavoro entro tre mesi dalla data
dell’intervista e sono disponibili a lavorare (o ad avviare
un’attività autonoma) entro le due settimane successive
all’intervista, qualora fosse possibile anticipare l’inizio del
lavoro.
54
Forze di lavoro per condizione - dati destagionalizzati
(migliaia di unità e variazioni congiunturali percentuali)
Forze di lavoro
Valori
assouti
Periodo
2003 (*)
2004
2005
2006
IV Trimestre
I Trimestre
II Trimestre
III Trimestre
IV Trimestre
I Trimestre
II Trimestre
III Trimestre
IV Trimestre
I Trimestre
II Trimestre
III Trimestre
IV Trimestre
24,385
24,261
24,348
24,405
24,444
24,440
24,458
24,432
24,547
24,639
24,702
24,669
24,668
Variazioni
percentuali
rispetto al
trimestre
precedente
0.2
-0.5
0.4
0.2
0.2
0.0
0.1
-0.1
0.5
0.4
0.3
-0.1
0.0
Occupati
Valori
assouti
22,385
22,262
22,390
22,471
22,512
22,526
22,559
22,571
22,689
22,871
23,003
23,012
23,057
Variazioni
percentuali
rispetto al
trimestre
precedente
0.5
-0.5
0.6
0.4
0.2
0.1
0.1
0.1
0.5
0.8
0.6
0.0
0.2
Persone in cerca di
occupazione
Valori
Variazioni
assouti
percentuali
rispetto al
trimestre
precedente
-2.8
2,000
-0.1
1,999
-2.0
1,958
-1.3
1,934
-0.1
1,932
-0.9
1,914
-0.8
1,899
-2.0
1,861
-0.2
1,858
-4.9
1,768
-3.9
1,699
-2.5
1,657
-2.8
1,611
55
Tasso di disoccupazione - dati destagionalizzati
(valori percentuali e differenze congiunturali assolute)
Periodo
2003
2004
2005
2006
IV Trimestre
I Trimestre
II Trimestre
III Trimestre
IV Trimestre
I Trimestre
II Trimestre
III Trimestre
IV Trimestre
I Trimestre
II Trimestre
III Trimestre
IV Trimestre
Valori
assouti
Variazioni in punti
percentuali rispetto al
trimestre precedente
8.2
8.2
8.0
7.9
7.9
7.8
7.8
7.6
7.6
7.2
6.9
6.7
6.5
-0.3
0.0
-0.2
-0.1
0.0
-0.1
-0.1
-0.1
0.0
-0.4
-0.3
-0.2
-0.2
56
Analisi di un caso: La legge di Okun
Legge di Okun
Una crescita del 2%
del PIL reale è
associato a una
riduzione dell’1% del
tasso di
disoccupazione
Variazione % PIL reale
10
8
6
1951
1984
2000
4
1999
1993
2
1975
0
-2
-3
1982
-2
-1
0
1
2
3
4
Variazione del tasso di disoccupazione
59
In sintesi

TRE indicatori sono particolarmente rilevanti:
1
Prodotto interno lordo
2
Indice dei prezzi (Inflazione)
3
Tasso di disoccupazione
1. PIL

Tre modi per calcolare il PIL : Spesa in beni finali = Redditi
dei fattori di produzione = Valore Aggiunto

Il PIL nominale misura il reddito ai prezzi correnti mentre il
PIL reale lo misura a prezzi costanti. Variazioni della
produzione cambiano entrambe le misure ma variazioni dei
prezzi hanno effetti soltanto sul PIL nominale.

Il PIL è la somma di consumo, investimenti, spesa pubblica
ed esportazioni nette.
60
In sintesi
2. Indice dei prezzi
Il livello complessivo dei prezzi può essere
misurato sia:
Il deflatore del PIL, il rapporto tra il PIL nominale e
reale
 Dall’indice dei prezzi al consumo (IPC), ovvero il
prezzo di un paniere fisso di beni acquistato dal
consumatore tipico.
 Dall’Indice dei prezzi alla produzione (IPP)

3. Tasso di disoccupazione
Il tasso di disoccupazione è la frazione di forza
lavoro che non è impiegata. È’
negativamente correlato alla crescita del PIL
(legge di Okun)
61